Bioetica
La lotta sull’aborto continua in Texas
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Il Texas è da anni un campo di battaglia sull’aborto e lo scontro non si è fermato da quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ribaltato Roe v. Wade in Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization l’anno scorso.
Nell’ultimo sviluppo, una madre di due figli di Dallas, Kate Cox, ha cercato di abortire alla 20ª settimana perché i test hanno rivelato che il suo bambino non ancora nato aveva la Trisomia-18. I bambini affetti da questo disturbo cromosomico sono normalmente molto disabili; la metà muore alla nascita e nove su dieci entro il primo anno di vita.
Sebbene la legge del Texas sia ampiamente contraria all’aborto, consente l’aborto dopo 20 settimane se la salute della madre è gravemente in pericolo.
Con l’aiuto del Centro per i diritti riproduttivi, il medico della Cox ha chiesto il permesso, secondo la legge del Texas, di eseguire un aborto. Il giudice distrettuale della contea di Travis Maya Guerra Gamble ha acconsentito il 7 dicembre, ma la Corte Suprema del Texas ha bloccato la sua sentenza.
La Corte Suprema ha stabilito che «nessuno contesta che la gravidanza della signora Cox sia stata estremamente complicata. Tutti i genitori sarebbero sconvolti nell’apprendere della diagnosi di trisomia 18 del loro bambino non ancora nato. Alcune difficoltà in gravidanza, tuttavia, anche quelle gravi, non comportano per la madre i maggiori rischi previsti dall’eccezione».
La signora Cox è partita per un altro Stato per abortire.
Secondo il New York Times, il suo caso evidenzia il rigore draconiano della legge del Texas:
«La confusione e la paura tra i medici sono riuscite a prevenire quasi tutti gli aborti, anche in caso di gravi complicazioni della gravidanza, e ci sono pochi incentivi a cambiare rotta. Il Texas ha denunciato pubblicamente solo 34 aborti quest’anno, in calo rispetto agli oltre 50.000 del 2020, prima che entrasse in vigore la prima delle severe restrizioni».
I sostenitori dell’aborto lamentano che i medici disposti a eseguire aborti non sanno cosa costituisca un motivo valido per un’esenzione medica. «Tuttavia i medici hanno affermato che il rischio di eseguire un aborto che ritenevano necessario ma che in seguito avrebbe potuto essere messo in discussione dallo Stato poneva loro di fronte a una scelta difficile: procedere con la procedura e rischiare di essere perseguiti penalmente, o aspettare fino a quando la salute della donna peggiora al punto che nessuno metterebbe in dubbio la necessità medica».
Gli oppositori dell’aborto, tuttavia, hanno sottolineato che questo caso confondeva due questioni: il rischio per la salute della madre e la malattia del nascituro. Solo il primo costituisce motivo di esenzione.
«Una diagnosi fetale di trisomia 18, di per sé, non costituisce una minaccia per la vita della madre», ha dichiarato l’American Association of Pro-Life Obstetricians and Gynecologists (AAPLOG) a Catholic Vote. «Con un consenso adeguatamente informato e un team sanitario impegnato a onorare la dignità e il valore sia della mamma che del bambino, le madri possono ricevere cure di qualità in Texas e ai loro bambini può essere data una possibilità di vita».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine di Daniel Mayer via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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JD Vance paragona l’aborto al sacrificio dei bambini. C’è molto più da dire e fare contro la Necrocultura
Lo scorso mercoledì, per un’ora, il vicepresidente JD Vance ha risposto alle domande degli studenti dell’Università del Mississippi durante un evento di Turning Point USA, prendendo il posto di Charlie Kirk, l’attivista assassinato che era amico anche del Vance. Lo riporta LifeSite.
Il vicepresidente americano risposto a domande sul cristianesimo, sulla sua fede personale e sull’aborto, definendo l’aborto un «sacrificio di bambini» che porta al maltrattamento delle donne.
«Non mi scuso per credere che il cristianesimo sia una via verso Dio», ha detto Vance a uno studente preoccupato per la preghiera nelle scuole pubbliche. «Non mi scuso per pensare che i valori cristiani siano un fondamento importante di questo Paese, ma non vi costringerò a credere in nulla, perché non è ciò che Dio vuole, e non è ciò che voglio io».
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Come noto, JD Vance, che ha avuto una vita difficile in una famiglia disfunzionale del proletariato bianco dei monti dell’Appalachia (gli Hillbilly) si è convertito al cattolicesimo anni fa.
La domanda sull’aborto all’evento di TP USA è stata posta da una giovane donna che ricopre la carica di presidente di Ole Miss Rebels for Life, il gruppo pro-life del campus; il nome ha suscitato un caloroso applauso tra la folla riunita e un sorriso da parte del vicepresidente.
«In passato, hai dichiarato di essere al 100% pro-life», ha detto. «Ma da quando sei entrato nella campagna presidenziale come vicepresidente, hai cambiato idea sull’aborto, quindi mi chiedevo qual è la tua posizione attuale, e se ritieni che il diritto alla ‘libertà’ di qualcun altro prevalga sul diritto alla vita di qualcun altro?»
«Hai posto la domanda: penso che la libertà di qualcun altro prevalga sul diritto alla vita di qualcun altro?», ha risposto Vance. «No, non lo credo. In effetti, non ci credo. Ora, vorrei contestare qualcosa che hai detto, solo la premessa della domanda, ovvero che ho vacillato sulla questione pro-life. Credo davvero che il presidente sia stato il presidente più pro-life nella storia degli Stati Uniti d’America».
