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Obama «omosessuale e fumatore di crack»: riemerge l’accusatore, e ammicca ad una strana morte
Il giornalista americano Tucker Carlson, ex colonna del canale Fox News con la trasmissione più seguita degli USA, ha intervistato per la sua nuova trasmissione pubblicata su Twitter Larry Sinclair, un uomo che nel 2008, durante la campagna elettorale, disse di aver fatto sesso e fumato crack con Barack Obam.
Sinclair ha una storia complicata: è stato in prigione negli anni Ottanta, e ha lavorato come prostituto. Le sue esplosive rivelazioni, che mise in un affidavit (una testimonianza giurata) e per le quali passò il poligrafo (la macchina della verità), furono ignorate dalla grande stampa, perché, dice, la campagna di Obama aveva minacciato chiunque riportasse la storia di Sinclair sarebbe stato tagliato fuori da ogni comunicazione del candidato e futuro presidente, allora visto come una figura semi-messianica.
Ripetendo quanto aveva detto tre lustri fa, Sinclair ha detto di essere stato presentato a Obama fuori da un bar di Chicago nel novembre 1999 e di non aver avuto idea che fosse un senatore dello stato dell’Illinois. Ha detto di aver avuto due volte rapporti sessuali con Obama e che i due uomini hanno fatto uso di crack insieme, raccontando che Obama avrebbe acquistato crack per suo conto e, in una limousine, avrebbe estratto dalla tasca una pipa per fumarlo.
Ep. 22 Larry Sinclair says he had a night of crack cocaine-fueled sex with Barack Obama, and that Obama came back for more the next day. Assess for yourself. Here’s our interview. pic.twitter.com/R6CXwKv6gs
— Tucker Carlson (@TuckerCarlson) September 6, 2023
Sinclair aveva dettagliato le sue accuse durante un briefing al National Press Club nel 2008 e in un libro pubblicato nel 2009. Nel libro affermava che Obama aveva anche una relazione gay con il direttore del coro della sua chiesa e che l’uomo era stato assassinato nel dicembre 2007, mentre l’allora senatore era candidato alla presidenza.
Anche se Sinclair non ha fatto menzione della dimensione sessuale del loro incontro durante il suo scambio con i funzionari della campagna, ha detto che alla fine del 2007 un uomo che si presentava come membro della campagna lo ha contattato diverse volte e ha sollevato il fatto che Sinclair e Obama si era dedicato al sesso gay. Sinclair ha detto di sospettare che lo stesso Obama avesse condiviso quell’informazione con Donald Young, la voce all’altro capo del telefono.
Young, un omosessuale, era il carismatico direttore del coro di 47 anni della Trinity United Church, la chiesa di cui Obama era membro. Secondo Sinclair, Young gli ha insinuato che anche lui aveva fatto sesso con Obama, dicendo che i due «erano intimi da anni».
Non molto tempo dopo, la vigilia di Natale del 2007, Young fu ucciso a colpi di arma da fuoco nel suo appartamento di Chicago. Secondo il rapporto della polizia non c’erano prove di una rapina. Nessun ingresso forzato. Sembrava trattarsi semplicemente di un omicidio.
Secondo quanto detto da Sinclair dell’intervista, la madre di Young, ex dipendente del dipartimento di polizia di Chicago, gli avrebbe confermato che suo figlio era stato amico del giovane politico e che secondo lei «era stato ucciso per proteggere il suo amico Obama» e che erano «amici intimi per anni».
Sinclair ha affermato che Obama saprebbe chi ha ucciso Donald Young. «Non ho dubbi su questo», ha detto Sinclair. Si tratta di accuse tremende, di rivelazioni sconvolgenti: eppure non sono state riportate, neanche ora, da nessun giornale, nemmeno quelli che hanno recensito l’intervista, magari per insultare Carlson.
Alla domanda sul perché la stampa di Washington non mostrasse interesse nel raccontare la sua storia, anche se gli elettori statunitensi stavano valutando Obama e gli altri candidati alle presidenziali del 2008, Sinclair ha detto a Carlson di essersi rivolto alla campagna di Obama per chiedere: «Perché non dite semplicemente “Ho fatto uso di coca e l’ho fatto di recente, nel 1999”. Dite solo la verità. Siate onesti».
Carlson ha affermato in un’intervista della scorsa settimana che i media non hanno seguito la storia perché la campagna di Obama ha minacciato di rifiutare loro l’accesso al candidato. «La quantità di bugie nei media a riguardo è stata incredibile… Questo accade continuamente, su e giù per il governo».
