Connettiti con Renovato 21

Politica

Papa Biden e i cristiani di sinistra

Pubblicato

il

 

 

 

Renovatio 21 pubblica questo articolo di Réseau Voltaire. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

Mentre gli Stati Uniti si stanno decisamente avviando verso la guerra civile, il presidente Joe Biden fa leva sui credenti di sinistra di tutte le confessioni. Considera gli elettori di Donald Trump persone che, ingannate nella fede, bisogna riportare sulla retta via. Continuando a strumentalizzare le religioni, il Partito Democratico divide il Paese, non in base alle confessioni, ma al modo di concepire la fede. Il presidente Biden aspira a riunire tutti i cittadini sotto il proprio magistero e proseguire nella direzione tracciata da Barack Obama. Di fatto, lungi dal placare gli animi, radicalizza suo malgrado il dibattito politico.

Joe Biden fa leva sui credenti di sinistra di tutte le confessioni. Considera gli elettori di Donald Trump persone che, ingannate nella fede, bisogna riportare sulla retta via

 

 

 

Ho precedentemente presentato i partigiani della cultura woke (risveglio) statunitense come «Puritani senza Dio»: una sintesi per sottolineare come molti di loro non credano in Dio. Vorrei precisarne meglio l’immagine, affrontando l’impronta dei credenti nella sinistra statunitense.

 

È un argomento raramente affrontato negli Stati Uniti (1) e completamente ignorato in Europa, dove si tralasciano sempre gli aspetti eccessivi che le religioni assumono a casa del nostro signore, gli USA.

 

Innanzitutto è opportuno precisare il contesto:

 

  • Gli Stati Uniti sono stati fondati da una setta puritana, i Padri Pellegrini, arrivati nel XVII secolo a bordo del Mayflower. Lasciarono l’Inghilterra, attraversarono l’Atlantico e trovarono un continente pressoché deserto, ove affermare la propria esigenza di purezza e costruire una «Città sulla collina» che illuminasse il mondo. Oggi gli Stati Uniti sono in realtà campioni mondiali della libertà religiosa, ma non della libertà di coscienza; basti questo esempio: la testimonianza di chi ha rinnegato la chiesa di appartenenza non è ammissibile in tribunale.

 

Il candidato democratico delle elezioni presidenziali del 2004, John Kerry, era un cattolico che aveva considerato la possibilità di farsi prete. Credette di poter contare sull’elettorato della propria comunità religiosa, ma non vi riuscì. I cattolici di sinistra non erano ancora organizzati. Il discorso di Kerry sull’aborto scioccò il futuro cardinale Burke, che chiese alla conferenza episcopale di rifiutare a Kerry l’eucarestia

  • Durante la guerra fredda il presidente Eisenhower volle fare degli Stati Uniti la nazione campione della Fede, un baluardo contro il «comunismo senza Dio» dei sovietici (2). Fece distribuire libri di propaganda «cristiana» a tutti i soldati e istituì al Pentagono un gruppo ecumenico di preghiera – oggi conosciuto come La Famiglia – e lo diffuse in tutto il mondo occidentale (3). Tutti i presidenti del Comitato dei capi di stato-maggiore ne hanno fatto e ne fanno parte, nonché numerosi capi di Stato e di governo stranieri.

 

  • Dopo il crollo dell’Unione Sovietica gli statunitensi cominciarono a staccarsi dalle Chiese: oggi il 17% si dichiara agnostico, alcuni persino atei. Continua ad aumentare anche il numero di credenti che asseriscono di non appartenere ad alcuna particolare Chiesa. Il discorso politico non si rivolge più soltanto ai credenti di qualsiasi religione cristiana, né di altre religioni, ma anche ai non-credenti.

 

Un’evoluzione che trova per la prima espressione nella Convention del Partito Democratico del 2012: benché numerosi seminari fossero organizzati da gruppi religiosi, i testi presentati e adottati non menzionavano più Dio. Il Partito continuava a essere composto da una schiacciante maggioranza di credenti, ma voleva rivolgersi a tutti, prendendo atto del cambiamento degli statunitensi.

 

Il candidato democratico delle elezioni presidenziali del 2004, John Kerry, era un cattolico che aveva considerato la possibilità di farsi prete. Credette di poter contare sull’elettorato della propria comunità religiosa, ma non vi riuscì. I cattolici di sinistra non erano ancora organizzati. Il discorso di Kerry sull’aborto scioccò il futuro cardinale Burke, che chiese alla conferenza episcopale di rifiutare a Kerry l’eucarestia; dopo la disfatta contro George W. Bush, papa Benedetto XVI alluderà a una sua possibile scomunica de facto.

