Economia
Le principali aziende tedesche nella trappola del debito

Sotto il governo ampel, l’economia tedesca procede nella sua spirale discendente.
Secondo i calcoli del quotidiano economico tedesco Handelsblatt, nel 2024 le sole imprese del Dax-40 avranno un debito pari a 69 miliardi di euro
Il DAX-40 è il nome con cui alla Borsa di Francoforte vengono chiamati i 40 titoli a maggior capitalizzazione.
I debiti dei DAX-40 sono stati assunti durante la fase a tasso zero, ma ora devono essere rimborsati o rifinanziati a tassi di interesse notevolmente più elevati: una situazione che potrebbe spalancare prospettive abissali.
Negli anni della politica dei tassi a zero le aziende si sono infilate nella trappola dei tassi. Durante questo periodo, il debito delle società DAX è salito al livello record di circa 650 miliardi di euro. Si tratta del doppio rispetto a dieci anni fa.
Le obbligazioni, pari a 522 miliardi di euro, costituiscono gran parte del debito.
Come riportato da Renovatio 21, a fine estate la Bundesbank ha riferito che la produzione economica tedesca è rimasta stagnante nel secondo trimestre del 2023 dopo la contrazione dei due trimestri precedenti, e si prevede che la crescita rimarrà contenuta nel breve termine, ha riferito lunedì la Bundesbank.
Il Fondo Monetario Internazionale ha comunicato ha luglio scorso la sua previsione per cui la Germania sarà l’unica economia del G7 a subire una contrazione quest’anno, mentre lotta con le ricadute della crisi energetica. Solo pochi mesi fa la Germania ancora parlava di razionamento dell’energia, mentre si spengono gli ultimi reattori nucleari.
In Germania la produzione è diminuita per la prima volta da gennaio, guidata da un forte calo della produzione industriale.
Come riportato da Renovatio 21, l’industria chimica tedesca, per fare un esempio, è letteralmente in caduta libera. Lo stesso dicasi per il settore automotive, un tempo fiore all’occhiello dell’industria del continente.
Nel frattempo Berlino, pur con problemi di reclutamento, si sta rimilitarizzando investendo almeno 22 miliardi di dollari in munizioni entro il 2030.
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Immagine di Ank Kumar via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Economia
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Economia
Importatori indiani pagano petrolio russo in yuan

Le compagnie indiane importatrici di petrolio hanno iniziato a utilizzare lo yuan per pagare direttamente le forniture di greggio russo. Lo riporta The Cradle.
Secondo quanto riportato anche dall’agenzia Reuters, vi sono stati recenti pagamenti in yuan da parte dell’Indian Oil Corporation per «due o tre carichi di petrolio russo». In precedenza, i commercianti dovevano convertire i pagamenti in dirham (Emirati Arabi Uniti) o dollari in yuan, poiché questi ultimi possono essere convertiti direttamente in rubli per pagare i produttori russi.
Ora, secondo «fonti informate» citate da Reuters, si cerca di eliminare questo passaggio costoso. I pagamenti in yuan aumenteranno la disponibilità di petrolio russo per le raffinerie statali indiane, poiché alcuni commercianti russi rifiutavano altre valute.
I commercianti russi e la banca centrale russa si erano opposti all’accumulo di grandi saldi in rupie indiane, derivanti dagli elevati acquisti di petrolio, dato che le esportazioni indiane verso la Russia, pur in crescita in settori come ingegneria e farmaceutica, non bilanciavano le importazioni di greggio.
Questo passaggio ai pagamenti in yuan, di cui non è chiaro il periodo di attuazione, risulta vantaggioso sia per l’India che per la Russia, che necessita di yuan per il commercio con la Cina.
Dato il notevole deficit commerciale dell’India con Russia e Cina, è probabile che la sua Banca Centrale ottenga yuan attraverso una linea di swap con la Banca Popolare Cinese.
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Immagine di KeenHopper via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Cina
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