Geopolitica
Per gli arabi la guerra di Gaza è la più mortale dal 1948
L’attuale guerra lanciata dalle forze israeliane su Gaza rappresenta ora per gli arabi il conflitto più mortale dal 1948. Lo riporta un articolo del New York Times.
Secondo quanto riportato, le oltre 20.000 vittime riportate dalle autorità sanitarie di Gaza sarebbero superiori a quelle della guerra del Libano del 1982, anche se, sottolinea il NYT, i ricercatori affermano che il numero delle vittime in Libano potrebbe non essere mai conosciuto con sicurezza a causa della «nebbia della guerra», anche dopo quattro decenni
Indipendentemente da ciò, il bilancio ufficiale per Gaza è ampiamente considerato sottostimato a causa delle difficoltà di contare i morti nelle condizioni estreme che Israele ha creato a Gaza.
Il quotidiano neoeboraceno riporta che l’elevato numero di vittime riflette il modo in cui Israele ha scelto di condurre la guerra, utilizzando migliaia di attacchi aerei, bombe pesanti e artiglieria in un piccolo territorio densamente affollato di civili che non possono fuggire: operazioni che gli israeliani spiegano sostenendo costantemente che Hamas si nasconde dietro civili, quindi ovviamente, per uccidere i combattenti di Hamas, le truppe dello Stato Ebraico devono sparare dove sono i civili.
Nelle precedenti guerre arabo-israeliane, la maggior parte delle persone uccise erano combattenti. Il NYT lamenta che a Gaza il Ministero della Sanità non fornisce una distinzione tra civili e membri di Hamas (ma se il 70% delle persone uccise sono donne e bambini, il numero di membri di Hamas uccisi deve essere una percentuale molto più piccola), mentre Israele non spiega mai come arriva al numero di membri di Hamas che afferma di aver ucciso: circa 7.000 secondo l’ultimo rapporto. E le uccisioni sembrano non finire mai.
L’Associated Press, citando funzionari di Gaza, riferisce che ieri mattina un attacco aereo israeliano sulla città di Gaza ha ucciso 76 membri di un’unica famiglia allargata.
Un portavoce del dipartimento di Protezione Civile di Gaza, ha fornito un elenco parziale dei nomi delle persone uccise – 16 capifamiglia della famiglia al-Mughrabi – e ha detto che tra i morti figurano donne e bambini.
Tra i morti c’erano Issam al-Mughrabi, un veterano del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, sua moglie e i loro cinque figli.
Al momento, più di un abitante di Gaza ogni 200 è stato ucciso, mentre un bambino viene ucciso ogni 10 minuti.
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Immagine di Palestinian News & Information Agency (Wafa) in contract with APAimages via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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