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Terrorismo

Iraq, 11 morti e 13 feriti in un attacco dell’ISIS. Vittime anche civili

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews

 

Fonti della sicurezza affermano che i jihadisti hanno colpito «civili inermi» dopo un tentativo di sequestro. Morta anche una donna. Le autorità hanno sigillato l’area e avviato operazioni di rastrellamento. Secondo un rapporto Onu vi sono ancora 10mila miliziani attivi fra Siria e Iraq. 

 

 

 

 

È di oltre una decina di vittime il bilancio, ancora provvisorio, di un attacco sferrato dai jihadisti dello Stato islamico (SI, ex ISIS) nella serata di ieri contro un villaggio nell’est dell’Iraq.

 

Le milizie del «califfato», che un tempo occupavano oltre metà del territorio di Siria e Iraq e avevano eretto la loro «capitale» a Mosul, tornano a colpire prendendo di mira al-Rashad, nella provincia di Diyala, in una zona abitata da civili e militari.

 

Secondo quanto riferiscono fonti della sicurezza locali, al momento si registrano «11 morti e 13 feriti» alcuni dei quali in condizioni gravi. Fra le vittime vi sono sia civili che militari di stanza nella zona. Le autorità hanno sigillato l’area e avviato operazioni di rastrellamento, alla ricerca di cellule jihadiste locali.

 

Un rapporto di inizio anno delle Nazioni Unite afferma che lo Stato islamico «mantiene una presenza in larga parte clandestina in Iraq e Siria» dove conduce «una insurrezione su entrambi i fronti» grazie alla presenza di almeno 10 mila combattenti.

Una nota dei vertici militari sottolinea che nell’attacco i miliziani hanno sequestrato due persone e colpito «civili inermi», dopo che gli abitanti del villaggio si sono rifiutati di pagare un riscatto. Fra le vittime vi sarebbe anche una donna. In precedenza si era verificato un altro attacco con veicoli leggeri e armi semi-automatiche sempre in Iraq, con un bilancio finale di 11 morti e 15 feriti.

 

Nell’area di al-Rashad vivono soprattutto membri della tribù beduina di Bani Tamim, alla quale appartiene anche il governatore della provincia. All’inizio di settembre sono morti 13 elementi appartenenti alla polizia federale irachena, colpiti in un attacco sferrato dall’ISIS contro un punto di controllo nei pressi di Kirkuk, nel nord.

 

Un rapporto di inizio anno delle Nazioni Unite afferma che lo Stato islamico «mantiene una presenza in larga parte clandestina in Iraq e Siria» dove conduce «una insurrezione su entrambi i fronti» grazie alla presenza di almeno 10 mila combattenti.

 

L’ultimo attacco rivendicato dall’ISIS in Iraq risale al luglio scorso, nel distretto sciita di Sadr City, a Baghdad, che ha causato la morte di una trentina di persone.

 

In ottobre, in concomitanza con le elezioni parlamentari, le autorità avevano rivelato due operazioni oltre-confine con l’arresto del responsabile del sanguinoso attentato del 2016 nella capitale, che aveva provocato oltre 320 vittime.

 

 

 

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Terrorismo

Jihadisti francesi attaccano le forze governative siriane

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Le nuove autorità siriane hanno lanciato un’ampia operazione militare contro le forze jihadiste straniere rimaste nella provincia nord-occidentale di Idlib, con particolare attenzione ai militanti di origine francese.

 

Il governo damasceno ha dichiarato che questi gruppi, che in passato hanno contribuito a rovesciare l’ex presidente Bashar Assad, costituiscono ora una minaccia alla sicurezza.

 

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), con sede nel Regno Unito, gli scontri sono scoppiati durante un assalto notturno delle forze governative a un campo noto come «campo francese» nella città di Harem, a ovest di Idlib. Entrambe le parti avrebbero subito perdite, ma il numero esatto di vittime non è stato confermato. Almeno due jihadisti sono stati catturati. Secondo le autorità, il campo sarebbe gestito da combattenti stranieri guidati da Omar Omsen, un cittadino francese di origini senegalesi.

 

Il Servizio di Sicurezza Generale siriano ha specificato che l’obiettivo era arrestare Omsen e ripristinare la stabilità nella regione. Un canale Telegram legato ai jihadisti ha diffuso una dichiarazione del loro leader, che accusava il governo di collaborare con gli Stati Uniti e una «coalizione internazionale» per eliminare i militanti stranieri in Siria, minacciando Damasco di rappresaglie jihadiste e citando il supporto di altri gruppi militanti stranieri.

 

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Un articolo del Washington Post dello scorso maggio riferisce che il governo del presidente ad interim Ahmed al-Sharaa, precedentemente conosciuto come il terrorista jihadista al-Jolani, legato ad al-Qaeda e ISIS, sta affrontando minacce dalle stesse forze che lo hanno insediato al potere a novembre.

