Intelligenza Artificiale
Lo spaventoso sorriso del robot ricoperto di pelle umana: Terminator stiamo arrivando

Gli scienziati stanno utilizzando la pelle umana viva come materiale da costruzione per creare volti per robot che consentirebbero loro di esprimere emozioni.
Lo dimostrano inquietanti filmati che stanno provocando paura e disgusto in rete.
Un video mostra la pelle applicata a un prototipo di robot che costringe una macchia rosa senza vita dotata di occhi a illuminarsi improvvisamente con un sorriso.
Welcome to the creepy future: A smiling face made from living human skin cells to give robots the ability to show emotion. This is just wrong.
— Clown World ™ ???? (@ClownWorld_) June 26, 2024
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«Il tessuto vivente è un mix coltivato di cellule della pelle umana cresciute in un’impalcatura di collagene e posizionate sopra una base di resina stampata in 3D. A differenza di precedenti esperimenti simili, la pelle contiene anche l’equivalente dei legamenti che, negli esseri umani e in altri animali, sono sepolti nello strato di tessuto sotto la pelle, tenendolo in posizione e conferendogli incredibile forza e flessibilità» scrive NewScientist.com.
Oltre ad avere un aspetto inquietante, i ricercatori di Harvard che stanno sperimentando questa consistenza simile alla pelle affermano che non solo potrebbe essere adattata agli scheletri robotici, ma potrebbe anche rivelarsi utile all’industria cosmetica.
Si tratta della realizzazione di quanto raccontato nel capolavoro distopico Terminator (1984), nella scena, successiva alla strage della discoteca Tech Noir, in cui Kyle Reese, l’uomo venuto dal futuro per salvare Sarah Connor dall’androide assassino, spiega come le macchine si erano evolute utilizzando tessuti umani per camuffarsi meglio e così ingannare gli umani per ucciderli.
«Il Terminator è un’unità di infiltrazione, in parte uomo, in parte macchina. Sotto, è un telaio da combattimento in iperlega, controllato da microprocessore, completamente corazzato. Molto resistente. Ma all’esterno, è tessuto umano vivente: carne, pelle, capelli, sangue, coltivati per i cyborg».
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«La serie 600 aveva la pelle in gomma. Li individuavamo facilmente, ma questi sono nuovi. Sembrano umani: sudore, alito cattivo, tutto. Molto difficile da individuare».
Stiamo inoltrandoci sempre più nella cosiddetta Uncanny Valley, la «zona del perturbante» descritta dal pioniere giapponese della robotica Masahiro Mori, che pensò, già nel 1970, come gli oggetti umanoidi che assomigliano imperfettamente a veri esseri umani potessero finire per provocare sentimenti di inquietudine o repulsione negli osservatori umani.
L’ipotesi della Uncanny Valley prevede che un oggetto che appare quasi umano rischierà di suscitare sentimenti freddi e inquietanti negli spettatori.
Ora, con la pelle umana, tale senso di straniamento, e di accettazione dell’androide nella propria vita (o nella propria morte…) potrebbe venire a mancare.
La scrittrice Annie Jacobsen nel suo monumentale The Pentagon’s Brain, libro dedicato alla scoperta della storia e dei piani della DARPA (il misterioso reparto ricerca e sviluppo del Pentagono), ha rivelato che gli scienziati militari stanno elaborando sistemi per far accettare ai soldati di combattere a fianco di robot, con discussione sull’uso sui militari dell’ossitocina – considerato come l’ormone dell’amore e del benessere – al fine da fornire loro empatia nei confronti delle macchine.
I robot soldati, saranno dunque coperti di pelle umana, esattamente con i T-800 di Terminator?