 

L’elezione nel 2008 del Democratico Barack Obama, presentata come vittoria delle organizzazioni dei neri, fu in realtà un’ancor più grande vittoria dei cristiani di sinistra, in preponderanza bianchi. Il capo di gabinetto, John Podesta, militante cattolico, aveva radunato tutte le conventicole dei cristiani di sinistra, protestanti e cattolici, per sostenere l’ascensione di Obama alla Casa Bianca.

L’elezione nel 2008 del Democratico Barack Obama, presentata come vittoria delle organizzazioni dei neri, fu in realtà un’ancor più grande vittoria dei cristiani di sinistra, in preponderanza bianchi

 

Anche l’approvazione della legge sull’obbligo dei lavoratori di contrarre un’assicurazione sanitaria con una società privata è, prima di tutto, una vittoria dei cristiani di sinistra contro quelli di destra. I primi volevano seguire i precetti della loro religione, i secondi preservarne i valori. Si noti che Gesù di Nazaret si è sempre rifiutato di dissertare sulla teoria: ha sempre insegnato attraverso l’esempio. Si noti anche che la scelta legislativa di Obama non è stata politica: non si è mai preoccupato delle richieste dei concittadini.

 

Obama è uomo di grande cultura religiosa, non soltanto cristiana, ma anche mussulmana. Non si sa molto sulla sua fede, ma si è sempre mostrato molto rispettoso di qualsiasi religione. Il che gli ha consentito di apparire dotato di saggezza e di federare a sé credenti di ogni provenienza.

 

Obama ha riformato l’Ufficio della Casa Bianca per Iniziative Religiose, creato dal predecessore George W. Bush. Ha fatto in modo che le sovvenzioni federali fossero equamente erogate ai culti. Nominò a capo dell’Ufficio il giovane Joshua DuBois, con il compito di coordinare i credenti di sinistra, e gli ha affiancato un Consiglio composto dalle figure religiose più prestigiose:

 

L’anno scorso queste personalità religiose hanno partecipato attivamente ai dibattiti sulle statue da demolire e alle manifestazioni Black Lives Matter

  •  reverenda Traci Blackmon, preposta al diritto alla sanità di tutti;
  •  reverenda Jennifer Butler, fondatrice di Faith in Public Life;
  • reverendo Jim Wallis, editore della rivista Sojourners e assistente spirituale del presidente;
  • pastore Michael McBride, per combattere l’uso delle armi e le violenze da parte della polizia sui neri;
  • la scrittrice di successo Rachel Held Evans, autrice di Un anno di femminilità biblica: come una donna liberata ha ritrovato se stessa seduta sul proprio tetto, con il capo coperto, e chiamando il proprio marito «padrone»;
  • il rabbino David Saperstein, direttore del Religious Action Center of Reform Judaism, designato ambasciatore degli Stati Uniti per la libertà di culto nel mondo;
  • Harry Knox, leader della Human Rights Campaign’s Religion and Faith Program, nonché direttore della Religious Coalition for Reproductive Choice, leader per la difesa dei diritti dei gay e del diritto di abortire;
  •  Rami Mashashibi, direttore dell’Inner-City Muslim Action Network, che dopo gli attentati dell’11 Settembre s’impegnò perché si facesse distinzione fra mussulmani e terroristi.

L’anno scorso queste personalità religiose hanno partecipato attivamente ai dibattiti sulle statue da demolire e alle manifestazioni Black Lives Matter.

 

Durante la sua campagna presidenziale contro Trump, Hillary Clinton non ha fatto che minimi accenni alla propria fede, ma si è molto spesso rivolta ai credenti, soprattutto evangelici. Impostando il proprio discorso sui precetti del cristianesimo, che imporrebbero di confessare il peccato originale della schiavitù e di accogliere tutti i migranti, non è riuscita a convincere gli elettori. Soltanto dopo la sconfitta elettorale Hillary Clinton ha annunciato di considerare di diventare pastora metodista.

