Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Essere genitori
Pedofilia, crescenti segnali di normalizzazione. L’allarme di una mamma

Una serie di screenshot inquietanti circolano per i social americani. Si tratta del racconto di una madre, tale «Ange». Ci è impossibile verificare chi sia o la permanenza del suo racconto.
Gli screenshot sono stati mandati da una mamma americana lettrice di Renovatio 21, assai turbata per ciò che viene detto.
All’apparenza, si tratta solo di un racconto fatto di parole, nessuna immagine inquietante.
«Per farla breve, stavo parlando con un uomo che credevo fosse un altro papà del baseball. Mi aveva fatto un paio di normali domande genitoriali riguardo al mio figlio più piccolo che ha 13 anni»
«OK, ho raccontato a tante amiche mamme di qualcosa successo un paio di settimane fa», scrive Ange.
«Non mi sento in colpa perché non sapevo cosa stesse succedendo sul momento, quando altre mamme mi dissero che nemmeno loro avevano idea. Ma mi sento colpevole per non condividerlo con più gente. Sono stata ossessionata per settimane dal cercare più che potevo riguardo a questa cosa e so che ci sono genitori inconsapevoli come lo ero io».
«Per farla breve, stavo parlando con un uomo che credevo fosse un altro papà del baseball. Mi aveva fatto un paio di normali domande genitoriali riguardo al mio figlio più piccolo che ha 13 anni».
«La conversazione prese un’altra piega quando disse “è un bel ragazzino… esce con qualcuno?”».
«La conversazione prese un’altra piega quando disse “è un bel ragazzino… esce con qualcuno?”»
«Io pensai che la domanda fosse bizzarra, ma risposi con un solido “No, perché chiedi?”»
«”Perché sono un MAP”, disse lui. “Un cosa?” dissi io. “Un MAP” ripeté lui».
«Credo di aver riso e di aver detto “e cosa diavolo è”? Lui semplicemente sorrise ne questo modo strano, quasi compiaciuto e mi disse di “studiare”. Poi si voltò e andò via».
«”Perché sono un MAP”, disse lui. “Un cosa?” dissi io. “Un MAP” ripeté lui»
«Lo fissai per un secondo confusa dal suo comportamento super-strano. So di aver detto ad alta voce “Cosa c*** è un MAP?!?” e cosa c*** mi è successo?».
«Presi il mio telefono e cercai su google. Cosa è un MAP? Google disse che è una rappresentazione diagrammatica di un’area terrestre o marittima [map in inglese significa «mappa», ndr]. No, non è questo, Perché mai dovrebbe chiamare se stesso così. Così digitai “MAP person“».
«Presi il mio telefono e cercai su Google. La più incredibile, orrorifica definizione saltò fuori»
«Istantaneamente mi sentii morire dentro, e corsi accecata dalla rabbia. La più incredibile, orrorifica definizione saltò fuori. Misi il mio telefono in modalità video e corsi per vedere se potevo trovare il tizio così da registrare quello che stavo per fare… ma non mi riuscì di trovarlo».
«Ora, per settimane, ho fatto solo ricerche, ho letto ogni cosa che potevo riguardo a questo. L’ho detto ai miei bambini, a mio marito, a mia mamma, ai miei colleghi, agli amici… e nessuno mi ha detto che aveva sentito questa cosa prima».
«Ci sono MAPs (Minor attracted person – persone attratte dai minori) e NOMAPs (Non offending Minor-attracting person –persone non molestatrici attratte dai minori). Il tizio che avevo incontrato mi aveva detto di essere un MAP».
«Ci sono MAPs (Minor attracted person – persone attratte dai minori) e NOMAPs (Non offending Minor-attracting person –persone non molestatrici attratte dai minori)»
«Hanno la loro bandiera. Vogliono essere accettati nella comunità LGBT. Cercano di normalizzare la loro attrazione per i bambini dicendo che è un disordine, non un crimine».
«Ogni singolo genitore dovrebbe sapere che esistono. E che, incredibile che sia, devono capire che questa è una cosa molto reale».
Il discorso di Ange è basato sulla realtà. Da anni esiste una polemica, anche interna al movimento LGBT e alle femministe, per mettere in guardia riguardo alla bandiera MAP, che è quella dell’arcobaleno rovesciato con la quale classicamente si rappresentano gli omolesbotransbisessuali a cui sono stati alterati i colori.
