Connettiti con Renovato 21

Vaccini

Intervista esclusiva al dott. Montanari

Pubblicato

il

Il Dottor Stefano Montanari è uno scienziato e divulgatore di fama internazionale, da sempre impegnato nella ricerca medica. 

Insieme alla moglie, la Dottoressa Antonietta M. Gatti, ha ricevuto l’incarico dalla Comunità Europea di svolgere diversi progetti di ricerca. Fra le altre cose, Montanari è Direttore del laboratorio Nanodiagnostics.

Siamo riusciti a contattarlo per un’intervista, che il dottore ha gentilmente rilasciato a Cristiano Lugli.

 

1)Dottor Montanari, da quanto tempo lei si occupa di vaccini? E soprattutto, in che modo se ne occupa?

Di vaccini in modo specifico da 15 anni, e lo faccio analizzandoli con la metodica di microscopia elettronica messa a punto da mia moglie, la dott.ssa Antonietta Gatti, quando ideò e diresse due progetti di ricerca europei.
2) Non pochi in questi anni si sono presi la briga di dire che lei è uno “contro” i vaccini. Eppure pensiamo che se mai questa definizione fosse vera, è perché fondata su ciò che ha visto in laboratorio, non è così?

Io mi limito a dire che cosa trovo nei vaccini e mi limito a fare domande ovvie alle quali non ottengo reazioni diverse dal silenzio o dagli insulti che, ovviamente, risposte non sono.
3)Durante la sua carriera ha potuto conoscere genitori con figli danneggiati dai vaccini? Perché su questo cala sempre un enorme silenzio?

Ahimè, di genitori di bambini danneggiati dai vaccini ne incrocio quotidianamente da anni. Il silenzio è semplicemente dovuto al fatto che, se esistesse una consapevolezza diffusa del problema, nessuno vaccinerebbe più i propri figli e, allora, addio business.
4)Lei, insieme a sua moglie, ha potuto vedere la presenza di metalli pesanti all’interno di alcuni vaccini. Precisamente potrebbe dirci quali e per quale motivo questi metalli possono essere estesamente pericolosi?

Il solito malinteso: non si tratta di “metalli pesanti” come, chissà perché, tutti credono di capire, ma di particelle solide, cioè frammenti di materia che sono costituiti da una grande varietà di elementi chimici soli o in combinazione tra loro. Gli elementi più comuni sono ferro, cromo e nichel che insieme sono una delle basi dell’acciaio inossidabile. Poi tungsteno, titanio, piombo, silicio, bario, alluminio (in quantità enormi), zinco, bismuto… Le particelle sono corpi estranei che danno reazioni infiammatorie all’origine di parecchie malattie. Se, sfortunatamente, arrivano al cervello, allora sono guai serissimi.
5)Sempre insieme a sua moglie ha pubblicato diversi studi, molto criticati. Eppure ci risulta che nessuno li abbia mai voluti confutare di persona…

Nessuna sorpresa. I nostri risultati sono assolutamente inconfutabili. Quando invitiamo i nostri critici ad affiancarci al microscopio elettronico nel corso delle analisi, tutti scappano. La scienza ha poche regole e sono tutte chiare: se ci sono obiezioni verso un risultato, si rifà l’analisi e si presentano i risultati. Il resto è chiacchiera da bar e chiacchiere da bar sono tutte le obiezioni nei nostri confronti, almeno fino a prova scientifica contraria. Poi non si vede che interesse avremmo noi a fare analisi fasulle: i quattrini stanno dall’altra parte.

6)Pare che il suo operato dia molto fastidio perché si fonda su dati oggettivi. Nel corso degli anni le sono mai stati messi i bastoni fra le ruote?

Ogni giorno ci si mettono i “bastoni tra le ruote”. Cominciò Beppe Grillo una decina d’anni fa facendoci sottrarre il microscopio e ora, tralasciando diffamazioni, calunnie e intrusioni nei siti Internet, siamo arrivati al grottesco: si tenta d’impedirci di continuare le ricerche sulle leucemie perché analizziamo i vaccini. Che c’entrino le leucemie con i vaccini resta misterioso, così come non si vede perché noi non dovremmo analizzare i vaccini, ma questi sono i fatti.

7)”Vaccini: sì o no?” È anche il titolo di un suo libro. Cosa direbbe a riguardo?