Durante il mandato di Obama, i credenti di sinistra statunitensi hanno creduto – a torto o a ragione – che papa Francesco si rivolgesse in particolare a loro

 

Il suo rivale, Donald Trump, che invece non sembra assillato dalla religione, è riuscito ad attirare la maggioranza dei cristiani di destra, in particolare gli evangelici bianchi, presentandosi non come credente, ma come un «ragazzo che avrebbe fatto ciò che andava fatto» e avrebbe salvato i valori che i cristiani di sinistra trascuravano. I cristiani di destra ne hanno apprezzato la sincerità e l’hanno visto come un miscredente inviato da Dio per salvare l’America.

 

Durante il mandato di Obama, i credenti di sinistra statunitensi hanno creduto – a torto o a ragione – che papa Francesco si rivolgesse in particolare a loro. Hanno infatti interpretato la sua prima lettera apostolica, Evangelii gaudium (2013) – in cui esortava i fedeli a evangelizzare il mondo – una giustificazione del loro impegno politico laddove affrontava «l’opzione preferenziale per i poveri».

 

Tuttavia, contrariamente a quanto pensano i credenti di sinistra statunitensi, la Chiesa cattolica non ha mai insegnato a preferire alcuni uomini rispetto ad altri. I credenti di sinistra hanno soprattutto inteso l’enciclica Laudato si’ (2015) – dedicata alle questioni ambientali – un sostegno alla propria militanza ecologista. Nell’insieme, considerando tutte le confessioni di appartenenza, ritengono papa Francesco il leader religioso oggi più legittimo.

 

Joe Biden è il secondo presidente cattolico dopo John Kennedy. Ma mentre Kennedy doveva dimostrare la propria indipendenza e che non avrebbe accettato imposizioni da un papa straniero, Biden cerca invece in tutti i modi di essere incoronato da un papa adulato dai suoi elettori

Joe Biden è il secondo presidente cattolico dopo John Kennedy. Ma mentre Kennedy doveva dimostrare la propria indipendenza e che non avrebbe accettato imposizioni da un papa straniero, Biden cerca invece in tutti i modi di essere incoronato da un papa adulato dai suoi elettori. Durante la campagna presidenziale ha diffuso una clip in cui spiega quanto debba alla propria fede. Quando perse moglie e figlia in un incidente, poi un figlio malato di cancro, la fede gli permise di superare il dolore e di conservare la speranza.

 

All’inizio dell’articolo accennavo al gruppo di preghiera del Pentagono. Da quando il generale Eisenhower l’ha istituito, ogni anno viene organizzato a febbraio un incontro di preghiera con il presidente in carica degli Stati Uniti. Quest’anno tutti aspettavano il discorso del presidente Biden. Si è svolto in videoconferenza ed è durato quattro minuti: Biden ha condannato «l’estremismo politico» (allusione al predecessore) e decantato la fratellanza tra «americani».

 

Il nuovo presidente considera gli americani «buoni», l’ha proclamato nella cerimonia d’investitura. Il Partito Democratico ricerca la Giustizia sociale nella tradizione dei Social Gospel degli anni Venti del secolo scorso. Tutti gli americani avrebbero dovuto perciò seguirlo spontaneamente. Ma sfortunatamente i credenti di destra sono stati abbagliati da Donald Trump, uomo senza religione. Hanno votato questo miliardario senza rendersi conto di tradire la propria fede. Per questa ragione Biden ritiene sia suo dovere aprir loro gli occhi e perseguire, loro malgrado, anche la loro felicità.

 

Il presidente Biden non cerca di comprendere perché i credenti di destra abbiano votato Trump: ha sempre considerato questo voto un’anomalia intellettuale. E oggi tenta di equiparare il gruppo QAnon a una setta delirante che crede di vedere Satana ovunque a Washington. In ogni dichiarazione Biden si sforza di presentare la presidenza Trump come un errore, una deleteria parentesi senza futuro.

Il presidente Biden non cerca di comprendere perché i credenti di destra abbiano votato Trump: ha sempre considerato questo voto un’anomalia intellettuale

 

Per tutti i credenti di sinistra l’unica cosa che conta sono i provvedimenti presi dopo il 20 gennaio a favore dei migranti, delle donne, delle minoranze sessuali, e contro la violazione degli spazi sacri delle minoranze indiane.

 

Stiamo assistendo a un grosso equivoco. I credenti di sinistra pensano di dover imporre in nome di Dio le proprie convinzioni politiche, mentre il Partito Democratico pensa che non debba pensare in termini politici, ma sedurre gli elettori. La separazione tra Chiese e Stato continua istituzionalmente a esistere, ma non nella pratica quotidiana. Il problema si è spostato: non è più coesistenza fra diverse religioni, ma tra concezioni diverse della Fede.

