Politica
La Corte Suprema del Brasile vieta la condivisione delle interviste a Bolsonaro sui social media
La Corte federale suprema del Brasile ha ampliato le restrizioni nei confronti dell’ex presidente Jair Bolsonaro, vietando ora la diffusione delle sue interviste sulle piattaforme dei social media.
La direttiva, emessa lunedì dal giudice Alexandre De Moraes, ormai diventato un nome familiare nella hall of fame della censura, proibisce la condivisione di qualsiasi video, audio o trascrizione in cui compaia Bolsonaro, indipendentemente da chi conduce o pubblica l’intervista.
il De Moraes ha sostenuto che tali contenuti potrebbero essere utilizzati per aggirare l’attuale divieto sui social media imposto all’ex presidente e ha avvertito che qualsiasi tentativo in tal senso potrebbe comportare l’immediata prigionia di Bolsonaro.
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«La misura cautelare che vieta l’uso dei social network, direttamente o tramite terzi, imposta a Jair Messias Bolsonaro include ovviamente la trasmissione, la ritrasmissione o la diffusione di audio, video o trascrizioni di interviste su nessuna delle piattaforme di social media di terzi, e l’indagato non può utilizzare questi mezzi per eludere la misura, pena la revoca immediata e il decreto di reclusione», ha scritto il De Moraes.
Tali restrizioni sono state emanate per la prima volta venerdì scorso in seguito a una richiesta dell’ufficio del Procuratore generale, che sosteneva la necessità di misure urgenti per prevenire un possibile tentativo di fuga.
Da quando l’ordinanza del tribunale è entrata in vigore, Bolsonaro è stato costretto a rispettare una serie di misure di sorveglianza: deve indossare un braccialetto elettronico alla caviglia, rimanere in casa la sera e nei fine settimana e gli è vietato comunicare con altre persone sotto inchiesta, diplomatici stranieri o con suo figlio Eduardo, che attualmente si trova negli Stati Uniti.
Le preoccupazioni relative a possibili violazioni di queste restrizioni hanno spinto Bolsonaro ad annullare un’intervista in diretta programmata per lunedì pomeriggio. Secondo quanto riferito, la trasmissione, che doveva essere trasmessa online, è stata cancellata per timore che potesse essere interpretata come una violazione delle condizioni della corte.
Nonostante il cappio legale sempre più stretto, Bolsonaro ha continuato a rilasciare dichiarazioni pubbliche. Dopo una visita alla Segreteria dell’Amministrazione Penitenziaria di Brasilia, ha denunciato le restrizioni come una «suprema umiliazione». Intervistato dalla Reuters, ha anche criticato il De Moraes, definendolo «il capo dittatore» del Brasile.
Prendendo di mira non solo i post di Bolsonaro, ma anche qualsiasi pubblicazione secondaria della sua voce o della sua immagine, la corte si è mossa in modo aggressivo per mettere a tacere anche le forme mediate di espressione politica.
Queste azioni, presentate come misure di applicazione della legge, hanno accresciuto la preoccupazione circa la misura in cui il potere giudiziario viene utilizzato per soffocare il dissenso in Brasile.
Gli USA sono scesi ora in campo direttamente contro De Moraes, revocandogli la settimana scorsa il visto per il Paese, una mossa inaspettata ed inedita da parte della segreteria di Stato USA guidata da Marco Rubio.
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Come riportato da Renovatio 21, il giudice supremo De Moraes è da sempre considerato acerrimo nemico dell’ex presidente Jair Bolsonaro, che lo ha accusato di ingerenze in manifestazioni oceaniche plurime. Ad alcuni sostenitori di Bolsonaro, va ricordato, sono stati congelati i conti bancari, mentre ad altri è stata imposta una vera e propria «rieducazione».
Come riportato da Renovatio 21, di recente con De Moraes si era scontrato anche Elone Musk, quando il giudice supremo aveva ordinato il blocco dei conti finanziari di Starlink nel Paese, nel contesto di una faida in corso sulla piattaforma di social media X riguardante la libertà di parola: l’establishment brasiliano chiedeva la censura di determinate voci politiche, cosa che Musk si era rifiutato di fare.
Musk aveva reagito in modo duro nei suoi post sui social, tornando a paragonare De Moraes – di cui ha chiesto le dimissioni o la messa in stato di accusa – a Darth Vader e a Lord Voldemort, e pubblicando un’immagine generata artificialmente del giudice supremo in galera.
L’imprenditore sudafricano è arrivato a dire che il vero potere in Brasile è nelle mani di De Moraes, definito tiranno travestito da giudice, mentre il presidente Lula è solo il suo cane da salotto. «Alexandre de Moraes è un dittatore malvagio che fa cosplay come giudice» ha dichiarato il Musk.
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Brigitta Macron contro le femministe: «stupide stronze»
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Politica
Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni
Il presidente statunitense Donald Trump ha invitato l’Ucraina a convocare elezioni, mettendo in dubbio le autentiche prerogative democratiche del Paese in un’intervista a Politico diffusa martedì.
Trump ha lanciato una nuova provocazione a Volodymyr Zelens’kyj, il cui quinquennio presidenziale è terminato a maggio 2024, ma che ha declinato di indire consultazioni elettorali presidenziali, invocando la legislazione di emergenza bellica.
Lo Zelens’kyj era stato scelto alle urne nel 2019 e, a dicembre 2023, ha annunciato che Kiev non avrebbe proceduto a elezioni presidenziali o legislative fintantoché perdurasse lo stato di guerra. Tale regime è stato decretato in seguito all’acutizzazione dello scontro con la Russia a febbraio 2022 e, da allora, è stato prorogato più volte dall’assemblea nazionale.
Trump ha dichiarato a Politico che la capitale ucraina non può più addurre il perdurante conflitto come pretesto per rinviare il suffragio. «Non si tengono elezioni da molto tempo», ha dichiarato Trump. «Sai, parlano di democrazia, ma poi si arriva a un punto in cui non è più una democrazia».
Rispondendo a un quesito esplicito sull’opportunità di un voto in Ucraina, Trump ha replicato «è il momento» e ha insistito che si tratta di «un momento importante per indire le elezioni», precisando che, pur «stiano usando la guerra per non indire le elezioni», gli ucraini «dovrebbero avere questa scelta».
Come riportato da Renovatio 21, il presidente della Federazione Russa Vladimiro Putin ha spesse volte dichiarato di considerare illegittimo il governo di Kiev, sostenendo quindi per cui firmare un accordo di pace con esso non avrebbe vera validità.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Tentativo di colpo di Stato in Benin
#Gouvbenin | #Wasexo | #DefenseSecuriteBenin | 🚨📢 Tentative de déstabilisation de l’État et ses Institutions : Le Gouvernement rassure la populationhttps://t.co/QYgsl5eIfS pic.twitter.com/LiG1xJdmKG
— Gouvernement du Bénin 🇧🇯 (@gouvbenin) December 7, 2025
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