Che ognuno può fare ciò che più gli aggrada. Sarebbe meglio, però, essere informati e non disinformati. E sarebbe meglio essere obiettivi e non tifosi. Sarebbe meglio avere cura dei propri figli in modo consapevole.
8)Il terrore più grande sembra situarsi sulla cosiddetta “Herd Immunity” (immunità di gregge), senza la quale il pericolo di epidemia sembra bussare alla porta. È reale questo criterio di “immunità”? Esiste realmente?

È la bufala di maggior successo delle industrie farmaceutiche. Si parla sempre di un 95% della popolazione che deve essere vaccinata (contro quale/i malattia/e non è dato sapere, essendo le malattie infettive molte centinaia) ma quel numero è frutto di pura invenzione. Chiunque ne cerchi l’origine è destinato al fallimento semplicemente perché non ne esiste la minima prova. Anzi, le prove sono contrarie: prendendo due popolazioni vicine, l’Austria vaccina molto sotto quella soglia e gli austriaci si ammalano percentualmente molto meno dei tedeschi che la soglia la superano. Poi si deve chiarire qualche punto tra i tanti: quando si somministra un vaccino, le possibilità che l’effetto sia immunizzante sono tutt’altro che totali. I vaccini sono farmaci e a volte funzionano altre no. Poi nessun vaccino, anche funzionando, immunizza per più di pochi anni. E allora che faremo?
9)Ci sono diversi studi che confermano la presenza di linee cellulari risalenti a feti abortiti presenti nei vaccini. Se questo fosse vero risulterebbe essere un grave impedimento morale per i cattolici. Cosa può dirci a riguardo? 

Io non sono un esperto di filosofia morale. Dal punto di vista biologico trovo la cosa di dubbia sicurezza e da quello umano la trovo rivoltante.
10)Lei ha avuto purtroppo a che fare con Beppe Grillo, e perciò ci chiediamo come consideri questo tentativo “no-vax” dei pentastellati. È sincero o dettato da arzigogoli politici?

I grillini sostengono tutto e il contrario di tutto nel giro di una giornata. Molto goffamente cercano consenso e, in un popolo come il nostro, riescono addirittura a trovarlo.
11) Il nuovo decreto sulle vaccinazioni è qualcosa di mai visto prima: una sorta di “nazivaccismo”, come certuni lo hanno simpaticamente chiamato. Si aspettava una tale accelerazione?

No, non me l’aspettavo così veloce. Al di là della palese follia della cosa, la trovo molto ingenua. Se avessero agito a piccoli passi, forse avrebbero avuto più successo. Così, triplicando il numero dei vaccini obbligatori e con le sanzioni previste, hanno tirato troppo una corda che rischia pericolosamente per loro di spezzarsi facendoli finire a terra. Il tutto, poi, infrangendo decine di articoli di legge italiani e internazionali.

12) Come può comportarsi, oggi, alla luce di questa terribile legge, un genitore che abbia a cuore la salute del proprio figlio e che soprattutto voglia avere la possibilità di fare obiezione attiva? I ricatti, anche da un punto di vista economico, mettono drasticamente con le spalle al muro.

L’11 giugno io ho pubblicato una sorta di stringato vademecum su www.stefanomontanari.net.

 

13) Le radiazioni di alcuni medici fatte poco prima di questo decreto, pensa volessero esporre la testa mozzata prima del grande risultato? 

Le radiazioni sono solo la dimostrazione di un’immensa debolezza unita ad una violenza. Quando non ci sono argomenti, c’è la ghigliottina. Va specificato che l’Ordine dei Medici è un ente privato e non pubblico e non so quanto legittimo sia impedire di esercitare la professione a chi ha conseguito una laurea di stato e un’abilitazione pure di stato. Il mio parere è che quell’ente vada chiuso immediatamente e che qualche magistrato dovrebbe dare un’occhiata al suo interno. Nessuna condanna preventiva: solo il diritto di saperne di più.

14)Come uscirne ma sopratutto come affrontare questa nuova situazione?

Semplicemente riappropriandoci di casa nostra. Nonostante tutto, la Costituzione è ancora in vigore ed è chiarissima. Gli articoli 56 e 58 dicono senza possibilità di malinteso che il nostro parlamento, su fino al presidente della repubblica che dal parlamento è eletto, non hanno alcun diritto di sedere dove siedono e sono solo semplici cittadini. Insomma, abbiamo un governo totalmente abusivo e questo governo legifera in maniera scriteriata. Dobbiamo solo licenziare quei personaggi e ripristinare i propri diritti.
15)Da cattolici ci sentiamo di dire che forse non bastano più i sacrifici umani fatti con aborto ed eutanasia, serviva qualcos’altro… Stiamo esagerando?

