Gender
Mons. Viganò chiede la scomunica di Biden per la Pasqua sostituita dal «giorno della visibilità trans»
Renovatio 21 pubblica questa dichiarazione pubblicata su Twitter da monsignor Carlo Maria Viganò, arcivescovo, già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America, a proposito della scandalosa proclamazione del 31 marzo – giorno della Santa Pasqua 2024 – quale «Giornata della visibilità transessuale» da parte della Casa Bianca di Joe Biden.
Apocalisse, in greco, significa disvelamento, rivelazione. Questa rivelazione, nella Sacra Scrittura, riguarda anzitutto la realtà oggettiva del Bene e del Male, ossia la presa di coscienza collettiva della guerra in atto tra Dio e Satana, tra i figli della Luce ei figli delle tenebre.
La inaudita e scandalosa proclamazione del 31 marzo come «Giornata della visibilità transessuale» da parte del sedicente Presidente degli Stati Uniti Joe Biden – che osa dichiararsi cattolico – costituisce una gravissima offesa a Dio ea milioni di Cattolici e Cristiani americani e di tutto il mondo, dinanzi alla quale non è possibile non reagire con la dovuta fermezza.
Esorto i cittadini americani ei loro rappresentanti nelle Istituzioni a riconoscere la totale indegnità di Joe Biden a ricoprire un ruolo istituzionale, per raggiungere il quale è ormai notoria l’azione fraudolenta e manipolatoria alle Elezioni presidenziali del 2020.
Chiedo ai miei Confratelli nell’Episcopato e ai sacerdoti di riconoscere che Joe Biden è incorso nella scomunica latæ sententiæ e come tale deve essere cacciato dalle chiese e non deve essere ammesso alla Comunione.
Invito i Cattolici e tutti i Cristiani a pregare perché, in questo giorno solenne di Pasqua, il Signore Risorto abbia misericordia degli Stati Uniti d’America e ponga fine all’attacco delle forze infernali oggi più che mai scatenate.
DICHIARAZIONE di S.E.R. Mons. Carlo Maria Viganò, Arcivescovo, già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America, a proposito della scandalosa proclamazione del 31 Marzo quale “Giornata della visibilità transessuale” da parte del “presidente” Joe Biden.
Apocalisse, in greco,… pic.twitter.com/R8ckW7rh9w
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) March 31, 2024
L’umanità intera si sta risvegliando da un sonno durato ormai troppo a lungo:
– la vita degli innocenti è minacciata da aborto, eutanasia, manipolazioni e abusi;
– la salute dei cittadini è deliberatamente compromessa da sieri sperimentali rivelatisi un’arma biologica di decimazione della popolazione;
– la totale corruzione morale dei vertici dell’autorità civile, l’affermazione di una lobby criminale in un colpo di stato globale, è ormai evidente;
– la sempre più arrogante ostentazione del culto di Satana da parte dei media e del mondo della cultura e dello spettacolo ci mostrano un mondo sommerso di perversioni esecrande che gridano vendetta al Cielo;
– la folle provocazione di un conflitto mondiale miete vite per seppellire gli orrendi scandali sessuali e finanziari di un potere ormai nemico dei cittadini.
L’odio luciferino verso Dio e verso Nostro Signore Gesù Cristo non può essere più nascosto né negato.
Questa è la rivelazione che ci si disvela dinanzi, e che provocatoriamente i servi delle tenebre irridono celebrando le perversioni ei vizi proprio nel giorno santissimo in cui onoriamo la Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.
I Cristiani sono progressivamente banditi dalla società civile e considerano una minaccia per il progetto eversivo del Nuovo Ordine Mondiale, mentre una minoranza di viziosi e pervertiti pretende di erigere le proprie deviazioni a norma universale.
Ecco la «visibilità» di Biden e dell’ideologia woke, che celebra una folle danza macabra verso l’abisso.
Alzatevi, figli della Luce: alzatevi e levate la voce, perché davanti a questi crimini il silenzio diventa complicità. Alzatevi, Cristiani: alzatevi per scongiurare i flagelli che incombono sulle nazioni a causa di un potere usurpato e pervertito.
Dio vi chiama ad essere Suoi testimoni, a combattere per il Bene ea denunciare la cospirazione di un’autorità apertamente asservita a Satana.
Cristo risorto, trionfatore della morte e del peccato, vi infiammi di fede, di carità e di santo coraggio, in questa fase cruciale della Storia dell’umanità
Surrexit Dominus vere: alleluja, alleluja!
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo
31 marzo 2024
Domenica di Pasqua
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr; modificata
Gender
Accontentato il canadese che aveva chiesto al governo di pagare l’operazione per avere sia un pene che la vagina
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Un uomo dell’Ontario ha ottenuto il diritto a un intervento chirurgico di affermazione di genere negli Stati Uniti finanziato dal governo che gli darà sia una vagina che un pene.
Un collegio di tre giudici della Divisional Court dell’Ontario ha stabilito all’unanimità che rifiutarsi di coprire la procedura violerebbe i suoi diritti costituzionalmente riconosciuti dalla Carta.
