Tale partnership includeva una sovvenzione di 40 milioni di dollari nel 2017 per sviluppare nuovi vaccini per il bestiame. Il finanziamento della Fondazione Gates al CGIAR , «partenariato di ricerca globale per un futuro di sicurezza alimentare dedicato alla trasformazione dei sistemi alimentari, della terra e dell’acqua in una crisi climatica», continua a concentrarsi sullo spostamento degli allevatori dall’uso di antibiotici ai vaccini.
Animali
L’antispecismo o la negazione dell’esistenza di Dio

L’antispecismo è definito dal dizionario Larousse come una «visione del mondo che rifiuta la nozione di gerarchia tra specie animali e, in particolare, la superiorità dell’essere umano sugli animali e concede a tutti gli individui, indipendentemente dalla specie a cui appartengono, lo stesso status morale». La prima parte di questa analisi presenterà il concetto esposto da uno dei suoi ferventi difensori. La seconda parte lo confuterà.
Da tale visione del mondo emerge immediatamente un’affermazione: l’antispecismo è una negazione – pratica – dell’esistenza di Dio.
Ci sono vari percorsi per arrivare a questa conclusione. Uno di questi consiste nel seguire un autore nella sua riflessione e segnare le tappe della formazione di questo pensiero antispecista che non dice necessariamente il suo nome, ma che è facilmente riconoscibile.
Il soggetto qui considerato è Peter Wohlleben, nato nel 1964 a Bonn, ingegnere forestale, autore di un bestseller mondiale tradotto in 32 lingue e venduto oltre un milione di copie: La vita segreta degli alberi (originale tedesco pubblicato nel 2015).
L’autore è tornato l’anno successivo con La vita segreta degli animali (2016 in tedesco). Mentre l’accoglienza di scienziati e specialisti della natura era stata eterogenea per il primo titolo, questo secondo libro venne severamente criticato da un punto di vista scientifico.
La vita segreta degli alberi
Alla scoperta dell’albero pensatore
Sfogliando questo libro, il cui titolo completo è: La vita segreta degli alberi. Cosa mangiano. Quando dormono e parlano. Come si riproducono. Perché si ammalano e come guariscono, il lettore nota molte affermazioni insolite per chi ha una certa conoscenza della natura, se non altro per osservazione personale.
La prima osservazione che ci fa l’autore è che gli alberi sono in grado di trattenere le informazioni e trasmetterle. È vero che ciò resta a livello molto rudimentale, ma è riconosciuto che alcune aggressioni – chimiche, fisiche o termiche – provocano reazioni in alcune piante, come la produzione di tossine da parte delle acacie in risposta alla nutrizione intensiva da parte degli erbivori, portando alla morte di questi.
Ma bisogna subito sottolineare che i termini «trattenere» e «trasmettere» in questo caso sono ambigui, perché suggeriscono una sorta di memoria e di linguaggio che assimiliamo al nostro. Il che è profondamente impreciso. Quindi, indipendentemente dal fatto che ci sia un “recettore” o meno, verrà trasmesso il segnale fisico-chimico indotto da un attacco alla pianta.
Wohlleben va oltre spiegando che gli alberi parlano: emettono «ultrasuoni» che sono il risultato di un fenomeno puramente meccanico indotto, ad esempio, da un’interruzione del flusso di linfa. Ma, per il nostro autore, con un paragone audace, sarebbe un «grido di sete». Da lì a dire che l’albero sente qualcosa, c’è solo un passo… che viene anche fatto.
Gli alberi stanno soffrendo, insiste. Citiamo questo pezzo audace: «la piantina di quercia inghiottita da un cervo soffre e muore, come soffre e muore il cinghiale sbranato da un lupo». Non è altro che una metafora. Perché, per provare sofferenza, sono necessari i sensi e una struttura centralizzata per trasformare le informazioni in dolore.
Infine, arriviamo al coronamento: gli alberi sono intelligenti. E, tanto per dirlo subito, il cervello si trova nel fusto o nelle radici. L’induzione sta da quanto sopra: immagazzinamento delle informazioni, controllo chimico delle funzioni, segnali elettrici, linguaggio e sofferenza.
E conclude con disinvoltura – o ingenuità? – «le piante hanno il cervello? Sono intelligenti? Bisogna dire che il dibattito che anima da anni la comunità scientifica è vivace. Un dibattito assente dalle pubblicazioni accademiche», riconosce Wohlleben.