Un mio limite è quello di parlare solo di argomenti che conosco di prima mano e a fondo.

 

16)L’ignoranza è il grande mezzo con cui Lorenzin & Co. si sono fatti campo fra gli italiani. Come ricorrere ad una buona formazione sul tema vaccini? Potrebbe consigliare qualche suo testo o qualche studio in grado di far prendere coscienza sulla realtà delle cose inerenti al campo della prevenzione vaccinale?

È terribilmente difficile fare informazione obiettiva in questo momento storico. La quasi totalità dei mezzi di cosiddetta informazione è nelle mani di un regime volto solo a fare quattrini come mai in passato. Basta vedere a come viene impedita la proiezione del film Vaxxed che non è affatto “contro i vaccini” ma mostra solo come la burocrazia statunitense ha distrutto le prove del rapporto tra autismo e vaccini. Io stesso sono di regola imbavagliato, tanto che la signora Lorenzin e Tajani, presidente del parlamento europeo, hanno impedito a me e al premio Nobel Luc Montagnier insieme di riferire sui vaccini a Bruxelles. A fatica io ho pubblicato http://medcraveonline.com/IJVV/IJVV-04-00072.pdf e un paio di libri divulgativi, facilissimi da leggere, intitolati rispettivamente “Il Pianeta Impolverato” e “Vaccini: Sì o No?” Chi vorrà leggerli mi eviterà di perdere tempo a rispondere alle loro domande. Ora ho tre libri in pubblicazione in Francia di cui uno dedicato per intero ai vaccini. Ma da qui ad essere capillari ce ne corre.
17)In conclusione: come poter aiutare la ricerca che lei e sua moglie cercate di portare avanti con grandi difficoltà economiche e con i più svariati ostracismi?

La cosa è assolutamente volgare: ci servono solo quattrini. Molto ingenuamente noi abbiamo speso tutto quanto avevamo per continuare a ricercare, arrivando alla follia di vendere casa nostra. Ogni giorno io ricevo almeno 700 mail di cui molte con cui si pretendono risposte ad personam. Nessuno, però, pare rendersi conto che le risposte prevedono l’esistenza di un laboratorio e un laboratorio costa anche se mia moglie ed io lavoriamo gratis e, anzi, a nostre spese. Se non ci arriveranno donazioni entro pochissime settimane, ma davvero pochissime, noi chiuderemo tutto e la gente farà da sola. Noi abbiamo due figli: 36 e 34 anni rispettivamente. Uno abita in Spagna e uno in Australia. Dunque, il problema dei vaccini è problema che tocca milioni di famiglie che non sono la nostra. Le donazioni, per chi vorrà farle, dovranno pervenire al conto corrente postale (BancoPosta) dedicato n. 7231168 (da usare per i versamenti postali)

IBAN: IT34D0760112900000007231168 (da usare per i bonifici bancari)

Per le donazioni via PostePay, il numero di carta è

4023600926424674

Per donazioni dall’estero si usa il BIC (o codice Swift): BPPIITRRXXX

L’intestatario in ogni caso è Stefano Montanari e la causale dovrà essere DONAZIONE.

 

Grazie, Dottor Montanari, per il suo tempo e la sua professionalità.

 

 

Cristiano Lugli

 

Articolo apparso precedentemente qui.

Continua a leggere

Reazioni avverse

Cicatrici cardiache rilevate oltre 1 anno dopo la vaccinazione COVID-19: studi

Pubblicato

il

Da

Cicatrici cardiache sono state rilevate più di un anno dopo la vaccinazione contro il COVID-19 in alcune persone che avevano sofferto di miocardite a seguito di un’iniezione, hanno riferito i ricercatori in nuovi studi. Lo riporta la testata americana Epoch Times.

 

La miocardite, come noto, è una forma di infiammazione del cuore, di cui molto si è parlato negli ultimi anni.

 

Un terzo dei 60 pazienti con imaging cardiaco di follow-up eseguito più di 12 mesi dopo la diagnosi di miocardite presentava un persistente potenziamento tardivo del gadolinio (LGE), che è, nella maggior parte dei casi, riflettente cicatrici cardiache, hanno riferito ricercatori australiani in una prestampa di un nuovo studio pubblicato il 22 marzo.

 

Il tempo mediano dalla ricezione di un vaccino all’imaging di follow-up è stato di 548 giorni, con l’intervallo più lungo di 603 giorni.

