Spirito
Luca Casarini ospite del Sinodo: invito personale di Bergoglio

Molti, consacrati o meno, potrebbero avuto sicuramente avuto una reazione sorpresa leggendo l’elenco definitivo dei partecipanti al Sinodo sulla sinodalità, che ha avuto inizio il 4 ottobre 2023 a Roma. La presenza di James Martin, un gesuita americano noto per il suo impegno a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso, non è stata una sorpresa, tuttavia la partecipazione di un attivista italiano di estrema sinistra può dare al Sinodo una dimensione inaspettata.
Luca Casarini, noto leader delle proteste no-global di inizio anni 2000, è stato personalmente invitato dal Papa Francesco a partecipare al Sinodo. Ci rendiamo conto che la notizia qualche anno fa potrebbe essere suonata come satira, e potete darvi tutti i pizzicotti che volete, ma questa è la realtà delle cose nel Vaticano odierno.
Casarini è il direttore di Mediterranea Saving Humans, un’organizzazione impegnata nel salvataggio dei migranti in mare. La sua inclusione nel Sinodo ha destato scalpore, specialmente considerando il suo passato come leader del movimento «disobbedienti» durante il vertice del G8 a Genova nel 2001.
Il Casarini ha dichiarato di essere battezzato e di considerarsi un «cristiano non praticante», definendo Gesù come il più grande rivoluzionario di tutti i tempi – un concetto nuovo e originale, davvero innovativo e profondo, che non avevamo mai sentito prima.
L’attivista è stato coinvolto in procedimenti giudiziari. Secondo quanto riportato dalla stampa, la Procura di Ragusa ha chiesto il rinvio a giudizio per «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato».
L’aderenza di Casarini ai principi della chiesa bergogliana appare evidente. «A settembre l’associazione di Casarini ha organizzato “A Bordo!” un festival definito “uno spazio antirazzista, LGBTQIA+ friendly, inclusivo, transfemminista e antifascista”, aperto da un intervento del cardinale Zuppi, presidente CEI» scrive Il Giornale. «L’evento ha ricevuto nientemeno che la benedizione di Papa Francesco, che ha voluto inviare un messaggio “assicurando la mia vicinanza e il mio affetto” ha scritto il Santo Padre, che non ha mai nascosto la sua vicinanza alle ONG che portano i migranti in Italia».
" @RescueMed Mediterranea, grazie per ciò che fate". Il papa scrive una lettera a @lukacasa Luca Casarini, capomissione della ong. "Nessuno si salva da solo".
L'articolo qui: https://t.co/YBijEhE02q pic.twitter.com/EYhsXWBngq— SinistraComune (@ComuneSinistra) April 12, 2020
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Il romano pontefice aveva ricevuto in udienza Casarini e la sua ciurma nel 2022 per un «incontro intenso di oltre un’ora», «il Papa ci è sempre stato vicino» spiegò l’ex no global. «Mi ha accolto come un figlio. È una guida, un padre, un fratello, un amico. Lo ascolto e cresco dentro» ha spiegato un’altra volta, raccontando il suo avvicinamento alla religione. «Ho avuto una educazione cattolica, per me il rapporto con questa Chiesa è una ricongiunzione», riporta il quotidiano milanese.
Nel frattempo Casarini è passato per gli aspersori di Avvenire.
«C’è chi si scandalizza. Perché in una società dove si pensa solo in termini politici, anche il Sinodo è visto come un congresso di partito con tattiche, schieramenti, posizionamenti» tuona il no-global bergoglizzato. «Se invece la Chiesa intende camminare insieme come afferma il Papa, può guardare anche ad alcuni angoli dimenticati del mondo. Mettiamola così, io sono una periferia rispetto ai tanti centri autorizzati, che può aiutare ad avere un punto di vista diverso: ad esempio, quello della lotta fra vita e morte di chi lascia terre sfruttate, funestate da guerre e cambiamenti climatici».
Perché la Chiesa «L’ho rincontrata e mi ha abbracciato», assicura il giornale dei vescovi, che puntualizza quanto egli sia «consapevole del suo passato di battaglie sociali segnate anche da derive “anticlericali”, come lui stesso ammette».