Ma questo non lo ferma: «la maggioranza degli accademici» critica la tesi delle radici-cervello, perché, spiega l’autore, «si tende a cancellare il confine tra mondo vegetale e mondo animale». Ma, afferma: «La divisione tra pianta e animale è una scelta arbitraria basata essenzialmente sulla modalità di alimentazione», la fotosintesi da un lato, la digestione degli organismi viventi dall’altro.
Un modo di presentare il problema del tutto riduttivo ed erroneo che ben si addice alla tesi, su questo dovremo tornarci.
Gli alberi e i loro diritti
Dal sentimento e dall’intelligenza alla legge, il passo è breve. Wohlleben sostiene la protezione degli alberi – così come degli animali – che deve evitare di assimilarli alle cose. Riprende il suo linguaggio metaforico per parlare del «cadavere di un faggio o di una quercia» in preda alle fiamme. «Betulle e abeti abbattuti – quindi uccisi» al solo scopo di ottenere carta.
Poi arriva l’accusa: «usiamo esseri viventi che vengono uccisi per soddisfare i nostri bisogni». Segnaliamo che il libro dell’autore – che ha venduto oltre un milione di copie, va ricordato – ha partecipato a questa «strage». L’autore ne riconosce l’uso; ciò che condanna è l’eccesso: «Dobbiamo trattare gli alberi come trattiamo gli animali, risparmiando loro inutili sofferenze».
Ed elenca i diritti che dovrebbero essere riconosciuti agli alberi: «per poter soddisfare i loro bisogni di scambio e comunicazione, (…) per poter trasmettere il loro sapere alle generazioni successive. Almeno alcuni di loro devono poter invecchiare con dignità e poi morire di morte naturale».
La vita segreta degli animali
Wohlleben, nel suo ultimo capitolo, solleva la questione della possibilità di un’anima per l’animale. Dopo alcune riflessioni in cui ammette di non credere nell’aldilà per mancanza di immaginazione, attribuisce un’anima a tutti gli animali. Ma c’è ancora ambiguità: quest’anima animale, la concepisce alla maniera dell’anima umana.
Infatti, ammette nel suo epilogo: «se mi piace cercare analogie tra animali e umani, è perché non riesco a immaginare che i loro sentimenti siano fondamentalmente diversi dai nostri». Questa volta non è più una mancanza di fantasia, ma un bell’eccesso, che va oltre: «chiunque capisce che il cervo, il cinghiale e il corvo conducono la propria vita, perfetta in sé, e si divertono oltretutto…»
Questa riduzione è coronata dall’ultima parola che identifica la felicità umana con le secrezioni di ormoni. Il che è un modo per dire che anche gli animali che hanno questo tipo di ormoni sono capaci di questa sete che anima la specie umana… e solo quella. L’assimilazione è quasi totale.
Bilancio
Tutta questa accozzaglia si basa su buona parte dell’ignoranza di cosa sia veramente la vita, ogni vita. E anche su una profonda incomprensione del cosmo che è armonia – questo è il significato etimologico del termine – tra gli esseri, ordine stabilito da Dio, che è il primo bene da lui voluto nelle cose.
Ora, e questo è il punto importante, questa armonia può esistere solo tra esseri diversi e gerarchici. Un mondo di totale uguaglianza tra gli esseri non va oltre il mondo minerale – e forse nemmeno. Questa semplice osservazione mostra come l’antispecismo sia chiaramente contrario alla volontà di Dio e rappresenti una negazione della sua esistenza.
Cos’è la vita?
Una breve panoramica di questa nozione è necessaria per comprendere l’insensatezza della concezione criticata e la sua inadeguatezza alla realtà.
Va innanzitutto sottolineato che la parola «vita» è un termine astratto e non un termine concreto. È usato per designare esseri viventi e animati. Ma di per sé non designa altro che una classe di esseri. La «vita» non esiste, ci sono solo esseri viventi.
Questo punto è importante, perché capita che la parola sia analogica, cioè non abbia lo stesso significato a seconda che sia applicata a classi diverse di esseri viventi. Parlare di vita umana, animale o vegetale non significa assolutamente la stessa cosa. Certamente c’è una somiglianza, ma non un’identità.