Sostieni Renovatio 21

«Abbiamo scoperto che l’incidenza della fibrosi miocardica persistente è elevata, osservata in quasi un terzo dei pazienti a più di 12 mesi dalla diagnosi, il che potrebbe avere implicazioni per la gestione e la prognosi di questo gruppo prevalentemente giovane», scrivono i ricercatori. «Le implicazioni cliniche a lungo termine della LGE in questa condizione sono ancora sconosciute, ma è stato dimostrato che la LGE conferisce una prognosi peggiore nella miocardite non associata al vaccino COVID-19, soprattutto se persiste oltre i sei mesi», hanno aggiunto in seguito, facendo riferimento a diversi documenti precedenti.

 

I ricercatori in uno degli articoli precedenti, ad esempio, hanno scoperto che l’LGE era un «potente prognostico» di esiti avversi nei pazienti con miocardite.

 

Prima del nuovo test, nove pazienti erano stati accertati come affetti da miocardite e 58 pazienti erano stati etichettati come probabilmente affetti da miocardite. I risultati di LGE persistente hanno portato a riclassificare 16 casi da miocardite probabile a miocardite certa.

 

Sono state esclusi i pazienti in gravidanza o allergici agli agenti utilizzati nei test del gadolinio.

 

Tra un sottogruppo di 20 pazienti sottoposti a imaging subito dopo la vaccinazione, 19 avevano LGE. Nell’imaging di follow-up, LGE non era più visibile in 10 di questi pazienti. In cinque è stato ridotto, ma in quattro è rimasto invariato.

 

Andrew Taylor, professore alla Central Clinical School della Monash University, e i suoi coautori hanno condotto lo studio reclutando pazienti a cui era stata diagnosticata una miocardite associata alla vaccinazione COVID-19 tra agosto 2021 e marzo 2022. I pazienti sono stati invitati a sottoporsi a imaging presso l’Alfred Ospedale o Royal Children’s Hospital di Melbourne, Australia.

 

La popolazione dello studio con imaging di follow-up comprendeva 44 adulti e 16 adolescenti. «La maggior parte dei pazienti aveva ricevuto un’iniezione Pfizer-BioNTech. Una minoranza aveva ricevuto una vaccinazione Moderna o AstraZeneca. Le società non hanno risposto alle richieste di commento» scrive Epoch Times.

 

I limiti del documento, che è stato pubblicato prima della peer review, includevano possibili errori di selezione, poiché la partecipazione allo studio era volontaria. Gli autori non hanno elencato conflitti di interessi o finanziamenti.

 

In un altro articolo recente, ricercatori canadesi hanno riferito di aver riscontrato che circa la metà dei pazienti sottoposti a imaging a causa di una possibile miocardite post-vaccinazione presentavano LGE persistente nell’imaging di follow-up. Complessivamente, 60 pazienti sono stati inclusi nello studio retrospettivo. Di questi, sette hanno riportato sintomi persistenti.

 

In un sottogruppo di 21 pazienti per i quali erano disponibili risonanze magnetiche di follow-up, 10 avevano LGE persistente, hanno detto i ricercatori. D’altra parte, la funzione del ventricolo sinistro, che pompa il sangue, si era normalizzata in tutti i pazienti.

 

La persistente LGE «probabilmente riflette la fibrosi sostitutiva», o cicatrici cardiache, hanno scritto la dottoressa Kate Hanneman, del Dipartimento di imaging medico dell’Università di Toronto, e i suoi coautori, citando alcuni degli stessi articoli del gruppo australiano, incluso lo studio che ha rilevato che i pazienti con LGE persistente avevano un rischio più elevato di esiti avversi, nonché un articolo su ciò che rappresenta quando LGE viene rilevato alla risonanza magnetica in pazienti con miocardite.

 

«Tuttavia, il significato della LGE è incerto nei pazienti post-miocardite con recupero della normale funzione sistolica ventricolare sinistra», hanno affermato i ricercatori, che hanno quindi richiesto ulteriori studi per valutare i pazienti con LGE persistente e un ventricolo sinistro recuperato.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

«Lo studio ha incluso pazienti adulti che sono stati indirizzati a una rete ospedaliera con sospetta miocardite e che presentavano nuovi sintomi cardiaci come dolore toracico entro 14 giorni dalla vaccinazione COVID-19» scrive il giornale americano. «Tutti i pazienti hanno ricevuto l’iniezione Pfizer o Moderna».

