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Vaccini

«Pandemia dei non vaccinati»: l’ultima truffa per vaccinare i bambini

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Da un paio di giorni la stampa italiana ha avuto istruzioni di introdurre una nuova espressione orwelliana: la «pandemia dei non vaccinati».

 

Questa espressione demonizzante  – a voler essere precisi –  è stata coniata  in Germania da Jens Spahn, ministro federale della Sanità nel quarto governo Merkel. Alcuni  ironizzano che, infatti, si potrebbe percepire il Made in Germany.

 

Si tratta ovviamente, di una volgare menzogna.

 

L’espressione «pandemia dei non vaccinati» è stata coniata  in Germania da Jens Spahn, ministro federale della Sanità nel quarto governo Merkel

Perché è una volgare menzogna la «pandemia dei non vaccinati»?

 

Prima di spiegarlo coi dati alla mano, diciamo subito perché proprio adesso si è avuta l’introduzione di quest’espressione discriminatoria e fuorviante.

 

I motivi sono due:

 

1) L’efficacia dei vaccini è di gran lunga inferiore a quella dichiarata dal governo. Adesso arriva l’inverno e si deve trovare un capro espiatorio, specialmente di fronte i cittadini che si sono piegati al green pass. Finché era estate si poteva raccontare che la campagna vaccinale stesse dando straordinari successi; ma – si sa- i coronavirus circolano meno in spiaggia. A fine ottobre, col freddo, si sono visti i primi cedimenti.

 

I bambini sono per definizione rimasti i «non-vaccinati»; e adesso esisterebbe, guardacaso, una presunta  «pandemia dei non vaccinati»

2) Proprio in vista dell’annuncio dei vaccini per i bambini tra i 5-11 anni, si deve trovare una scusa per presentare l’operazione con qualche senso scientifico. E, dato che nessuna autorità governativa nega che i bambini siano naturalmente immuni ai sintomi  gravi del COVID, allora devono ripiegare sulla balla della limitazione del contagio. I bambini sono per definizione rimasti i «non-vaccinati»; e adesso esisterebbe, guardacaso, una presunta  «pandemia dei non vaccinati»; quindi nei prossimi tempi  il problema che verrà  spacciato alle masse di minus habens sarà  di fatto la «pandemia dei bambini».



E torniamo alla truffa della “pandemia dei non vaccinati”. La narrativa tocca livelli che superano la spudoratezza. Prendiamo il Corriere del 5 novembre.

 

«Chi non è vaccinato “rischia di contagiarsi 6 volte in più dei vaccinati se ha meno di 39 anni e all’incirca 4 volte in più dai 40 in anni in su”. È questa analisi dell’Istituto superiore di sanità effettuata calcolando l’incidenza dei nuovi positivi da COVID-19 su 100 mila abitanti ad aver convinto il governo sulla necessità di dare una nuova spinta alla campagna gestita dal generale Francesco Paolo Figliuolo».

 

«Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di Sanità questa è la situazione del periodo che va dal 24 settembre al 24 ottobre scorso: “Nella fascia d’età tra 12 e 39 anni ci sono stati in un mese 404 nuovi contagiati tra i non vaccinati contro 70 tra i vaccinati”».

 

Sarà vero? Ma nemmeno per sogno. A meno che non siano intervenute mutazioni genetiche nel popolo italiano negli ultimi 4 mesi.

 

Il trucco si fonda su quanto avevamo già spiegato e previsto ad agosto (articolo su ISS) . Lo riassumiamo qui.

Si tratta di un fenomeno di deviazione logica, che in statistica scientifica si chiama bias. Il bias è un vizio logico nella raccolta e analisi dei dati. Da quando hanno introdotto il green pass, era ovvio che sarebbe via via sembrato che le persone non vaccinate si contagino di più.

 

Facciamo subito capire di che cosa si tratta, con un esempio pittoresco. A prova di bambini delle scuole elementari, visto che si parla di loro.

 

Immaginiamo di vivere in un Paese dove ci sia il blond pass, per il quale le persone bionde hanno automaticamente un certificato che ne attesta apriori  la straordinaria istruzione; mentre le persone non-bionde (castane, rosse, calve etc.) devono fare dei test di cultura generale ogni 48 ore. Ebbene, secondo voi chi risulterebbe percentualmente più ignorante?