Anche nel parlare della vita di Dio, la vita dell’angelo o la vita dell’uomo, si distingue allo stesso modo l’uso della parola. Pur usando la stessa parola, ci sono notevoli differenze, soprattutto se confrontiamo la vita del Creatore con quella delle sue creature, angelo o uomo.
Pertanto, è necessario distinguere, nel nostro mondo materiale creato, gli esseri viventi di tre categorie: piante, animali e uomini. Dire che vivono equivale ad affermare che possiedono un’anima, perché, per definizione – e per dimostrazione, ma questo ci porterebbe troppo lontano – il vivente si distingue dall’inanimato per questa parte di sé che permette di dichiararlo tale: un principio di vita, un’anima.
La semplice osservazione ci permette di distinguere il vegetale dall’animale e dall’uomo. Questa differenza sta nell’anima che ciascuno possiede e nel tipo di vita che provoca e realizza nel corpo che le corrisponde.
L’anima vegetativa
Alcuni potrebbero essere sorpresi da questa affermazione sull’esistenza di un’anima vegetativa, ma è comunque la verità. Bisogna capire che non si devono attribuire le caratteristiche dell’anima umana: così, quest’anima scompare completamente alla morte della pianta.
L’anima vegetativa si caratterizza anche per le funzioni che assume: la nutrizione della pianta, la sua crescita ed infine la sua riproduzione. Questa vita vegetativa è la base di ogni vita e tutti gli esseri viventi hanno queste funzioni – almeno la riproduzione, come è il caso del virus, che, a rigor di termini, non si nutre né cresce.
L’anima animale
L’anima degli animali aggiunge alle funzioni vegetative – che esercita in modo superiore all’anima vegetativa – altre funzioni che caratterizzano l’animale: la sensibilità legata ai cinque sensi (per gli animali che li possiedono tutti); le passioni animali come attrazione, desiderio, paura o rabbia; l’istinto, una sorta di piano interiore che permette all’animale, entro limiti invalicabili, di adattarsi ai cambiamenti del suo ambiente: cercare cibo o un partner per la riproduzione; ed infine la locomozione, per gli animali che ne sono dotati.
È essenziale comprendere che la vita che caratterizza l’animale è una vita qualificata come sensitiva perché basata sull’attività dei sensi. La vita vegetativa non è specifica dell’animale, ma la possiede a modo suo: gli permette di produrre ossa, sangue, contrarre muscoli, emettere suoni, ecc. Questa semplice osservazione permette di cogliere la profonda distorsione prodotta dall’antispecismo, che assimila tutti i gradi della vita in un allegro guazzabuglio.
L’anima umana
Infine, il grado più alto, l’anima umana, aggiunge alle funzioni vegetative e sensoriali la propria attività: quella delle sue facoltà spirituali – nel senso di spirito, non di vita soprannaturale – perché l’anima umana è uno spirito, fatto ad immagine di Dio che è Spirito. Questo spirito umano, a differenza dell’angelo, puro spirito, è anche un’anima che dà vita a un corpo.
La prima caratteristica dell’anima umana è la sua immortalità: persiste dopo la morte del corpo che le è stato unito, perché, come spirito, possiede in sé le risorse di una vita separata, sebbene mutilata in qualche modo dalla scomparsa del corpo.
La vita propria dell’anima umana è quella della sua intelligenza e della sua volontà, che sono spirituali quanto lei, e che non dipendono dal corpo per sussistere o agire: così la vita umana consiste propriamente nella conoscenza della verità, sia speculativa (pura conoscenza) che pratica (destinata all’azione), così come nell’esercizio della virtù.
Nessun animale, e a fortiori nessuna pianta, può raggiungere il minimo grado di questa vita propriamente umana. Gli animali restano bestie che l’immaginazione umana spesso colora di sentimenti umani, ad esempio per dare un insegnamento tramite una favola, ma così facendo si distorce completamente ciò che l’animale è, se si ha la malsana idea di crederci.
Uguaglianza riduttiva
Si dice molto spesso che l’uomo è stato voluto da Dio per sé stesso e l’universo per l’uomo. Ma non è la dottrina di san Tommaso, che afferma invece che ciò che per prima cosa è voluto da Dio è il bene dell’universo, quell’armonia cosmica che è l’immagine più perfetta creata della grandezza e della bontà di Dio. E, all’interno di questo universo, l’uomo occupa un posto speciale: è posto al di sopra di tutte le altre creature materiali.
