Bizzarria
Nipote di SS ucraino picchia soldato transessuale. Poi si scusa e proclama che «le donne trans sono donne»
Un soldato transessuale ucraino è stato aggredito per le strade di Leopoli martedì notte, quando un aggressore che, secondo quanto riferito, lo ha insultato prima di colpirlo in faccia con violenza. Un gruppo per i diritti LGBT ha esortato i funzionari federali ad agire sul caso. Lo riporta il sito russo RT.
Identificata solo come «Helen», il trans-soldato avrebbe detto al sito Kyiv Pride che stava visitando la città dell’Ucraina occidentale per essere presente al funerale di sua madre, ma è stata avvicinata da un uomo che ha iniziato a «parlare in modo aggressivo».
«Helen gli ha chiesto di andarsene, e un attimo dopo l’uomo le ha dato un pugno sul naso, dicendo “Cosa sei, f****o?’», ha detto l’organizzazione LGBTQ in un post sui social media. «Il colpo ha fatto perdere l’equilibrio a Helen e lui l’ha presa a pugni più volte finché non è riuscita a spostarsi di qualche metro».
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Parti dell’attacco sono state riprese in video sia da Helen che da un passante, dove si vede il milite transgender sanguinare dopo aver preso un calcio in faccia. Il transessuale soldato ha detto che mentre alcune persone hanno assistito all’aggressione, tuttavia nessuno ha tentato di intervenire.
Il filmato dell’incidente sembra mostrare che un uomo tenta di afferrare l’aggressore, ma si arrende rapidamente e gli ha permesso di andarsene.
A ‘trans woman’ who allegedly tortured animals got severely beaten up in Lviv, Ukraine.
The Western media fantasises about some trans troops in Ukraine and portrays it as an LGBTQ-friendly country. It couldn’t be further from the truth. #WomanFace #Trans #UkraineRussiaWar pic.twitter.com/6STce3GdtR
— Lambrusco (@lambruscov) August 17, 2023
La storia, tuttavia, non è finita.
In un colpo di scena da stropicciarsi gli occhi, l’indomani viene caricato in rete un video in cui la vittima e l’aggressore sono insieme, con quest’ultimo che si scusa profusamente per l’attacco.
Nel video, messo in circolo da «Helen», il transessuale istruisce il suo carnefice su come deve scusarsi.
L’uomo per qualche motivo esordisce ammettendo il suo «orientamento di destra». Poi fornisce dettagli impagabili sulla motivazione dell’aggressione.
«Sono il nipote di un ricognitore della divisione SS Galizia», ha detto, riferendosi alla 14ª divisione Waffen SS Grenadier, un’unità tedesca nazista dell’era della Seconda Guerra Mondiale, composta principalmente da collaborazionisti di etnia ucraina.
⚡️‼️ This is just too good, the guy who beat up a transgender in Lviv yesterday made an EPIC apology
He says he is the grandson of a Waffen SS Galicia scout and has right-wing tendencies that got the best of him
You can’t make this up, Ukraine is a gem pic.twitter.com/Y1VZd4M4dk
— What the media hides. (@narrative_hole) August 17, 2023
Il nipote SS quindi tenta di spiegare il suo assalto al soldato trans con il fatto che lo considera «innaturale», cosa per cui provava «disagio».
«Comunque, comunque, mi scuso per il mio comportamento. E sarò più tollerante nei confronti delle donne e degli uomini transgender», dichiara l’aggressore pentito scandendo bene le parole.
Il transessuale quindi demanda che l’aggressore proclami che «le donne transgender sono donne», che immaginiamo essere il nuovo granello di incenso richiesto dall’Imperatore per poter continuare a vivere. Qui il ragazzo con il nonno SS mostra qualche esitazione, dicendo che non era a conoscenza di quale fosse la cosa «corretta» da dire.
Alla fine, tuttavia, l’uomo cede: «OK: le donne transgender sono transgender» professa in video, apparentemente non felicissimo.
Il soldato «Helen» non è l’unico militare transgender che combatte per conto di Kiev a fare notizia negli ultimi mesi. Sarah Ashton-Cirillo, cittadino americano transessuale ed ex giornalista, è stato poc’anzi stato nominato portavoce delle forze di difesa territoriale dell’Ucraina all’inizio di quest’anno.
Nel suo esordio come portavoce, ha dichiarato che i russi non sono esseri umani e ha lanciato un boicottaggio della CNN.
La strana convivenza tra il neonazismo e l’omosessualismo nell’Ucraina post-Maidan è emersa anche al recente Gay Pride di Monaco di Baviera, dove un cantante presumibilmente gay o giù di lì, ha cantato canzoni con slogan dell’idolo ucronazista Stepan Bandera, il teorico del nazionalismo integralista ucraino nonché collaborazionista della Germania Nazista durante la Seconda Guerra Mondiale e i programmi di sterminio di Hitler.