Immaginiamo di vivere in un Paese dove ci sia il blond pass, per il quale le persone bionde hanno automaticamente un certificato che ne attesta apriori  la straordinaria istruzione; mentre le persone non-bionde (castane, rosse, calve etc.) devono fare dei test di cultura generale ogni 48 ore. Ebbene, secondo voi chi risulterebbe percentualmente più ignorante?

 

Le persone non-bionde, naturalmente.  Dato che le persone bionde – non dovendosi sottoporre a test di cultura generale – sarebbero considerate istruite d’ufficio e non potrebbero nemmeno prendere brutti voti.

 

In questo ipotetico Paese la percentuale di «ignoranti» tra i non-biondi andrebbe anche crescendo:  via via che tra questi molti comincerebbero a tingersi i capelli per diventare biondi. Finchè resterebbero  sempre meno soggetti non-biondi.

 

A quel punto il Ministero dell’Istruzione di questo fantomatico Paese, potrebbe dichiarare «dai nostri dati, le persone non-bionde diventano percentualmente sempre più ignoranti rispetto a quelle bionde».

 

Ecco, anche noi abbiamo una pandemia di ignoranti. È proprio il caso di dirlo.

 

E non fa nemmeno ridere. Non si tratta di un errore logico (un bias) commesso da imaginari ministri dell’Istruzione, ma dai ministri della Salute dell’Occidente. Si tratta di un errore di metodo, demenziale. O forse, truffaldino.

 

È evidente che: dato che i vaccinati hanno il green pass per 12 mesi, non si sottoporranno mai più a tampone a meno che non abbiano sintomi o non debbano andare al pronto soccorso o prendere qualche specifico volo aereo (verso gli USA, per esempio).

 

Mentre, al contrario, i non vaccinati devono sottoporsi a test ogni 48 ore (circa 1 milione ogni 48 ore) e se risultano positivi, automaticamente devono farlo tutti i loro familiari, sebbene asintomatici anche loro.

 

Guardiamo la tabella dell’ISS (Ministero della Salute della Repubblica Italiana) più recente e confrontiamola con quella di luglio-agosto.

 

Si nota qualcosa?

 

Eccome, di seguito faremo riferimento per comodità al cluster under 40. Il lettore può applicare lo stesso ragionamento a tutte le altre fasce anagrafiche.

 

Notiamo che, mentre ad agosto il rapporto di casi positivi (contagi) nei non vaccinati era di 1 su 682, oggi riuslta essere 1 su 247.

 

Mentre nel cluster dei vaccinati under 40 il rapporto dei contagi è rimasto praticamente uguale da agosto a oggi: 1 su 1500 (1411-1513).

 

In poche parole, banalmente, «chi più cerca, più trova»

Che cosa significa questo?

 

Questo non significa che la variazione sia stata causata dal vaccino. Anzi, al contrario: se il vaccino funzionasse per limitare i contagi, ci si aspetterebbe che i contagi tra non vaccinati e vaccinati avrebbero dovuto ridursi. Infatti le persone vaccinate avrebbero dovuto proteggere anche le persone non vaccinate e proteggersi tra loro.
Tuttavia è accaduto il contrario, ma solo tra non vaccinati.

 

E quindi vediamo che da quanto esiste il green pass, più persone si vaccinano, più aumentano i contagi tra non vaccinati. Tra vaccinati il rapporto è rimasto invariato.

 

Siccome gli italiani non sono mutati geneticamente da giugno 2021, questo può significare solo che  l’aumento dei contagi tra non vaccinati è semplicemente dovuto al fatto che si devono fare il tampone ogni 48 ore. In poche parole, banalmente, «chi più cerca, più trova».

 

Il tasso di contagi tra vaccinati invece è rimasto immutato perché le persone vaccinate non facevano il tampone già prima che entrasse in vigore il green pass, da mesi. E continuano a non farne.

 

Gli italiani sono vaccinati al 85 % e hanno più contagi di quando erano vaccinati al 60%

D’altra parte, se non si concedesse che esista questo bias nei dati, si farebbe un autogoal contro i vaccini: gli italiani sono vaccinati al 85 % e hanno più contagi di quando erano vaccinati al 60%. Ma solo tra non-vaccinati.