Al centro del caso c’è K.S., un 33enne nato maschio, ma che ora si identifica come un «dominante femminile» non binario. Usa un nome femminile. Secondo lui, l’intervento più appropriato per sostenere la sua identità di genere è una «vaginoplastica con conservazione del pene», una procedura offerta presso il Crane Center for Transgender Surgery di Austin, in Texas. Non è disponibile in Canada.
Secondo un articolo del National Post, K.S. ha sostenuto che «costringerlo a farsi rimuovere il pene invaliderebbe la sua identità e sarebbe simile a un atto illegale di terapia di conversione».
«Solo perché la vaginoplastica è elencata come un servizio assicurato non significa che nessun tipo di vaginoplastica sia qualificabile, ha sostenuto l’OHIP in tribunale».
«La corte non è stata d’accordo. La vaginoplastica e la penectomia sono elencati come servizi distinti e separati nell’elenco degli interventi chirurgici dell’Ontario ammissibili al finanziamento, ha affermato la corte. “Il fatto che la maggior parte delle persone che si sottopongono ad un intervento di vaginoplastica lo facciano con modalità che comportano anche una penectomia” non cambia la disposizione. Se la provincia avesse voluto assicurare un solo tipo di vaginoplastica (vaginoplastica con asportazione del pene), avrebbe dovuto redigere l’elenco in modo diverso, ha affermato la Corte».
È interessante notare che la corte si è basata sugli standard WPATH, che recentemente sono stati attaccati per mancanza di rigore scientifico. Gli standard WPATH «si riferiscono espressamente alla vaginoplastica senza penectomia come opzione chirurgica per alcune persone non binarie», ha scritto il giudice Breese Davies nella sentenza della corte.
La Corte ha affermato chiaramente che la «vaginoplastica con conservazione del pene» è una questione di diritti umani. «Il diritto alla sicurezza della persona tutelato dalla Carta tutela la dignità e l’autonomia dell’individuo», si legge nella sentenza. Richiedere a un transgender maschio nato o a una persona non binaria «di rimuovere il proprio pene per ricevere finanziamenti statali per una vaginoplastica sarebbe incoerente con i valori di uguaglianza e sicurezza della persona».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Gender
Atlete delle scuole medie si rifiutano di competere contro transessuali
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🚨🚨FIVE middle school female athletes in West Virginia refuse to throw shot put against male, Becky Pepper-Jackson.
— Riley Gaines (@Riley_Gaines_) April 19, 2024
This comes just 2 days after the Fourth Circuit Court of Appeals blocked the WV law that says you must compete in the category that matches your sex.
It's a… pic.twitter.com/RzMgh4jVRU
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Gender
Società medica promette di «eradicare» la transfobia
L’associazione medica britannica Chartered Society of Physiotherapy (CSP) ha rilasciato questo mese due dichiarazioni in merito al suo sostegno al transgenderismo e al suo obiettivo di sradicare la transfobia dalla professione medica.
«Il CSP si oppone alla transfobia. Ci impegniamo a eradicarlo dalla nostra professione», si legge nella dichiarazione del 10 aprile. La dichiarazione è stata quindi definita come una pietra miliare per i diritti «LGBTQIA+» in un’altra dichiarazione dell’11 aprile.
La dichiarazione del 10 aprile prosegue definendo la transfobia, una paura che la società considera malvagia.
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«Transfobia: la paura o l’antipatia di qualcuno basata sul fatto che è transgender, compreso il negare la propria identità di genere o il rifiuto di accettarla”» si legge nella dichiarazione.
Fornisce anche un esempio di fobia proibita: mettere in discussione l’«identità di genere» di una persona transgender, tentare di rimuovere i diritti delle persone transessuali, «rappresentare in modo errato» i trans, escludere sistematicamente le persone transgender dalle discussioni su questioni che le riguardano direttamente, e «altre forme di discriminazione».
La dichiarazione ammette anche che la paura, che ora non è più consentita, può manifestarsi in modi vaghi a seconda dell’interpretazione: «la transfobia non ha una manifestazione unica e semplice. È complesso e può includere una serie di comportamenti e argomenti».
Following dialogue involving our LGBTQIA+ Network and Equity, Diversity and Belonging committee, the CSP has adopted our first definitive position statement on transphobia https://t.co/jGqJ8Ry0It
— Chartered Society of Physiotherapy (@thecsp) April 11, 2024
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«C’è molto di più che dobbiamo fare tutti per garantire che la nostra comunità di fisioterapia sia inclusiva e libera da discriminazioni», ha affermato Ishmael Beckford, presidente del Consiglio CSP. La presidente del comitato Equità, diversità e appartenenza del CSP, Sarine Baz, ha affermato che la paura del transgenderismo non è mai accettabile.
«L’espressione di atteggiamenti o sentimenti negativi nei confronti delle persone transgender, o altre azioni transfobiche, non possono essere tollerate», ha detto la Baz.
Come riportato da Renovatio 21, la cosiddetta medicina transgender, nonostante i recenti scandali e le battute d’arresto istituzionali in vari Paesi, sembrerebbe procedere nel suo percorso anche in Italia, dove vi è stata polemica quando si è scoperto che persino il Policlinico Gemelli – l’ospedale del papa – avrebbe istituito un ambulatorio di assistenza per la disforia di genere.
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