In un bellissimo articolo della Summa Theologica (I, 47, 2) incluso nel trattato sulla creazione, san Tommaso spiega il suo pensiero. Chiedendosi se Dio sia causa della disuguaglianza nelle cose, risponde: «Bisogna dire che la sapienza di Dio, che è causa della distinzione tra gli esseri, è anche causa della loro disuguaglianza».
«Poiché la distinzione formale [tra specie] implica sempre la disuguaglianza. (…) Nelle cose naturali le specie sembrano ordinate per gradi, i corpi misti sono più perfetti degli elementi semplici, le piante dei minerali, gli animali delle piante, gli uomini degli altri animali».
«E in ciascuno di questi ordini di creature una specie è più perfetta delle altre. Perciò, come la sapienza divina è causa della distinzione tra le cose, per la perfezione dell’universo, così è causa della loro disuguaglianza. Perché l’universo non sarebbe perfetto se negli esseri si trovasse un solo grado di bontà».
Ora, la bontà di una creatura dipende dal modo in cui Dio la ama e le dona una maggiore somiglianza con la sua stessa perfezione. Sempre nella dottrina di san Tommaso troviamo che il minerale è riflesso di Dio perché esiste; la pianta, perché vive; l’animale, perché sente e può così assimilare – in parte – ciò che lo circonda; l’uomo, perché è spirito, intelligenza e volontà. Egli è molto più di un riflesso: è un’immagine.
L’uomo ha dunque ricevuto molto più di tutti gli altri esseri creati materiali perché è più amato da Dio. Senza contare che la sua natura è capace di ricevere un dono supremo, che lo assimila a Dio in modo impareggiabile: la grazia, che lo rende figlio di Dio, e gli permette di partecipare alla vita stessa di Dio.
È quindi attraverso la disuguaglianza tra questi ordini naturali e la loro armonia che il cosmo proclama la gloria di Dio.
Un diritto impossibile
È assolutamente impossibile attribuire diritti a qualsiasi entità diversa dall’uomo o dalla persona umana. Spieghiamolo brevemente.
La legge presuppone una certa uguaglianza
In sostanza, il diritto è un dovuto agli altri, che è specificato dalla legge, sia essa naturale o umana. Il diritto è l’oggetto della virtù di giustizia. E inoltre, il diritto è un rapporto di uguaglianza, perché nasce dal bisogno di ordine in una comunità. Questa uguaglianza non è fisica, ma morale, perché riguarda un’operazione umana, che deve adattarsi agli altri per il bene comune.
Tutte queste proprietà escludono già ogni diritto esterno alla persona umana: è proprio per questo che gli antispecisti vogliono livellare i viventi, affermando una – quasi – totale uguaglianza tra tutte le specie viventi.
La capacità giuridica
La persona umana è un individuo di natura razionale, che gli permette di percepire il suo bene completo e capace di perfezione in una società unita.
Da ciò deriva la capacità giuridica, che non è né l’autonomia della volontà né la libertà che essa presuppone, né la volontà di potenza o di grandezza, ma attitudine al perseguimento, solidale, di un fine comune.
Include il senso di responsabilità, cioè la possibilità di autodeterminazione. Presuppone infine la capacità di comprendere che la misura imposta dalla ragione o dalla legge, ai rapporti sociali di ogni genere, in vista del raggiungimento del bene comune, è effettivamente la legge.
La capacità giuridica, insomma, è radicata nella ragione, si trova nella volontà e trae la sua giustificazione immediata dalla possibilità del diritto e soprattutto dal bene comune.
L’argomento del diritto
Ogni uomo è soggetto alla legge e riceve la capacità giuridica dal Creatore.
L’anima umana è a immagine del suo Creatore: tale è la ragion d’essere dei suoi attributi secondo il teologo san Tommaso.
Agli occhi del filosofo, tutte le prerogative dell’uomo procedono dalla razionalità della sua natura. Solo l’uomo ha un fine personale a cui conduce sé stesso.
Il fondamento dei diritti della persona umana risiede nel suo dominio (dominium) sull’universo e sulle sue azioni. È per disposizione innata capace di raggiungere personalmente il bene dell’universo.
Cos’è questo dominio? Comprende tre realtà: il soggetto che è interessato dal rapporto di superiorità o sovranità, la persona o la cosa su cui si esercita tale sovranità, e la base di tale rapporto, che consiste in un potere che deriva dal suo status di essere ragionevole e gratuito.