 

I limiti dello studio, pubblicato dal Journal of Cardiovascular Magnetic Resonance, includevano la mancanza di miocardite confermata dalla biopsia.

 

Gli autori non hanno dichiarato alcun finanziamento e hanno elencato solo un interesse in competizione, ovvero che un autore è un editore associato della rivista.

 

Gli autori corrispondenti dei due articoli non hanno risposto alle richieste di commento.

 

«La mia preoccupazione nel leggere questi due studi è che il danno miocardico e le cicatrici sono presenti in un numero significativo di individui feriti da vaccino COVID fino a 18 mesi dopo la vaccinazione. Ciò suggerisce un potenziale danno cardiaco permanente derivante dai vaccini», ha dichiarato in una e-mail a Epoch Times la dottoressa Danice Hertz, responsabile della ricerca per il gruppo statunitense React19. «Le implicazioni a lungo termine non sono ancora note ma devono essere studiate attentamente».

 

I nuovi documenti si aggiungono a studi precedenti, che avevano scoperto che l’LGE persiste per mesi in alcune persone dopo un’iniezione di COVID-19.

 

Ricercatori nello stato di Washington hanno riferito nel 2022 che l’LGE persisteva nei bambini fino a otto mesi dopo la vaccinazione. Nello stesso anno, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno affermato che più della metà dei 151 pazienti sottoposti a imaging di follow-up presentavano LGE residuo, che è stato descritto come «suggestivo di cicatrici miocardiche».

 

Ricercatori di Hong Kong nel 2023 avevano riferito di aver scoperto che circa la metà dei 40 pazienti sottoposti a risonanza magnetica di follow-up mesi dopo la vaccinazione avevano LGE.

 

I sintomi sono persistiti anche in alcuni pazienti con miocardite post-vaccinazione.

 

Il CDC, descrivendo i risultati preliminari aggiornati del suo studio a lungo termine, ha affermato all’inizio del 2023 che c’erano pazienti che soffrivano ancora di sintomi più di un anno dopo l’iniezione.

 

Ricercatori in Australia alla fine del 2023 hanno affermato che i sintomi persistevano almeno sei mesi dopo un’iniezione nella maggior parte dei pazienti seguiti.

Aiuta Renovatio 21

Come riportato da Renovatio 21, i dati dell’esercito americano confermano il picco di infiammazioni cardiache con l’introduzione del siero COVID. Già due anni fa uno studio sull’esercito americano confermava l’infiammazione cardiaca legata ai vaccini COVID. I dati tratti Defense Medical Epidemiology Database (DMED) pubblicati a marzo indicavano che le diagnosi della forma di infiammazione del cuore erano aumentate del 130,5% nel 2021 rispetto alla media degli anni dal 2016 al 2020.

 

La miocardite, che alcuni ritengono che in forma migliore può essere causata anche dall’infezione di COVID-19, è una malattia che può portare alla morte. Casi certificati di morti per miocardite da vaccino mRNA si sono avuti sia tra giovani che tra bambini piccoli.

 

La consapevolezza del ruolo del vaccino nella possibile manifestazione di questa malattia cardiaca, specie nei giovaniè diffusa presso praticamente tutte le istituzioni sanitarie dei Paesi del mondo.

 

Disturbo fino a poco fa abbastanza raro, abbiamo visto incredibili tentativi di normalizzare la miocardite infantile con spot a cartoni animati.

 

Alcuni casi suggeriscono che, anche anni dopo, persone affette da miocardite post-vaccinale non sono ancora guarite.

 

Come riportato da Renovatio 21, la miocardite nello sport è oramai un fenomeno impossibile da ignorare.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

Continua a leggere

Vaccini

Vaccini antinfluenzali collegati a un elevato rischio di ictus negli anziani: studio della FDA

Pubblicato

il

Da

Alcune persone che hanno ricevuto un vaccino contro il COVID-19 erano a maggior rischio di ictus, ma un’analisi ha rilevato che il rischio era collegato alla vaccinazione antinfluenzale, hanno affermato i ricercatori della Food and Drug Administration (FDA) statunitense in un nuovo studio. Lo riporta la testata statunitense Epoch Times.   I ricercatori, analizzando i dati del programma sanitario pubblico americano Medicare, hanno rilevato un elevato rischio di ictus tra gli anziani a seguito della somministrazione di un vaccino bivalente contro il COVID-19 e disponibile dall’autunno del 2022 all’autunno del 2023.   Gli studiosi avrebbero scoperto che «c’era un rischio elevato di ictus non emorragico o attacco ischemico transitorio nelle persone di età pari o superiore a 85 anni dopo la vaccinazione bivalente Pfizer e nelle persone di età compresa tra 65 e 74 anni dopo la vaccinazione Moderna» scrive Epoch Times. I ricercatori hanno quindi esaminato quali persone hanno ricevuto un vaccino antinfluenzale contemporaneamente a un vaccino COVID-19 e avrebbero visto che il rischio elevato persisteva solo tra le persone che avevano ricevuto i vaccini contemporaneamente.

