Geopolitica
Israele torna ad attaccare gli Houthi in Yemen con l’Operazione Bandiera Nera
Israele ha lanciato una vasta operazione di bombardamento contro infrastrutture chiave nello Yemen, con le IDF che accusano il «regime terroristico» degli Houthi di riutilizzare porti e centrali elettriche per uso militare.
La campagna di bombardamenti contro una delle nazioni più povere del mondo, denominata Operazione Bandiera Nera, è stata annunciata nella mattinata di lunedì dal Ministro della Difesa Israel Katz e dalle Forze di difesa israeliane (IDF).
Gli attacchi hanno preso di mira le infrastrutture nei porti yemeniti di Hodeidah, Ras Isa e Al-Salif, nonché una centrale elettrica a Ras Katib. Sono state segnalate forti esplosioni nelle aree circostanti i siti presi di mira.
«Questi porti sono utilizzati dal regime terroristico Houthi per trasferire armi provenienti dal regime iraniano, impiegate per compiere operazioni terroristiche contro lo Stato di Israele e i suoi alleati», ha affermato l’IDF. L’operazione è stata descritta come una risposta diretta agli attacchi con droni e missili lanciati dal territorio controllato dagli Houthi verso Israele nelle ultime settimane.
הלילה, כ-20 מטוסי קרב תקפו באמצעות יותר מ-50 חימושים, מטרות טרור של שלטון הטרור החות׳י בנמלים חודידה, ראס עיסא, א-סליף ותחנת הכוח ראס קאנטיב pic.twitter.com/G1sSUjJTwr
— צבא ההגנה לישראל (@idfonline) July 7, 2025
‼️🇮🇱✈️At this moment, the Israeli Air Force is bombing port infrastructure and Houthi military targets in Yemen.
The airstrikes were preceded by a missile launch toward Israel by the Houthis, followed by an Israeli warning urging the Yemeni population to immediately evacuate… pic.twitter.com/GfwPsSQeBU
— Visioner (@visionergeo) July 6, 2025
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Secondo l’IDF, uno degli obiettivi colpiti a Ras Isa era la Galaxy Leader, una nave mercantile sequestrata dalle forze Houthi nel novembre 2023. Le IDF hanno affermato che i militanti avevano equipaggiato la nave con un sistema radar per monitorare il traffico marittimo nel Mar Rosso e facilitare gli attacchi alle navi mercantili.
🚨IDF Spokesperson: The merchant ship “Galaxy Leader,” hijacked by Houthi terrorists in November 2023, was struck in Ras Issa port. The Houthis equipped the ship with radar to monitor international maritime traffic, supporting their terrorist activities. pic.twitter.com/YQxhbnVKkX
— Mark Israel (@MarkIsrael710) July 6, 2025
La centrale elettrica di Ras Kanatib è stata descritta dalle IDF come un obiettivo legittimo, in quanto funge da importante snodo di approvvigionamento elettrico per le operazioni militari degli Houthi. «Questo è un altro esempio di come il regime degli Houthi utilizzi le infrastrutture civili», ha affermato l’IDF.
Il Katz ha ribadito che Israele considera gli Houthi parte di una più ampia rete di forze sostenute dall’Iran nella regione.
«Come avevo avvertito, lo Yemen sarà trattato come Teheran», ha scritto il Katz in una dichiarazione su X. «Chiunque tenti di danneggiare Israele verrà danneggiato, e chiunque alzi una mano contro Israele verrà tagliato. Gli Houthi continueranno a pagare un prezzo pesante per le loro azioni».
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Israele ha accusato il movimento Houthi di fungere da «rappresentante centrale del regime iraniano» e di ricevere armi e finanziamenti per sostenere quella che descrive come una campagna globale di terrorismo. Ha inoltre accusato gli Houthi di utilizzare il dominio marittimo per proiettare la forza e interrompere il commercio internazionale, e ha affermato che Israele rimane impegnato a contrastare qualsiasi minaccia contro i suoi cittadini «ovunque sia necessario».
Gli Houthi attaccano navi nel Mar Rosso dalla fine del 2023, in segno di solidarietà con i palestinesi durante il conflitto di Gaza. Mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha mediato un accordo a maggio per fermare gli attacchi in cambio di una pausa nei raid aerei occidentali, il gruppo ha avvertito che avrebbe ripreso le operazioni se Washington avesse sostenuto gli attacchi israeliani contro l’Iran.
Da allora, gli Houthi hanno lanciato diversi droni e missili contro Israele, in seguito all’accordo di cessate il fuoco del mese scorso tra Israele e Iran. Gli ultimi attacchi di rappresaglia israeliani segnano l’azione militare più estesa in Yemen dopo la serie di attacchi di maggio.
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Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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