«Hanno la loro bandiera. Vogliono essere accettati nella comunità LGBT. Cercano di normalizzare la loro attrazione per i bambini dicendo che è un disordine, non un crimine»
La bandiera sarebbe comparsa su alcuni social network, e non si capisce se sia comparsa anche in qualche manifestazione reale. I siti di fact checking come Snopes.com dicono, ovviamente, che si tratta di una bufala.
Tuttavia è lo stesso sito Gaystarnews.com a mettere in guardia: «No, questa non è la bandiera del Pride – essa rappresenta i pedofili» è il titolo dell’articolo. «Gruppi di pedofili stanno tentando di entrare far parte della comunità LGBTI».
Con grande sincerità, il sito gay ammette che si tratta di «un altro termine per “pedofilo”»: «i MAPs tentano di ammorbidire l’idea di pedofilia insistendo sul fatto che non è sbagliato se non ci sono contatti».
Con grande sincerità, un sito gay ammette che si tratta di «un altro termine per “pedofilo”»: «i MAPs tentano di ammorbidire l’idea di pedofilia insistendo sul fatto che non è sbagliato se non ci sono contatti»
«Considerando il tropo di vecchia data secondo cui le persone LGBTI sono stupratori e/o molestatori di bambini – scrive ancora il sito omosessualista – è inquietante il fatto che coloro che hanno effettivamente attrazione per i bambini stiano tentando di farsi cooptare negli spazi LGBTI».
La normalizzazione della pedofilia non è certo una novità per i lettori di Renovatio 21, che sanno che su di essa è oramai spalancata la Finestra di Overton.
Nel 2013, si scoprì che il DSM V , cioè l’ultima edizione del manuale diagnostico in uso dalla psichiatria planetaria, inizialmente doveva prevedere la derubricazione della pedofilia come disturbo psichico. La modifica fu poi parzialmente ritirata, ma il passo in avanti venne fatto comunque.
Un articolo del 2013 del New York Times pare abbia preso profeticamente il suo titolo da quelle che poi sono diventate le parole della povera Ange: «Pedophilia: A Disorder, Not a Crime» («Pedofilia, un disordine, non un crimine») fu un editoriale scritto sul più prestigioso quotidiano del mondo da un professore di diritto dell’Università.
L’Huffington Post un anno dopo pubblicò una lettera di un pedofilo, anzi un MAP: «Sono un pedofilo, ma non un mostro».
La normalizzazione della pedofilia non è certo una novità per i lettori di Renovatio 21, che sanno che su di essa è oramai spalancata la Finestra di Overton.
Nel 2014 si ebbe a Cambridge, Università che rappresenta uno dei massimi templi della conoscenza, una conferenza scientifica sull’argomento, dove si stabilì che «l’interesse pedofilo è naturale e normale per il maschio umano».
Nel 2018, all’Università di Würzburg (Germania) andò in scena un TEDx dove una giovane studentessa poté offrire al pubblico, tra gli applausi, il suo discorso-presentazione: «Perché la nostra percezione sulla pedofilia deve cambiare». «La pedofilia è un orientamento sessuale naturale» era il succo del talk. Il video viene ciclicamente fatto sparire dalle piattaforme internet.
A fine 2019, la seguitissima trasmissione televisiva di reportage 60 Minutes, nella sua versione australiana, arrivò ad intervistare un sedicente pedofilo «casto» e uno psichiatra che sosteneva la non-pericolosità della maggioranza dei pedofili. La stessa trasmissione lodava la scelta della Florida di creare una sorta di ghetto dove far vivere i pedofili condannati («Perv Park», il «Parco dei pervertiti»)
«Pedofilia, un disordine, non un crimine» fu un editoriale scritto sul più prestigioso quotidiano del mondo, il New York Times
Ma non possiamo nemmeno dimenticare la nostra amata Europa, quella che ora, grazie a Conte, ci ricoprirà con una pioggia di miliardi post-pandemici.
La Risoluzione del Comitato dei Ministri agli Stati membri dell’UE 5/2010 [CM/Rec (2010)5], intitolata «Sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sulla identità di genere», al punto IV («Diritto al rispetto della vita privata e familiare ») paragrafo 18 ci pare contenesse un chiaro invito alla legalizzazione della pedofilia:
Risoluzione del Comitato dei Ministri agli Stati membri dell’UE 5/2010: abrogare «le disposizioni che stabiliscono una distinzione tra l’età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra eterosessuali»
«Gli Stati membri dovrebbero assicurare l’abrogazione di qualsiasi legislazione discriminatoria ai sensi della quale sia considerato reato penale il rapporto sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso, ivi comprese le disposizioni che stabiliscono una distinzione tra l’età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra eterosessuali; dovrebbero inoltre adottare misure appropriate al fine di abrogare, emendare o applicare in modo compatibile con il principio di non discriminazione qualsiasi disposizione di diritto penale che possa, nella sua formulazione, dare luogo a un’applicazione discriminatoria». Il corsivo è nostro.
