Politica
La Francia toglie il green pass solo per le elezioni presidenziali?

Il primo ministro francese Jean Castex ha annunciato mercoledì che il 15 marzo non sarà più necessario il passaporto vaccinale, la versione francese del green pass.
Il pass vaccinale è stato richiesto da metà gennaio per molte attività ordinarie in molti luoghi attualmente fuori limite per i non vaccinati. Anche l’obbligo di indossare la mascherina all’interno sarà abolito nella maggior parte dei luoghi pubblici.
L’annuncio arriva meno di un mese prima delle elezioni presidenziali francesi: il primo turno sarà il 10 aprile.
Tuttavia, la parola udita da Castex intervistato sul principale canale TV francese TF1 è suspension, «sospensione».
Non si tratta, quindi, dell’abrogazione del sistema, ma di una sua temporanea interruzione. Il governo infatti si riserva il potere di riattivare quando vuole il pass, teoricamente fino al 31 luglio. Il governo del resto non fa mistero di voler fare tutto il necessario per proteggere la popolazione francese da ulteriori ondate.
L’annunciata «sospensione» del passaporto vaccinale consentirà temporaneamente il libero accesso alle attività sportive, ricreative e culturali, tra cui stadi, piscine pubbliche, cinema, teatri, musei, fiere, e simili, nonché ristoranti, caffè, viaggi in treno a lunga percorrenza e voli nazionali.
Le mascherine non dovranno più essere indossate nei luoghi chiusi aperti al pubblico, come negozi e uffici governativi, sul posto di lavoro e a scuola. Rimarranno obbligatorie, sotto la minaccia di una multa di 135 euro, sui mezzi pubblici.
Le mascherine rimarranno obbligatorie anche negli ospedali e nelle case di riposo per anziani. Peggio: in questi luoghi sarà ancora richiesto anche il pass sanitario, il che significa che per i non vaccinati e i guariti saranno obbligatori test PCR o test antigenici 24 ore prima di entrare entrare in questi luoghi. La regola si estende alle visite fatte a familiari e amici, anche bambini, in ospedale.
La decisione del governo francese di «sospendere» il passaporto del vaccino poche settimane prima che Emmanuel Macron si contendesse un secondo mandato come presidente è stata ampiamente condannata come una mossa politica. La Francia non è nuova a queste mosse da sovrano medievale: dopo le presidenziali, per esempio, i francesi possono attendersi dal neoeletto presidente un condono delle multe automobilistiche.
Il presidente Macron in questo momento sta capitalizzando tutte le occasioni possibili per mettersi in luce contro l’ondata populista dei suoi oppositori, che però arriva assai divisa alle urne, con il candidato Zemmour a erodere il consenso dell’eterna candidata Marine Le Pen.
Macron sta cercando a tutti i costi un’esposizione mediatica nel conflitto ucraino, cercando (al momento appoggiato dal Cremlino) di fare la figura del pacificatore.
Al contempo, l’allentamento temporaneo del pass potrebbe aiutare a racimolare qualche ulteriore voto sulla sua elezione.
«Lasciatemi riassumere. Il pass vaccinale sarà “sospeso”, il che significa che in pratica continueremo a vivere sotto la tensione di possibili restrizioni alle nostre libertà che sicuramente si verificheranno, sempre in una situazione di ricatto vaccinale. Viviamo in uno Stato che si comporta come un delinquente, e il nostro presidente è un delinquente – se vuole processarmi per questo, lasciatelo fare!» ha detto l’avvocato cattolico Fabrice di Vizio in un video Twitter.
Ma colère contre @EmmanuelMacron et @JeanCASTEX ne redescend pas ! Je suis scandalisé par leur attitude ! Outré et je ne compte pas abandonner la lutte contre l’abomination que nous vivons #passdelahonte pic.twitter.com/RODK3tQsbc
— Fabrice Di Vizio (@DIVIZIO1) March 3, 2022
Di Vizio è noto per aver più volte portato in tribunale lo Stato francese riguardo alle restrizioni COVID.
«Penalizziamo le persone fragili per il loro stato di salute o perché dello stato di salute dei propri cari. Saranno penalizzati se non sono stati vaccinati, e questo solo nell’interesse delle case farmaceutiche perché ormai è noto che la vaccinazione non impedisce la trasmissione della malattia e non protegge dalla trasmissione. Siamo in presenza di una “menzogna di stato” nella totale indifferenza pubblica: un vero segno dei tempi. È uno scandalo».
Di Vizio vuole anche che i medici siano «sommersi da denunce legali» se continuano a chiedere ai pazienti di mostrare un pass sanitario per essere ammessi negli ospedali francesi. Continuerà a difendere gli operatori sanitari che sono stati abbandonati e dimenticati e che ora sono privi di alcun diritto, dichiara l’avvocato.
«Posso dirvelo, non è finita».
Attualmente in Francia i cittadini guariti dal COVID da più di quattro mesi fa devono sottoporsi a doppia vaccinazione; coloro che sono stati infettati due o più volte possono invece fare un singolo vaccino COVID. Questo vale per tutti i francesi dai 17 anni in su, mentre i bambini dai 5 ai 16 anni non hanno obbligo vaccinale ma possono essere sottoposti al siero genico sperimentale anche se solo uno dei genitori è d’accordo.
Politica
Orban dice che l’UE potrebbe andare al «collasso» e chiede accordi con Mosca