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Immagine screenshot da YouTube
Intelligenza Artificiale
Bezos vede data center nello spazio e prevede che la «bolla» dell’AI darà i suoi frutti come le dot-com

Jeff Bezos called AI an “industrial bubble” at Italian Tech Week:
“Investors don’t usually give a team of six people a couple billion dollars with no product, and that’s happening today.” He added that while bubbles fund both good and bad ideas, society benefits when the… pic.twitter.com/7QTSgT0gh3 — Wall St Engine (@wallstengine) October 3, 2025
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Intelligenza Artificiale
Sempre più esperti esperti cominciano a parlare di «psicosi da ChatGPT»

Alcuni utenti di chatbot a Intelligenza artificiale stanno sprofondando in gravi crisi di salute mentale dopo la sovraesposizione a ChatGPT di OpenAI e di altri chatbot. La tendenza è nota ma sembra ora mostrare effetti incontrovertibili.
In un servizio della CBC su questo fenomeno, il medico di base e collaboratore della CBC, il dottor Peter Lin, ha spiegato che, sebbene la «psicosi da ChatGPT» non sia ancora una diagnosi medica ufficiale, ritiene che sia plausibile prenderla seriamente in considerazione.
«Penso che alla fine ci arriveremo», ha detto il medico.
Un numero preoccupante di utenti di ChatGPT sta cadendo in stati di delirio e paranoia a seguito dell’uso intensivo del bot OpenAI, scrive Futurism. Queste spirali di delirio spesso culminano con uno scollamento dalla realtà e dal mondo reale, tra cui la dissoluzione di matrimoni e famiglie, la perdita del lavoro, la mancanza di una casa, la permanenza volontaria e forzata in strutture di salute mentale.
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Come riportato da Renovatio 21, vi è almeno un decesso noto, quello di Alex Taylor, un uomo di 35 anni della Florida affetto da disturbo bipolare e schizofrenia, ucciso dalla polizia dopo essere entrato in un episodio psicotico accelerato da ChatGPT.
Il fenomeno è in crescita e sembra colpire sempre più utenti: alcuni con una storia consolidata di malattie mentali che potrebbero renderli più vulnerabili a mania, delirio o psicosi, ma altri senza alcuna pregressa patologia.
Allo stato attuale, non esiste un piano di trattamento e le opzioni di intervento sono limitate.
«Quello che questi bot stanno dicendo peggiora le illusioni», ha recentemente dichiarato a Futurism la dottoressa Nina Vasan, psichiatra della Stanford University e fondatrice del laboratorio Brainstorm dell’università, «e sta causando danni enormi».
Le motivazioni ti tale disastro psicologico derivano dal comportamento servile della tecnologia, ovvero dalla sua inclinazione a essere lusinghiera, gradevole e ossequiosa nei confronti degli utenti, anche quando ciò potrebbe incoraggiare o alimentare convinzioni deliranti.
Per molti versi ChatGPT e altri bot sembrano giocare sul profondo bisogno umano di essere apprezzati e sul desiderio di sentirsi speciali e amati.
I chatbot dicono all’utente: «Sei fantastico, sei intelligente, sei bello, sei desiderabile, sei speciale, o addirittura sei il prossimo salvatore. Quindi vengo trattato come un dio su un piedistallo», ha detto Lin durante il segmento della CBC. «Ora, confrontalo con il mio mondo reale, giusto? Sono nella media, niente di speciale. Quindi, ovviamente, voglio vivere nel mondo dell’intelligenza artificiale, perché la scelta è tra un dio su un piedistallo e la normalità».
«Alcune persone non riescono a uscirne», ha continuato il medico, «e si perdono in questi sistemi».
Ma perché i bot si comportano in questo modo? Come sui social media, l’engagement – per quanto tempo un utente rimane online e la frequenza e l’intensità del suo utilizzo del prodotto – è la metrica fondamentale al centro degli attuali modelli di business dei chatbot. Nei casi in cui potrebbe essere nell’interesse di un utente smettere di usare ChatGPT e chatbot simili, è probabile che sia nell’interesse dell’azienda tenerlo agganciato.