Il dominium si presenta come un attributo psicologico e naturale dell’uomo: «L’uomo differisce dalle creature irrazionali in quanto gode del dominio sui suoi atti, est actuum suum dominus. Ne consegue che le sole azioni che si dicono propriamente umane sono quelle di cui egli è padrone, dominus». (1)
Questo dominio si trasforma in potere morale e giuridico solo nella misura in cui si riferisce a oggetti razionali: «La bontà della volontà dipende dalla ragione come dipende dall’oggetto». (2)«L’oggetto dell’atto considerato costituisce dunque il fondamento, la causa e la misura della potenza morale, e questo per tutte le virtù morali».
E gli alberi?
La domanda va davvero posta? Se si parla di diritti degli animali, delle piante o della natura, o non è più questione di diritto, ma di elucubrazione; o, in senso stretto, si tratta di regolare i doveri che l’uomo ha nei confronti dell’universo in cui Dio lo ha posto e gli ha affidato fin dalla Genesi.
Ma si tratta di un diritto nei suoi confronti: evitare di distruggere il proprio ambiente, farsi corrompere dalla crudeltà verso gli animali, volersi arricchire a spese dei suoi simili o dei suoi discendenti ad esempio.
Conclusione
L’antispecismo non è solo una sciocchezza intellettuale, è anche una negazione pratica dell’esistenza di Dio. Negare i gradi degli esseri e l’ordine dell’universo è negare Dio. La quarta e la quinta «via» di san Tommaso per provare l’esistenza di Dio si basano rispettivamente su queste due evidenze.
Negandole, o rifiutandole più o meno in blocco, l’antispecista nega indirettamente ma certamente l’esistenza del Creatore e, credendo di elevare piante e animali al livello dell’uomo, non fa che abbassare quest’ultimo al loro livello.
Don A. SélégnyNOTE1) Summa Theologiae, I-II, Prologo.2) Ibid., I-II, 19, 3.
Somma di due articoli previamente apparsi su FFSPX.news.
Il primo articolo è apparso nel numero 147 dei Cahiers Saint Raphaël.
Animali
I vaccini COVID «hanno aperto le porte» per la nuova ondata di vaccini a mRNA per il bestiame

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Sono in corso diversi nuovi studi finanziati dal governo e dall’industria per sviluppare vaccini a mRNA per il bestiame, ma «dobbiamo essere sicuri che nessun cambiamento cellulare o molecolare anormale nell’animale possa essere indotto da questo tipo di vaccino», ha detto uno scienziato a The Defender.
Sono in corso diversi nuovi studi finanziati dal governo e dall’industria per sviluppare vaccini a mRNA per il bestiame, parte della massiccia espansione dell’industria dei vaccini per animali che dovrebbe valere 26,12 miliardi di dollari entro il 2030.
I ricercatori della Iowa State University stanno intraprendendo un progetto finanziato dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti per sviluppare la tecnologia del vaccino mRNA per prevenire il virus respiratorio sinciziale bovino (RSV).
La società farmaceutica Zoetis ha sviluppato un vaccino mRNA COVID-19 per animali che è stato somministrato agli animali negli zoo di tutto il Paese.
E i ricercatori del Fish and Wildlife Service degli Stati Uniti hanno sperimentato la vaccinazione di furetti dai piedi neri allevati in cattività contro il COVID-19. Hanno anche sperimentato il distanziamento sociale e la quarantena dei furetti.
I «vaccini di terza generazione», inclusi i vaccini a DNA, RNA e vettore virale ricombinante, non vengono somministrati solo al bestiame, ma vengono sviluppati anche per animali da compagnia e animali selvatici.
Uno studio peer-reviewed sulla rivista Viruses lo scorso anno riportava: «l’applicazione riuscita dei vaccini a mRNA contro COVID-19 ha ulteriormente convalidato la piattaforma e ha aperto le porte al potenziale del vaccino a mRNA nella prevenzione delle malattie infettive, specialmente nel campo veterinario».
Citando la necessità di biosicurezza, nel settembre 2022, il governo del New South Wales (NSW) ha accelerato i primi vaccini a mRNA al mondo per l’afta epizootica e la malattia nodulare della pelle, in un accordo quinquennale multimilionario con la biotecnologia statunitense società Tiba Biotech.
