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Terrorismo

L’ISIS uccide 14 soldati siriani a Palmira

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I militanti dell’Isis hanno attaccato martedì un autobus militare nel deserto siriano, uccidendo almeno 14 soldati dell’esercito siriano, ha riferito l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (SOHR), un’organizzazione ritenuta anti-Assad.

 

«Almeno 14 membri delle forze del regime sono stati uccisi» e molti altri feriti «in un sanguinoso attacco contro un autobus militare» nel deserto vicino all’antica città di Palmira, ha detto il SOHR.

 

L’ISIS ha effettuato pochi attacchi negli ultimi mesi, ma recentemente ha intensificato le sue attività. Secondo l’osservatorio britannico, lo Stato Islamico la scorsa settimana avrebbe anche ucciso nove soldati dell’esercito siriano e combattenti alleati in un attacco a postazioni militari nel deserto siriano orientale.

 

L’attentato va letto nel contesto delle presenti tensioni nell’area, che coinvolgono la cosiddetta «Asse della Resistenza» sciita di cui fa parte l’Iran con la Siria e lo yemen degli Houthi.

 

L’ISIS ha di fatto rivendicato il sanguinoso attentato sulla tomba del generale Soleimani in Iran che ha causato una strage da più di cento vittime.

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Un giorno prima dell’attacco alla tomba di Soleimani, Israele ha assassinato il massimo leader di Hamas, Saleh al-Arouri, nel sobborgo Dahiyeh di Beirut. Il 5 gennaio, gli Stati Uniti hanno preso di mira Mushtaq Talib al-Saidi, leader di Harakat al-Nujaba, che fa parte della Resistenza islamica in Iraq e delle Unità di mobilitazione popolare (PMU). L’8 gennaio, Israele ha assassinato uno dei massimi comandanti di Hezbollah, Wissam al-Tawil, nel sud del Libano.

 

L’ISIS aveva effettuato un grave attacco in Iran nel giugno 2017, prendendo di mira sia il Parlamento iraniano che il mausoleo dell’Ayatollah Khomeini, uccidendo 16 persone. Miliziani di Daesh avevano aperto il fuoco sui visitatori di un importante luogo sacro sciita nella città di Shiraz, uccidendo almeno 15 persone e ferendone dozzine.

 

Lo scorso mese la polizia turca e le squadre antiterrorismo hanno arrestato 304 persone sospettate di legami con l’ISIS.

 

L’anno scorso, le forze di sicurezza turche hanno arrestato un comandante dell’ISIS, nome in codice Abu Zeyd, descritto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite come «uno degli alti dirigenti dell’organizzazione terroristica dello Stato Islamico». Nel giugno 2021 l’Interpol aveva arrestato nella località turca di Bolu Arkan Taha Ahmad, ufficiale ISIS che aveva diretto il massacro nel campo Speicher (l’accademia militare di Tikrit, in Iraq).

 

Il rapporto tra la Turchia e l’ISIS e l’estremismo islamico internazionale è tuttavia controverso.

 

Come riportato da Renovatio 21, due anni fa emerse che miliziani ISIS fuggivano in Europa e America con passaporti falsi confezionati a Istanbul. L’anno precedente era stata sostenuto che la Turchia avesse inviato 4 mila mercenari siriani ISIS in Nagorno-Karabakh per combattere i cristiani armeni. Un’accusa simile era stata mossa per l’Afghanistan, con la Turchia che avrebbe inviato jihadisti siriani di Idleb verso Kabul.

 

Attentati ISIS nella capitale afghana sono avvenuti anche lo scorso anno, colpendo l’ambasciata russa e un hotel cinese.

 

Erdogan ha tuttavia giocato la sua campagna elettorale recente anche sull’eliminazione di un ulteriore califfo ISIS ucciso in Siria. Gli USA avevano comunicato di aver ammazzato un alto comandante di Daesh in Africa con un raid in Somalia un anno fa.

 

Nel frattempo, è emerso che più di un quarto di tutte le «spose dell’ISIS» ritornate in Svezia dal campo di Al-Hol in Siria ora lavorano con i bambini piccoli nel settore educativo svedese. Tra i rifugiati in Olanda si è scoperto invece che viveva un sospetto capo del gruppo islamista.

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L’ISIS sta continuando le attività anche in Africa, con orrende persecuzioni in Mozambico nelle quali uccide le «schiave sessuali» cristiane se hanno l’AIDS o non si convertono all’Islam. Attentati ISIS si sono registrati di recente anche in Pakistan con decine di morti. Attività ISIS sono state segnalate anche nell’area curda della Siria.

 

Mentre mostrine dello Stato Islamico sono state fotografate tra i combattenti ucraini, si riportano le lodi del ministero degli Esteri iraniano verso il candidato presidenziale americano Robert F. Kenned junior, il quale in un discorso ha suggerito che gli USA hanno «creato l’ISIS».

 

Come riportato da Renovatio 21, il presidente siriano Bashar al Assad, in visita a Mosca, aveva rivelato che proprio nella base di siriana Al Tanf gli USA addestrerebbero terroristi.