 

San Bernardo, che predicò la seconda crociata, riconosceva che «l’inferno è lastricato di buone intenzioni». Ed è esattamente quanto sta accadendo ora negli Stati Uniti: i credenti di sinistra si comportano come fanatici.

Stiamo assistendo a un grosso equivoco. I credenti di sinistra pensano di dover imporre in nome di Dio le proprie convinzioni politiche, mentre il Partito Democratico pensa che non debba pensare in termini politici, ma sedurre gli elettori. La separazione tra Chiese e Stato continua istituzionalmente a esistere, ma non nella pratica quotidiana

 

Parlano di unità nazionale, ma hanno aperto una caccia alle streghe al cui confronto quella di McCarthy è poca cosa. Al Pentagono stanno licenziando centinaia di consiglieri; hanno tentato di destituire un’eletta della Camera dei Rappresentanti perché contesta la versione ufficiale degli attentati dell’11 Settembre; vogliono arrestare tutti i membri del movimento QAnon.

 

Dopo la presa del Campidoglio non stanno pacificando gli Stati Uniti, ma li stanno precipitando nella guerra civile.

 

 

Thierry Meyssan

 

 

NOTE

(1) American Prophets: The Religious Roots of Progressive Politics and the Ongoing Fight for the Soul of the Country, Jack Jenkins, HaperOne (2020.

(2) Modern Viking: the story of Abraham Vereide, pioneer in christian leadership, Norman Grubb, Zondervan (1961). Military chaplains: From religious military to a military religion, Harvey G. Cox, JR, Abingdon Press (1969). Washington: christians in the corridors of power, James C. Hefley & Edward E. Plowman, Tyndale & Coverdale (1975).

(3) The Family: the secret fundamentalism at the heart of American Power, Jeff Sharlet, HarperCollins (2008).

Dopo la presa del Campidoglio non stanno pacificando gli Stati Uniti, ma li stanno precipitando nella guerra civile.

 

 

Articolo ripubblicato su licenza Creative Commons CC BY-NC-ND

 

 

Fonte: «Biden, comandante dei “veri credenti”», di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 16 febbraio 2021.

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

Immagine di DonkeyHotey via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0). Modifica: immagine ritagliata.

Continua a leggere

Droni

Il capo della Ryanair chiede le dimissione dell’«inutile» Ursula von der Leyen

Pubblicato

il

Da

L’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, ha aspramente criticato Bruxelles per non aver difeso gli aeroporti dell’Unione dai droni, chiedendo le dimissioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ha sostenuto che i droni non autorizzati, causa di interruzioni al traffico aereo, dovrebbero essere abbattuti.

 

Nelle ultime settimane, misteriosi avvistamenti di droni hanno colpito l’Unione, con alcuni media e funzionari occidentali che ipotizzano un coinvolgimento della Russia, ipotesi respinta da Mosca. Von der Leyen ha proposto l’idea di un «muro di droni» nel suo discorso sullo stato dell’Unione il mese scorso, un concetto ripreso durante un vertice informale dell’UE in Danimarca questa settimana.

 

In un’intervista a Politico, pubblicata mercoledì, O’Leary ha liquidato la proposta. «Non credo che un muro di droni abbia alcun effetto», ha dichiarato, sottolineando che i responsabili potrebbero facilmente operare dall’interno del paese interessato. O’Leary ha accusato Bruxelles di inattività e ha richiesto misure più drastiche contro la presunta minaccia dei droni.

 

«Perché non abbattiamo questi droni? Sono destabilizzanti e chiediamo un intervento», ha affermato. «Non ho fiducia nei leader europei che se ne stanno seduti a bere tè e mangiare biscotti… Non ho fiducia in von der Leyen. È inutile e dovrebbe dimettersi».

Sostieni Renovatio 21

Come riportato da Renovatio 21, O’Leary nel 2024 aveva attaccato la politica dell’immigrazione UE affermando che il sistema di asilo è «una truffa completa» e che tali individui «non sono rifugiati» perché arrivano da Paesi sicuri e poi gettano i loro passaporti nel water.

 

«Sì, perché li scaricano nel WC, arrivano all’aeroporto di Dublino e li scaricano nel WC», aveva dichiarato il CEO della celebre aerolinea irlandese alla radio Newstalk. «Si presentano qui… è una truffa completa e questi non sono rifugiati, una delle cose che mi fa impazzire in Irlanda è che trattiamo le persone come rifugiati che provengono dal Regno Unito o dalla Francia», si era lamentato il notissimo managerro.

