Spirito
Pellegrinaggio nazionale svizzero della FSSPX

Sabato e domenica 16 e 17 settembre 2023, il Distretto della Svizzera ha organizzato, come ogni anno, il pellegrinaggio nazionale a San Nicola della Flüe, patrono della Svizzera e padre della Patria, canonizzato da Papa Pio XII il 15 maggio 1947.
Quest’anno, per permettere a più fedeli di seguire l’evento, la data è stata spostata da fine agosto a metà settembre. Più di 500 pellegrini, provenienti da tutta la Svizzera, si sono riuniti sotto un cielo mite per passeggiare.
La marcia partiva da Rotzloch per raggiungere Sachseln: è nella chiesa di questo villaggio che è custodito il corpo di San Nicola. I fedeli hanno poi raggiunto in processione il villaggio di Flüe.
Sabato sera, il padre Jean-Baptiste de Seyres ha celebrato una prima messa solenne, seguita da quella del padre Marc-Antoine Moulin. Durante la notte i fedeli hanno pregato davanti al Santissimo Sacramento esposto, recitando la grande preghiera confederata.
La domenica mattina, dopo la messa cantata delle 7, è stato celebrato il pontificale da mons. Vitus Huonder.
San Nicola della Flüe
Nato nel 1417 nella frazione Flüe nel comune di Sachseln, morì il 21 marzo 1487 nello stesso luogo. Sposato a 30 anni, ha avuto 5 figli e 5 figlie. Verso i cinquant’anni, spinto dalla grazia a una vita più perfetta, cercò dapprima, con il consenso della moglie, di entrare in monastero, ma fu riportato dalla provvidenza al suo villaggio.
Visse da eremita fino alla morte, a poche centinaia di metri dalla sua famiglia. Durante questi vent’anni si è nutrito solo della Santa Eucaristia. Questo digiuno miracoloso fu accertato dalle autorità civili che circondarono il suo eremo – il Ranft – per un mese intero e non trovarono alcun cibo nella casa del santo.
Ricevette diverse visioni celesti e il dono di consigliare le anime che venivano a consultarlo. Nel 1481, mentre la Dieta di Stans che riuniva i cantoni svizzeri, tenutasi dopo la vittoria contro Carlo il Temerario, si svolgeva in maniera conflittuale e si minacciava una guerra civile all’interno della Confederazione, il santo eremita calmò la situazione con un semplice messaggio, il cui contenuto è rimasto segreto.
Fu questo episodio a guadagnargli il soprannome di «Padre della Patria». Si festeggia il 25 settembre.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Immagini da FSSPX.news
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Spirito
Mons. Viganò: «chi aderisce al Concilio si rende responsabile della demolizione della Chiesa»

«Si definì “secondo” per far credere che si ponesse in continuità con il perenne Magistero Cattolico, così da poterlo adulterare usurpando l’Autorità della Chiesa e del Romano Pontefice» continua monsignore. «Pose le basi pseudo-dottrinali della odierna “chiesa sinodale” che intende sovvertire la costituzione gerarchica della Chiesa e il Papato». «Chi aderisce consapevolmente a questo “concilio” si rende responsabile della demolizione della Chiesa Cattolica e ratifica con la propria complicità il golpe conciliare e sinodale».Sessantatre anni fa, in questo giorno, venne solennemente aperto il Concilio Ecumenico Vaticano II, il primo “concilio” della chiesa che da esso prende il nome – la “chiesa conciliare” appunto. – Esso fu “concilio” perché volle “conciliare” Dio e mondo, Cristo e Belial, vero e… pic.twitter.com/c87pPRz84a
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) October 11, 2025
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Spirito
Scontri tra Pakistan e Afghanistan

Sabato si sono verificati intensi scontri lungo il confine tra Afghanistan e Pakistan, confermati da entrambe le parti, a seguito di accuse reciproche di violazioni dello spazio aereo e attacchi.
Il ministero della Difesa afghano ha dichiarato che le sue forze hanno condotto «operazioni di ritorsione efficaci» contro postazioni di sicurezza pakistane lungo la Linea Durand, in risposta a quelli che ha definito ripetuti attacchi aerei pakistani. La dichiarazione, condivisa su X dal portavoce Enayat Khowarazm, ha precisato che l’operazione si è conclusa intorno a mezzanotte.
Un funzionario provinciale pakistano, Jan Achakzai, ha confermato gli scontri, scrivendo su X che le forze pakistane hanno risposto con decisione all’«aggressione afghana», affermando che le forze afghane hanno compiuto attacchi non provocati in cinque o sei località lungo il confine, colpendo avamposti pakistani.
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La risposta dell’esercito pakistano è stata così intensa da costringere gli aggressori afghani a ritirarsi, lasciando vittime sul campo. Achakzai ha aggiunto che «i confini del Pakistan sono sicuri» e che il governo afghano non dovrebbe scambiare il desiderio di pace del Pakistan per debolezza.
Nessuna delle due parti ha fornito dettagli sulle vittime, e le affermazioni non possono essere verificate indipendentemente al momento.
L’episodio segue le esplosioni di giovedì a Kabul, che le autorità afghane hanno attribuito ad attacchi aerei pakistani, non confermati da Islamabad.
L’aumento delle tensioni tra i due Paesi è legato a questioni di sicurezza dei confini e alle attività dei militanti. Islamabad accusa Kabul di offrire rifugio ai combattenti del Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), accuse respinte dall’amministrazione talebana.
Gli scontri avvengono mentre il Ministro degli Esteri afghano Amir Khan Muttaqi è in visita in India per colloqui volti a rafforzare le relazioni diplomatiche ed economiche con Nuova Delhi. I funzionari afghani hanno dichiarato che il viaggio rientra negli sforzi per ampliare la cooperazione regionale.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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