Ambiente
Immagini infernali del paradiso delle Hawaii che brucia. Come la Sicilia, la Grecia, l’Australia…

Immagini spaventose provengono dal 50° Stato americano, l’arcipelago delle Hawaii, l’insieme di isole paradisiache nel cuore del Pacifico annesse da Washington dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Un incendio divora Maui, in particolare la cittadina di Lahaina. Al momento ci sono un centinaio di morti accertati e mille dispersi, nonché la distruzione di più di 2000 (qualcuno dice 3.000) edifici con danni per almeno 6 miliardi di dollari.
Filmati che corrono sui social media mostrano scene apocalittiche, alle quali, tuttavia, oramai siamo abituati: le abbiamo viste in Sicilia, a Rodi, Corfù, in Turchia e, qualche anno fa, in Australia.
Avvertenza: i video condivisi qui sotto potrebbe non essere adatti a un pubblico sensibile.
???????? Lahaina Hawaii….Even the most Indoctrinated, Boot Licking, Compliant of Sheep would agree that these fires look slightly suspicious at least. Not one scorch mark on ANY of the roads. Decide for yourself ???? pic.twitter.com/c1n7tKKbye
— ???????????????????????????????????????????????????? (@Risemelbourne) August 12, 2023
Humanity is dead.
They just drove right past her and left her for dead… #Hawaii #mauifire #MauiFires pic.twitter.com/JavCwQN1Zd
— Mike (@PantherMike182) August 9, 2023
Hawaii
Inferno ????
please keep praying ????Tragic news has struck as the Maui wildfires in Hawaii claim more lives, with the death toll now over 36 and continuing to rise.
— Frankie™️???? (@B7frankH) August 11, 2023
Hawaii looks like this, and only got $700 per household.
Meanwhile, Ukraine has received BILLIONS in funding.
Is Joe Biden asleep?
Asking for a friend.pic.twitter.com/b7CK0MtIeI
— Elon Musk (Parody) (@ElonMuskAOC) August 15, 2023
omg this is so scary. it’s like a scene from a movie. prayers for Hawaii! ???????? #MauiWildfires pic.twitter.com/PEeLotlUBc
— oracle ???????????? (@StormEllimac) August 10, 2023
Military vet captures video of his evacuation from Lahaina as historic Hawaii town burns down in flames. pic.twitter.com/psWVMJIaLC
— vegastar (@vegastarr) August 14, 2023
Particolarmente impressionanti le immagini delle persone che, coprendosi il naso e la bocca con tessuti bagnati, si sono buttati in acqua nel tentativo di sfuggire alle fiamme e al fumo.
To every politician and Hollywood actor that virtue signaled their visit to Kyiv with Zelensky, I better see you visiting this American “war zone” in Hawaii
These people deserve a hell of a lot more than “no comment”
— DC_Draino (@DC_Draino) August 14, 2023
Many families were forced to tread into the Sea even though some did not survive even if they were in the water ????#Hawaii #hawaiifires #LahainaFires #MauiFires #lahaina #Maui #Prayformaui pic.twitter.com/R1q6ZIswT2
— T R U T H P O L E (@Truthpole) August 15, 2023
???????????????? Americans are losing their lives in Hawaii due to forest fires that were purposely ignited using energy weapons and now Biden is giving billions to Ukraine.
What a game of the great reset! pic.twitter.com/itfBCtA0nx
— Aprajita Choudhary ???? (@aprajitanefes) August 11, 2023
Secondo quanto riportato, la colpa sarebbe della società elettrica: cavi malfunzionanti, che avrebbero innescato, con una scintilla, l’erba secca.
Ovviamente, si tratta di una versione ancora priva di riscontri, sulla quale poi si potrà innestare senza problemi la narrazione del Cambiamento Climatico.
Tuttavia, in rete, circolano altre teorie, prima fra tutte, quella dell’impiego di un’arma non cinetica – DEW, è l’acronimo ripetuto da tanti utenti: direct energy weapon, arma ad energia diretta.
In pratica, sostengono vari utenti, il disastro sarebbe opera di un laser, forse cinese – qui la teoria potrebbe agganciarsi alle dichiarazioni recenti degli scienziati cinesi che dicono di aver perfezionato sistemi laser in grado di non surriscaldarsi.
O forse, più che alle ultime, gli utenti che propendono per questa ipotesi si riferiscono ad una notizia di febbraio, quando fu pubblicamente segnalata, sui cieli delle Hawaii, l’attività laser di un satellite cinese.
TENSIÓN | ????????????????