 

A meno che non si voglia concludere che il vaccino peggiora la cricolazione del virus, conviene a tutti concedere l’esistenza di un bias nella raccolta dei dati.

Non è incoraggiante però: si deve concludere o che  la vaccinazione peggiora il contagio o che ci stanno truffando nella raccolta dei dati. Tertium non datur, come si dice in logica.


Ciò detto, affermare che esista una «pandemia dei non vaccinati» – cioè che il contagio avvenga  ormai tra non vaccinati – è un affermazione smentita dallo storico dei dati epidemiologici. Una volgare truffa. O forse unavera  pandemia di ignoranza del  metodo scientifico.

 

D’altra parte che possano esistere incomprensioni potrebbe essere plausibile. Qui, ad esempio, vediamo l’ex direttore dell’EMA (Agenzia Europea del Farmaco), Guido Rasi,  che parrebbe non aver ben chiaro che cosa sia la tachipirina.



 

 

Complessivamente, ad alcuni maliziosi, potrebbe sembrare che i vertici che guidano la pandemia adottino ogni giorno di più questa massima di Pulcinella:



«Ie nun so’ fesso, ma aggi’ ‘a fà ‘o fesso, pecché facenno ‘o fesso, ve pozzo fà fesse».

 

 

Gian Battista Airaghi

 

 

 

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Reazioni avverse

La FDA rileva che i vaccini anti-COVID mRNA possono causare convulsioni nei bambini piccoli

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Secondo uno studio pubblicato mercoledì su JAMA Network Open, i ricercatori della FDA hanno rilevato un segnale di sicurezza per le convulsioni nei bambini di età compresa tra 2 e 4 anni dopo la vaccinazione mRNA contro il COVID-19. Uno studio preprint pubblicato il mese scorso ha trovato risultati simili.

 

Secondo uno studio pubblicato mercoledì su JAMA Network Open, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha rilevato un segnale di sicurezza per le convulsioni nei bambini piccoli dopo la vaccinazione mRNA contro il COVID-19.

 

I ricercatori che hanno analizzato i dati di monitoraggio quasi in tempo reale sui bambini vaccinati hanno identificato questo nuovo segnale di sicurezza nei bambini di età compresa tra 2 e 4 anni che hanno ricevuto il vaccino originale Pfizer (BNT162b2) e nei bambini di età compresa tra 2 e 5 anni che hanno ricevuto il vaccino originale Moderna (mRNA-1273).

 

I ricercatori hanno anche identificato un segnale di sicurezza per miocardite o pericardite a seguito del vaccino Pfizer negli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni. Quel segnale era stato precedentemente identificato.

 

Uno studio preprint pubblicato il mese scorso, finanziato anche dalla FDA, ha rilevato che i bambini di età compresa tra 2 e 5 anni che hanno ricevuto il vaccino mRNA contro il COVID-19 avevano 2,5 volte più probabilità di avere una convulsione febbrile entro un giorno dalla vaccinazione rispetto a quella di averne una tra otto e 63 giorni dopo la vaccinazione.

 

Gli autori del preprint, che hanno analizzato gli stessi dati degli autori del nuovo studio JAMA, hanno riscontrato anche un rischio più elevato di convulsioni febbrili tra i bambini di età compresa tra 2 e 4 anni il primo giorno successivo al vaccino Pfizer rispetto agli 8-63 giorni successivi. vaccinazione. Tuttavia, tale aumento del rischio non era statisticamente significativo, hanno riferito i ricercatori.

 

Nel frattempo, un rapporto finanziato dal governo pubblicato all’inizio di questo mese ha confermato un nesso causale tra i vaccini mRNA COVID-19 e la miocardite, ma ha respinto un nesso causale tra i vaccini e una serie di altri effetti avversi. Il comitato ha esaminato gli studi sugli eventi avversi relativi ai vaccini COVID-19 nei bambini sotto i 18 anni, ma ha affermato di non aver trovato prove sufficienti per trarre conclusioni specifiche per i bambini.