Sostieni Renovatio 21

I vaccini antinfluenzali ad alte dosi sono destinati principalmente agli anziani, mentre i vaccini antinfluenzali adiuvati sono un altro tipo di vaccino antinfluenzale.   «Il significato clinico del rischio di ictus dopo la vaccinazione deve essere attentamente considerato insieme ai benefici significativi derivanti dalla vaccinazione antinfluenzale», hanno affermato i ricercatori, aggiungendo in seguito che «sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio l’associazione tra vaccinazione antinfluenzale ad alte dosi o adiuvata e ictus».   Lo studio è stato pubblicato dal Journal of American Medical Association. In precedenza era stato archiviato come preprint.   Le limitazioni includono l’esclusione dei casi affetti da COVID-19 nei 30 giorni precedenti l’ictus nonché la limitazione dello studio alle persone vaccinate. Il metodo utilizzato dai ricercatori, una serie di casi autocontrollati, ha utilizzato le persone vaccinate sia come gruppo primario che come gruppo di controllo.   I ricercatori hanno considerato gli ictus verificatisi entro 42 giorni dalla vaccinazione come possibilmente collegati alla vaccinazione, mentre gli ictus verificatisi tra 43 e 90 giorni dopo la vaccinazione come non correlati alla vaccinazione.   Il documento includeva casi di ictus tra il 31 agosto 2022 e gennaio o febbraio 2023, a seconda del tipo di ictus. Dopo le esclusioni, sono stati inclusi 11.001 casi di ictus.   Gli unici conflitti di interesse elencati dai ricercatori riguardavano il fatto che alcuni di loro lavoravano per Acumen. Il documento è stato finanziato dalla FDA attraverso un accordo di cui Acumen è l’appaltatore. «La FDA ha avuto un ruolo nella progettazione e nella conduzione dello studio; interpretazione dei dati; preparazione, revisione o approvazione del manoscritto; e decisione di sottoporre il manoscritto per la pubblicazione. La FDA non ha avuto alcun ruolo nella raccolta, gestione o analisi dei dati», secondo lo studio.   Il possibile rischio di ictus per il vaccino bivalente della Pfizer e per gli anziani è stato segnalato per la prima volta all’inizio del 2023, scrive ET. La FDA e i Centri statunitensi per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) hanno affermato che all’epoca era apparso un segnale di sicurezza in un sistema di monitoraggio del governo. Il CDC ha successivamente affermato che i dati del sistema suggerivano che il rischio elevato derivava dalla somministrazione di un vaccino antinfluenzale con un vaccino anti-COVID-19.   Ricercatori francesi hanno affermato di aver esaminato se la somministrazione di un vaccino bivalente fosse collegata a un tasso più elevato di ictus e di altri eventi cardiovascolari rispetto alle vecchie versioni del vaccino e hanno scoperto che la somministrazione del primo era in realtà collegata a un tasso inferiore, riporta sempre Epoch Times.   «A 21 giorni dalla dose di richiamo, non abbiamo trovato prove di un aumento del rischio di eventi cardiovascolari tra i soggetti che hanno ricevuto il vaccino bivalente rispetto a quelli che hanno ricevuto il vaccino monovalente», hanno affermato in una lettera pubblicata dal New England Journal of Medicine.