Abrogare «le disposizioni che stabiliscono una distinzione tra l’età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra eterosessuali».
I famosi euromiliardi di Conte (che sono in realtà già roba nostra, in quanto contributori netti della UE) saranno subordinati ad una clausola riguardante lo «Stato di diritto»
Bene, sapete anche che i famosi euromiliardi di Conte (che sono in realtà già roba nostra, in quanto contributori netti della UE) saranno subordinati ad una clausola riguardante lo «Stato di diritto», contro la quale Ungheria e Polonia già si sono scatenate. Cioè, fai le leggi che ti diciamo noi da Bruxelles (o da Francoforte, o da Berlino) per gay, immigrati etc. altrimenti niente soldini.
Adesso il lettore faccia uno sforzo di fantasia per capire quale potrebbe diventare, e non fra molto, la prossima categoria protetta. Intoccabili, pena il Paese messo alla fame.
La povera Ange non lo sa, ma eventi come quello capitato a lei saranno sempre più comuni. Perché i pedofili lo sanno, il momento della loro liberazione sta per arrivare. Hollywood qualche hanno fa ha dato l’Oscar alla storia di un professore che va con un ragazzino. I grandi quotidiani cominciano a rendere la loro esistenza accettabile, razionale. La scienza, da Cambridge in giù, dà loro ragione.
Hanno il vento in poppa, quindi qualcuno di loro può perfino sentirsi titolato a dirlo in faccia alla madre di un bambino su cui ha messo gli occhi.
Hanno il vento in poppa, quindi qualcuno di loro può perfino sentirsi titolato a dirlo in faccia alla madre di un bambino su cui ha messo gli occhi.
Il momento dell’orgoglio pedofilo, slatentizzato e gettato sulle vostre facce, volenti o nolenti, sta arrivando. Love is love, disse Obama quando arrivarono negli USA le nozze di Sodoma. Ora provate a fermare la macchina. Auguri.
«Ogni singolo genitore dovrebbe sapere che esistono». Ogni singolo genitore deve sapere che dovrà essere pronto a difendere i propri figli
Intanto, teniamo a mente le parole della mamma americana sconvolta: «Ogni singolo genitore dovrebbe sapere che esistono».
Ogni singolo genitore deve sapere che dovrà essere pronto a difendere i propri figli.
Essere genitori
Una percentuale impressionante di adolescenti afferma che parlare con l’AI è meglio che con gli amici nella vita reale

Un sondaggio ha scoperto che oltre la metà degli adolescenti americani utilizza regolarmente dispositivi di Intelligenza artificiale antropomorfa come Character.AI e Replika.
I compagni immaginari AI sono diventati parte integrante della vita degli adolescenti. Il dato sconvolgente vede il 31% degli adolescenti intervistati che ha affermato che le proprie interazioni con i compagni IA erano altrettanto o più soddisfacenti delle conversazioni con gli amici nella vita reale.
Il sondaggio, pubblicato dall’organizzazione no-profit per la responsabilità tecnologica e l’alfabetizzazione digitale Common Sense Media, ha intervistato 1.060 adolescenti di età compresa tra 13 e 17 anni negli Stati Uniti, rilevando che circa tre ragazzi su quattro hanno utilizzato amici di intelligenza artificiale, definiti da Common Sense come strumenti di AI emotiva progettati per assumere una personalità o un carattere specifico, a differenza di un chatbot di assistenza di uso generale come ChatGPT.
Sostieni Renovatio 21
Oltre la metà degli adolescenti intervistati si qualifica come utente abituale di compagni di intelligenza artificiale, il che significa che si collega per parlare con i bot almeno un paio di volte al mese.
Secondo il rapporto, mentre circa il 46% degli adolescenti ha dichiarato di essersi rivolto principalmente a questi bot come strumenti, circa il trentatré percento ha detto di utilizzare i bot di compagnia per «interazioni e relazioni sociali, tra cui esercitazioni di conversazione, supporto emotivo, giochi di ruolo, amicizia o interazioni romantiche».