«Batko nash Bandera – Ucraina mati»: il nostro padre è Bandera, l’Ucraina è la nostra madre, ha cantato la popstar Melovin, facendo ripetere al pubblico, tra bandiere ucraine e arcobaleni LGBT.
Pride in Munich????????2023,????????singer Melovin (Kostyantyn Bocharov) performed the song "Batko nash Bandera", "Our father is Bandera",dedicated to the collaborationist Stepan Bandera, who fought for an ethnically cleansed????????of Jews, Russians and Poles.Part of the crowd sang along with him pic.twitter.com/tzIYyfuNWl
— Voxkomm (@Voxkomm) June 28, 2023
Il cantante parrebbe aver anche visitato la tomba di Bandera a Monaco.
???????? singer Melovin also visited the Waldfriedhof cemetery (Germany), where the collaborationist Stepan Bandera is buried. pic.twitter.com/ygsBkH5hDt
— Voxkomm (@Voxkomm) June 28, 2023
Più confusi di così, in verità, non riusciamo ad essere. Tuttavia forse è proprio quello lo sforzo: rintronarci a suon di dissonanze cognitive, di modo da farci mollare ogni legame possibile con la realtà oggettiva.
La maggior parte delle frasi scritte in questo articolo, dal titolo in giù, sarebbero da mal di testa se lette solo qualche anno fa.
Ma è il mondo che hanno preparato sotto i nostri occhi, senza che potessimo fare nulla per fermarli.
Bizzarria
Trump trolla tutti con un video AI in cui bombarda di escrementi i manifestanti «No Kings»
Il presidente statunitense Donald Trump ha ridicolizzato le proteste «No Kings», diffondendo su Truth Social vari video generati dall’intelligenza artificiale, tra cui uno in cui rovescia sulla folla quella che appare come una massa di escrementi.
Sabato gli Stati Uniti sono stati teatro di un’ondata di dimostrazioni contro l’amministrazione Trump, con grandi raduni organizzati in oltre 2.500 luoghi in tutto il territorio nazionale.
I partecipanti accusano il presidente di abuso di potere e di erosione della democrazia, criticando inoltre la sua politica repressiva verso gli immigrati irregolari e l’impiego di truppe nelle città con la motivazione di contrastare la criminalità diffusa.
In risposta, Trump ha postato sui social media clip create con l’IA, inclusi filmati inizialmente caricati da Xerias, un account X pro-Trump noto per produrre meme digitali.
Una delle sequenze mostra Trump ai comandi di un jet da combattimento battezzato «King Trump», che scarica enormi masse di materia fecale su una folla di manifestanti – con in sottofondo la canzone di Kenny Loggins Danger Zone, irrimediabilmente associata alla celeberrima pellicola aeronautica Top Gun (1986), che la utilizza ben tre volte nella storia con protagonista il Tom Cruise.
Il video AI rilanciato dal presidente include anche un’immagine condivisa durante la protesta di New York dall’influencer progressista Harry Sisson, che nel video finisce sommerso, come tutta la serqua di manifestanti «No Kinghi» da una poderosa quantità di materia escrementizia.
President Trump just posted this on Truth Social today in response to the No Kings protests. 😅
He’s dropping crap on the protestors from a fighter jet. pic.twitter.com/7uBornAOBE
— Laura Loomer (@LauraLoomer) October 19, 2025
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Il Sisson, idolo tiktoker progressista, l’ha presa male. Domenica mattina, Sisson ha replicato su X al video che lo ritraeva: «un giornalista può domandare a Trump il motivo per cui ha postato un filmato generato dall’IA in cui mi fa cadere la cacca addosso da un caccia?».
Il ragazzo ha quindi proceduto ad insultare Trump dicendo che nella realtà l’aereo non sarebbe potuto decollare a causa del «fat ass» («culo grasso») del presidente. Per fare ciò, il Sissone rimanda in onda per intero l’irresistibile video, di fatto ampliandone la portata.
That plane wouldn’t have made it off the ground with your fatass in the pilot’s seat. https://t.co/9qPts2otJQ
— Harry Sisson (@harryjsisson) October 19, 2025
In un’altra clip, originariamente diffusa dal vicepresidente JD Vance e condivisa da Trump, il presidente indossa una corona e un mantello, estrae una spada e si erge trionfante sugli avversari democrat.
JD Vance melted the blue sky servers today with a King Trump meme 😆 absolute banger🔥 pic.twitter.com/eG4EP3wNh7
— Dirty Civilian WV (@Dirty_Civilian) October 18, 2025
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Il montaggio condiviso dal Vance termina con figure di spicco del Partito Democratico, come l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader dell’opposizione al Senato Chuck Schumer, in ginocchio ai suoi piedi. Si tratta qui di un’allusione esplicita a una sessione fotografica del 2020 in onore di George Floyd.
