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L’amministrazione Biden ha tentato di uccidere Putin; i servizi USA usano quelli ucraini per progettare omicidi: Tucker Carlson scatenato

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Il giornalista americano Tucker Carlson ha dichiarato l’amministrazione dell’ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tentato di assassinare il presidente russo Vladimir Putin durante il conflitto in Ucraina.

 

In un’intervista rilasciata lunedì al giornalista Matt Taibbi, Carlson ha affermato che molti ex e attuali funzionari statunitensi sono rimasti scossi dalla campagna del presidente Donald Trump per desecretare numerosi documenti governativi, poiché ritengono che le potenziali ricadute siano estremamente pericolose.

 

«Penso che questo sia stato uno dei motivi per cui Tony Blinken stava spingendo così tanto per una vera guerra, cercando di uccidere Putin, per esempio… L’amministrazione Biden lo ha fatto, hanno cercato di uccidere Putin», ha detto Carlson, senza fornire ulteriori dettagli sul presunto complotto di assassinio.

 

Carlson, che ha trasmesso un’intervista bomba a Putin lo scorso febbraio, ha descritto la presunta mossa come «folle», sottolineando le potenziali ricadute catastrofiche per la sicurezza globale.

«Chi prende il controllo della Russia? Cosa succede all’arsenale nucleare in un Paese così complesso che gli estranei non possono nemmeno capire… È assurdo che tu possa anche solo pensare a una cosa del genere», ha aggiunto.

 

I funzionari degli Stati Uniti non hanno mai ammesso pubblicamente i piani per assassinare Putin o altri leader russi o sovietici. Tuttavia, Newsweek ha riferito nel settembre 2022 che i funzionari della difesa degli Stati Uniti avevano discusso di un decapitation strike («attacco di decapitazione») se la Russia avesse usato armi nucleari in Ucraina. Mosca ha ripetutamente negato che tale opzione sia mai stata sul tavolo, sostenendo che non ci sono obiettivi nel paese vicino per un’arma del genere.

 

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov aveva interpretato le accuse di «attacco di decapitazione» come «una minaccia di assassinio del capo dello Stato russo».

 

«Se tali idee vengono realmente prese in considerazione, le persone coinvolte devono riflettere attentamente sulle possibili conseguenze», affermò all’epoca.

 

Nel maggio 2023, la Russia ha accusato l’Ucraina, che ha ricevuto ingenti aiuti dagli Stati Uniti, di aver tentato di assassinare Putin al Cremlino utilizzando un attacco con un drone, sebbene l’aereo fosse stato neutralizzato.

 

Sebbene l’Ucraina abbia negato qualsiasi coinvolgimento, Blinken ha affermato all’epoca che Washington non era stata avvisata in anticipo del raid, aggiungendo che Kiev era libera di difendersi come riteneva opportuno.

 

Nella stessa conversazione con Taibbi, Carlson ha fatto illazioni su Ryan Routh, il secondo attentatore di Trump, sottolineando come conoscesse molti membri del Congresso e avesse vissuto in Ucraina.

 

A questo punto, Carlson ha dichiarato che i servizi americani userebbero i servizi ucraini per eliminare persone, cosa che — ha asserito — conosce da vicino, sapendo di persone finite nel mirino.

 

Non è dato di sapere di chi parlasse, anche se è possibile pensare che parlasse di Darja Dugina, la figlia di Aleksander Dugin, filosofo russo intervistato da Tucker a Mosca, assassinata con un’autobomba che, secondo alcuni, potrebbe essere stata programmata proprio per il padre.

 

Allo stesso modo si può pensare che Carlson si riferisse a se stesso: quando si trovava nella capitale russa uscì su alcuni canali russi, su Telegram e non solo, che un piano ucraino per ucciderlo, anche qui con un’autobomba, sarebbe stato sventato dagli apparati russi.

 

Media ufficiali russi non hanno mai ripreso questa storia, della quale erano uscite pure immagini dell’aspirante attentatore. Tuttavia la notizia era filtrata in Occidente, e non fu commentata mai dallo stesso Carlson.

 

Solo una volta è accaduto che l’ospite di un podcast, il comico losangeleno Adam Carolla, gli chiedesse se fosse davvero successo. «I will pass on that one» aveva risposto serafico il Tucker.

 

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«Omini verdi russi in Europa»: il capo dell’Intelligence tedesca dice che la Russia potrebbe attaccare la NATO

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La Russia potrebbe attaccare i paesi della NATO una volta terminato il conflitto in Ucraina, ha affermato il capo dell’agenzia di Intelligence estera tedesca (BND), nel tentativo di difendere un enorme aumento della spesa per l’esercito del paese.

 

«Siamo fiduciosi e disponiamo di dati di intelligence che indicano che l’Ucraina è solo un passo nel percorso verso l’Occidente», ha dichiarato Bruno Kahl quando gli è stato chiesto perché i tedeschi dovrebbero accettare di contrarre «debiti aggiuntivi» per finanziare il programma di riarmo e potenzialmente reintrodurre la coscrizione.