Carlson ha notato che Sinclair ha firmato una dichiarazione giurata e ha effettuato un test della macchina della verità per dare più credito alle sue accuse. Tuttavia, la sua credibilità è stata minata dal fatto che ha scontato una pena detentiva negli anni ’80 per crimini finanziari, inclusa la falsificazione di assegni. Sinclair si è candidato senza successo a sindaco di Cocoa, in Florida, nel 2018.
Nelle ultime settimane ci sono state un’ondata di notizie riguardanti la sessualità di Obama. Il suo fratellastro kenyota, Malik Obama, ha pubblicato un messaggio su Twitter a luglio sostenendo che l’ex presidente è «decisamente gay». Il post, riportato da diversi media, è arrivato in risposta a una lettera in cui Barack Obama denunciava la messa al bando di libri controversi nelle biblioteche pubbliche, compreso materiale grafico che illustra atti sessuali gay.
Il mese scorso, diversi media hanno riferito di una lettera recentemente riemersa che Obama, allora uno studente universitario di 20 anni, scrisse a un’ex ragazza. «Riguardo all’omosessualità, devo dire che credo che questo sia un tentativo di allontanarsi dal presente, un rifiuto forse di perpetuare la farsa infinita della vita terrena», diceva nella lettera del 1982. «Vedi, faccio l’amore con gli uomini ogni giorno, ma con l’immaginazione».
Obama ha sposato sua moglie Michelle nel 1992. La coppia ha due figlie, nate rispettivamente nel 1998 e nel 2001, entrambe prodotte tramite riproduzione artificiale.
Carlson aveva iniziato a ritirare fuori la storia dell’Obama gay qualche settimana fa. Tuttavia, la parte più sconvolgente, è quella che riguarda il direttore del coro Donald Young.
Come riportato da Renovatio 21, un giovane cuoco della magione di Martha’s Vineyard degli Obama, che aveva lavorato con il presidente alla Casa Bianca, è stato trovato morto in mare appena fuori dalla villa poche settimane fa.
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Trump firma la legge per pubblicare i file di Epstein
Il presidente statunitense Donald Trump ha apposto la firma a un disegno di legge che obbliga il Dipartimento di Giustizia a diffondere i dossier investigativi sul finanziere Jeffrey Epstein, caduto in disgrazia. Questa scelta arriva malgrado l’opposizione iniziale dello stesso Trump, che aveva accusato i Democratici di strumentalizzare il caso per screditarlo sul piano politico.
Epstein, condannato nel 2008 per reati sessuali e nuovamente imputato nel 2019 per traffico di minori e organizzazione di prostituzione infantile, fu rinvenuto senza vita nella sua cella al carcere di Manhattan nello stesso anno. Le indagini conclusero per suicidio, pur con speculazioni su un omicidio volto a silenziare le sue potenziali rivelazioni su élite facoltose e influenti che ne avrebbero fruito dei servizi.
In un messaggio divulgato mercoledì su Truth Social, Trump ha etichettato Epstein come «un democratico di ferro» e ha rammentato i rapporti intrattenuti con vari esponenti del Partito Democratico, tra cui l’ex presidente Bill Clinton.
Come riportato da Renovatio 21, in settimana Trump ha ordinato un’indagine sui legami di Epstein con Clinton.
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Nel suo post Trump ha insinuato che «la verità sui legami di questi democratici con Jeffrey Epstein potrebbe emergere presto, perché HO APPENA FIRMATO IL PROGETTO DI LEGGE PER LA PUBBLICAZIONE DEI FILE EPSTEIN!».
Il presidente ha quindi imputato ai Democratici l’intento di deviare l’attenzione dai «trionfi della mia amministrazione», notando che l’esecutivo Biden «non ha ceduto un solo fascicolo o pagina» su Epstein e che, su sua direttiva, il Dipartimento di Giustizia aveva già trasmesso al Congresso decine di migliaia di documenti.
«Questa ennesima montatura si rivelerà un boomerang per i democratici, come tutte le precedenti!», ha chiosato.
L’iniziativa segna un’inversione di rotta per Trump, che per mesi aveva invitato i repubblicani della Camera a ostacolare il provvedimento, sostenendo che i democratici lo spingessero per minare la sua presidenza.
Trump compare in vari documenti legati a Epstein, inclusa un’e-mail in cui il finanziere affermava che Trump «era al corrente delle ragazze». La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha replicato che tali e-mail «non dimostrano alcunché».
