Terrorismo
Mosca: Kiev è coinvolta nel conflitto siriano
Una significativa «traccia ucraina» è stata individuata tra i combattenti stranieri nella Siria nord-occidentale. Lo riporta il quotidiano Vedomosti.
In un recente incontro con la stampa, Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha presentato prove che suggeriscono che i servizi segreti ucraini potrebbero collaborare con il gruppo terroristico Hayat Tahrir al-Sham, noto per i suoi legami con l’estremismo violento.
«Questa non è la prima regione in cui il regime di Kiev applica la sua esperienza criminale», ha affermato la Zakharova, come citato da Vedomosti, evidenziando il precedente coinvolgimento ucraino nei conflitti in Africa e ora in Siria. Ha anche avvertito che queste azioni potrebbero aumentare la violenza nell’area.
La situazione in Siria è sempre più tesa, con gruppi militanti che intensificano gli attacchi, soprattutto nella città di Hama. «I radicali stanno chiaramente cercando di minare anni di sforzi per la stabilità in questo paese, ponendo seri rischi per la sicurezza dei civili, in particolare nelle zone di conflitto», ha spiegato Zakharova. Ha condannato l’uso di civili come scudi umani, descrivendolo come una tattica inquietante in mezzo alla violenza in corso.
La Zakharova ha anche suggerito che questi atti terroristici probabilmente traggono vantaggio dal supporto esterno mirato a riaccendere il conflitto in Siria. «Esprimiamo la nostra solidarietà con la leadership e il popolo della Siria in questa situazione difficile», ha affermato, ribadendo l’impegno di Mosca per la sovranità e l’integrità territoriale del Paese.
Domenica, il Kyiv Post aveva riferito che diversi gruppi islamisti coinvolti nei recenti attacchi nella provincia di Aleppo potrebbero aver ricevuto addestramento da un’unità delle Forze Speciali del servizio di Intelligence militare ucraino (GUR). L’articolo della testata ucraina scrive che il Khimik Group, un’unità all’interno del GUR, avrebbe fornito «addestramento operativo» ai militanti nella provincia di Idlib, un’area non sotto il controllo del governo siriano.
Il gruppo terroristico Hayat Tahrir al-Sham (HTS), precedentemente noto come Jabhat al-Nusra, e i suoi alleati hanno condotto un attacco a sorpresa su larga scala nella Siria nordoccidentale la scorsa settimana. I militanti hanno respinto le forze governative, conquistando un territorio significativo nelle province di Aleppo e Idlib. Aleppo, la seconda città più grande della Siria, è sotto il controllo del governo dal 2016.
HTS è classificata come organizzazione terroristica da Siria, Russia, Iran, Stati Uniti e altri Paesi. Le sue recenti azioni in Siria segnano il primo grande scontro tra jihadisti e forze governative da marzo 2020, quando un cessate il fuoco è stato mediato da Russia e Turchia.
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Il presidente siriano Bashar Assad ha giurato di «eliminare i terroristi» e punire i loro «sponsor e sostenitori». Damasco ha accusato le nazioni occidentali di fornire supporto ai gruppi terroristici nella regione.
Nel frattempo, le forze russe hanno intensificato gli attacchi aerei contro i militanti islamisti, mantenendo una forte presenza militare in Siria, con basi a Hmeimim e Tartus.
Come riportato da Renovatio 21, la Repubblica Islamica dell’Iran, acerrimo nemico degli islamisti della regione, in settimana ha dichiarato di essere pronto a inviare truppe in Siria.
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Terrorismo
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Terrorismo
L’afghano della sparatoria di Washington aveva collaborato con la CIA
Rahmanullah Lakanwal, il presunto responsabile dell’attentato mortale contro due militari della Guardia Nazionale a Washington DC, aveva collaborato con la CIA durante l’occupazione americana dell’Afghanistan.
Mercoledì l’uomo, cittadino afghano, ha aperto il fuoco a bruciapelo contro due appartenenti alla Guardia Nazionale della Virginia Occidentale che stavano effettuando un pattugliamento. Il giorno dopo è deceduta la specialista dell’Esercito Sarah Beckstrom, mentre il sergente maggiore dell’Aeronautica Andrew Wolfe versa ancora in condizioni critiche.
Secondo le autorità, Lakanwal è arrivato negli Stati Uniti nel settembre 2021 grazie a un visto speciale riservato agli afghani a rischio – inclusi quelli che avevano lavorato con le forze occidentali – dopo la riconquista talebana del Paese.
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Giovedì il direttore della CIA John Ratcliffe ha confermato che il sospettato era stato ammesso negli USA «in virtù del suo precedente impiego con il governo statunitense, compresa la CIA, come membro di una forza partner a Kandahar», rapporto terminato subito dopo l’evacuazione caotica dell’agosto 2021.
«Questo individuo – e purtroppo tanti altri come lui – non avrebbe mai dovuto mettere piede qui», ha dichiarato Ratcliffe, facendo eco alle dure critiche del presidente Donald Trump nei confronti del «disastroso» ritiro ordinato dall’amministrazione Biden.
Anche il direttore dell’FBI Kash Patel ha confermato che Lakanwal «manteneva rapporti in Afghanistan con forze alleate» e che tali legami sono attualmente oggetto di indagine.
Il servizio pashto della BBC ha intervistato un ex comandante che aveva operato accanto a Lakanwal: questi lavorava come specialista GPS in un’unità denominata Scorpion Forces, inizialmente sotto il controllo diretto della CIA e poi passata alla Direzione Nazionale per la Sicurezza afghana. Sempre secondo l’ex comandante, Lakanwal contribuì inoltre a proteggere le truppe USA all’aeroporto di Kabul nelle ultime, concitate settimane del ritiro.
Lakanwal ha lasciato Kandahar per Kabul cinque giorni prima dell’ingresso dei talebani nella capitale (agosto 2021) ed è stato evacuato in aereo verso gli Stati Uniti appena sei giorni dopo.
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Terrorismo
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