????Continúa la tensión entre EE.UU. y #China luego de que se confirmara que unos rayos láser de color verde sobre Hawaii (territorio estadounidense) procedían efectivamente de un satélite chino.
????El gobierno chino dice que el satélite solo "estudia la atmósfera" pic.twitter.com/ms0YfNOJwk
— El Nacional (@elnacionalpy) February 13, 2023
Sui social, per sostenere la teoria dell’incendio-laser, circolano diversi filmati falsi, spesso tratti da incendi di altri luoghi in altri anni.
Tuttavia, alcuni filmati, che paiono più contestuali, mostrano in cielo luci e raggi non convenzionali, con i testimoni oculari a urlare il proprio spavento.
What are these flashes of light going off during the fires in Maui, Hawaii?
pic.twitter.com/kLaMNwZnij— TaraBull (@TaraBull808) August 14, 2023
Significativo che tutti i grandi media mainstream mondiali, dalla BBC in giù, abbiano già pubblicato articoli che negano in ogni modo la teoria dell’attacco con armi laser. Come facciano a sapere cosa è successo quando ancora il luogo è ridotto a fuoco e cenere, non è dato a sapersi, ma l’importante, a quanto pare, è uccidere sul nascere questa narrativa.
Ad ogni modo, la tragedia crea scandalo, dapprima, per la sua dimensione politica.
Il presidente si è fatto ritrarre mentre fa un giro in bici, nelle stesse ore in cui il paradiso hawaiano è divenuto l’inferno.
“No comment” – the president, when asked about Americans burned to death in Hawaii. pic.twitter.com/ZIQxaRnBxH
— James Woods (@RealJamesWoods) August 14, 2023
L’amministrazione Biden, dopo un no comment, ha stanziato ufficialmente 700 dollari per famiglia hawaiana colpita.
In rete si sprecano ovviamente i paragoni con i 130 miliardi di dollari inviati a Kiev per la guerra contro la Russia.
How true.
Who voted for this ?
More money to Ukraine! #Maui #MauiFires #Biden #MAGA #Hawaii #HawaiiWildfires #HawaiiBurnsOnPurpose #trump
— Mike (@PantherMike182) August 15, 2023
$700 per family in Hawaii vs $115B+…to the War in Ukraine… pic.twitter.com/hba3NlHD33
— Liz Churchill (@liz_churchill10) August 15, 2023
Hawaii vs Ukraine pic.twitter.com/F7cdAh656X
— 알렉산더 대왕 (@51st__State) August 14, 2023
>"Yo, dude, Ukraine looks lit!"
>"So does Hawaii."
>"Let's send more money to Ukraine." pic.twitter.com/dLoDKEmRXn
— Sam Parker ???????? (@SamParkerSenate) August 14, 2023
Breaking: Hawaii has been rebuild, people just returned their freedom back to life and everything is clean just like in Japan or Norway.
Nah. Sorry, Its Ukraine where Biden plan to spend more than $20 Billion on this. #DemocratsAreDestroyingAmerica
pic.twitter.com/IBaYioVwMA— Eric ???????? (@thewilliamson78) August 12, 2023
Nell’annunciare l’elargizione dei 700 dollari una tantum è piuttosto curiosa la terminologia scelta dal presidente
2. We're laser-focused on getting aid to survivors, including Critical Needs Assistance: a one-time $700 payment per household offering relief during an unimaginably difficult time.
We have staff on the ground dedicated to helping survivors navigate the registration process.
— President Biden (@POTUS) August 14, 2023
«Abbiamo una concentrazione laser per ottenere aiuti ai sopravvissuti, inclusa l’assistenza per bisogni critici: un pagamento una tantum di $ 700 per famiglia che offre sollievo durante un momento inimmaginabilmente difficile».
Alla Casa Bianca a scrivere i testi hanno dei genii o dei troll, o forse nessuna delle due: solo un branco di idioti.
Immagini screenshot da Twitter
Ambiente
Donna afferma che il datacenter AI di Zuckerberg le ha inquinato l’acqua del rubinetto

Una pensionata della Georgia rurale ha accusato il nuovo centro dati AI di Meta, situato a circa 360 metri da casa sua, di inquinarle l’acqua. Lo riporta la BBC.
La cittadina Beverly Morris ritiene che la costruzione del data center del gigante della tecnologia abbia danneggiato il suo pozzo d’acqua privato, causando un accumulo di sedimenti. «Ho paura di bere quell’acqua, ma la uso comunque per cucinare e per lavarmi i denti», ha detto Morris. «Se mi preoccupa? Sì».