Annunciando l’accordo, il vice premier e ministro per il NSW regionale Paul Toole ha dichiarato:
«Ora ho scritto ai produttori di vaccini per raccogliere la mia sfida di sviluppare entrambi i vaccini pronti per l’uso e la produzione nel NSW entro il 1° agosto del prossimo anno».
«COVID-19 ci ha dimostrato che tutte le possibili strade nello sviluppo di vaccini devono essere esplorate e non lasceremo nulla di intentato».
Dugald Saunders, ministro dell’agricoltura del NSW, ha sottolineato quanto sia importante «proteggere il settore dell’allevamento [del NSW]» e ha affermato che l’accordo con Tiba Biotech per creare vaccini a mRNA «sarebbe un punto di svolta per l’industria».
Ma gli esperti hanno sollevato preoccupazioni. Il veterinario olistico Dr. W. Jean Dodds, ha dichiarato a The Defender in una e-mail:
«Non si sa abbastanza in questo momento se i vaccini a mRNA possono generare effetti a lungo termine sulla riproduzione o sulla durata della vita del bestiame domestico».
«Poiché il bestiame diventa parte della catena alimentare umana e animale, dobbiamo essere sicuri che nessun cambiamento cellulare o molecolare anormale nell’animale possa essere indotto da questo tipo di vaccino».
«La buona salute inizia con la biosicurezza»
Secondo un rapporto pubblicato lo scorso anno da Grand View Research, il mercato dei vaccini per animali dovrebbe crescere a un tasso di crescita annuo composto del 9,3%, perché «la crescente incidenza delle malattie zoonotiche di origine alimentare e l’aumento dell’allevamento di animali stanno aumentando la domanda di vaccini».
Il documento ha sottolineato il potenziale della piattaforma mRNA per il trattamento di malattie come la peste suina africana, il virus della sindrome riproduttiva e respiratoria suina, il virus della diarrea epidemica suina, il virus dell’afta epizootica, il virus della diarrea virale bovina, il virus della dermatite nodulare contagiosa, la leucemia bovina virus e virus della peste dei piccoli ruminanti, tra gli altri.
Un recente white paper, «The Future of Livestock Vaccines», dei ricercatori della Livestock Research Innovation Corporation, Ontario, Canada, ha riassunto il cambiamento nel modo di pensare ai vaccini animali:
«Le nuove tecnologie (ad es. mRNA, intelligenza artificiale) avranno un impatto drammatico sulla disponibilità e l’efficacia dei vaccini a disposizione dei produttori».
«L’attuale pandemia di COVID-19 ci ha insegnato molte lezioni, incluso il fatto che il processo di sviluppo, produzione di massa e approvazione dei vaccini potrebbe essere ridotto da diversi anni (o decenni) a 8-9 mesi».
«La buona salute inizia con la biosicurezza», hanno affermato gli autori.
Iowa State collabora con Merck, con l’aiuto del governo degli Stati Uniti
L’anno scorso la Iowa State University e Merck hanno annunciato un’alleanza strategica quadriennale per la ricerca di «tecnologie emergenti» nella salute degli animali.
Il loro progetto di ricerca congiunto per sviluppare la tecnologia del vaccino mRNA per prevenire l’RSV bovino, come affermato sopra, è finanziato in parte dal governo degli Stati Uniti.
Lo studio mira a sviluppare una nuova piattaforma di mRNA che sia conveniente e termostabile al fine di «aprire la porta alla vaccinazione degli animali da produzione con questa tecnologia».
Il progetto cerca di sviluppare la piattaforma per un vaccino RSV bovino «come prova di principio per lo sviluppo di vaccini contro questo patogeno, ma anche come piattaforma tecnologica anche per altri vaccini».
Nel 2018, Merck Animal Health ha introdotto la tecnologia Sequivity, «una rivoluzionaria piattaforma di vaccini suini», secondo il suo sito web, per personalizzare i vaccini per vari virus suini utilizzando la tecnologia delle particelle di RNA.
La tecnologia consiste nel creare sequenze geniche elettroniche per una data malattia, sintetizzarle in RNA, inserirle nella piattaforma e iniettarle nell’animale. L’RNA fornisce istruzioni alle cellule immunitarie per tradurre la sequenza in proteine, che agiscono come antigeni.
Gli scienziati Merck hanno sviluppato la tecnologia in collaborazione con il College of Veterinary Medicine dell’Iowa State .