L’UE è sull’orlo del collasso e non sopravvivrà oltre il prossimo decennio senza una «revisione strutturale fondamentale» e un distacco dal conflitto ucraino, ha avvertito il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Intervenendo domenica al picnic civico annuale a Kotcse, Orban ha affermato che l’UE non è riuscita a realizzare la sua ambizione fondante di diventare una potenza globale e non è in grado di gestire le sfide attuali a causa dell’assenza di una politica fiscale comune. Ha descritto l’Unione come entrata in una fase di «disintegrazione caotica e costosa» e ha avvertito che il bilancio UE 2028-2035 «potrebbe essere l’ultimo se non cambia nulla».
«L’UE è attualmente sull’orlo del collasso ed è entrata in uno stato di frammentazione. E se continua così… passerà alla storia come il deprimente risultato finale di un esperimento un tempo nobile», ha dichiarato Orban, proponendo di trasformare l’UE in «cerchi concentrici».
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L’anello esterno includerebbe i paesi che cooperano in materia di sicurezza militare ed energetica, il secondo cerchio comprenderebbe i membri del mercato comune, il terzo quelli che condividono una moneta, mentre il più interno includerebbe i membri che cercano un allineamento politico più profondo. Secondo Orbán, questo amplierebbe la cooperazione senza limitare lo sviluppo.
«Ciò significa che siamo sulla stessa macchina, abbiamo un cambio, ma vogliamo muoverci a ritmi diversi… Se riusciamo a passare a questo sistema, la grande idea della cooperazione europea… potrebbe sopravvivere», ha affermato.
Orban ha accusato Brusselle di fare eccessivo affidamento sul debito comune e di usare il conflitto in Ucraina come pretesto per proseguire con questa politica. Finché durerà il conflitto, l’UE rimarrà una «anatra zoppa», dipendente dagli Stati Uniti per la sicurezza e incapace di agire in modo indipendente in ambito economico, ha affermato.
Il premier magiaro ha anche suggerito che, invece di «fare lobbying a Washington», l’UE dovrebbe «andare a Mosca» per perseguire un accordo di sicurezza con la Russia, seguito da un accordo economico.
Il primo ministro di Budapest non è il solo a nutrire queste preoccupazioni. Gli analisti del Fondo Monetario Internazionale e di altre istituzioni hanno lanciato l’allarme: l’UE rischia la stagnazione e persino il collasso a causa di sfide strutturali, crescita debole, scarsi investimenti, elevati costi energetici e tensioni geopolitiche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

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Politica
Il governo francese collassa

Il governo francese è collassato dopo che il Primo Ministro François Bayrou ha perso un cruciale voto di fiducia in Parlamento lunedì. Bayrou è il secondo primo ministro consecutivo sotto Emmanuel Macron a essere destituito, precipitando la Francia in una crisi politica ed economica.
Per approvare una mozione di sfiducia all’Assemblea Nazionale servono almeno 288 voti. Quella di lunedì ne ha ottenuti 364, con il Nuovo Fronte Popolare di sinistra e il Raggruppamento Nazionale di destra coalizzati per superare lo stallo sul bilancio di austerità di Bayrou.
Dopo aver resistito a otto mozioni di sfiducia, Bayrou ha convocato questo voto per ottenere supporto alle sue proposte, che prevedevano tagli per circa 44 miliardi di euro per ridurre il debito francese in vista del bilancio di ottobre.
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Bayrou, che aveva definito il debito pubblico un «pericolo mortale», sembra aver accettato la sconfitta. Domenica, ha criticato aspramente i partiti rivali, che, pur «odiandosi a vicenda», si sono uniti per far cadere il governo.
Bayrou è il secondo primo ministro deposto dopo Michel Barnier, rimosso a dicembre dopo soli tre mesi, e il sesto sotto Macron dal 2017.
La caduta di Bayrou lascia Macron di fronte a un dilemma: nominare un Primo Ministro socialista, cedendo il controllo della politica interna, o indire elezioni anticipate, che i sondaggi indicano favorirebbero il Rassemblement National di Marine Le Pen.
Con la popolarità di Macron al minimo storico, entrambe le opzioni potrebbero indebolire ulteriormente la sua presidenza. Gli analisti temono che una perdita di fiducia dei mercati nella gestione del deficit e del debito francese possa portare a una crisi simile a quella vissuta dal Regno Unito sotto Liz Truss, il cui governo durò meno della via di un cavolo prima della marcescenza.
Il malcontento verso Macron è in crescita: un recente sondaggio di Le Figaro rivela che quasi l’80% dei francesi non ha più fiducia in lui.
Come riportato da Renovatio 21, migliaia di persone hanno protestato a Parigi nel fine settimana, chiedendo le dimissioni di Macron con slogan come «Fermiamo Macron» e «Frexit».
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni
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