Politica
La Le Pen avverte: violenza politica possibile anche in Francia
La domina del partito Rassemblement National (RN), Marine Le Pen, ha condannato il tentativo di assassinio dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’incidente è diventato un avvertimento per la Francia e l’intero Occidente sulla violenza politica, ha suggerito.
Le Pen ha rilasciato le sue dichiarazioni domenica ai giornalisti durante le celebrazioni del Giorno della Bastiglia, festa nazionale francese. La politica ha ulteriormente rafforzato il messaggio in un post su X, condividendo un video della conversazione sull’attacco.
«Il tentativo di assassinio contro Donald Trump è uno shock per tutti. Ci sono stati feriti gravi e un morto tra gli attivisti del candidato repubblicano. Questo è un avvertimento per tutti noi, la Francia non è al sicuro da questa violenza», ha ammonito.
La stessa Francia ha vissuto tensioni tra gli opposti schieramenti politici, con una retorica infiammata che è aumentata in concomitanza con la vittoria del RN alle elezioni del Parlamento europeo e con i grandi progressi ottenuti dal partito durante le successive elezioni nazionali anticipate.
All’inizio di questa settimana, Le Pen aveva affermato che la sinistra francese potrebbe aver pianificato una sorta di insurrezione, paragonando la proposta di «marcia» sull’ufficio del primo ministro al J6, ossia la rivolta del Campidoglio di Washington il 6 gennaio 2021.
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Come riportato da Renovatio 21, la Le Pen era data per favorita agli exit poll delle recentissime elezioni politiche. L’esito del secondo turno delle elezioni è stato che, invece, per la Francia si profila all’orizzonte un governo di estrema sinistra.
Ora Marine e il giovane delfino leader di partito Bardella affronteranno anche le indagini dei procuratori di Parigi per questioni legati ai finanziamenti.
La Le Pen due settimane fa aveva accusato il presidente Emmanuel Macron di star preparando un «colpo di Stato».
Marine, la nipote tradizionista Marion e il Bardella sono stati oggetto di una canzone che raccoglieva i principali rapper del Paese (tutti praticamente immigrati islamici) con versi che inneggiavano alla violenza contro di loro.
Come scritto da Renovatio 21, la Francia – che è governata da uno Stato che dispone di armi atomiche – pare vicina ad un collasso politico e sociale.
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Immagine di European Parliament via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Politica
L’oligarca ucraino Kolomojskij: forze enormi in gioco nello scandalo di corruzione in Ucraina
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Politica
Il Bangladesh condanna a morte l’ex primo ministro
Lunedì, il Tribunale internazionale per i crimini del Bangladesh (ICT) ha irrogato una condanna capitale in contumacia all’ex prima ministra Sheikh Hasina, nell’ambito di un processo per crimini contro l’umanità.
Dalle cronache giornalistiche, la pronuncia la giudica responsabile di aver impartito l’ordine di una sanguinosa soppressione delle dimostrazioni studentesche del 2024.
Le contestazioni a carico di Hasina annoverano omicidi, tentati omicidi, sevizie e, verosimilmente, il comando di adoperare armi letali contro i manifestanti.
«Le pronunce pronunciate nei miei confronti emanano da un’istituzione corrotta, eretta e presieduta da un esecutivo non legittimato dal voto popolare e privo di autorità democratica. Sono parziali e orientate da logiche politiche», ha replicato Hasina in un comunicato.
Hasina, riparata in India dopo la sommossa del 2024, ha liquidato il verdetto come «un esito inevitabile». La leader bengalese ora risiede ora in India.
Le stime ONU quantificano in fino a 1.400 le vittime della repressione, prevalentemente abbattute dalle forze dell’ordine. Le agitazioni si estinsero dopo la sua fuga dal territorio nazionale.
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Tra gli ulteriori accusati compaiono l’ex ministro dell’Interno Asaduzzaman Khan Kamal e l’ex capo della polizia Chowdhury Abdullah Al-Mamun. Solo quest’ultimo ha presenziato al processo.
Il leader del governo transitorio del Bangladesh, che esercita al momento il potere esecutivo, è il Nobel per la Pace Muhammad Yunus. Le consultazioni elettorali nel Paese sono calendarizzate per il 2026.
Come riportato da Renovatio 21, alla Lega Awami della Hasina, dominante per un quindicennio prima della ribellione, è stato precluso l’accesso alle urne.
La Lega Awami, guidata dall’ex premier Hasina, è stata estromessa dal potere il 5 agosto dello scorso anno da una rivolta studentesca. La Hasina è fuggita in India e il Premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus ha assunto la guida di un governo ad interim. Da allora, i rapporti tra i due vicini dell’Asia meridionale sono tesi, con attacchi alla minoranza induista del Paese. Il golpe ha gettato anche la comunità cristiana nell’incertezza.
Hasina è figlia del fondatore del Bangladesh, lo sceicco Mujibur Rahman, vittima di un colpo di Stato militare nel 1975.
Prima della sentenza, centinaia di contestatori hanno marciato su Dhanmondi 32, l’ex abitazione di Rahman.
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Immagine di DelwarHossain via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Politica
Trump accusa Marjorie Taylor Greene di essere diventato una «traditrice»
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