«La scoperta più sorprendente per me è stata quanto i dispositivi di intelligenza artificiale siano diventati di uso comune tra molti adolescenti», ha affermato il dottor Michael Robb, responsabile della ricerca di Common Sense, in un’intervista con il sito Futurism. «E oltre la metà di loro afferma di usarli più volte al mese, il che è ciò che definirei un utilizzo regolare. Quindi, solo questo mi ha lasciato senza parole».
Queste amicizie virtuali sono state oggetto di un attento esame nei mesi successivi alla presentazione di due distinte cause legali contro Character.AI di Google, per accuse secondo cui l’azienda avrebbe rilasciato una tecnologia negligente e sconsiderata che avrebbe abusato emotivamente e sessualmente di diversi minori, causando danni fisici e psicologici.
Uno dei giovani al centro di queste cause legali, un quattordicenne della Florida di nome Sewell Setzer III, si è suicidato dopo aver interagito a lungo con i bot di Character.AI, con i quali l’adolescente aveva avuto conversazioni intime e sessualmente esplicite.
Iscriviti al canale Telegram
Alcuni ricercatori di Common Sense e del laboratorio Brainstorm della Stanford University hanno avvertito che nessun compagno di AI era sicuro per i bambini di età inferiore ai diciotto anni.
«La società è alle prese con l’integrazione degli strumenti di Intelligenza Artificiale in molti aspetti diversi della vita delle persone», ha affermato il Robb. «Penso che molti strumenti vengano sviluppati senza pensare ai bambini, anche se sono utilizzati da utenti di età inferiore ai 18 anni con una certa frequenza… ma, ad oggi, non sono state condotte molte ricerche su cosa rappresenti l’ambiente di supporto dell’intelligenza artificiale per i bambini».
Il caso d’uso più ampiamente segnalato dagli adolescenti è quello dell’intrattenimento, mentre molti altri hanno affermato di utilizzare questi software AI come «strumenti o programmi» anziché come amici, partner o confidenti. Circa l’ottanta percento degli adolescenti in questione ha poi dichiarato di trascorrere più tempo con veri amici umani rispetto a qualsiasi compagno di intelligenza artificiale, e circa la metà degli adolescenti ha espresso scetticismo sull’accuratezza e l’affidabilità dei risultati dei chatbot.
«Non credo che gli adolescenti stiano semplicemente sostituendo le relazioni umane con compagni di intelligenza artificiale; credo che molti adolescenti si stiano avvicinando a loro in modo piuttosto pragmatico», ha chiarito il Robb. «Molti ragazzi dicono di usarli per divertirsi e soddisfare la propria curiosità, e la maggior parte trascorre ancora molto più tempo con veri amici e afferma di trovare le conversazioni umane più appaganti».
«Ma allo stesso tempo si vedono ancora piccoli indizi sotto la superficie che potrebbero essere problematici, soprattutto quando queste cose diventano più radicate nella vita dei bambini», ha proseguito.
Il gruppo più preoccupante del sondaggio potrebbe essere quello degli adolescenti che non trovano l’interazione sociale umana soddisfacente quanto le interazioni con l’intelligenza artificiale. Il ventuno percento dei ragazzi ha fatto sapere che le loro conversazioni con i bot erano altrettanto soddisfacenti delle interazioni umane, e il dieci percento ha detto che erano migliori delle loro esperienze umane.
Circa un terzo dei minorenni ha anche dichiarato di aver scelto di discutere di questioni serie o delicate con i bot invece che con i propri coetanei.
«C’è una buona fetta di utenti adolescenti che sceglie di discutere di questioni serie con l’intelligenza artificiale invece che con persone reali, o di condividere informazioni personali con le piattaforme», ha affermato Robb, i cui risultati, a suo dire, «sollevano preoccupazioni sulla volontà degli adolescenti di condividere le proprie informazioni personali con le aziende di Intelligenza Artificiale».
«I termini di servizio di molte di queste piattaforme garantiscono loro diritti molto ampi, spesso perpetui, sulle informazioni personali condivise dai ragazzi», ha affermato il ricercatore. «Tutto ciò che un adolescente condivide – i suoi dati personali, il suo nome, la sua posizione, le sue fotografie… e anche i pensieri più intimi che vi inserisce – diventa materiale che le aziende possono utilizzare a loro piacimento».
Sebbene la maggior parte di queste piattaforme vieti l’accesso ai minori, queste sono di facile accesso per un ragazzo. Le verifiche dell’età si limitano generalmente a fornire un indirizzo email valido e all’auto-segnalazione della propria data di nascita.