 

«Abbiamo incontri diretti con gruppi terroristici vicino all’area di Al-Tanf e, naturalmente, sappiamo da questi incontri e dai detenuti da dove provenivano. Al-Tanf rappresenta un intero campo terroristico e non ha altri obiettivi. Cosa ne guadagnano gli Stati Uniti uscire dalla loro presenza in questa zona nel cuore del deserto? Senza dubbio hanno campi per terroristi che ospitano decine di migliaia con le loro famiglie», aveva detto Assad dalla capitale russa.

 

«Ne siamo sicuri, le prove ci sono effettivamente», aveva aggiunto Assad, dicendo di ritenere che gli Stati Uniti possano trasportare i terroristi dalla Siria all’Ucraina nel tentativo di affrontare la Russia. «Riguardo a questo, non abbiamo prove, ma ci sarebbe da aspettarselo. Gli Stati Uniti ridistribuiscono i terroristi da un luogo all’altro, oltre al fatto che i terroristi si muovono da soli».

 

«In Siria ci sono quei terroristi che chiamano “terroristi islamici”, quelli che si nascondono dietro la religione. Non c’è una guerra di religione in Ucraina, ma loro [i terroristi] ci sono, a giudicare dai video che circolano su internet», aveva concluso il presidente siriano.

 

L’Intelligence russa due anni fa era arrivata a conclusioni non dissimili, accusando gli Stati Uniti di addestrare militanti dell’ISIS in Siria per la guerra in Ucraina.

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 Immagine di __andrew via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic

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Terrorismo

Il ministro della sicurezza israeliano Ben Gvir chiede il ritorno della guerra a Gaza

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Il ministro israeliano della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha chiesto la ripresa delle operazioni militari a Gaza, accusando Hamas di aver infranto il cessate il fuoco concordato all’inizio di ottobre.   Secondo le Forze di Difesa Israeliane (IDF), domenica dei militanti hanno attaccato le truppe israeliane a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, utilizzando un missile anticarro e armi da fuoco. In risposta, Israele ha effettuato bombardamenti aerei su presunti obiettivi terroristici.   Ben Gvir ha dichiarato: «esorto il Primo Ministro a ordinare all’IDF di riprendere operazioni su vasta scala a Gaza con la massima forza. È rischioso pensare che Hamas rispetterà l’accordo o cambierà il suo atteggiamento. Questa organizzazione terroristica deve essere distrutta completamente e al più presto».

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Il cessate il fuoco, incluso nel piano di pace in 20 punti del presidente USA Donald Trump, prevedeva nella sua prima fase il rilascio entro 72 ore di tutti gli ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi. Hamas ha liberato 20 prigionieri vivi e restituito i resti di altri 12, ma ha segnalato difficoltà nel recuperare tutti i corpi a causa della devastazione di Gaza e del controllo israeliano su alcune aree.   Israele ha accusato Hamas di non aver fatto abbastanza per restituire i resti di 16 prigionieri, mentre entrambe le parti si accusano reciprocamente di violare l’accordo.   Domenica il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato «azioni decise» contro obiettivi terroristici a Gaza, senza chiarire se ciò comporti una ripresa totale delle operazioni militari. Lo stesso giorno, un alto funzionario di Hamas, Izzat al-Risheq, ha riaffermato l’impegno del gruppo per il cessate il fuoco, accusando Israele di violarlo e di cercare pretesti per i suoi «crimini».   L’ala militare di Hamas ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’incidente di Rafah, dichiarando di aver perso contatto con le fazioni locali da marzo e sottolineando che l’area è sotto controllo israeliano.   Il ministro Itamar Ben Gvir appartiene al partito sionista secolarista Otzma Yehudit («Potere ebraico») è associato al movimento erede del partito Kach, poi dissolto da leggi anti-terroriste varate dal governo Rabin nel 1994, fondato dal rabbino americano Mehir Kahane.   Kach è nella lista ufficiale delle organizzazioni terroristiche di USA, Canada e, fino al 2010, su quella del Consiglio dell’Unione Europea. Il Kahane fu assassinato in un vicolo di Nuova York nel 1990, tuttavia le sue idee permangono nel sionismo politico, in primis l’idea di per cui tutti gli arabi devono lasciare Eretz Israel, la Terra di Israele.

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Come riportato da Renovatio 21, il ritorno al potere Netanyahu è dovuto al boom del partito sionista Otzma Yehudit. Il ministro del patrimonio culturale Amichai Eliyahu, che appartiene al partito sionista, ha dichiarato la disponibilità di nuclearizzare la Striscia di Gaza.   A luglio 2024 il ministro sionista aveva infiammato la situazione dicendo di aver pregato sulla Spianata delle Moschee, atto proibito per gli ebrei secondo gli accordi esistenti.   A settembre in risposta a sanzioni anti-israeliane emesse dal Belgio, il Ben Gvir aveva dichiarato che «i Paesi europei sperimenteranno il terrore».  