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La maggior parte delle crisi si è verificata entro tre giorni dalla vaccinazione

Gli autori del nuovo studio JAMA hanno analizzato i dati di oltre 4 milioni di bambini provenienti da tre database di indicazioni sulla salute gestiti da Optum, Carelon Research e CVS Health, integrati con informazioni sulle vaccinazioni provenienti dai sistemi statali e locali.

 

I database delle indicazioni sulla salute fanno parte del Biologics Effectiveness and Safety System della FDA , un sistema di monitoraggio della sicurezza dei farmaci progettato per monitorare l’emergere di segnali di sicurezza dopo la vaccinazione.

 

Un segnale di sicurezza è un segnale che un evento avverso può essere causato dalla vaccinazione, ma sono necessarie ulteriori ricerche per verificare un collegamento.

 

I ricercatori hanno esaminato 21 risultati sanitari prespecificati dopo la vaccinazione prima dell’inizio del 2023 tra i bambini di età compresa tra 6 mesi e 17 anni. Hanno selezionato gli esiti – come la sindrome di Guillain-Barré, l’encefalite, le convulsioni, la miocardite e la pericardite – sulla base di eventi gravi che hanno seguito altri vaccini o che potrebbero essere correlati alle nuove piattaforme di mRNA o agli adiuvanti.

 

Per le 15 condizioni che disponevano di dati storici sufficienti, i ricercatori hanno confrontato i tassi di ciascun risultato successivo alla vaccinazione con i tassi storici annuali precedenti alla disponibilità del vaccino nel 2019, 2020 o entrambi.

 

Nel complesso, i ricercatori hanno identificato 72 casi di convulsioni tra bambini di età compresa tra 2-4 o 5 anni. La maggior parte si è verificata entro tre giorni dall’iniezione e la maggior parte delle convulsioni erano febbrili. Hanno trovato lo stesso segnale in tutti e tre i database analizzati.

 

Hanno anche trovato il segnale di miocardite e pericardite nei bambini di età compresa tra 12 e 17 anni in tutti e tre i database. Poiché quel segnale è già noto, non lo hanno indagato ulteriormente.

 

I ricercatori hanno notato che il segnale statistico per le convulsioni nei bambini non era stato precedentemente riportato negli studi di sorveglianza attiva dei vaccini, ma hanno affermato che ci sono rapporti nel database Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), che è un sistema di segnalazione passiva.

 

Nello studio VAERS, sono state identificate otto crisi dopo circa 1 milione di vaccinazioni con mRNA fino ad agosto 2022 in bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni. Sei di questi erano apiretici, il che significa che non erano causati dalla febbre.

 

Negli studi clinici condotti dalla Pfizer sui bambini piccoli si sono verificati anche cinque casi di convulsioni. La società ha riferito che solo uno di questi è stato considerato «possibilmente correlato al vaccino».

 

I punti di forza dello studio JAMA includono la popolazione ampia e geograficamente diversificata coperta dai database, hanno affermato gli autori dello studio. Le limitazioni includevano la mancanza di controllo per le variabili confondenti.

 

Lo studio ha incluso solo dati sul monitoraggio della sicurezza dei vaccini monovalenti COVID-19. Non ha valutato i booster bivalenti.

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La FDA sostiene che i benefici superano i rischi

Le conclusioni dei ricercatori hanno minimizzato il significato del segnale.

 

«Il nuovo segnale statistico relativo alle crisi epilettiche osservato nel nostro studio dovrebbe essere interpretato con cautela e ulteriormente indagato in uno studio epidemiologico più approfondito», hanno scritto.

 

Le convulsioni febbrili nei bambini piccoli, hanno detto, potrebbero non essere correlate alla vaccinazione. Hanno anche affermato che il segnale è cambiato o è scomparso quando hanno utilizzato dati di anni diversi per il confronto di fondo.

 

«La FDA conclude che i benefici noti e potenziali della vaccinazione contro il COVID-19 superano i rischi noti e potenziali dell’infezione da COVID-19», hanno aggiunto.

 

L’autrice corrispondente Patricia C. Lloyd, Ph.D., della FDA, non ha risposto alla richiesta di commento di The Defender.

 

Anche i principali siti web di notizie sulla salute come MedPage Today hanno minimizzato il significato del segnale.