La Gates Foundation tra i finanziatori di vaccini per il bestiame
Per decenni, le operazioni concentrate di mangime per animali, note come CAFO, hanno utilizzato antibiotici per aiutare a prevenire la diffusione di infezioni batteriche negli spazi delle fattorie densamente popolati di animali. Gli antibiotici fanno anche crescere gli animali più velocemente.
Dopo anni di crescente preoccupazione pubblica sull’uso degli antibiotici nella produzione di carne, in particolare per i residui di antibiotici che lasciano e il loro ruolo nello sviluppo di “superbatteri” resistenti ai farmaci, l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2017 ha sviluppato una serie di linee guida e migliori pratiche sull’uso di antimicrobici importanti dal punto di vista medico negli animali allevati per l’alimentazione.
Nello stesso anno, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha avviato misure normative per impedire l’uso di antibiotici per il bestiame a fini di crescita e ha richiesto agli agricoltori che volevano utilizzare antibiotici di ottenerli dai veterinari.
La FDA ha finalizzato tale guida nel 2021.
Nel tentativo di ridurre l’uso di antibiotici respinti pubblicamente e di affrontare il problema delle infezioni virali comuni nella produzione industriale di bestiame, i produttori di carne si sono rivolti ai vaccini.
«I vaccini e altri prodotti alternativi possono aiutare a ridurre al minimo la necessità di antibiotici prevenendo e controllando le malattie infettive nelle popolazioni animali e sono fondamentali per il futuro successo dell’agricoltura animale”, secondo un articolo del 2018 su Veterinary Research.
I vaccini per animali richiedono comunemente un livello di controllo inferiore rispetto ai vaccini per l’uomo.
Secondo un rapporto Bloomberg del 2016, leader del settore come Elanco, Eli Lilly, Merck Animal Health e Zoetis hanno iniziato a spostare miliardi di dollari di investimenti nella ricerca dagli antibiotici ai vaccini prima delle misure normative della FDA del 2017.
Gli esperti hanno previsto che i nuovi regolamenti farebbero esplodere il mercato dei vaccini.
Un rapporto del 2022 di Acumen ha mostrato che altre importanti aziende farmaceutiche, tra cui Ceva, Boehringer Ingelheim International GmbH, Neogen Corporation, Intas Pharmaceuticals, Zoetis, Biogénesis Bagó e Pfizer, stanno investendo pesantemente nell’industria dei vaccini per animali.
«Il futuro della nostra azienda è fortemente radicato nello sviluppo del vaccino», ha detto a Bloomberg il dottor Rick Sibbel, un veterinario che gestiva i servizi tecnici di Merck per bovini, pollame e suini.
Il Dipartimento per lo sviluppo internazionale del Regno Unito ha collaborato con la Bill & Melinda Gates Foundation per finanziare vaccini per il bestiame in tutto il mondo, il dipartimento ha twittato nel 2018:
Bill Gates explains why #UKaid is partnering with @GatesFoundation to fund groundbreaking research to protect agriculture and farmers from around the world against devastating diseases #AidWorks pic.twitter.com/NIuI75cnkE
— DFID (@DFID_UK) January 26, 2018
Lo Staff di The Defender
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Immagine da Envato
Animali
Una balena avvistata in un fiume in Giappone

Secondo un quotidiano giapponese, i cittadini di Osaka hanno notato una balena di circa 8 metri di lunghezza che era entrata nel fiume Yodogawa.
L’apparizione del mammifero gigante «un evento eccezionale» e non si hanno ricordi di una cosa simile.
La guardia costiera giapponese è stata informata della balena vicino alla baia di Osaka intorno alle 8 del mattino.
Gli agenti del 5° Comando Regionale della Guardia Costiera stanno attualmente monitorando il comportamento dell’animale da una motovedetta, raccogliendo informazioni sul suo stato di salute. Stanno anche avvisando le navi vicine dei movimenti della balena.
Un canale televisivo giapponese ha condiviso un video della balena che nuota nel fiume, che è diventato rapidamente virale.
9日午前、大阪湾の淀川河口付近で、体長およそ8メートルほどのクジラ1頭が海面を泳いでいる姿が目撃されました。
水族館によりますと、大阪湾の人目のつく海域にクジラが入ってくるのは珍しいということです。https://t.co/zJ8RKmdiLy#nhk_video pic.twitter.com/XT5tXvcLUI
— NHKニュース (@nhk_news) January 9, 2023
Alla kujira (balena in giapponese) è andata decisamente meglio che alla balenottera che, si racconta, capitò in laguna a Venezia decenni or sono, beccandosi gli scarichi del petrolchimico di Mestre.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli avvistamenti di grandi cetacei nell’Alto Adriatico.