«Dovrebbe esserci una maggiore responsabilità per le piattaforme tecnologiche», ha continuato Robb, aggiungendo che «dovremmo avere una regolamentazione più significativa per regolamentare il modo in cui le piattaforme possono fornire prodotti ai bambini».
Quando si parla dell’uso di dispositivi di intelligenza artificiale da parte degli adolescenti, il peso del vuoto normativo del settore dell’IA ricade pesantemente sui genitori, molti dei quali fanno fatica a tenere il passo con le nuove tecnologie e con ciò che potrebbero significare per i loro figli.
«Non esiste un piano perfetto per i genitori, perché si trovano a dover competere con grandi aziende che investono molto nel far usare questi prodotti ai loro figli. Molti genitori non sanno nemmeno che queste piattaforme esistono… come primo passo, parlatene apertamente, senza giudizi», ha chiosato Robb.
Aiuta Renovatio 21
Come riportato da Renovatio 21, il colosso dei social, Meta, per bocca del suo CEO Mark Zuckerberg ha affermato che più persone dovrebbero connettersi con i chatbot a livello sociale, perché non hanno abbastanza amici nella vita reale.
La recente storia ci insegna che le amicizie virtuali non hanno vita lunga, bensì le finalità, sul lungo periodo, sono ben altre. Il social dello Zuckerberg aveva fatto irruzione nel mondo web con il motto, reso pubblico nel 2008, secondo cui «Facebook ti aiuta a connetterti e condividere con le persone nella tua vita». Una bella trovata che riuscì a far convergere all’interno della piattaforma moltissimi utenti di tutte le età che, nel primo periodo, si divertivano non poco a ritrovare persone sparse per il mondo conosciute in qualche viaggio o in qualche condivisione di esperienza di vita chissà dove.
Questo slogan pare sia un lontano ricordo, tanto che secondo Zuckerberg stesso, lo scopo principale di Facebook «non era più davvero quello di connettersi con gli amici».
«La parte degli amici è andata giù un bel po’», ha detto il CEO di Meta, secondo Business Insider. Invece, dice che la piattaforma si è evoluta lontano da quel modello, diventando «più di un ampio spazio di scoperta e intrattenimento».
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Essere genitori
I nitrati nell’acqua, anche molto al di sotto dei livelli «sicuri», aumentano i rischi per la salute dei neonati

Sostieni Renovatio 21
I limiti dell’EPA non affrontano i principali rischi per la salute durante la gravidanza
I risultati dello studio giungono mentre l’Iowa si trova ad affrontare una crisi idrica senza precedenti a causa della contaminazione da nitrati. Contribuiscono inoltre alle crescenti preoccupazioni circa gli effetti sulla salute dell’inquinamento agricolo causato dall’industria, nelle regioni rurali e agricole di stati come Kansas, Nebraska, Minnesota, California e Pennsylvania, e persino in grandi città come Los Angeles e Chicago. L’EPA ha fissato il limite attuale per i nitrati nell’acqua potabile a 10 mg/L, ovvero 10 parti per milione, per prevenire la metaemoglobinemia o «sindrome del bambino blu», una malattia del sangue potenzialmente fatale che priva il corpo di ossigeno. Semprini e altri sostengono che lo standard, stabilito nel 1992, non rispecchia la scienza attuale e non tiene conto degli esiti delle nascite e di altri potenziali rischi per la salute. Sebbene la tanto attesa valutazione dell’EPA sia ancora in stallo, il nitrato è stato collegato al cancro del colon-retto , alle malattie della tiroide e a gravi difetti congeniti del cervello e del midollo spinale. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro classifica i nitrati presenti negli alimenti e nell’acqua come «probabilmente cancerogeni» per l’uomo, mentre un rapporto pubblicato l’anno scorso suggerisce che il rischio di morte è più alto del 73% rispetto all’acqua priva di nitrati, anche a bassi livelli. L’Iowa, dove è stato condotto il nuovo studio, presenta alcune delle più alte concentrazioni di nitrati nelle falde acquifere degli Stati Uniti, come dimostra lo studio. È inoltre al secondo posto a livello nazionale per nuove diagnosi di cancro.Iscriviti al canale Telegram
L’esposizione precoce alla gravidanza è considerata la più dannosa
Per stimare l’esposizione ai nitrati, Semprini ha confrontato i dati relativi all’acqua potabile con i dati relativi alle nascite entro 30 giorni dal concepimento, periodo in cui il feto è particolarmente vulnerabile. Ha inoltre testato l’esposizione oltre 90 giorni prima del concepimento e non ha riscontrato alcun collegamento con esiti negativi, suggerendo che l’esposizione precoce alla gravidanza è ciò che conta di più. Lo studio ha rilevato che i livelli di nitrati nell’acqua potabile pubblica dello Stato sono aumentati dell’8% ogni anno durante il periodo di studio, attestandosi in media a 4,2 mg/L per tutte le nascite. Oltre l’80% dei neonati studiati è stato esposto a una certa quantità di nitrati e 1 su 10 è stato esposto a livelli superiori al limite federale. Complessivamente, il 5% è nato sottopeso e il 7,5% è nato pretermine. I risultati principali includono:- L’esposizione a più di 0,1 mg/L di nitrato è stata associata a un aumento dello 0,66% del rischio di parto pretermine, ovvero un aumento del 9% rispetto alla media.