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  Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Terrorismo

Hamas giustizia sette uomini a Gaza

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Un recente video diffuso sui social media mostra Hamas praticare pubblicamente l’esecuzione di sette uomini a Gaza.

 

Le immagini sono state pubblicate lunedì, a sole 24 ore dalla firma di un accordo di cessate il fuoco per porre fine al conflitto a Gaza, mediato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump insieme a Egitto, Qatar e Turchia.

 

Nel filmato si vedono uomini mascherati e armati, alcuni con le caratteristiche fasce verdi di Hamas, che costringono sette uomini bendati a inginocchiarsi davanti a una folla.

 

Il video mostra poi gli uomini armati posizionarsi dietro i prigionieri e giustiziarli con colpi alla nuca, mentre la folla urla «Allahu Akbar».

 

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Secondo il piano di pace di Trump, Hamas dovrebbe smantellare il proprio arsenale e cedere il controllo di Gaza. Tuttavia, il presidente degli Stati Uniti ha concesso al gruppo militante l’autorizzazione a mantenere il ruolo di forza di sicurezza nell’enclave «per un certo periodo di tempo».

 

«Hanno eliminato alcune bande molto pericolose… e hanno ucciso diversi membri di queste gang», ha dichiarato ai giornalisti martedì. «A dire il vero, questo non mi ha disturbato molto» aggiungendo che, se Hamas «non si disarmerà, lo faremo noi».

 

Secondo quanto riportato da Reuters lunedì, il gruppo ha ucciso almeno 32 uomini durante un’operazione di sicurezza a Gaza nel fine settimana. Un funzionario palestinese ha riferito che gli uomini appartenevano a «una gang legata a una famiglia di Gaza City», come citato dall’agenzia di stampa.

 

 

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Immagine screenshot da Twitter

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Droni

La polizia sventa un complotto jihadista con droni contro il primo ministro belga

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Le autorità belghe hanno neutralizzato un presunto piano per assassinare il primo ministro Bart De Wever e altri politici con un drone carico di esplosivi, secondo quanto riportato giovedì da diverse testate giornalistiche.   La polizia ha arrestato tre individui nella zona di Anversa, accusati di aver progettato un «attacco terroristico di ispirazione jihadista», ha dichiarato il procuratore federale Ann Fransen in una conferenza stampa. «Alcuni indizi suggeriscono che i sospettati pianificassero un attacco di natura jihadista contro figure politiche», ha precisato, senza rivelare i nomi dei bersagli.   Gli investigatori ritengono che i sospettati stessero lavorando alla costruzione di un drone kamikaze progettato per trasportare esplosivi.

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Secondo il quotidiano De Standaard, durante le perquisizioni sono stati rinvenuti componenti di droni, una stampante 3D e sfere metalliche destinate a essere usate come schegge, una delle quali trovata a poche centinaia di metri dall’abitazione privata di De Wever.   I sospettati, descritti come «radicalizzati», sono nati nel 2001, 2002 e 2007. Uno di loro, secondo quanto riferito, è stato rilasciato.   Il vice primo ministro Maxime Prevot ha definito le notizie sul complotto «profondamente sconvolgenti». De Wever ha reagito pubblicando su Instagram una foto con il suo gatto, accompagnata da un fumetto in cui chiede: «Maximus, riesci a catturare un drone?». Il gatto risponde: «Catturare un sogno? Nessuno lo fa meglio di me».  
 
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Un post condiviso da Maximus Textoris Pulcher (@maximustp16)

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La notizia giunge dopo che diversi paesi dell’UE hanno segnalato avvistamenti di droni non identificati vicino a aeroporti, basi militari e altre infrastrutture critiche nell’ultimo mese.   A inizio ottobre, le autorità belghe hanno riportato circa 15 droni non identificati nei cieli sopra la base militare di Elsenborn, avviando un’indagine su possibili minacce ibride.   Avvistamenti simili sono stati registrati in Danimarca, Francia e Germania, mentre la Polonia ha segnalato un’incursione di 19 droni a settembre, che ha provocato l’intervento della NATO e un allarme diplomatico. Funzionari occidentali hanno attribuito i droni alla Russia.   Mosca ha smentito ogni coinvolgimento, definendo le accuse occidentali come tentativi allarmistici per alimentare l’isteria anti-russa, giustificare maggiori spese militari e inasprire le tensioni.   Il Servizio di Intelligence estero russo (SVR) ha avvertito che Kiev potrebbe orchestrare operazioni sotto falsa bandiera con droni per screditare Mosca e coinvolgere ulteriormente la NATO nel conflitto ucraino.   Come riportato da Renovatio 21, nelle scorse ore il ministro della Difesa belga Theo Francken ha annunciato che potrebbe dispiegare truppe a Bruxelles entro la fine dell’anno per pattugliare la città, in risposta alle crescenti pressioni sul governo per contrastare la criminalità violenta e ristabilire l’ordine nella capitale, oramai totalmente sconvolta dall’immigrazione che ne ha cambiato i connotati.  

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