Aiuta Renovatio 21

La dottoressa Kathryn Edwards e Marie Griffin della Vanderbilt University, che non erano coinvolte negli studi della FDA o in quelli francesi, hanno affermato in un editoriale pubblicato da JAMA questa settimana che i risultati della ricerca sono rassicuranti ma che il monitoraggio continuo dei vaccini antinfluenzali tra gli anziani «fornirebbe dati aggiuntivi sull’influenza rischio di ictus».   Come riportato da Renovatio 21, nel 2023 è emerso che, secondo dati, vi sarebbe stato un numero di morti 45 volte superiore dopo le iniezioni COVID in soli 2 anni rispetto a tutti i decessi correlati al vaccino antinfluenzale dal 1990.   Il CEO di Moderna Stéphane Bancel un anno fa aveva ammesso pubblicamente che di fatto il vaccino mRNA COVID sarebbe diventato come l’antinfluenzale, con le persone «vulnerabili» che lo faranno ciclicamente.   La Casa Bianca di Biden due anni fa era arrivata a fare la grottesca raccomandazione teologico-vacccinale per cui «Dio ci ha dato due braccia: una per il vaccino antinfluenzale, una per il vaccino COVID».   In preparazione, da anni, c’è un vaccino «antinfluenzale universale».   La correlazione tra vaccinazione contro l’influenza e mortalità da COVID-19 è stata oggetto di speculazioni già nel 2020, con uno studio del Pentagono USA che asseriva che il vaccino antinfluenzale aumentava il rischio del coronavirus del 36%.   Riguardo al vecchio vaccino antinfluenzale vi è stato in questi anni qualche dubbio, qualche storia agghiacciantequalche lotto ritirato, qualche morte sospetta, tuttavia ovviamente con «nessuna correlazione».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine su licenza Envato
Continua a leggere

Vaccini

Imprinting immunitario per i vaccinati e risposte insolite ai booster mRNA: studio

Pubblicato

il

Da

Le persone che hanno assunto almeno tre dosi della versione originale del vaccino mRNA COVID-19 hanno avuto un forte imprinting immunitario, ha scoperto uno studio dell’Università di Washington. Lo riporta Epoch Times.

 

Di conseguenza, quando vaccinati con i più recenti richiami dell’mRNA di COVID-19 XBB.1.5, i riceventi hanno prodotto pochi o nessun anticorpo specifico per la variante XBB.1.5.

 

L’imprinting immunitario si verifica quando precedenti infezioni o vaccinazioni lasciano una memoria immunitaria così forte che il corpo continua a produrre cellule immunitarie e anticorpi mirati alla precedente esperienza immunitaria, anche se esposto a una nuova variante o vaccino.

 

L’imprinting immunitario «potrebbe essere un problema se la persona non fosse in grado di innescare una risposta immunitaria utile contro una nuova variante», ha detto alla testata statunitense il dottor Stanley Perlman, immunologo e microbiologo dell’Università dell’Iowa. Non è stato coinvolto nello studio.

 

Anche se ciò non si è verificato in questo studio, la maggior parte degli anticorpi prodotti dopo la vaccinazione avevano come bersaglio la variante originale del COVID-19 e non XBB.1.5.

Sostieni Renovatio 21

«L’imprinting non è un concetto nuovo, ma la situazione che stiamo osservando sembra essere piuttosto unica», ha affermato David Veesler, che ha un dottorato in biologia strutturale, è professore e presidente del Dipartimento di Biochimica dell’Università di Washington e ricercatore con l’Howard Hughes Medical Institute, in un comunicato stampa.

 

L’imprinting immunitario è un fenomeno ben noto che può verificarsi con altre infezioni e virus. Nuove infezioni influenzali distinte dalle varianti precedenti possono superare l’imprinting derivante dalle vaccinazioni e dalle infezioni antinfluenzali.

 

Tuttavia, nello studio UW, l’imprinting immunitario persisteva anche tra i soggetti infettati dalle nuove varianti di omicron.

 

«È completamente diverso da ciò che sappiamo del virus dell’influenza», ha affermato Veesler.

 

«L’imprinting immunitario persiste dopo esposizioni multiple ai picchi di Omicron attraverso la vaccinazione e l’infezione, inclusa la vaccinazione di richiamo post XBB.1.5, che dovrà essere presa in considerazione per guidare la futura vaccinazione», scrivono gli autori dello studio.

 

Allo studio hanno partecipato più di 20 persone con una storia di tre o più vaccini mRNA della variante Wuhan. La maggior parte era stata infettata da infezioni da COVID-19 pre e post-omicron.

 

Oltre ai vaccini originali a mRNA, la maggior parte dei partecipanti ha assunto il richiamo bivalente o il richiamo XBB.1.5. Al momento dello studio, tutti i partecipanti avevano effettuato da quattro a sette iniezioni.

 

Gli autori hanno scoperto che la maggior parte degli anticorpi prodotti dopo l’inoculazione dell’mRNA XBB.1.5 erano i migliori nel neutralizzare la variante originale di Wuhan COVID-19.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Gli anticorpi avevano la seconda maggiore potenza neutralizzante contro la variante BA.2.86 omicron. Gli anticorpi erano il terzo più potente contro XBB.1.5 nelle persone che avevano assunto il vaccino XBB.1.5.