 

MedPage ha citato il dottor Michael Smith, capo della divisione di malattie infettive pediatriche presso la Duke University School of Medicine di Durham, nella Carolina del Nord, che ha affermato di trovare rassicuranti i risultati complessivi dell’analisi.

 

«Sì, [gli autori dello studio] hanno riscontrato miocardite e pericardite, cosa nota. Hanno riscontrato un potenziale aumento dei sequestri dopo questi vaccini che è in fase di ulteriore analisi», ha affermato Smith. «Ma per tutti gli altri risultati [di sicurezza] esaminati, non c’era alcuna associazione. Ciò indica la sicurezza generale del vaccino[i]».

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La FDA sostiene che i benefici superano i rischi

Le conclusioni dei ricercatori hanno minimizzato il significato del segnale.

 

«Il nuovo segnale statistico relativo alle crisi epilettiche osservato nel nostro studio dovrebbe essere interpretato con cautela e ulteriormente indagato in uno studio epidemiologico più approfondito», hanno scritto.

 

Le convulsioni febbrili nei bambini piccoli, hanno detto, potrebbero non essere correlate alla vaccinazione. Hanno anche affermato che il segnale è cambiato o è scomparso quando hanno utilizzato dati di anni diversi per il confronto di fondo.

 

«La FDA conclude che i benefici noti e potenziali della vaccinazione contro il COVID-19 superano i rischi noti e potenziali dell’infezione da COVID-19», hanno aggiunto.

 

L’autrice corrispondente Patricia C. Lloyd, Ph.D., della FDA, non ha risposto alla richiesta di commento di The Defender.

 

Anche i principali siti web di notizie sulla salute come MedPage Today hanno minimizzato il significato del segnale.

 

MedPage ha citato il dottor Michael Smith, capo della divisione di malattie infettive pediatriche presso la Duke University School of Medicine di Durham, nella Carolina del Nord, che ha affermato di trovare rassicuranti i risultati complessivi dell’analisi.

 

«Sì, [gli autori dello studio] hanno riscontrato miocardite e pericardite, cosa nota. Hanno riscontrato un potenziale aumento dei sequestri dopo questi vaccini che è in fase di ulteriore analisi», ha affermato Smith. «Ma per tutti gli altri risultati [di sicurezza] esaminati, non c’era alcuna associazione. Ciò indica la sicurezza generale del vaccino[i]».

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

© 25 aprile 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

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Cina

In disgrazia l’uomo del vaccino cinese anti-COVID: espulso dall’Assemblea del popolo

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Il provvedimento contro Yang Xiamong, il presidente della China National Biotec Group, ha scatenato i commenti dei netizen cinesi su Weibo. Secondo i media ufficiali è accusato di «gravi violazioni della disciplina e della legge». Dall’estate scorsa il settore farmaceutico è uno dei più coinvolti dalla campagna anti-corruzione, con centinaia di funzionari sotto inchiesta.   Il presidente della China National Biotec Group, il gruppo di ricerca che ha scoperto e prodotto il vaccino anti-COVID della Sinopharm utilizzato in Cina, è stato estromesso dall’Assemblea nazionale del popolo, il più importante organo politico della Repubblica popolare che conta 3000 personalità. L’espulsione di Yang Xiaoming, 62 anni, è stata annunciata dai media statali nel fine settimana e motivata con «gravi violazioni della disciplina e della legge», l’espressione utilizzata solitamente per le persone indagate per corruzione in Cina.   Yang era stato il responsabile del team Sinopharm che ha sviluppato il vaccino BBIBP-CorV, il primo approvato e utilizzato massicciamente nel 2021 nella Repubblica popolare cinese per la campagna vaccinale contro il COVID . Con un’efficacia stimata dall’Organizzazione mondiale della sanità al 79% contro l’ospedalizzazione, fu poi diffuso in milioni di dosi anche in altri Paesi del mondo (…)

