Geopolitica
Israele prepara il piano di conquista di Gaza City

La guerra di Israele contro Gaza City è in pieno svolgimento. Lo riporta il Times of Israel.
Il Capo di Stato Maggiore delle forze di Difesa israeliane (IDF), Tenente Generale Eyal Zamir, ha dichiarato ieri alle truppe a Gaza che l’esercito avrebbe approvato «il piano per la prossima fase della guerra» scrive il quotidiano israeliano.
«Manterremo lo slancio dell’Operazione Carri di Gedeone concentrandoci su Gaza City», ha affermato, riferendosi all’offensiva militare lanciata a maggio. «Continueremo a colpire fino alla sconfitta di Hamas, con gli occhi puntati sugli ostaggi. Agiremo con una strategia sofisticata, ponderata e responsabile. L’IDF impiegherà tutte la sua capacità terrestri, aeree e marittime per colpire Hamas con forza», ha affermato lo Zamir.
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«Presto passeremo alla fase successiva dell’Operazione Carri di Gedeone, in cui continueremo ad aggravare il danno ad Hamas a Gaza City fino alla sua sconfitta».
«L’Operazione Carri di Gedeone ha raggiunto i suoi obiettivi», ha affermato Zamir, aggiungendo che «Hamas non possiede più le stesse capacità che aveva prima dell’operazione; le abbiamo inferto un duro colpo».
Il Times of Israel osserva che, prima del piano, Israele ha annunciato il 16 agosto che avrebbe rinnovato la fornitura di tende e attrezzature per ripari a Gaza, che non è stata autorizzata per 26 settimane, «come parte dei preparativi delle IDF per trasferire la popolazione dalle zone di combattimento alla Striscia di Gaza meridionale per la loro protezione».
Il giornale arabo Al Mayadeen aggiunge che Zamir ha anche inquadrato la campagna come parte di un’agenda regionale più ampia, sottolineando che la campagna «non era localizzata», ma collegata a una strategia a lungo termine contro quelli che ha descritto come «tutti i componenti dell’asse, primo tra tutti l’Iran».
Hamas ha rilasciato una dichiarazione in risposta alle osservazioni di Zamir, affermando che la sua intenzione «è una dichiarazione sionista dell’inizio di una nuova ondata di brutali stermini e di operazioni criminali di sfollamento per centinaia di migliaia di residenti di Gaza City e per coloro che vi sono stati sfollati».
Nella stessa dichiarazione, Hamas ha denunciato il piano israeliano di installare tende per facilitare lo spostamento della popolazione di Gaza City verso sud, definendolo «un palese inganno volto a coprire un crimine brutale che l’occupazione si sta preparando a compiere, in un momento in cui le Nazioni Unite confermano il loro rifiuto delle misure adottate dall’occupazione in questo contesto».
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Immagine di IDF Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Maduro ha offerto ampie concessioni economiche agli Stati Uniti

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Geopolitica
Haaretz: Israele sarà indifendibile se violeremo questo piano di pace

L’editoriale principale del quotidiano israeliano Haaretz, pubblicato il 10 e l’11 ottobre, lancia un severo monito agli israeliani attratti dai piani del primo ministro Benjamin Netanyahu e dei suoi sostenitori estremisti per ostacolare gli accordi di pace negoziati.
«Se Israele fosse così sprovveduto da liberare gli ostaggi e poi trovare un pretesto banale per riprendere i combattimenti, consolidando la sua nuova immagine di Stato guerrafondaio che viola ripetutamente gli accordi, le proteste che hanno scosso l’Europa per la reazione di Israele alla flottiglia per Gaza si intensificheranno con una forza doppia e saranno inarrestabili».
L’editoriale, scritto dall’editorialista Carolina Landsmann, ribadisce: «se Israele riprendesse i combattimenti dopo aver recuperato tutti gli ostaggi, compirebbe un autentico suicidio diplomatico. Difendere il Paese diventerebbe impossibile. Nemmeno Trump potrebbe riuscirci».
L’editoriale è stato innescato dalle dichiarazioni del giornalista israeliano Amit Segal, trasmesse sul Canale 12 israeliano, secondo cui «non esiste una fase due, questo è chiaro a tutti, no?». Segal ha escluso qualsiasi soluzione che richiami gli accordi di Oslo, vantandosi che, una volta liberati gli ostaggi, Israele riprenderà a combattere,.
La Landsmann ha replicato che questo gioco è finito: «Il mondo ha compreso la realtà meglio di Israele», e persino i sostenitori di Trump «sono stanchi» di vedere i contribuenti americani finanziare le guerre di Israele. L’editorialista ha riportato le parole di Trump a Netanyahu: «Israele non può combattere contro il mondo, Bibi; non può combattere contro il mondo».
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Immagine di IDF Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Il Cremlino dice di essere pronto per un accordo sull’Ucraina

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