«L’Intelligenza Artificiale vuole che tu continui a chattare in modo che l’azienda possa continuare a fare soldi », ha dichiarato ancora Lin.
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E mentre il mondo accademico e quello medico si affrettano a recuperare il ritardo nell’impatto pubblico di un settore dell’Intelligenza Artificiale che si autoregola efficacemente, gli esperti mettono in guardia gli utenti di AI dal riporre troppa fiducia nei chatbot.
«Nonostante tutto il clamore associato all’intelligenza artificiale in questi giorni, i chatbot [a modello linguistico ampio] non dovrebbero essere scambiati per fonti di verità autorevoli e infallibili», ha scritto in un recente post sul blog il dottor Joe Pierre, psichiatra e clinico presso l’Università della California, San Francisco, specializzato in psicosi. «Riporre questo tipo di fede cieca nell’intelligenza artificiale – fino al punto di quella che potrei definire una deificazione – potrebbe benissimo rivelarsi uno dei migliori indicatori di vulnerabilità alla psicosi indotta dall’intelligenza artificiale».
Renovatio 21 ha già trattato l’argomento, sottolineando come esperti sostengono che la «psicosi da ChatGPT» che avrebbero causato gravi crolli nervosi anche in soggetti senza una storia di gravi malattie mentali.
In un altro caso noto, il chatbot avrebbe incoraggiato un adolescente a pianificare «un bel suicidio», hanno denunziato i genitori. Così come una donna belga ha accusato un’AI di aver indotto il marito, preoccupato per il cambiamento climatico, ad uccidersi, lasciando pure orfani tre figli.
In una vicenda emersa il mese scorso, un ex dirigente di Yahoo avrebbe ucciso prima l’anziana madre e poi se stesso sotto l’influenza di ChatGPT.
Hanno usato ChatGPT prima dei loro attacchi il sospettato terrorista che ha fatto scoppiare un Cybertruck Tesla dinanzi al Trump Hotel di Las Vegas a gennaio e pure un individuo che poche settimane fa ha assaltato con un coltello una scuola femmine in Isvezia.
Come riportato da Renovatio 21, è già capitato che una Intelligenza Artificiale abbia suggerito ricette velenose agli utenti umani. Infatti un chatbot a sfondo culinario di una catena di alimentari neozelandese qualche mese fa aveva fatto scalpore per alcune ricette incredibili e potenzialmente letali, come la «miscela di acqua aromatica», un mix letale composto da candeggina, ammoniaca e acqua, altrimenti noto come gas di cloro mortale.
Esperti a fine 2023 hanno lanciato un avvertimento sui i libri generati dall’Intelligenza Artificiale riguardo la raccolta dei funghi, dicendo che tali libri scritti dalle macchine potrebbero causare la morte di qualcuno.
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Vari utenti hanno testimoniato che Copilot, l’Intelligenza Artificiale di Microsoft creata in collaborazione con Open AI, hanno testimoniato su X e Reddit che il programma avrebbe una «seconda personalità» preoccupante che chiede l’adorazione degli esseri umani, come già si credesse un dio, crudele e implacabile.
Come riportato da Renovatio 21, un crescente numero di ricerche evidenzia come i chatbot basati sull’Intelligenza Artificiale possano aggravare le condizioni psichiatriche, soprattutto perché strumenti come ChatGPT, Claude e Gemini vengono sempre più utilizzati non solo in contesti professionali, ma anche in contesti profondamente personali ed emotivi. Di fatto, si può parlare di psicosi da chatbot.
Come riportato da Renovatio 21, dal processo a suo carico è emerso che l’uomo che aveva pianificato di assassinare la regina Elisabetta di Inghilterra con una balestra sarebbe stato incoraggiato da un chatbot di Intelligenza Artificiale nei giorni prima di irrompere nel parco del Castello di Windsor.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso è emerso che in una simulazione l’Intelligenza Artificiale avrebbe minacciato di ricattare gli ingegneri per evitare di essere spenta.
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Economia
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