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Oltre a sviluppare il vaccino anti-COVID di Sinopharm, Yang era anche a capo del progetto cinese sui vaccini nell’ambito del programma 863, che mira a rendere Pechino più indipendente sviluppando tecnologie avanzate interne.   La notizia dell’epurazione di Yang è diventata virale sul social network cinese Weibo, con circa 180 milioni di visualizzazioni che, per diverse ore, l’hanno reso l’argomento più caldo della giornata di ieri. Per molti utenti è stata l’occasione per tornare a parlare della gestione della pandemia, anche se finora non ci sono notizie ufficiali di un legame tra le accuse contro di lui e il vaccino anti-COVID.   In realtà è tutto il settore sanitario cinese a essere da mesi tra i più toccati dalla campagna anticorruzione voluta da Xi Jinping. Vi sono state indagini contro centinaia di rettori e segretari di ospedali, con accuse pesanti di corruzione tra fornitori di farmaci e strutture sanitarie. Un terremoto che – ad agosto – aveva portato anche a un crollo in Borsa dei valori delle azioni del settore farmaceutico, arrivando addirittura a bruciare in un solo giorno un valore di mercato stimato in 27 miliardi di dollari.   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.  

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Cancro

115.000 morti in eccesso in Giappone in seguito al terzo vaccino COVID: studio

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Un nuovo studio sui danni derivanti dal vaccino COVID è stato pubblicato l’8 aprile sulla rivista americana di scienze mediche peer-reviewed Cureus. Si tratta dello studio più ampio fino ad oggi sugli effetti avversi del vaccino COVID. «I risultati sono scioccanti, per usare un eufemismo», scrive Epoch Times che offre un approfondimento della ricerca già discussa la settimana passata.

 

Nello studio, intitolato «Aumento della mortalità per cancro adattata all’età dopo la terza dose di vaccino con nanoparticelle mRNA-lipidiche durante la pandemia di COVID-19 in Giappone», cinque scienziati giapponesi hanno utilizzato un intero set di dati sui 123 milioni di abitanti del paese (il Giappone ha il tasso di vaccinazione più alto tasso nel mondo) per studiare l’eccesso di mortalità per cancro in coincidenza con la vaccinazione di massa contro il COVID.

 

Gli autori della ricerca forniscono anche una valida spiegazione del motivo per cui queste morti si sono verificate dopo l’iniezione mRNA.

 

Lo studio mostra che ci sono stati 1.568.961 decessi totali in Giappone nel 2022. Sulla base di previsioni statistiche che utilizzano informazioni pre-pandemiche erano attesi circa 1.453.162 decessi, il che significa che ci sono stati 115.799 decessi in eccesso nel 2022.

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Il «numero di decessi in eccesso adeguato all’età» di 115.799 nel 2022 si è verificato dopo che due terzi della popolazione giapponese avevano ricevuto la terza dose di vaccino COVID.

 

Sulla base dei dati del Ministero della Salute giapponese, l’estensore dell’articolo di Epoch Times Joe Wang, ex ricercatore, ha calcolato che nel 2022 sono stati segnalati 39.060 decessi per COVID. Pertanto, la maggior parte delle morti in eccesso in Giappone nel 2022 non sono state causate dall’infezione da COVID, ma piuttosto sono fortemente associate alla vaccinazione.

 

Lo studio mostra che nel 2020, dopo che il Covid-19 ha iniziato a diffondersi in Giappone ma prima che la vaccinazione fosse disponibile, il numero di decessi aggiustato per età è stato di 28.000 in meno rispetto a quanto previsto. E nel 2021, mentre il virus continuava e la vaccinazione contro il COVID-19 era limitata (è iniziata a febbraio), ci sono stati 25.000 decessi in più rispetto a quanto previsto.

 

Sulla base del numero di decessi in eccesso nel 2022, gli scienziati giapponesi hanno concluso: «Aumenti statisticamente significativi dei tassi di mortalità aggiustati per età di tutti i tumori e di alcuni tipi specifici di cancro, vale a dire cancro ovarico, leucemia, prostata, cancro del labbro/orale/faringeo, cancro al pancreas e al seno sono stati osservati nel 2022 dopo che due terzi della popolazione giapponese avevano ricevuto la terza o la successiva dose di vaccino SARS-CoV-2 mRNA-LNP».

 

«Questi aumenti particolarmente marcati dei tassi di mortalità di questi tumori sensibili all’ERα possono essere attribuibili a diversi meccanismi della vaccinazione mRNA-LNP piuttosto che all’infezione da COVID-19 stessa o alla riduzione delle cure contro il cancro a causa del blocco», hanno scritto gli autori.