#Migranti. #PapaFrancesco incontra i soccorritori di #Mediterranea https://t.co/2VMOIA4dZo
— ???????????????????????????????? (@Avvenire_Nei) March 22, 2023
«Nutrivo il desiderio di poter assistere a questo grande processo di ascolto dello Spirito: sia come cristiano, sia come attivista» confessa il capitano pro-migranti. «Quando ho saputo della decisione del Papa, è stato uno shock. Ma positivo».
Il giornale CEI ricorda che il Casarino «si è inginocchiato ai suoi piedi a Marsiglia, agli Incontri del Mediterraneo, dove è stato ospite nel summit fra vescovi e giovani».
Questo risponde dicendo che il papa argentino «è una guida straordinaria, pieno di amore e umanità. Te ne accorgi subito quando ci parli. Il Papa mi ha accolto come un figlio: non si è chiesto da dove venivo, bensì dove stessi andando. Aggiungo che il suo è un rapporto non solo con me ma con gli equipaggi di tutta Mediterranea che ha incontrato più volte»
Va specificato che al Sinodo l’ex capo della protesta del G8 di Genova – che, ricorderete, si risolse in una devastazione mortale – avrà il diritto di parola, al pari dei prelati giunti da tutto il mondo.
SCB. Sono cose belle.
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Immagine di GiusLipariPA via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Nucleare
Muore a 93 anni Shigemi Fukahori, cattolico e sopravvissuto a Nagasaki

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Spirito
Una foto dalla messa della FSSPX fuori Tokyo

Arriva in redazione dal suo corripondente in Giappone una foto della Santa Messa tradizionale in Giappone officiata nella cappella della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Abbiamo pensato di pubblicarla. Perché il senso di unità universale possibile con la Santa Messa non conosce latitudini, longitudini, distanze.
Si tratta della Cappella dei Santi Martiri Giapponesi a Saitama, città a tre chilometri nella Grande area urbana di Tokyo.
Alle 10:30 ha offerto la Santa Messa Cantata padre Onoda, sacerdote giapponese della FSSPX che i lettori di Renovatio 21 oramai conoscono.
Buttando l’occhio lo noterete: anche qui, a migliaia di miglia di distanza, sacerdoti che sono sacerdoti e donne che sono donne (quindi, una volta in chiesa si velano), il sacrificio della Messa che è il sacrificio – e non un’ora di intrattenimento sociopolitico senza morale né bellezza.
È stupendo, ovunque nel mondo, essere cattolici.
Santa domenica a tutti nostri lettori!
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Spirito
L’Enciclica di Bergoglio sul Sacro Cuore

L’importanza del cuore
Il primo capitolo cattura immediatamente l’attenzione. Intitolato «L’importanza del cuore», cerca di cogliere il significato di questo termine, in quella che deve essere certamente una dolorosa confusione. A volte le espressioni sembrano apertamente sfidare la logica. Utilizzare una filosofia esistenzialista e personalista non aiuta molto a ottenere una definizione chiara. Si dice perciò che il cuore è posto al di sopra dell’intelligenza e della volontà: «si mettano al suo servizio» (n. 13); o che si distingue dalla ragione, dalla volontà o dalla libertà, poiché nell’uso antropologico e filosofico «si sono preferiti altri concetti» (n° 10). Proposizioni che sembrano più o meno assurde, o almeno astruse, a chi segue la filosofia e la teologia del Dottore Comune. Ma, nel tentativo di comprendere questa confusione, che è goffa nell’esprimere ciò che cerca, e ignorando le tante approssimazioni discutibili di cui è pieno il testo, il discepolo del Dottore Angelico può forse riuscire a identificare ciò che Papa Francesco, molto probabilmente l’autore di questo capitolo, sta cercando di dirci. Sembra che ciò a cui miri il Papa sia ciò che San Tommaso, con la filosofia perenne, chiama la «volontà fondamentale». In altre parole: lo slancio profondo della volontà, illuminato dall’intelligenza, che si muove con amore verso il bene che discerne, con la spontaneità e la libertà che caratterizzano la volontà umana. Il cuore, nel pensiero del Papa, se questa interpretazione è corretta, corrisponderebbe a quella disposizione fondamentale che unifica la vita umana, soprattutto se essa si volge risolutamente verso Dio. Per certi aspetti, quindi, questa presentazione non è priva di interesse, una volta liberata dalla matrice che ne rende tanto difficile il discernimento. È un peccato, però, che l’insistenza sul primato del cuore, inteso come volontà fondamentale, si accompagni a un ingiusto oscuramento e denigrazione della ragione nelle sue facoltà spirituali: intelligenza e volontà.Iscriviti al canale Telegram