- L’esposizione a più di 5 mg/L è stata associata a un aumento dello 0,33% del rischio di basso peso alla nascita (inferiore a 5,8 libbre, ovvero 2.500 grammi).
- Anche le gravidanze esposte a bassi livelli di nitrati erano leggermente più brevi, in media di circa 0,25-0,5 giorni.
- Esposizioni più elevate al di sopra del limite EPA non hanno mostrato effetti più marcati, il che suggerisce che la soglia attuale potrebbe non essere sufficientemente protettiva.
Essere genitori
Vaccini pediatrici, il 60% delle donne incinte e delle giovani madri potrebbe ritardare o rifiutare i sieri per i bambini

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
I risultati di due sondaggi nazionali suggeriscono che un numero crescente di neomamme e future mamme sta mettendo in dubbio la sicurezza, l’efficacia e la necessità dei vaccini per i propri figli. I risultati sono in linea con un recente sondaggio, condotto da Zogby Strategies e finanziato da Children’s Health Defense, che mostra che il 60% dei genitori di bambini piccoli ritiene che sia giunto il momento di rivedere il calendario vaccinale infantile.
Secondo i risultati di due indagini condotte a livello nazionale, il 60% delle donne incinte e delle giovani madri sta valutando di rinviare o rifiutare le vaccinazioni di routine per i propri figli, mentre solo il 40% prevede di seguire il programma completo di vaccinazioni infantili.
I risultati, pubblicati martedì sulla rivista JAMA Network Open, hanno mostrato che l’incertezza sui vaccini era più elevata tra le donne incinte che avevano già partorito e tra i genitori di bambini piccoli.
Sostieni Renovatio 21
Circa il 25% dei genitori di bambini piccoli ha dichiarato che rifiuterebbe almeno alcuni vaccini infantili per i propri figli, così come ha fatto circa il 20% delle donne incinte che avevano già partorito.
Quasi la metà (48%) delle donne incinte che non avevano mai partorito hanno dichiarato di essere indecise sulla vaccinazione infantile.
Un terzo (33%) dei genitori di bambini piccoli ha dichiarato di voler rifiutare alcuni o tutti i vaccini previsti dal calendario di immunizzazione infantile per i propri figli.
In totale, 174 donne incinte e 1.765 genitori di bambini piccoli hanno partecipato alle due indagini, somministrate contemporaneamente nell’aprile 2024.
Lo studio è stato condotto da cinque ricercatori dell’Università Emory e dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC).
Alcuni esperti hanno ipotizzato che i risultati dell’indagine indichino che un numero crescente di neomamme e future mamme mettono in dubbio la sicurezza, l’efficacia e la necessità dei vaccini per i propri figli.
«Prima dell’era COVID, solo una piccola parte dei genitori metteva in discussione il programma vaccinale del CDC: meno di uno su quattro», ha affermato Brian Hooker, Ph.D., direttore scientifico di Children’s Health Defense (CHD). «Credo fermamente che il messaggio sulla reale frequenza degli eventi avversi da vaccino stia iniziando a diffondersi».
Hooker, che all’inizio di questa settimana ha partecipato a un’udienza al Senato sui danni da vaccino, ha affermato di credere che l’aumento del numero di genitori che mettono in discussione il programma di vaccinazione infantile sia «in parte dovuto alle evidenti carenze e ai pericoli dei vaccini contro il COVID-19 e anche agli sforzi del Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. e di coloro che lavorano con lui».
A febbraio, Kennedy ha affermato che il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti indagherà su tutte le possibili cause dell’epidemia di malattie croniche nei bambini, compresi i vaccini.