 

«Ci sono persone a Mosca che non credono più che l’Articolo 5 della NATO verrebbe rispettato e vorrebbero metterlo alla prova», ha detto il capo delle spie. Ha sostenuto che la Russia è scettica sulla determinazione dell’America a difendere i suoi alleati e a inviare truppe «attraverso l’Atlantico a morire per Tallinn, Riga o Vilnius».

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La Russia potrebbe «inviare omini verdi in Estonia» con il pretesto di proteggere la minoranza russofona dello Stato baltico, ha affermato Kahl. I media occidentali hanno usato il termine «omini verdi» per descrivere i commando inviati a proteggere la popolazione della Crimea prima del referendum del 2014, in cui l’ex regione ucraina ha respinto l’esito di un colpo di stato armato a Kiev sostenuto dagli Stati Uniti e ha votato per il rientro in Russia.

 

Il Kahl ha ipotizzato che l’obiettivo finale della Russia sia quello di «riportare la NATO al punto in cui si trovava alla fine degli anni Novanta» e cacciare gli Stati Uniti dall’Europa.

 

Mosca considera l’espansione verso est del blocco militare guidato dagli Stati Uniti una minaccia e l’ha citata come una delle cause profonde del conflitto ucraino. Il presidente Vladimir Putin, tuttavia, ha affermato che la Russia non ha intenzione di attaccare gli stati della NATO a meno che non venga attaccata per prima.

 

La Russia ha anche avvertito che gli aiuti militari occidentali a Kiev rendono di fatto la NATO «un partecipante diretto» al conflitto.

 

La Germania ha intensificato la sua retorica ostile nei confronti della Russia sotto la guida del nuovo cancelliere, Friedrich Merz, che il mese scorso ha dichiarato che l’Ucraina potrebbe ricevere missili da crociera a lungo raggio Taurus. Si è inoltre impegnato ad assistere l’Ucraina nella produzione delle proprie armi a lungo raggio.

 

La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, aveva risposto accusando la Germania di minare il processo di pace.

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Il Kahl non è nuovo a dichiarazioni allarmanti sulla Russia.

 

Come riportato da Renovatio 21, nell’ottobre 2024 Kahl aveva detto ai Parlamentari del Bundestag che la Russia ha superato gli stati della NATO in termini di spesa militare e che il presidente Vladimir Putin «continuerà a mettere alla prova le linee rosse dell’Occidente e ad intensificare ulteriormente il confronto». «Il confronto militare diretto con la NATO è diventato un’opzione per Mosca», aveva affermato.

 

Il capo dell’Intelligence germanica aveva affermato che l’obiettivo finale del leader russo è quello di «spingere gli USA fuori dall’Europa» e riportare la NATO ai suoi confini di fine anni Novanta. Mosca cerca di formare una «sfera di influenza russa» e stabilire un «nuovo ordine mondiale», ha detto.

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La CIA sta esaurendo gli informatori e le spie internazionali

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La CIA sta riscontrando difficoltà nel reclutamento di informatori stranieri e «ha bisogno di più spie». Lo riporta il Washington Post, citando attuali ed ex funzionari dell’intelligence.   Tra i problemi più gravi elencati dalle fonti vi è la proliferazione globale dei sistemi di sorveglianza pubblica e i progressi nel riconoscimento facciale, che rendono più difficile per gli agenti evitare di essere scoperti.   Il vicedirettore della CIA Michael Ellis ha riconosciuto l’esistenza del problema in una recente intervista pubblica, affermando che, sebbene «alcuni degli strumenti e delle tecniche degli anni Sessanta o settanta possano funzionare ancora oggi, molti di essi devono essere aggiornati e rinnovati».

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Altri funzionari hanno sottolineato le battute d’arresto del passato, secondo il WaPo, tra cui l’aggressivo reclutamento di funzionari cinesi da parte dell’agenzia nei primi anni 2000. Le forze di sicurezza di Pechino hanno successivamente smantellato quella rete, arrestando e giustiziando fino a due dozzine di agenti della CIA.   La pandemia di COVID-19 ha inoltre ostacolato le operazioni, afferma il rapporto, interrompendo gli incontri di persona con gli informatori a causa dei lockdown e delle restrizioni di viaggio. L’attuale piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di chiudere 10 ambasciate e 17 consolati nell’ambito dei tagli al bilancio minaccia di ridurre ulteriormente l’impatto della CIA a livello globale.   Nel tentativo di attrarre disertori, la CIA ha prodotto quelli che i rapporti hanno descritto come video di «qualità hollywoodiana» rivolti al pubblico russo e cinese, che sono stati distribuiti tramite i social media. Sebbene i funzionari abbiano riferito al Washington Post che alcuni russi hanno risposto, si sono rifiutati di fornire dettagli.   Gli annunci suscitarono incredulità in entrambi i Paesi e parodie che capovolgevano il messaggio dell’agenzia, evidenziando i problemi americani.  