I contenuti di Trump hanno suscitato risposte polarizzate: i suoi sostenitori li hanno rilanciati con entusiasmo, mentre detrattori come il senatore democratico Brian Schatz li hanno aspramente censurati. «Perché il Presidente dovrebbe diffondere online un’immagine in cui scarica feci sulle città americane?», ha twittato Schatz su X.
I progressisti americani non hanno ancora capito veramente che per la prima volta alla Casa Bianca c’è un presidente troll, e di capacità di trollaggio eccelse, o meglio quello che l’antropologia dell’internetto oggi definisce uno shitposter. Parola assai adeguata anche al caso presente.
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Immagine screenshot da Twitter
Bizzarria
Trump contro la trionfale copertina di TIME: «mi hanno fatto sparire i capelli»
The living Israeli hostages held in Gaza have been freed under the first phase of Donald Trump’s peace plan, alongside a Palestinian prisoner release. The deal may become a signature achievement of Trump’s second term, and it could mark a strategic turning point for the Middle… pic.twitter.com/0bZDABIDGj
— TIME (@TIME) October 13, 2025
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Il figlio primogenito Don jr. ha raccontato durante un incontro pubblico con Charlie Kirk che, raggiunto al telefono dai figli dopo l’attentato subito a Butler in Virginia durante la campagna elettorale, Trump ha chiesto loro come in TV, in quel momento, fossero i suoi capelli. «I capelli vanno bene… c’è molto sangue, ma vanno bene» ha risposto il figlio. È lecito pensare che vi sia nel presidente statunitense una cifra sansonica, per cui il suo potere – a questo punto indiscutibile – è tratto proprio dalle sue bionde, inconfondibili, escrescenze tricologiche – che sono, lo sanno gli esperti, uno strumento di branding perfino superiore al baffetto dello Hitler, al baffone dello Stalin, alla pelata mussoliniana.Mika Brzezinski from MSNBC’s “Morning Joe” was once visibly fond of Donald Trump, even playfully running her fingers through his hair. Later on she compared him to Hitler. And now, after seven years of estrangement, apparently he’s no longer Hitler… pic.twitter.com/b9tepBUuSy
— MAGA Resource (@MAGAResource) November 18, 2024
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Bizzarria
Ai nordcoreani è stato ordinato di identificare le donne con tette «antisocialiste»
La Corea del Nord ha lanciato una severa campagna contro le donne sospettate di aver utilizzato protesi mammarie considerate «capitaliste», classificando tali interventi estetici come «antisocialisti» e «borghesi». Lo riporta il giornale britannico Telegraph.
Le forze di sicurezza del regime starebbero effettuando ispezioni invasive, con i responsabili dei comitati di quartiere incaricati di individuare donne che mostrano evidenti modifiche fisiche e di segnalarle per ulteriori accertamenti.
Nel regime guidato da Kim Jong-un, interventi come l’aumento del seno e la chirurgia delle palpebre sono ritenuti «atti non socialisti» e sono vietati. Chi viola queste norme rischia gravi conseguenze.
La notizia è emersa in concomitanza con un processo pubblico tenutosi nella sala culturale di Sariwon, dove un medico e due giovani donne sono stati processati per aver praticato e subito interventi al seno non autorizzati. Il medico, con scarsa esperienza, aveva abbandonato gli studi di medicina prima di completare la formazione chirurgica.
«A metà settembre, un processo pubblico si è svolto in un centro culturale nel cuore di Sariwon contro un medico che ha eseguito un’operazione illegale di mastoplastica additiva e due donne che si sono sottoposte all’intervento», ha riferito una fonte della provincia di North Hwanghae al quotidiano sudcoreano Daily NK.
I pubblici ministeri hanno accusato le donne di essere state «contaminate dalle usanze borghesi» e di aver adottato un «comportamento capitalista corrotto». Le imputate hanno dichiarato di voler «migliorare il loro aspetto», ma sono state definite una minaccia per il sistema socialista.
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Il giudice ha promesso «punizioni severe», mostrando come prove strumenti medici, silicone di contrabbando e denaro contante. Secondo quanto riferito, il giudice ha dichiarato che una delle imputate «non aveva alcuna intenzione di essere leale all’organizzazione e al collettivo, ma era ossessionata dalla vanità, diventando un’erba velenosa che minava il sistema socialista».
Una fonte ha inoltre riferito al Daily NK «che tra i residenti presenti al processo, si sono sentite critiche come “i medici fanno di tutto per denaro”, ma anche commenti di solidarietà, come “Non lo fa forse perché non ha altri mezzi per vivere?”»
Molte donne di Sariwon vivono nel timore di essere sottoposte a controlli se sospettate di aver effettuato interventi di chirurgia estetica.
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