Ad aprile, Kennedy ha annunciato l’avvio di un massiccio programma di test e ricerca per studiare l’epidemia di autismo. Secondo uno studio peer-reviewed pubblicato all’inizio di quest’anno, i bambini vaccinati hanno una probabilità del 170% maggiore di ricevere una diagnosi di autismo rispetto ai bambini non vaccinati.
Il mese scorso, il nuovo comitato consultivo sui vaccini del CDC ha dichiarato che studierà gli effetti cumulativi delle oltre 70 dosi di 15 diversi vaccini raccomandati dal CDC per bambini e adolescenti di età compresa tra 6 mesi e 18 anni.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
«Giudicheranno da soli cosa è meglio per i loro figli»
La dottoressa Kimberly Biss, ostetrica e ginecologa certificata della Florida, ha affermato che i risultati del sondaggio riflettono ciò che ha osservato presso la sua clinica.
«Posso attestare che la maggior parte dei miei pazienti in età riproduttiva non ha fatto iniezioni dal 2021 e dall’inizio del 2022», ha affermato Biss.
La biologa Christina Parks, Ph.D., ha affermato che i risultati rispecchiano ciò che ha «visto e sentito da molte madri e famiglie».
«Come suggerisce lo studio, molte madri sono ancora ‘indecise’ durante la gravidanza, non perché siano contrarie ai vaccini, ma semplicemente perché non hanno ancora avuto l’opportunità o la motivazione di confrontarsi pienamente con l’argomento», ha affermato Parks.
Parks ha affermato che, sebbene molte neomamme inizialmente non fossero contrarie a vaccinare i propri figli, «sono rimaste completamente spiazzate dal numero e dalla frequenza delle vaccinazioni che il loro bambino riceve in un arco di tempo così breve».
«Mi hanno detto che la sensazione di sconforto che provavano nello studio del medico era lo stimolo che li spingeva a fare ricerche approfondite, soprattutto se in seguito avevano notato qualcosa di preoccupante nel loro bambino. Pertanto, il coinvolgimento attivo dei genitori nella comprensione della vaccinazione è probabilmente il fattore che determina l’esitazione vaccinale e/o il rifiuto selettivo» ha affermato.
Il medico di medicina interna Clayton J. Baker Jr. ha affermato che, nonostante la revisione del calendario delle vaccinazioni infantili da parte delle agenzie di sanità pubblica sia in corso, un numero crescente di genitori sta pensando in modo critico alle vaccinazioni dei propri figli.
«Ciò che più mi colpisce è che solo una minoranza di genitori in qualsiasi sottogruppo accetti ciecamente tutti i vaccini. Questo per me significa una cosa molto semplice: le persone stanno usando la testa. Giudicheranno da sole cosa è meglio per i loro figli. Questo è un segnale incoraggiante», ha detto Baker.
Iscriviti al canale Telegram
«I genitori si stanno svegliando»
I ricercatori coinvolti nei due sondaggi pubblicati su JAMA Network Open hanno citato alcuni studi recenti che indicano una crescente esitazione nei confronti dei vaccini tra i genitori.
Uno studio, pubblicato sulla rivista Vaccines nel maggio 2024, ha mostrato che da novembre 2021 a luglio 2022, «la percentuale di genitori esitanti riguardo ai vaccini pediatrici contro il COVID-19 è aumentata di 15,8 punti percentuali», passando dal 24,8% al 40,6%.
Secondo lo studio, i genitori sono diventati anche «sempre più preoccupati per la sicurezza e l’importanza complessiva del vaccino pediatrico contro il COVID-19».
Uno studio pubblicato su Vaccines nel marzo 2024 ha dimostrato che l’aderenza al calendario vaccinale infantile tra i bambini di età compresa tra 19 e 23 mesi è diminuita nel 2021 rispetto al 2020.
Un sondaggio indipendente condotto a giugno da Zogby Strategies e finanziato da CHD tra gli elettori registrati ha rilevato che il 60% dei genitori con bambini piccoli è favorevole alla revisione del programma di vaccinazione infantile del CDC.
Nel complesso, il 49% degli intervistati ha dichiarato di sostenere la revisione del calendario vaccinale, mentre il 30% degli elettori si è detto contrario.
Secondo i risultati di un sondaggio Gallup pubblicato nell’agosto 2024, il 69% degli intervistati ha affermato che è estremamente o molto importante che i genitori vaccinino i propri figli, una percentuale in calo rispetto all’84% del 2019 e al 94% del 2001.