 

Secondo un rapporto di Le Monde del 2023, circa 200 cittadini francesi, tra combattenti e loro familiari, si sono stabiliti a Idlib dopo il collasso dello Stato Islamico nel 2019, descritti come «jihadisti francesi irriducibili».

 

Il WaPo a maggio riportava che «militanti sunniti estremisti» hanno compiuto stragi di alawiti sulla costa siriana a marzo, causando almeno 1.300 morti, con altre migliaia morti nei mesi successivi.

 

Come noto, anche i cristiani sono oggetto di continue violenze assassine e genocide da parte dei takfiri jihadisti che perseverano nella loro opera di cruenta persecuzione, tra esecuzioni di donne cristiane e bombe nelle chiese, mentre diviene sempre più chiaro che la sharia è l’unica legge del Paese un tempo laico.

 

Alcuni di questi gruppi jihadisti hanno poi rivolto la loro ostilità contro al-Jolani, specialmente dopo il suo incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha portato alla rimozione delle sanzioni contro la Siria, ma lo ha fatto apparire come un «infedele» agli occhi dei radicali.

 

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Terrorismo

Episodio di terrorismo a Belgrado

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Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha descritto la sparatoria di mercoledì vicino all’Assemblea nazionale di Belgrado come un «terribile attacco terroristico». Un uomo di 70 anni avrebbe aperto il fuoco nella capitale serba e dato fuoco a una tenda.   L’autore, identificato come Vladan Andelkovic, è stato arrestato. Secondo i resoconti, ha ferito un uomo di 57 anni, Milan Bogdanovic, sparandogli e ha poi incendiato una tenda dei sostenitori del presidente Vucić davanti all’Assemblea nazionale. Kurir ha riportato che il sospettato ha anche gettato munizioni tra le fiamme.   La vittima, colpita alla coscia, non ha subito ferite gravi. I vigili del fuoco hanno domato l’incendio, mentre la polizia ha isolato l’area e avviato un’indagine.  

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In un discorso televisivo, Vucic ha condannato l’episodio come un «attacco terroristico contro persone e proprietà», dichiarando che il sospettato aveva acquistato benzina per appiccare intenzionalmente il fuoco alla tenda, con l’obiettivo di seminare paura. Vučić ha mostrato un video in cui Andelkovic afferma di aver agito con intenti suicidi: «L’occupazione del centro città mi infastidisce. Ho dato fuoco alla tenda con la benzina», si sente nella registrazione.   «Volevo che mi uccideste perché non posso più vivere», ha aggiunto l’uomo.   Tuttavia, Vucic ha suggerito che l’uomo potrebbe aver «finto di essere pazzo», sottolineando che il suo passato nelle forze di sicurezza indica una piena consapevolezza delle sue azioni. «Questa persona e i suoi eventuali complici saranno puniti severamente», ha promesso.   Il presidente ha poi invitato a evitare reazioni impulsive: «Ho visto la rabbia causata da questo episodio, alcuni oppositori dei bloccanti vogliono radunarsi, ma chiedo loro di non farlo. La vendetta non porta a nulla di buono. Non deve esserci vendetta, e metto in guardia tutti dal cercarla».     SOSTIENI RENOVATIO 21
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Terrorismo

Preparavano un altro attentato a Trump?

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Il direttore dell’FBI Kash Patel ha dichiarato domenica 19 ottobre a Fox News che i Servizi Segreti (USSS) hanno individuato una «postazione di caccia» con vista diretta sull’uscita dell’Air Force One del presidente Donald Trump presso l’aeroporto internazionale di Palm Beach. L’FBI sta collaborando con l’USSS e le forze dell’ordine della contea di Palm Beach per le indagini.

 

Il Patel ha riferito che, fino a ieri, nessuna persona è stata vista o associata alla postazione sopraelevata. Secondo una fonte anonima delle forze dell’ordine citata da Fox, la postazione, situata su un ramo d’albero, sembra essere stata preparata «mesi fa».

 

 

Tuttavia, il capo delle comunicazioni dell’USSS, Anthony Guglielmi, ha precisato che gli agenti hanno scoperto la postazione giovedì 16 ottobre durante i «preparativi di sicurezza avanzati» per l’arrivo di Trump a Palm Beach. «Non ci sono state ripercussioni sui movimenti e nessuna persona era presente o coinvolta nel luogo», ha dichiarato Guglielmi a Fox News.

 

«Sebbene non possiamo fornire dettagli sugli oggetti specifici o sul loro scopo, questo incidente evidenzia l’importanza delle nostre misure di sicurezza a più livelli», ha aggiunto.

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