Stato
Israele approverà una legge che consentirà allo Stato di uccidere i propri cittadini
Il governo israeliano è pronto a consentire alla polizia di aprire il fuoco contro i cittadini israeliani che protestano e che bloccano le strade o gli ingressi alle città durante la «guerra su più fronti» condotta dal paese, ha riferito l’emittente pubblica Kan.
Secondo le nuove regole, la polizia avrà bisogno solo del permesso di un alto ufficiale prima di sparare per uccidere, ha detto giovedì l’emittente. Il procuratore generale israeliano Gali Baharav-Miara ha già accettato di accelerare la legislazione, che potrebbe essere introdotta già domenica, ha aggiunto.
L’allentamento delle regole era stato proposto dal ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ancor prima dell’attacco a sorpresa di Hamas contro Israele il 7 ottobre, in cui 1.400 persone furono uccise da militanti palestinesi.
Ben Gvir ha detto a Kan all’inizio di ottobre che «non si vergognava di agire, per fare in modo che fosse più facile per i nostri agenti di polizia sparare a coloro che li minacciano». Secondo il ministro ultranazionalista, cambiare le regole è «molto importante» perché tutelerebbe gli agenti e consentirebbe loro di svolgere i loro compiti in modo più efficace.
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Kan aveva precedentemente riferito che i vertici della polizia e il Ministero della Sicurezza Nazionale erano preoccupati che cittadini israeliani di origine araba potessero bloccare i convogli dell’esercito in caso di escalation militare con i palestinesi o con il gruppo armato libanese Hezbollah. Secondo i dati del governo, gli arabi costituiscono il 21% della popolazione israeliana di 9,8 milioni di abitanti.
Le discussioni hanno avuto origine dagli scoppi di violenza nelle città con popolazioni miste arabo-ebraiche nel maggio 2021 durante la guerra di 11 giorni di Israele con Gaza, afferma il rapporto.
La polizia israeliana attualmente fa affidamento su mezzi non letali per disperdere le rivolte e può utilizzare proiettili veri solo se ritiene che la sua vita sia in pericolo.
Tali norme furono introdotte dopo le proteste su larga scala e le violenze tra comunità avvenute in Israele nell’ottobre del 2000, durante le quali 12 arabi israeliani e un palestinese sono stati uccisi, e un ebreo israeliano ha perso la vita dopo che la sua auto fu presa a sassate dai rivoltosi arabi.
Come riporta RT, la commissione che aveva indagato sulla risposta della polizia ai disordini aveva stabilito che l’uso di proiettili veri contro i manifestanti era stato inappropriato.
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Immagine di Israel Police via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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Politica
Trump dice di voler andare in Paradiso. Tutto lo Stato dovrebbe essere calibrato così
Il presidente Donald Trump ha recentemente affermato di voler «provare ad andare in paradiso, se possibile», mentre discuteva dei suoi sforzi per porre fine alla guerra in corso in Ucraina. Lo riporta LifeSite.
«Se riesco a salvare 7.000 persone a settimana dall’essere uccise, penso che sia questo il motivo per cui voglio provare ad andare in paradiso, se possibile», ha detto all trasmissione della TV via cavo americana Fox and Friends martedì mattina. «Sento dire che non sto andando bene, che sono davvero in fondo alla scala sociale. Ma se posso andare in paradiso, questo sarà uno dei motivi».
La scorsa settimana Trump ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin in Alaska per discutere degli sforzi per porre fine al conflitto in corso, iniziato con l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. All’inizio di questa settimana Trump ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj alla Casa Bianca.
Trump: “I want to try and get to heaven if possible. I hear I’m not doing well. I hear I’m really at the bottom of the totem pole.” pic.twitter.com/y1izqVGM84
— Aaron Rupar (@atrupar) August 19, 2025
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Dal discorso sembra che Trump stia trattando un affare, il deal definitivo. Nel computo inserisce anche le vite che ha salvato fermando la guerra tra India e Pakistan.
Sebbene Trump non sia mai stato particolarmente religioso, in passato ha affermato di credere in Dio, in particolare dopo essere sopravvissuto al tentativo di assassinio nel luglio 2024 – momento che ha fatto parlare a tantissimi, compresa Renovatio 21, di intervento divino.
Molti commentatori progressisti hanno deriso le dichiarazioni di Trump. Il Lincoln Project, un’organizzazione che si batte per la causa «Never Trump», ha preso in giro le dichiarazioni del presidente. L’ex consulente del Partito Repubblicano Rick Wilson ha ipotizzato che il «background» di Trump significhi che non potrà entrare in paradiso.
Tuttavia, il commentatore cattolico Michael Knowles ha affermato che i commenti di Trump sono un buon segno. «Di tutti i motivi per cui si può attaccare un politico, questo non sarà mai superato», ha detto Knowles. «Attaccare un presidente perché vuole andare in paradiso».
La portavoce Karoline Leavitt ha affermato che il presidente è «seriamente» intenzionato ad andare in paradiso.
La politica del Paradiso pare essere un concetto in ascesa negli ultimi tempi. In una interessante intervista nel podcast di Tucker Carlson, il commentatore cattolico Matt Walsh ha sintetizzato una formula perfetta: «la mia ideologia politica a questo punto è: voglio che i miei figli vadano in paradiso. Voglio che siano brave persone felici».
“My political ideology is that I want my kids to go to Heaven.” – @MattWalshBlog on @TuckerCarlson
Spot on, and could not agree more. pic.twitter.com/Xwc9QQR5cN
— Tridentine Brewing (@TridentineBrew) May 1, 2025
Ripetiamo la perfetta sintesi: l’unica ideologia politica è quella di far sì che i propri figli vadano in paradiso.
Il fine di ogni Stato dovrebbe essere la prossima generazione – che deve, innanzitutto nascere – e il suo destino celeste.
Il fine dello Stato dovrebbe essere, quindi, la vita umana.
Quanto siamo lontani da questa semplice realtà?
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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