 

«Nessuno è arrivato in Irlanda dall’Afghanistan o dal Kenya o dalla Nigeria o dalla Siria con un volo diretto perché non ce ne sono, quindi non stai fuggendo dalle persecuzioni nel Regno Unito o in Germania», aveva aggiunto l’O’Leary.

 

«Dovremmo prenderci cura dei rifugiati, ho grande simpatia per gli ucraini, ma le persone che arrivano qui dal Regno Unito, dalla Francia o da altri Paesi dell’UE, dovremmo rimandarle indietro dicendo, qui, nei paesi dell’UE da cui provieni».

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di World Travel and Tourism Council via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

 

 

Continua a leggere

Politica

Una cattolica esclusa dalle elezioni presidenziali irlandesi

Pubblicato

il

Da

È difficile essere cattolici orgogliosi delle proprie convinzioni e tuttavia raggiungere la carica più alta in Irlanda: questo è ciò che Maria Steen, una politica che non è riuscita a ottenere il sostegno dei parlamentari irlandesi per candidarsi alle elezioni presidenziali del 24 ottobre 2025, ha imparato a sue spese.   L’Isola dei Santi non è certo più quella di una volta, e San Patrizio potrebbe rivoltarsi nella tomba: Maria Steen, un’avvocatessa che ha difeso pubblicamente gli insegnamenti della Chiesa durante i dibattiti referendari sull’aborto, il matrimonio tra persone dello stesso sesso e la definizione di famiglia, non è riuscita a ottenere un sostegno sufficiente per candidarsi alle elezioni presidenziali.   Questo appoggio ha richiesto l’approvazione di 20 membri dell’Oireachtas – il Parlamento irlandese, che comprende 174 membri del Dail Éireann e 60 senatori del Seanad Éireann – consentendole di candidarsi alle elezioni presidenziali del 24 ottobre.

Sostieni Renovatio 21

In Irlanda, la qualificazione per le elezioni presidenziali richiede un filtro parlamentare, ufficialmente per impedire un numero eccessivo di candidati, ma – alcuni sostengono – per bloccare la strada ai candidati non politicamente corretti.   Madre di cinque figli e candidata indipendente, Maria Steen ha comunque ottenuto il sostegno di 18 membri, ma non è riuscita a raccogliere le due firme mancanti prima della scadenza del 24 settembre. Storicamente, è stato difficile per un candidato non affiliato ai principali partiti politici irlandesi, come Fianna Fáil o Fine Gael, qualificarsi per le elezioni presidenziali.   Presentando la sua candidatura a fine agosto, l’avvocatessa ha cercato di proporsi come alternativa ai candidati dei partiti tradizionali, in un contesto di crescente sfiducia dell’elettorato nei confronti della classe politica irlandese. La presidenza irlandese, pur essendo in gran parte simbolica, gode comunque di grande visibilità, rappresentando il Paese a livello internazionale.   Il 24 settembre, annunciando la fine della sua campagna, Maria Steen ha dichiarato: «sebbene sia onorata di aver ottenuto il 90% delle firme richieste, mi dispiace dire che questo non è stato sufficiente e che il termine ultimo è ormai scaduto». Ha aggiunto: «Sebbene sarebbe stato l’onore di una vita servire come prima cittadina irlandese, essere cittadina è un onore sufficiente per me».   David Quinn, editorialista di un quotidiano nazionale irlandese, ha elogiato la performance di Maria Steen: «penso che raggiungere questo livello sia già un enorme riconoscimento per Maria e le sue capacità, ma allo stesso tempo è molto deludente che sia arrivata così vicina a entrare nella corsa presidenziale», ha dichiarato in un’intervista al sito web di informazione religiosa The Pillar.   Ha aggiunto: «I partiti stanno impedendo la nomina di qualcuno esterno». Considerando il cattolicesimo dichiarato di Maria Steen come una delle ragioni del suo fallimento, David Quinn ritiene che «sia un fattore determinante. Molti politici disapproverebbero che qualcuno noto per le sue convinzioni cattoliche e pro-life ottenga la carica più alta del paese, anche se quella carica non ha potere legislativo e lei non userebbe quella posizione per promuovere le sue convinzioni».   Ha concluso: «Ironicamente, il prossimo presidente potrebbe benissimo essere protestante» – del Fine Gael – «e dubito che la sua religione sarà molto discussa». Le elezioni presidenziali metteranno a confronto questo protestante con un politico sostenuto dai partiti di sinistra e un ex giocatore di football gaelico, sostenuto dal Fianna Fail. Tutti e tre i candidati hanno votato a favore dell’aborto nel referendum del 2018 e condividono opinioni simili su molte cosiddette questioni sociali.