A seguito della svolta, Trump ha disposto un’inchiesta sui vincoli di Epstein con alti democratici e ha caldeggiato presso i repubblicani della Camera il via libera alla declassificazione dei file, «perché non abbiamo nulla da occultare». Dopo il cambio di posizione, la Camera ha ratificato il testo con 427 sì e un solo no, mentre il Senato l’ha approvato all’unanimità.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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L’ex segretario del Tesoro USA chiedeva a Epstein come tradire la moglie con la figlia di un funzionario cinese
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Trump ordina un’indagine sui legami di Epstein con Bill Clinton
Il presidente statunitense Donald Trump ha disposto un’inchiesta sui rapporti del predatore sessuale Jeffrey Epstein con figure di spicco del Partito Democratico, tra cui l’ex presidente Bill Clinton.
L’iniziativa è scaturita dalla diffusione di 20.000 pagine di documenti estratti dal patrimonio di Epstein da parte della Commissione di Vigilanza della Camera dei Rappresentanti degli USA questa settimana, un passo che ha indotto alcuni democratici a richiamare l’antica frequentazione di Trump con il finanziere pedofiliaco.
In un messaggio su Truth Social del venerdì, Trump ha rivelato di aver incaricato l’Attorney General Pam Bondi e il Dipartimento di Giustizia di esaminare il «coinvolgimento e il legame di Jeffrey Epstein» con l’ex presidente Bill Clinton, l’ex segretario al Tesoro Larry Summers, il co-fondatore di LinkedIn Reid Hoffman (ex socio di Elon Musk e Peter Thiel, fiancheggiatore di cause contro Trump) e la banca JPMorgan Chase. Ha accusato i democratici di strumentalizzare la «farsa di Epstein» per deviare l’attenzione dallo shutdown governativo «e da tutti gli altri loro disastri».
Bondi ha reso noto di aver affidato le indagini al procuratore federale per il distretto meridionale di New York, Jay Clayton. Epstein, che si sarebbe tolto la vita in carcere nel 2019, era celebre per le sue connessioni con celebrità e potenti. Clinton ha scritto nelle sue memorie del 2024 di «non aver avuto il minimo sospetto» sui crimini di Epstein e di aver troncato i rapporti con lui al primo arresto nel 2006. Trump ha a sua volta ribadito di ignorare i misfatti di Epstein e di aver interrotto ogni contatto con lui nei primi anni 2000.
Nel 2023, JPMorgan, una delle maggiori banche americane, ha patteggiato cause legali con le Isole Vergini americane relative alle imputazioni di aver conservato Epstein come cliente di riguardo anche dopo il suo arresto nel 2006 e di aver lucrato sul traffico sessuale.
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La portavoce di JPMorgan, Trish Wexler, ha affermato venerdì in un comunicato che il governo non ha fornito alla banca «prove schiaccianti» su Epstein. «Ci rammarichiamo di ogni connessione avuta con quell’uomo, ma non l’abbiamo coadiuvato nei suoi atti efferati», ha precisato.
I democratici della Camera intendono convocare un voto martedì per obbligare il dipartimento di Giustizia a declassificare i fascicoli residui non redatti sul caso Epstein, scrive Politico.
Come riportato da Renovatio 21, negli anni sono emerse imbarazzanti foto di Bill Clinton assieme ad Epstein e il suo entourage. Ha fatto scalpore inoltre la foto al matrimonio di Chelsea Clinton che mostra Ghislaine Maxwell, che si dice pure fosse amante di Bill, tra gli invitati. È stato ricostruito dai registri che Epstein e la Maxwell avrebbe visitato la Casa Bianca dei Clinton decine di volte.
A gennaio 2024 erano uscite le parole dalla testimonianza in tribunale di Johanna Sjoberg, la quale ha riferito che Epstein «ha detto una volta che a Clinton piacciono giovani, riferendosi alle ragazze».
Come riportato da Renovatio 21, il caso più inquietante della Clinton-Epstein connection è tuttavia quello di Mark Middleton, ex consigliere di Bill Clinton considerato filo conduttore tra l’ex presidente e il miliardario pedofilo, trovato appeso a un albero con un colpo di fucile al petto all’inizio di maggio 2022 fuori da un ranch in Arkansas.
Mesi fa era emerso che l’ex presidente Clinton aveva scritto a mano una nota personale per l’album di compleanno del 2003 di Epstein, elogiandone in modo forse inquietante la «curiosità infantile»: «È rassicurante, non è vero? Essere sopravvissuti così a lungo, in tutti questi anni di apprendimento e conoscenza, avventure e [parola illeggibile], e avere anche la curiosità infantile, la spinta a fare la differenza e il conforto degli amici».
Tra i personaggi di spicco che hanno contribuito con i loro messaggi all’album figurano anche il miliardario Leon Black, la stilista Vera Wang e il magnate dei media Mort Zuckerman, si legge nel quotidiano.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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