Gender
L’ideologia transgender è l’ideologia gender

Durante il suo ultimo discorso al Congresso, tra le varie persone che ha additato al mondo come esempio (quali la moglie e i figli di Corey Imperatore, l’uomo ucciso dal proiettile destinato a Trump mentre proteggeva con il corpo la sua famiglia), il presidente Trump ha elogiato anche January Littlejohn, una madre che ha fatto causa alla scuola media della figlia, la Leon County School Board in Florida, per averla sottoposta ad una cosiddetta «transizione sociale» senza nemmeno coinvolgere i genitori.
Trump l’ha definita una «coraggiosa sostenitrice contro questa forma di abuso sui minori». Cioè: quello che fino a ieri era un protocollo medico e scolastico praticamente obbligatorio – trasformare un bambino indotto in confusione in una «bambina» artificiale, e viceversa – ora è chiamato senza mezzi termini «abuso di minori»; espressione con cui, ricordiamo, si definisce anche la pedofilia.
La follia contronaturale parrebbe proprio arrivata al termine. D’improvviso il re è rimasto nudo.
«Storie come questa sono il motivo per cui, poco dopo essere entrato in carica, ho firmato un ordine esecutivo che proibisce alle scuole pubbliche di indottrinare i nostri figli con l’ideologia transgender», ha detto il presidente americano. «Ho anche firmato un ordine per tagliare tutti i finanziamenti dei contribuenti a qualsiasi istituzione che si dedichi alla mutilazione sessuale dei nostri giovani».
.@POTUS honors January Littlejohn, whose daughter’s school had secretly “socially transitioned” her 13-year-old girl and calls on Congress to pass a bill permanently banning and criminalizing sex changes on children.
“Our message to every child in America is that you are perfect… pic.twitter.com/Odf0rtL4fw
— Rapid Response 47 (@RapidResponse47) March 5, 2025
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Vale la pena, tuttavia, significare un concetto che potrebbe rimanere implicito e non risultare del tutto chiaro: l’ideologia transgender è l’ideologia gender.
Mentre il mondo prende consapevolezza della allucinazione dentro cui è stato costretto a vivere e qualcuno sta lavorando per tentare di tenere in piedi almeno una parte dei colori dell’arcobaleno invertito, è importante non perdere di vista questa semplice equazione: il transessualismo inflitto a ogni livello in via istituzionale – con la sua chirurgia aberrante, l’uso di droghe steroidee, la pressione psicologica sulla società che impone di cambiare il linguaggio (i pronomi, l’asterisco, etc.) e a modificare l’assetto scolastico (la carriera alias) – altro non è che la famosa teoria del gender applicata.
Quella che ancora oggi i giornaloni, le tristissime femministe, i compunti benpensanti, dicono che non esiste. Essi vanno ripetendo che il gender non esiste: che sarebbe un’invenzione complottista di qualche allarmista bigotto. Sappiamo poi com’è nella realtà: il gender non esiste, ma mutila i bambini – o, ancora peggio, induce lo Stato a castrare e devastare i suoi cittadini minorenni.
Perché, detta in estrema sintesi, se il «genere» è fluido, arbitrario, un software modificabile ed intercambiabile a piacimento come insegna la gender theory, il corollario automatico è la transessualizzazione (e, ad un passo, la transumanizzazione: sono una macchina, un animale, un alieno, tutto quello che voglio).
Se il genere è un costrutto sociale, allora la possibilità del cittadino di trasformarsi in quel che gli pare (da uomo a donna, da donna a uomo, e oltre verso dimensioni inesplorate dell’aberrazione) non solo è legittima, ma va incoraggiata, e perfino foraggiata dal danaro del contribuente – e pazienza se l’opzione medica transessualista è, a differenze del genere, ben poco fluida, ovvero irreversibile: tagliati via organi sessuali e altre parti del corpo, non è che ricrescano da soli.
Siamo quindi davvero a un passo da una resa dei conti che mai avremmo creduto di poter vedere: la teoria gender ha la strada davanti a sé sbarrata dal vertice di una superpotenza atomica. Anzi, di due.
Vediamo quanto ancora durerà qui, tenuta in vita da un’Europa fatta di pazzia slatentizzata: omotransessualismo e guerra alla Russia, e fiumi di danaro per entrambi, paiono essere le priorità delle figurine di Bruxelles rimaste a girare come criceti nel loro bozzolo di demenza distruttrice.
Roberto Dal Bosco
Elisabetta Frezza
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Gender
Papa Leone XIV nomina un arcivescovo pro-LGBT a ruoli chiave in Vaticano

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Gender
La drag queen «LaWhore Vagistan» insegnerà etnografia queer ad Harvard

Provede il piano della prestigiosa università di Harvard di accogliere un professore drag queen in visita per insegnare corsi sull’etnografia queer e sull’influenza culturale di un longevo reality show drag nonostante l’opposizione dell’amministrazione Trump all’«ideologia woke».
L’ateneo della Ivy League è attualmente coinvolto in una disputa legale con l’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, che mira a tagliare miliardi di finanziamenti federali per diverse ragioni.
L’invito a Kareem Khubchandani – professore associato alla Tufts University e performer drag con il nome d’arte «LaWhore Vagistan» – è stato annunciato a luglio ed è stato riportato questa settimana dal New York Post e altri media.
Harvard hires drag queen named ‘LaWhore Vagistan’ as visiting professor https://t.co/2vL0LziK6T pic.twitter.com/YkNA4cA11f
— New York Post (@nypost) October 2, 2025
When it comes to LaWhore Vagistan at Harvard I’m not even outraged — its hilarious https://t.co/1uhKxaUuUX pic.twitter.com/5XJKr7DqQH
— NY Post Opinion (@NYPostOpinion) October 2, 2025
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Il Khubchandani, la cui ricerca e attivismo si concentrano sulla vita queer, terrà corsi sull’etnografia queer in autunno e un corso su RuPaul’s Drag Race (una trasmissione condotto da un famoso trans americano) nella primavera del 2026.
Secondo il New York Post, Khubchandani ha reso il suo personaggio drag «parte essenziale del proprio approccio didattico». In alcune interviste, il professore ha spiegato che «LaWhore» (in inglese «la puttana») è un gioco di parole audace sul nome della città pakistana di Lahore, mentre «Vagistan» richiama un fantomatico Paese del’Asia meridionale improntato sui genitali femminili.
Il personaggio, ovviamente, è protagonista di TEDx.
In un articolo del 2022 intitolato «L’esperimento sessuale nelle Ivy League», la rivista National Interest ha citato Khubchandani come esempio di accademici che starebbero trasformando le università americane in «vivai di fondamentalisti di genere», sostenendo che agli studenti viene proposta una «terminologia in continua espansione per l’orientamento sessuale» e che sono spinti verso l’attivismo «senza sviluppare un senso di umiltà intellettuale».
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Immagine screenshot da YouTube
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Svizzero preferisce il carcere alla multa per un post «transfobico»

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For context, he said that after people die, if you dug them up 200 years later, they’d identify as their actual sex based on their skeletons.
For that, he’s going to jail. Europe: Bastion of freedom and reason. https://t.co/Q2OL6lWkNs — Bonchie (@bonchieredstate) September 27, 2025
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