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A livello nazionale, il reclutamento di nuovi agenti da parte della CIA è diminuito con percentuali a due cifre dal 2019, ha dichiarato un ex funzionario al Washington Post. Il quotidiano ha osservato che una recente direttiva della Casa Bianca, che ha portato alla diffusione di un elenco non classificato di nuove assunzioni – comprensivo di nomi e iniziali – potrebbe avere ripercussioni sul morale e sulla sicurezza.   Nel 2021, l’agenzia è stata ridicolizzata per un video di reclutamento che mostrava una tizia dichiarare: «Sono una donna di colore. Una mamma. Una cis-gender millennial a cui è stata diagnosticato un disordine di ansietà generalizzato». Nella serie di video, chiamata Humans of the CIA, c’era spazio anche per la storia di la signora non-vedente con la felpa pro-matrimonio LGBT che ti dice quanto è bello lavorare per la CIA che è un «ambiente inclusivo».   I video ora sono stati rimossi da YouTube. Qualcosa tuttavia è rimasto a circolare su X.    
  Ellis ha affermato che l’attuale leadership è concentrata sulla costruzione «della meritocrazia definitiva alla CIA».   Come riportato da Renovatio 21, quattro anni fa la CIA ammise che dozzine di suoi agenti all’estero erano stati catturati e uccisi.   Già nel maggio 2017 sul New York Times era stato pubblicato un altro articolo-rivelazione in cui metteva nero su bianco la débacle che la CIA stava subendo in territorio cinese. «Il governo cinese ha sistematicamente smantellato le operazioni di spionaggio CIA nel Paese a partire dal 2010, uccidendo o imprigionando più di una dozzina di fonti per due anni e paralizzando la raccolta di informazioni di intelligence lì per anni dopo».   In seguito fu arrestato un ex agente CIA di origine cinese in pensione, il 67enne Alexander Yuk Ching Ma, accusandolo di aver cospirato con un suo parente (pure lui anche un ex ufficiale CIA) nel trasmettere informazioni classificate di livello Top Secret ai funzionari dell’Intelligence della Repubblica Popolare Cinese.   Sempre pochi anni fa una colossale brutta figura sarebbe stata rimediata dalla CIA a Mosca, dove un suo agente sarebbe stato beccato mentre tentava di corrompere uno scienziato russo. Il supposto agente CIA arrestato, Ryan Fogle, era in Russia come diplomatico. Dopo il suo arresto, fu mostrato pubblicamente alle telecamere assieme alla sua parrucca bionda e ad una serie di altri gadget da 007 (inclusi dispositivi tecnologici e una parrucca mora). I media mandarono in onda i nastri dei suoi dialoghi con l’asset che cercava di reclutare.  

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Sparatoria fuori dal quartier generale CIA: donna ferita e arrestata

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Una violenta sparatoria si è consumata fuori dal quartier generale della Central Intelligence Agency (CIA). La sospettata, una giovane donna, è stata ferita dalle guardie di sicurezza e arrestata.

 

L’incidente sarebbe avvenuto intorno alle 4 del mattino, quando la sicurezza ha individuato un veicolo diretto verso l’ingresso principale del campus dell’agenzia di spionaggio. La donna alla guida, secondo quanto riferito, non si sarebbe fermata quando le era stato ordinato ed è stata colpita da un proiettile, riportando ferite «non mortali» prima di essere arrestata. Alcuni media hanno riportato che la donna si è schiantata contro il cancello con un veicolo.

 

La CIA ha riconosciuto un «incidente di sicurezza» nel suo complesso e ha ordinato ai suoi dipendenti di utilizzare ingressi alternativi, ma non ha fornito dettagli sulla natura della situazione.

 

«Il cancello principale della sede centrale è chiuso fino a nuovo avviso. Si prega di utilizzare percorsi alternativi per giovedì 22 maggio», ha dichiarato l’agenzia in un comunicato. Finora non sono stati forniti ulteriori aggiornamenti e l’ordinanza di chiusura del cancello rimane apparentemente in vigore.

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La donna coinvolta è stata identificata in via preliminare una 27enne di possibili origini italiane, secondo quanto riportato da NBC News, citando due alti funzionari delle forze dell’ordine. La sospettata è nota alla polizia e ha almeno una condanna per guida in stato di ebbrezza.

 

Non è stato immediatamente chiaro se la donna fosse ubriaca in quel momento.

 

A marzo, una persona è stata arrestata dopo aver presumibilmente minacciato e puntato una pistola fuori dal cancello del quartier generale della CIA.

 

L’accaduto ha richiesto un massiccio intervento d’emergenza, con numerosi agenti delle forze dell’ordine intervenuti sul posto, tra cui agenti dell’FBI e della squadra artificieri della contea di Fairfax. Tuttavia, la situazione di stallo è stata alla fine disinnescata pacificamente e il sospettato è stato arrestato senza che venissero sparati colpi di arma da fuoco.

 

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Immagine d’archivio di Steve Rhodes via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0

 

 

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