Aiuta Renovatio 21

Ma Maria Steen potrebbe non aver detto l’ultima parola: la politica è diventata nota in Irlanda per le sue straordinarie comparse nei dibattiti televisivi prima di tre referendum molto contestati. Il primo è stato il referendum del 2015 sul «matrimonio per tutti», dove ha difeso il «No» durante un dibattito, prima che l’Irlanda votasse con il 62,07% dei voti per legalizzare le unioni tra persone dello stesso sesso.   Ha anche sostenuto il «No» nei dibattiti televisivi precedenti il ​​referendum del 2018 sull’aborto, dove i cittadini irlandesi hanno votato con il 66,40% per abrogare l’Ottavo Emendamento della Costituzione, che tutelava il diritto alla vita dei nascituri.   In vista dei referendum costituzionali del 2024 sulla definizione di famiglia, si è confrontata con l’ex Tanaiste (Vice Primo Ministro) Micheál Martin in un dibattito. È uscita vittoriosa quando i cittadini hanno respinto gli emendamenti con il 67,69% dei voti contro il 32,31%.   La candidatura proposta da Maria Steen ha ricevuto riscontri positivi da alcune personalità inaspettate, come il giornalista liberale Fintan O’Toole, che ha sostenuto che le elezioni presidenziali necessitavano di un «cattolico conservatore serio». E tra sette anni – la data delle prossime elezioni presidenziali – molto potrebbe cambiare in Irlanda e nel Vecchio Continente, regioni sempre più stremate da decenni di progressismo.   Articolo previamente apparso su FSSPX.News

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da YouTube  
Continua a leggere

Politica

Merz contro la Von der Leyen

Pubblicato

il

Da

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz sta cercando di limitare l’autorità decisionale della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Lo riporta Bloomberg, che cita fonti diplomatiche informate.

 

Una delle fonti ha rivelato che Merz, sempre più critico verso Bruxelles, desidera che Berlino eserciti maggiore influenza sulle questioni che coinvolgono direttamente gli Stati membri dell’UE.

 

Merz si è opposto a diverse proposte di von der Leyen, come l’introduzione di nuove tasse a livello europeo e il piano per inviare forze di pace in Ucraina. Inoltre, ha avuto divergenze con lei su un accordo tariffario con gli Stati Uniti e sulle normative climatiche.

 

«Dobbiamo mettere un freno a questa macchina a Bruxelles», ha dichiarato Merz venerdì scorso ai leader aziendali, secondo quanto riportato da Bloomberg.

Sostieni Renovatio 21

In vista del vertice informale dei leader dell’UE a Copenaghen di mercoledì, Merz ha ribadito la necessità di una «correzione fondamentale» di quella che ha definito una regolamentazione eccessiva, affermando: «È semplicemente troppo», come riportato dall’agenzia di stampa tedesca.

 

Quest’anno, la Commissione Europea ha adottato diverse misure per ridurre la burocrazia, tra cui il Defense Readiness Omnibus, che mira a semplificare le procedure del mercato della difesa dell’UE. Tale iniziativa si inserisce nell’obiettivo più ampio di von der Leyen di mobilitare fino a 800 miliardi di euro in investimenti per l’acquisto di armi e munizioni entro il 2030.

 

Come noto, la Von der Leyen è stata ministro della Difesa della Repubblica Federale Tedesca, con alcune controversie legate al suo operato al dicastero.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel settembre 2022 la Von der Leyen sembrò «ordinare» al governo tedesco di fornire Kiev di tutte le armi che desiderava. «L’Ucraina dovrebbe ottenere tutto il materiale militare di cui ha bisogno» aveva dichiarato recandosi a Kiev, in quello che sembrava un aperto rimprovero al suo Paese di origine.

 

Come riportato da Renovatio 21, dopo la tornata di luglio, Ursula dovrà affrontare due distinte nuove mozioni di sfiducia al Parlamento Europeo.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di European People’s Party via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

 

Continua a leggere

Più popolari