 

«In parole povere, questo studio ha rivelato che il vaccino COVID tramite mRNA è probabilmente la causa dei decessi aggiuntivi avvenuti in Giappone» conclude lo Wang Su ET.

 

Lo studio ha presentato i numeri relativi ai decessi per tutte le cause, ma ha anche esaminato i dettagli dei decessi causati dal cancro. Ha scoperto che dei 20 tipi di cancro, sei di loro – ovarico, leucemia, prostata, labbro/orale/faringeo, pancreas e seno – hanno avuto un eccesso di mortalità statisticamente significativo nel 2021 e sono aumentati ulteriormente nel 2022.

 

Il significativo aumento della mortalità per i sei specifici tipi di cancro non può essere attribuito a una carenza di servizi sanitari durante la pandemia. La riduzione dello screening e dell’assistenza sanitaria per il cancro dovuta ai lockdown dovrebbe aumentare i decessi per tutti i tumori. Tuttavia, un tale aumento non è stato osservato in altri tipi di cancro in Giappone nel 2022.

 

I tipi di tumore citati sono tutti conosciuti come tumori sensibili al recettore degli estrogeni alfa (ERα). Gli scienziati hanno spiegato perché questi tumori non solo si sono verificati dopo la vaccinazione, ma hanno anche ucciso le persone in un breve periodo di tempo dopo aver ricevuto l’iniezione.

 

Gli ER (recettori degli estrogeni) sono un gruppo di proteine ​​presenti all’interno delle cellule. Sono recettori che possono essere attivati ​​dagli ormoni sessuali estrogeni. ERα è una delle due classi di ER, un importante regolatore del sistema riproduttivo del corpo.

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Una ricerca pubblicata sulla rivista peer-reviewed Science Advances nel novembre 2022 ha esaminato 9.000 proteine ​​umane per vedere quale proteina si lega meglio con la proteina spike (S) di SARS-CoV-2 e ha scoperto che la proteina S si lega specificamente a ERα. Il legame «sovraregola l’attività trascrizionale ERα».

 

«In altre parole, la proteina S del SARS-CoV-2 (da infezione o vaccinazione), quando introdotta nel corpo umano, si lega a ERα e funziona come coregolatore del recettore nucleare, interferendo con la normale funzione della cellula e portando al malfunzionamento del sistema cellule e organi» scrive lo Wang. «Ciò potrebbe spiegare perché la morte causata dai sei tipi di tumori sensibili all’ERα è aumentata nel 2022 in Giappone dopo che due terzi della popolazione hanno ricevuto la terza dose del vaccino mRNA».

 

«Il vaccino trasporta il gene S della SARS-CoV-2, dirottando le cellule ospiti per produrre proteine ​​S» continua la spiegazione di Epoch Times. «Le proteine ​​S si producono all’interno della cellula, quindi si legano all’ERα, interrompendo la normale funzione della cellula e portando allo sviluppo del cancro».

 

«È stato dimostrato che il vaccino mRNA non solo ha il potenziale per provocare il cancro, ma può anche indebolire la capacità del sistema immunitario di riconoscere e reprimere i tumori cancerosi» scrive il giornale americano, per poi riferire di una ricerca dell’ottobre 2023. «In uno studio pubblicato lo scorso ottobre, Konstantin Fohse e colleghi hanno riferito che la vaccinazione con BNT162b2 modulava le risposte immunitarie innate, con conseguente indebolimento dell’immunosorveglianza del cancro».

 

«Lo studio giapponese è stato scritto prima dell’ottobre 2023 utilizzando informazioni del 2022 e precedenti. Poiché la vaccinazione contro il COVID continua in molti paesi, è spaventoso pensare quante persone potrebbero morire o sviluppare il cancro se la tendenza del 2022 dovesse continuare».

 

Come riportato da Renovatio 21, il fenomeno dei cosiddetti «turbocancri» sta creando vaste domande nei medici che osano ancora porsene, mentre è ignorato completamente dai rapporto istituzionali come quelli dell’OMS sull’aumento dell’incidenza dei tumori anche nei giovani.

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