Animali
Vaccinano anche le api

Un vaccino è stato sviluppato per le api mellifere, razza di insetti impollinatori di fondamentale importanza. Le diverse specie di api sono a rischio di estinzione, e tra i fattori sono annoverate malattie che affliggono tali imprescindibili bestiole.
Il siero per le operose creature volanti è stato appena approvato per l’uso dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA).
Progettato per prevenire la morte di questa specie di api a causa di una condizione batterica nota come malattia della peste americana, il vaccino questa settimana è stato approvato tramite licenza condizionale per l’inoculazione, ha affermato la società di biotecnologie Dalan Animal Health.
Il vaccino costituisce una «svolta nella protezione delle api mellifere», ha detto in una nota Annette Kleiser, CEO di Dalan Animal Health.
Le api sono di vitale importanza per l’impollinazione e, in quanto tali, svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema.
Il loro declino deriva da una grande quantità di fattori, tra cui l’attività umana, la perdita di habitat, l’uso di pesticidi agricoli, e malattie hanno decimato le colonie.
La malattia della peste americana è altamente contagiosa e non ha cura, con colonie di api colpite tipicamente bruciate insieme ai loro alveari.
Il nuovo vaccino contiene il batterio inattivo delle larve di Paenibacillus a cellule intere, che viene incorporato nella pappa reale dalle api operaie. Dopo che l’ape regina lo ingerisce, i frammenti del vaccino raggiungono le sue ovaie, garantendo successivamente l’immunità alle larve in via di sviluppo.
«Ci impegniamo a fornire soluzioni innovative per proteggere i nostri impollinatori e promuovere un’agricoltura sostenibile. La crescita della popolazione globale e il cambiamento climatico aumenteranno l’importanza dell’impollinazione delle api per garantire il nostro approvvigionamento alimentare. Il nostro vaccino è un passo avanti nella protezione delle api mellifere. Siamo pronti a cambiare il modo in cui ci prendiamo cura degli insetti, con un impatto sulla produzione alimentare su scala globale», ha dichiarato la dott.ssa Annette Kleiser, CEO di Dalan Animal Health.
Incuriosisce il sistema di delivery di tale vaccinazione: non potendo siringare una ad una le poveri api, si ricorre ad un vaccino «diffuso». Come riportato da Renovatio 21, tali sistemi di vaccinazione della fauna sono già utilizzati con vaccini lanciati alle bestie dagli elicotteri, sempre su mandato dell’USDA: programmi intesi per i cani ed altri animali come gli orsetti lavatori, che consistono nella diffusione vaccini che sono come pellet commestibili ricoperti di farina di pesce per attirare procioni e altre creature affamate.
Api e cani e fiere dei boschi aprono la strada alla vaccinazione «diffusa» in ambito umano, realizzata tramite quelli che in gergo si chiamano vaccini autopropaganti, che sono di fatto un’infezione che dalla popolazione vaccinata si diffonde verso la popolazione non vaccinata, nel più totale sfregio ai diritti del cittadino e del paziente (come il famoso consenso informato, seppellito in era COVID).
In pratica, epidemie artificiali create a fine di diffondersi nella popolazione.
Oppure, possiamo anche immaginare che, in mancanza di un vaccino che contagi come si deve (non tutti sono come quello polio lanciato in Africa da Gates e OMS, una campagna ammessa come responsabile del ritorno del morbo), potrebbero lanciare da elicotteri e aerei caramelle vaccinali, così che noi e i nostri bambini, come le api, veniamo vaccinati ingerendo le leccornie piovute dal cielo.
Riguardo al declino della popolazione delle api, esso in realtà riguarda anche altri insetti: è il noto «windshield phenomenon», il «fenomeno del parabrezza», cioè l’osservazione che dai primi anni 2000 si accumulano meno insetti morti sui parabrezza delle auto.
La diminuzione di api è stata anche ipotizzata in relazione all’aumento di segnali magnetici nell’aria (telefoni cellulari, wi-fi, 2G, 3G, 4G, 5G, etc.)
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