Seguito dell’enciclica
Il secondo capitolo, «Gesti e parole d’amore», considera attentamente l’atteggiamento di Cristo nel Vangelo: attraverso i suoi gesti, il suo sguardo e le sue parole, vediamo come il Figlio di Dio dimostrava di «avere un cuore» e sapeva toccare il cuore di coloro che beneficiavano della sua presenza. Questa contemplazione di Cristo offre uno sguardo al Sacro Cuore. Il terzo capitolo, «Questo è il cuore che tanto ha amato», riprende la dottrina classica sul Sacro Cuore, attingendo ampiamente all’insegnamento tradizionale, dai Padri della Chiesa ai Papi Leone XIII, Pio XI e Pio XII, compreso il Concilio di Trento. Vengono passati in rassegna tutti gli elementi che giustificano e inquadrano il culto del Sacro Cuore. Il quarto capitolo, «L’amore che dà da bere», considera le conseguenze personali per i cristiani della dottrina cattolica del Sacro Cuore: attraverso la storia di questo dogma, riscopriamo su questo argomento gli insegnamenti del Vangelo, dei Padri, soprattutto sant’Agostino, e dei dottori scolastici, come san Bernardo e san Bonaventura. Questo capitolo si concentra anche sui mistici che si affidavano a questa devozione al Cuore di Cristo, come Santa Metilde, Sant’Angela da Foligno, Ludolfo il Certosino o San Giovanni Eudes. Vi occupa un posto importante san Francesco di Sales, poi è la volta di santa Margherita Maria e di padre Claudio de La Colombière, il suo direttore, gesuita. Infine vengono padre Charles de Foucauld e santa Teresa di Gesù Bambino. Questo capitolo si sofferma infine su alcuni aspetti particolari della vita interiore che si nutre di questa devozione: in particolare la consolazione del Cuore di Cristo mediante l’unione con Lui, e la compunzione dei propri peccati, altro modo di consolare Cristo, e che permette anche di consolare gli altri. Il capitolo 5, «Amore per amore», considera la dimensione fraterna di questo culto del Sacro Cuore: l’amore del prossimo, l’aspetto sociale della riparazione al Cuore di Cristo. Molti aspetti tradizionali si mescolano a elementi discutibili, come la valorizzazione del «sociale» o il rifiuto del «proselitismo». Infine, la «Conclusione» è del tutto inaspettata. Vale la pena di citarne la prima frase: «Ciò che questo documento esprime ci permette di scoprire che quanto è scritto nelle Encicliche sociali Laudato si’ e Fratelli tutti non è estraneo al nostro incontro con l’amore di Gesù Cristo» (n. 217). In altre parole, in una frase veloce, Dilexit nos finirebbe per dimostrare la fonte delle encicliche precedenti, e giustificare così a posteriori i loro pericolosi insegnamenti… Un po’ esagerato. Citiamo anche questo brano deplorevole, che sembra fare triste riferimento al cristianesimo disprezzandolo: «Ne ha bisogno anche la Chiesa, per non sostituire l’amore di Cristo con strutture caduche, ossessioni di altri tempi, adorazione della propria mentalità (…)» (n° 219). Almeno, nonostante un primo capitolo confuso e discutibile, e nonostante una conclusione che sembra fraudolenta, ricorderemo che questa enciclica ha saputo ricordare in modo ampio, completo e generalmente tradizionale l’importanza del culto verso il Sacro Cuore di Gesù. Cosa abbastanza insolita nel panorama di Francesco, e per questo merita di essere notata. Articolo previamente apparso su FSSPX.News.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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