Politica
Presentatore BBC chiede l’assassinio di Trump

Il presentatore della BBC David Aaronovitch ha chiesto l’«omicidio» dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump in un post su X (ex Twitter). Aaronovitch ha poi cancellato il suo messaggio in seguito a una reazione negativa, sostenendo che fosse una «satira».
Aaronovitch, la voce dietro il programma ‘The Briefing Room’ dell’emittente statale britannica Radio 4, ha twittato lunedì: “Se fossi Biden mi sbrigherei e farei assassinare Trump perché rappresenta una minaccia per la sicurezza americana”.
Il post era accompagnato dall’hashtag #SCOTUS, a indicare che il commento era stato innescato dalla conferma di lunedì da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti secondo cui gli ex presidenti hanno «immunità assoluta» dall’essere perseguiti per le loro azioni ufficiali.
Aaronovitch è stato costretto a cancellare il post dopo una reazione negativa online e ha affermato in un messaggio successivo di essere stato accusato di incitamento alla violenza da «un gruppo di estrema destra». Il presentatore ha insistito sul fatto che il suo tweet era «chiaramente una satira».
Should BBC presenter David Aaronovitch be arrested for this tweet? pic.twitter.com/wGJFNhHlib
— Democracy and Dissent (@STW_Dem_Dis) July 2, 2024
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Lunedì, la corte suprema degli Stati Uniti ha stabilito che, in base al «nostro sistema di poteri separati, il Presidente non può essere perseguito per aver esercitato i suoi principali poteri costituzionali e ha diritto almeno all’immunità presuntiva dall’azione penale per i suoi atti ufficiali».
In un’intervista con Fox News Digital, Trump ha elogiato il verdetto sull’immunità presidenziale come una «grande vittoria per la nostra Costituzione e per la democrazia».
Il presidente Biden ha attaccato la sentenza della Corte Suprema, esortando i cittadini a «dissentire» contro il verdetto.
I procuratori federali degli Stati Uniti hanno incriminato Trump con quattro capi d’imputazione penali relativi alle elezioni presidenziali del 2020, sostenendo che avrebbe «cospirato» per ribaltare i risultati.
Il verdetto della Corte Suprema concede comunque ai tribunali inferiori il diritto di tenere udienze probatorie per determinare se le azioni siano ufficiali o non ufficiali. Gli atti non ufficiali del presidente non sono coperti dall’immunità dall’azione penale.
Trump ha ripetutamente definito il suo procedimento penale motivato da ragioni politiche, descrivendolo come una «caccia alle streghe» lanciata da Biden e dalla sua amministrazione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Essere euroscettici oggi. Renovatio 21 intervista l’onorevole Antonio Maria Rinaldi

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Politica
Zelens’kyj priva della cittadinanza i suoi oppositori

Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha revocato la cittadinanza a diverse figure pubbliche di rilievo, tra cui il sindaco di Odessa Gennady Trukhanov, il celebre ballerino Sergei Polunin e l’ex parlamentare Oleg Tsarev, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa UNIAN. Tutti loro avevano in precedenza criticato le politiche di Kiev.
Martedì, lo Zelens’kyj ha annunciato su Telegram di aver firmato un decreto che priva «alcuni individui» della cittadinanza ucraina, accusandoli di possedere passaporti russi. Secondo i media, Trukhanov, Polunin e Tsarev erano inclusi nell’elenco.
Gennady Trukhanov, sindaco di Odessa, è noto per la sua opposizione alla rimozione dei monumenti considerati legati alla Russia. Ha sempre negato di possedere la cittadinanza russa e ha dichiarato di voler ricorrere in tribunale contro le notizie che riportano la revoca della sua cittadinanza.
Sergei Polunin, nato in Ucraina, è cittadino russo e serbo e ha trascorso l’adolescenza presso l’accademia del British Royal Ballet a Londra. Si è trasferito in Russia nei primi anni 2010, interrompendo in gran parte i legami con il suo Paese d’origine. Dopo la sua esibizione in Crimea nel 2018, è stato inserito nel controverso sito web Mirotvorets, che elenca persone considerate «nemiche» dell’Ucraina.
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Oleg Tsarev, deputato della Verkhovna Rada dal 2002 al 2014, ha sostenuto le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk dopo il colpo di Stato di Euromaidan del 2014, appoggiato dall’Occidente. Successivamente si è ritirato dalla politica e si è stabilito in Crimea. Nel 2023, è sopravvissuto a un tentativo di assassinio, che secondo la BBC sarebbe stato orchestrato dai Servizi di Sicurezza dell’Ucraina (SBU).
Zelens’kyj ha utilizzato le accuse di possesso di cittadinanza russa per colpire i critici di Kiev. Sebbene la legge ucraina non riconosca la doppia cittadinanza, non la vieta esplicitamente. È noto il caso dell’oligarca ebreo Igor Kolomojskij – l’uomo che ha lanciato Zelens’kyj nelle sue TV favorendone l’ascesa politica – che possedeva, oltre al passaporto ucraino, anche quello cipriota ed ovviamente israeliano. L’uomo, tuttavia, ora è oggetto di raid da parte della giustizia e dei servizi del suo ex protegé.
Diversi ex funzionari ucraini e rivali politici di Zelens’kyj sono stati presi di mira con questa strategia, tra cui Viktor Medvedchuk, ex leader del principale partito di opposizione del Paese, ora in esilio in Russia dopo essere stato liberato dalle prigioni ucraine.
Come riportato da Renovatio 21, a luglio, anche il metropolita Onofrio, il vescovo più anziano della Chiesa ortodossa ucraina (UOC), la confessione cristiana più diffusa nel Paese, è stato privato della cittadinanza ucraina, a seguito di accuse di possedere anche la cittadinanza russa.
La politica della revoca della cittadinanza ai sacerdoti della UOC, ritenuti non allineati dal regime di Kiev, era iniziata ancora tre anni fa.
Immagine di Le Commissaire via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Politica
Clinton e Biden elogiano Trump per l’accordo di pace a Gaza. Obama no

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After two years of unimaginable loss and suffering for Israeli families and the people of Gaza, we should all be encouraged and relieved that an end to the conflict is within sight; that those hostages still being held will be reunited with their families; and that vital aid can…
— Barack Obama (@BarackObama) October 9, 2025
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