Parks ha affermato che questi risultati non sono sorprendenti:
«Credo che stiamo assistendo a una crescente esitazione, in particolare tra i genitori attenti e coinvolti che desiderano essere proattivi riguardo alla salute dei propri figli. Ora c’è più accesso alle informazioni che mai e i genitori stanno assumendo sempre più il ruolo di ricercatori e promotori. Quando si tratta della cosa più preziosa della loro vita, i loro figli, i genitori vogliono comprendere appieno le loro scelte mediche e collaborare con il loro medico, invece di seguire ciecamente le indicazioni mediche».
Baker ha affermato che ciò che spesso viene definito «esitazione nei confronti dei vaccini» è in realtà «pensiero critico» da parte dei genitori.
«Credo che i genitori si stiano svegliando e si stiano rendendo conto che tutti gli interventi medici comportano dei rischi, che per qualsiasi trattamento è necessaria un’analisi rischi-benefici e che questo include assolutamente i vaccini», ha affermato Baker.
Aiuta Renovatio 21
«La fiducia non si costruisce con la pressione»
Secondo i ricercatori che hanno condotto i due sondaggi pubblicati su JAMA Network Open, potrebbero essere necessari più interventi da parte degli operatori sanitari durante la gravidanza «per supportare in modo proattivo i genitori nelle decisioni relative alle vaccinazioni prima della nascita del bambino».
Baker ha affermato che questa dichiarazione non arriva a imporre ai genitori di vaccinare i propri figli. Ha affermato:
Il linguaggio di questo articolo è più vago nel promuovere i vaccini rispetto a un paio di anni fa. Gli autori non arrivano a proclamare di stare «combattendo l’esitazione vaccinale» e cose del genere. Non so se questo sia dovuto al fatto che i ricercatori si stanno rendendo conto che i pazienti hanno dei diritti e che i vaccini comportano dei rischi, o se stanno semplicemente nascondendo meglio i loro pregiudizi.
Parks ha affermato che tali interventi potrebbero indurre i neo-genitori e i futuri genitori a condurre più ricerche sulle vaccinazioni infantili, portando potenzialmente un numero crescente di genitori a mettere in discussione i vaccini piuttosto che vaccinare i propri figli con il programma completo di vaccinazione infantile.
«È importante ricordare che la maggior parte delle madri non accetta le informazioni per quello che sono. Spesso prendono ciò che hanno sentito dagli operatori sanitari e lo confrontano con ciò che sentono da amici fidati, familiari e altre madri» ha affermato.
«Ironicamente, introdurre l’argomento in anticipo probabilmente spingerà le madri ad approfondire la questione della vaccinazione prima di quanto avrebbero fatto altrimenti».
Parlando con altri genitori, le neomamme e le future mamme potrebbero essere più propense a mettere in discussione i vaccini infantili, ha affermato Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso CHD.
«Il sondaggio dimostra che diventare genitori nel nostro sistema sanitario può essere un’esperienza positiva», ha affermato. «Quando gli scettici sono coloro che hanno già affrontato questa esperienza, chi si avvicina per la prima volta farebbe bene a chiedersi il perché».
Alcuni esperti ritengono che la disponibilità a porre domande e la disponibilità del medico a rispondere siano le cose più necessarie.
«La fiducia non si costruisce con la pressione, ma con la collaborazione. E per molti genitori, soprattutto durante la gravidanza e la prima infanzia, questo senso di collaborazione è ciò che cercano veramente», ha detto Parks.
Michael Nevradakis
Ph.D.
© 17 luglio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Spirito2 settimane fa
Vescovo messicano «concelebra» la messa con una «sacerdotessa» lesbica anglicana «sposata» che ha ricevuto l’Eucaristia
-
Armi biologiche1 settimana fa
I vaccini COVID «sono armi biologiche» che «hanno provocato danni profondi»: nuovo studio
-
Spirito1 settimana fa
Leone punisca l’omoeresia: mons. Viganò sull’udienza papale concessa a padre Martin
-
Vaccini1 settimana fa
Vaccino COVID, mentre Reuters faceva «fact-cheking sulla «disinformazione» il suo CEO faceva anche parte del CdA di Pfizer
-
Spirito2 settimane fa
Don Giussani, errori ed misteri di Comunione e Liberazione. Una vecchia intervista con Don Ennio Innocenti
-
Gender2 settimane fa
Transessuale fa strage in chiesa in una scuola cattolica: nichilismo, psicofarmaci o possessione demoniaca?
-
Salute2 settimane fa
I malori della 35ª settimana 2025
-
Geopolitica2 settimane fa
Mosca conferma attacchi missilistici ipersonici contro l’Ucraina