Meta ha negato queste accuse, dichiarando alla BBC che «essere un buon vicino è una priorità». L’azienda ha commissionato uno studio sulle falde acquifere, scoprendo che il suo data center «non ha influito negativamente sulle condizioni delle falde acquifere nella zona».
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L’incidente evidenzia come un’imponente spinta alla costruzione di infrastrutture per supportare modelli di Intelligenza Artificiale incredibilmente dispendiosi in termini di energia, stia sconvolgendo i vari ecosistemi che vedono il nascere di questi data center. Stiamo solo iniziando a comprendere l’enorme impatto ambientale della tecnologia di intelligenza artificiale, dall’enorme consumo di acqua all’enorme impronta di carbonio dovuta alle emissioni in aumento.
La situazione non fa che peggiorare, con aziende come OpenAI, Google e Meta che continuano a investire decine di miliardi di dollari nella costruzione di migliaia di data center in tutto il mondo. Recentemente i ricercatori hanno stimato che la domanda globale di intelligenza artificiale potrebbe arrivare a consumare fino a 1,7 trilioni di galloni d’acqua all’anno entro il 2027, più di quattro volte il prelievo idrico totale di uno stato come la Danimarca.
Da allora gli attivisti hanno segnalato il rischio di pericolosi deflussi di sedimenti derivanti dai lavori di costruzione, che potrebbero riversarsi nei sistemi idrici, come potrebbe accadere al pozzo della signora Morris.
Resta da vedere quanto l’industria dell’Intelligenza Artificiale si impegnerà per la cosiddetta sostenibilità. Dopo aver dato grande risalto ai propri sforzi per ridurre le emissioni all’inizio del decennio, l’aumento di interesse per l’intelligenza artificiale ha cambiato radicalmente il dibattito.
E man mano che i modelli di intelligenza artificiale diventano più sofisticati, necessitano di energia esponenzialmente maggiore, e questa situazione non potrebbe che aggravarsi.
Come riportato da Renovatio 21, il CEO di Meta Mark Zuckerberg, nel suo tentativo sempre più disperato di tenere il passo nella corsa all’IA, sta espandendo l’infrastruttura dei data center il più velocemente possibile, con Meta che sta «prioritizzando la velocità sopra ogni altra cosa» allestendo delle «tende» per aggiungere ulteriore capacità e spazio ai suoi campus dei data center. I moduli prefabbricati sono progettati per ottenere la potenza di calcolo online il più velocemente possibile, sottolineando la furiosa corsa di Meta per costruire la capacità di modelli di intelligenza artificiale sempre più richiedenti energia.
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Un nuovo rapporto del Berkeley Lab – che analizza la domanda di elettricità dei data center – prevede che questa stia esplodendo da un già elevato 4,4% di tutto il consumo di elettricità in ambito statunitense, a un possibile 12% di consumo di elettricità in poco più di tre anni, entro il 2028.
Il fenomeno è globale: in Irlanda, i data center consumano già il 18% della produzione totale di elettricità. Secondo il rapporto, il consumo di energia dei data center è stato stabile con una crescita minima dal 2010 al 2016, ma ciò sembra essere cambiato dal 2017 in poi, con l’uso dei data center e dei «server accelerati» per alimentare applicazioni di Intelligenza Artificiale per il complesso militare-industriale e prodotti e servizi di consumo.
Vista l’enormità di energia richiesta da questi Centri di elaborazione dati, vi è una corsa verso l’AI atomica e anche Google alimenterà i data center con sette piccoli reattori nucleari nel prossimo futuro.
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Ambiente
Cringe vaticano ai limiti: papa benedice un pezzo di ghiaccio tra Schwarzenegger e hawaiani a caso

.@Pontifex blesses a block of ice at Vatican CLIMATE CHANGE event. pic.twitter.com/gk9J2OVmVf
— Sign of the Cross (@CatholicSOTC) October 1, 2025
NEW: Pope Leo XIV blesses a block of ice before a blue tarp is rolled out and waved by people, including Arnold Schwarzenegger, at the Raising Hope for Climate Justice conference.
“We will raise hope by demanding that leaders act with courage, not delay.” “Will you join with… pic.twitter.com/PSVVwTB79V — Collin Rugg (@CollinRugg) October 1, 2025
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Ambiente
«Bomba chimica»: le mascherine anti-COVID hanno creato 4,3 milioni di tonnellate di rifiuti tossici

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Milioni di tonnellate di mascherine monouso anti-COVID-19 stanno rilasciando nell’ambiente microplastiche, sostanze chimiche tossiche, coloranti e metalli pesanti, mettendo a repentaglio il benessere del pianeta e dei suoi abitanti. Secondo uno studio pubblicato su Environmental Pollution, i rischi potrebbero durare decenni.