Lo slogan fa riferimento al fatto che, durante la sua prima amministrazione, Donald Trump ha selezionato i giudici della Corte Suprema che alla fine hanno portato all’annullamento della sentenza Roe v. Wade. Durante la campagna presidenziale del 2024, tuttavia, Trump ha ribadito che l’aborto è ora una questione di competenza degli stati e si è impegnato personalmente per rimuovere il principio pro-life dal programma del Partito Repubblicano per la prima volta in decenni.
«Ci sono due cose che dobbiamo tenere a mente qui», ha continuato Vance. «Una è la questione molto difficile: quando parliamo della nostra politica sull’aborto, ci sono alcuni casi limite molto, molto complessi. Ci sono casi in cui una bambina di 11 anni è stata violentata e sarebbe pericoloso per lei portare a termine la gravidanza. Ci sono situazioni in cui portare a termine la gravidanza causerebbe gravi danni fisici, forse la morte per la madre».
«È uno dei motivi per cui noi crediamo nell’eccezione in questi casi – ripeto, sono casi limite, sono rari, la comunità pro-aborto vorrebbe farvi credere che rappresentino il 90% degli aborti e questo non è vero – ma dobbiamo essere onesti sul fatto che ci sono alcuni casi limite».
Renovatio 21 segnala che parlare dei «casi limite» significa solo voler conformare il resto dei casi ad una politica precisa, spostando la Finestra di Overton e riprogrammando la legge. La posizione anfibola di Vance era già nota a tutti, come detto, in campagna elettorale.
«La seconda cosa che vorrei dire a questo proposito è che dobbiamo essere prudenti e pratici in ciò che possiamo realizzare», ha proseguito Vance. «Potrebbero esserci disaccordi su cosa esattamente significhi, ma se si considerano le vittorie pro-life che il presidente degli Stati Uniti è riuscito a ottenere, ci è riuscito perché ha lavorato all’interno del sistema che abbiamo».
Vance ha continuato dicendo che perseguire «l’opzione pro-life più aggressiva», anche se ciò significa perdere tutte le elezioni contro i democratici, che implementeranno l’aborto su richiesta fino al momento della nascita.
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«Qualcuno prima mi ha chiesto dei miei valori cristiani», ha detto Vance. «Uno dei punti che ho sollevato è che quando i coloni arrivarono nel Nuovo Mondo, trovarono il sacrificio di bambini molto diffuso. Immagino che ci siano persone che non sono d’accordo con la mia opinione sulla questione pro-life. Vorrei solo fare un’osservazione. Se si visitano siti archeologici storici dove c’erano bordelli – e le due professioni più antiche del mondo sono il gioco d’azzardo e la prostituzione, quindi c’erano bordelli anche in civiltà molto antiche».
«Se si torna agli antichi bordelli e si dissotterrano le ossa delle donne che lavoravano in quei luoghi, si trovano molto spesso molti bambini sepolti con loro… Ogni volta che una società decide di scartare bambini innocenti, non tratta molto bene nemmeno le proprie donne. E ogni volta che una società maltratta le proprie donne, molto spesso sono i bambini a nascere subito dopo. C’è una ragione per cui la civiltà cristiana ha posto fine alla pratica del sacrificio di bambini in tutto il mondo, ed è una delle grandi conquiste della civiltà cristiana».
«Credo che dovremmo cercare di proteggere ogni vita non ancora nata», ha concluso Vance. «C’è una questione su come esattamente lo facciamo, ma non direi mai che il diritto alla vita di qualcuno debba essere sacrificato».
Come riportato da Renovatio 21, la realizzazione del fatto che l’aborto è un sacrificio umano, domandato ad una civiltà decristianizzata quindi ripaganizzata, ridemonizzata, è oramai più diffusa che mai, in ispecie tra l’opinione pubblica della destra americana, non solo cattolica.
Per qualche ragione, la visione dell’aborto come sacrificio umano non ha mai attecchito davvero nel mondo pro-vita italiano, forse perché troppo stupido, forse perché troppo compromesso con la politica e con la chiesa italiana. Ecco quindi che invece che parlarti di Moloch, il ridicolo pro-vita italiota ti parla di «protezione della maternità» e finanche di «diritti della donna», completamente trasbordato nella lingua, quindi nel campo, dell’avversario – e con la convinzione, chiara ma non sussurrata al popolo che fa loro donazioni – che la legge autogenocida 194 non si deve toccare.
Il fatto è considerare l’aborto come l’unico sacrificio umano della società attuale, con spinta della macchina infallibile dello Stato moderno, è davvero errato: l’aborto è solo una piccola parte del sistema della morte che ci è inflitto, anzi, forse è il fanalino di coda, lo specchietto per le allodole sciocche condotte così in una battaglia di retroguardia, mentre il manovratore prosegue la distruzione umana in tanti altri settori.
È sacrificio umano l’eutanasia, sì. È sacrificio umano la predazione degli organi, sì. È sacrificio umano, di tipo pure difficile da definire vista la natura umanoide della faccenda, la provetta, che oramai da anni distrugge più embrioni dell’aborto, nell’evidente silenzio degli ebeti pro-vita italici, inutili se non venduti.
C’è ancora tanta strada da fare, se vogliamo combattere davvero la Necrocultura. Renovatio 21, in realtà, è qua per questo. Voi, se mi state leggendo, con grande probabilità, pure.
Roberto Dal Bosco
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr; immagine modificata
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