 

Questi anticorpi erano cross-reattivi, nel senso che potevano anche legarsi ad altre varianti, comprese le varianti XBB.1.5. Tuttavia, erano presenti pochi o nessun anticorpo specifico per XBB.1.5.

 

Alcune persone hanno prodotto nuove cellule immunitarie che hanno riconosciuto solo XBB.1.5. Tuttavia, dei 12 partecipanti valutati, solo cinque avevano cellule immunitarie che riconoscevano XBB.1.5 ma non la variante Wuhan.

 

«La maggior parte degli anticorpi richiamati dai richiami vaccinali aggiornati sono cross-reattivi e aiutano a bloccare nuove varianti, il che è positivo. Tuttavia, potremmo fare un lavoro ancora migliore? La risposta è molto probabilmente sì», ha affermato Vessler.

 

Una possibile spiegazione è che il vaccino mRNA crea un effetto di imprinting immunitario più robusto rispetto ai vaccini precedentemente noti. Gli autori hanno citato un altro studio che ha scoperto che l’inoculazione con virus COVID-19 uccisi ha prodotto un effetto di imprinting ridotto negli esseri umani.

 

«I vaccini inattivati ​​inducono una risposta immunitaria più debole, quindi ci sono meno possibilità che la risposta sia influenzata» verso una variante, ha detto il dottor Perlman.

 

«I vaccini mRNA potrebbero essere stati così efficaci e suscitato risposte immunitarie così forti che l’imprinting potrebbe essere più forte di quello che siamo abituati a vedere con i vaccini per altri virus come quello dell’influenza», ha affermato Veesler.

 

L’imprinting immunologico, conosciuto anche come «peccato originale antigenico» (e noto anche come effetto Hoskins), si riferisce alla tendenza del sistema immunitario umano a fare affidamento sulla memoria immunologica anziché generare nuovi anticorpi in risposta a una seconda esposizione al patogeno, anche se questo presenta caratteristiche diverse rispetto a quello originario.

Aiuta Renovatio 21

Questo fenomeno costringe il sistema immunitario a utilizzare la stessa risposta immunitaria contro lo stesso antigene, impedendogli di sviluppare nuove risposte contro il patogeno (come virus o batteri) che nel frattempo può aver subito mutazioni. Il peccato originale antigenico è stato osservato in virus come l’influenza, la dengue, l’HIV e molti altri.

 

Questo principio fu per la prima volta formulato nel 1960 dal virologo ed epidemiologo Thomas Francis (1900-1969) nel suo articolo «On the Doctrine of Original Antigenic Sin» («Sulla dottrina del peccato originale antigenico»), e prese il nome per analogia con il concetto teologico del peccato originale.

 

«Nella vita, durante la prima infezione dal virus dell’influenza di tipo A, il bambino produrrà anticorpi diretti principalmente contro l’antigene dominante del patogeno» sosteneva, secondo Richard Krause, lo studioso che guidò lo sviluppo del vaccino polio con il suo studente Jonas Salk. «L’impronta del primo ceppo di virus nel sistema immunitario condizionerà le future risposte immunitarie. Questo è quello che intendiamo come “peccato originale antigenico”».

 

Detto anche primary addiction, il concetto sottolinea la propensione del sistema immunitario a utilizzare preferenzialmente la memoria immunologica basata su una precedente infezione quando viene incontrata una seconda versione leggermente diversa di quell’agente patogeno estraneo (ad esempio un virus o un batterio). Ciò lascia il sistema immunitario «intrappolato» dalla prima risposta che ha dato a ciascun antigene e incapace di innescare risposte potenzialmente più efficaci durante le infezioni successive. Gli anticorpi o le cellule T indotti durante le infezioni con la prima variante dell’agente patogeno sono soggetti al congelamento del repertorio, una forma di peccato antigenico originale.

 

Già in passato La relativa inefficacia del richiamo bivalente contro la variante SARS-CoV-2 Omicron nei pazienti che avevano precedentemente ricevuto vaccini COVID-19 è stata attribuita all’imprinting immunologico in un articolo («Vaccini bivalenti contro il Covid-19: un avvertimento») pubblicato nel febbraio 2023 dal prestigioso New England Journal of Medecine a firma dell’ultravaccinista Paul Offit.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

 

 

 

 

Continua a leggere

Più popolari