Secondo uno studio pubblicato su Environmental Pollution, milioni di tonnellate di rifiuti derivanti dalle mascherine monouso utilizzate durante la pandemia di COVID-19 si stanno decomponendo, rilasciando microplastiche e sostanze chimiche tossiche che minacciano la salute umana e ambientale.
Secondo il Guardian, le mascherine, pubblicizzate come misura per proteggere la salute umana, hanno lasciato dietro di sé una bomba chimica a orologeria con rischi che potrebbero durare per generazioni.
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«Questo studio ha sottolineato l’urgente necessità di ripensare il modo in cui produciamo, utilizziamo e smaltiamo le mascherine», ha affermato in un comunicato stampa l’autrice principale Anna Bogush, Ph.D., del Centro di ricerca per l’agroecologia, l’acqua e la resilienza dell’Università di Coventry.
Da decenni la presenza di microplastiche nell’acqua, nell’aria, nel cibo e nel suolo è in costante aumento e è direttamente collegata alla crescente produzione globale di plastica.
Durante la pandemia, le agenzie sanitarie governative di tutto il mondo, tra cui i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), hanno promosso l’uso delle mascherine per fermare la diffusione del COVID-19, nonostante la ricerca condotta dai CDC stessi avesse rilevato che le mascherine non avevano alcun effetto sostanziale nel fermare la trasmissione dei virus respiratori.
Di conseguenza, secondo lo studio, ogni mese nel mondo vengono utilizzate oltre 129 miliardi di mascherine monouso.
La maggior parte delle mascherine era realizzata in polipropilene, sebbene venissero utilizzati anche altri tipi di plastica. Alcune contenevano piccoli pezzi di metallo per le clip nasali.
Le mascherine non erano riciclabili e spesso non venivano gettate nella spazzatura. Ancora oggi, sono disseminate lungo strade, marciapiedi, sentieri, parcheggi, grondaie, corsi d’acqua, parchi e spiagge.
Gli autori hanno stimato che in un solo anno le mascherine hanno generato circa 4,3 milioni di tonnellate di «rifiuti di plastica contaminati non riciclabili», rilasciando microplastiche nell’ambiente provenienti da discariche e rifiuti.
Le mascherine possono anche contenere additivi plastici, tra cui sostanze chimiche organiche, coloranti e metalli pesanti, che si infiltrano nel terreno e nell’acqua. Gli additivi possono rilasciare e diffondere agenti patogeni, tra cui batteri, virus, parassiti e funghi.
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Misurazione delle microplastiche e dei prodotti chimici industriali
I ricercatori hanno progettato il loro studio per testare le tossine e le microplastiche rilasciate da diversi tipi di mascherine facciali inutilizzate, tra cui maschere respiratorie, mascherine chirurgiche e vari «dispositivi facciali filtranti».
Hanno immerso le nuove mascherine in acqua purificata per 24 ore, quindi hanno analizzato il liquido per determinare cosa fosse fuoriuscito. Anche senza usura, le mascherine rilasciavano microplastiche e inquinanti utilizzati durante il processo di produzione.
Tutte le mascherine analizzate rilasciavano microplastiche e la maggior parte delle particelle era molto piccola, molte delle quali avevano dimensioni inferiori a 100 micrometri, ovvero circa la larghezza di un capello umano.
Hanno scoperto che le mascherine FFP2 e FFP3 (una certificazione europea che designa le mascherine di tipo respiratorio commercializzate come quelle che offrono la massima protezione) rilasciavano da tre a quattro volte più microplastiche rispetto alle mascherine chirurgiche.
Le mascherine rilasciavano anche additivi chimici, tra cui il bisfenolo B, un noto interferente endocrino utilizzato per produrre plastica e altri composti necessari alla produzione delle mascherine.
Il bisfenolo B agisce come un estrogeno nell’organismo, interferendo con i sistemi ormonali. È stato associato a una ridotta produzione di sperma e ad alterazioni degli organi riproduttivi.
Lo studio afferma che anche la plastica e le sostanze chimiche rilasciate dai milioni di tonnellate di mascherine dismesse danneggiano la vita acquatica. Microplastiche e tossine, entrando nella catena alimentare, inquinando l’acqua e accumulandosi nell’ambiente, possono mettere ulteriormente in pericolo le persone.
«Mentre andiamo avanti, è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su questi rischi, sostenere lo sviluppo di alternative più sostenibili e fare scelte consapevoli per proteggere la nostra salute e l’ambiente», ha affermato Bogush.
Brenda Baletti
Ph.D.
© 25 settembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine generata artificialmente
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