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Il vero motivo dietro alla fretta per gli F-16 in Ucraina

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Non c’è «alcuna alternativa» all’invio di aerei da combattimento multiruolo F-16 se Kiev vuole nutrire qualche speranza di non perdere, dato che le scorte di aerei di fabbricazione sovietica come il MiG-29 forniti dall’Occidente si stanno esaurendo e le forze ucraine ha bisogno di un aereo in abbondanza per lanciare i suoi missili Storm Shadow a lungo raggio appena donati da Londra.

 

È la conclusione di un’analisi riportata un importante testata tedesca, Stern.

 

Secondo la pubblicazione, l’F-16 dovrebbe anche aiutare l’Ucraina a «convertire gradualmente» la sua «intera difesa aerea e aeronautica agli standard occidentali e della NATO». «L’F-16 è intrinsecamente in grado di funzionare all’interno della difesa aerea standard della NATO. Alla luce della situazione in Ucraina, questo è imperativo – dopo tutto, i missili Patriot non dovrebbero abbattere i propri aerei», scrive la rivista.

 

Batterie di lancio di Patriot a Kiev, notiamo, sono stati attaccati la scorsa settimana da missili Kinzhal, dopo che l’Ucraina e alcuni giornali americani avevano asserito che i Patriot avevano intercettato tali vettori ipersonici – ipotesi negata dalla Russia e dai suoi esperti.

 

Stern sostiene che gli F-16 «e le corrispondenti armi a lungo raggio» forniscano a Kiev la capacità di intensificare gli attacchi all’interno della Russia e di prendere di mira importanti infrastrutture come il ponte di Crimea – e questo con buona pace dei discorsi di chi dice che le armi non sono date a Kiev per condurre attacchi alla Russia, e un fluire di articoli delle grandi testate americane che, sentendo «fonti informate», ci raccontano che è Washington a frenare segretamente gli appetiti di guerra frontale contro Mosca.

 

La testata tedesca tuttavia ammette che l’invio degli aerei in Ucraina non sarà privo di rischi, con i russi che probabilmente «cercheranno di arginare le offensive dei jet da combattimento usando missili terra-aria o aria-aria a lungo raggio».

 

Di fatto, mentre la versione da esportazione del missile Storm Shadow ha un raggio operativo fino a 290 km, il sistema missilistico russo S-400 può essere equipaggiato con il missile 40N6E a lunghissimo raggio, che può abbattere obiettivi nemici a distanze fino a 380 km.

 

Questo, combinato con i missili aria-aria a lungo raggio della Russia come l’R-33 e l’R-37 (la cui gittata supera anche quella dello Storm Shadow) rende improbabile che gli F-16 inviati al fronte sopravvivano a lungo. Inoltre, la capacità della Russia di tenere d’occhio l’intero spazio aereo ucraino e di raggiungere i suoi aeroporti con missili a lungo raggio, aumenta notevolmente le possibilità che gli F-16 vengano distrutti a terra.

 

Come riporta Sputnik, mentre l’F-16 si è dimostrato si è dimostrato affidabile contro avversari statali e non statali (le organizzazioni terroriste) con capacità di difesa aerea e aerea limitate o inesistenti, l’aereo diventerebbe probabilmente un bersaglio facile se costretto ad affrontare jet come il Sukhoi Su-35, a causa della sua mancanza di capacità stealth e della limitata capacità di ingaggiare questi aerei in combattimenti aria-aria.

 

Secondo quanto riportato da Stern, la decisione di addestrare i piloti di caccia ucraini ora – un processo che dovrebbe richiedere almeno quattro mesi, significa che Kiev non riceverà alcun caccia almeno fino a fine estate.

 

E ciò  a sua volta significa che la tanto promessa «offensiva di primavera» dell’Ucraina sarà respinta, perché «le principali scoperte e i movimenti di truppe su larga scala sono… inimmaginabili senza la supremazia aerea, soprattutto perché l’aviazione russa è attiva e può intervenire nel combattimento di terra con un nuovo tipo di bomba planante economica senza nemmeno entrare nell’area delle difese aeree ucraine».

 

Come riportato da Renovatio 21, gli F-16 sono da mesi al centro di un osceno balletto tra i governi NATO, con Paesi, come la Germania, che aveva negato la possibilità del trasferimento a Kiev, per poi tentennare.

 

 

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L’esercito russo dice di aver circondato oltre 10 mila soldati ucraini

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Circa 10.000 militari ucraini sono stati accerchiati dalle truppe russe nelle zone di Kupjansk e Krasnoarmeysk, ha dichiarato domenica il presidente Vladimir Putin in occasione di una visita a un centro di comando dell’esercito russo.

 

Secondo il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, Putin ha incontrato il capo di stato maggiore ValerijGerasimov e alti ufficiali militari, ricevendo aggiornamenti sulla situazione lungo il fronte.

 

«Sono stati segnalati circa 5.000 soldati ucraini circondati nella direzione di Kupyansk e intorno a 5.500 in quella di Krasnoarmeysk», ha precisato Peskov.

 

Kupyansk è una località nella regione di Kharkov, in Ucraina, situata a circa 100 km a est del capoluogo. Krasnoarmeysk, invece, si trova nella Repubblica Popolare di Donetsk, al momento sotto il controllo delle forze ucraine.

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L’esercito ha comunicato che le unità russe hanno inoltre conquistato un passaggio sul fiume Oskol, interrompendo i movimenti delle truppe ucraine. Al presente, stanno ultimando la liberazione di Yampol, mentre Volchansk, nelle vicinanze, sarebbe stata liberata al 70%.

 

In totale, 31 battaglioni ucraini risultano accerchiati nelle aree di Krasnoarmeysk e Dimitrov. Peskov ha riferito che Putin ha elogiato le truppe per i successi a Kupyansk e per i risultati ottenuti in altre operazioni di combattimento.

 

Nel corso dell’incontro, Putin ha disposto l’adozione di iniziative per favorire la capitolazione delle unità ucraine isolate e limitare al massimo le perdite. Ha rilevato che l’esercito russo ha sempre dimostrato clemenza nei confronti dei nemici e ha insistito affinché tale approccio prosegua.

 

Il presidente russo ha inoltre invitato i comandanti a «fare tutto il possibile» per tutelare la sicurezza dei civili nelle zone accerchiate, che, a suo avviso, le forze ucraine stanno utilizzando come scudi umani.

 

Putin ha quindi spronato l’esercito a proseguire l’«operazione militare speciale» «in linea con il piano delineato dallo Stato Maggiore», ribadendo che la protezione dei soldati russi debba costituire la priorità assoluta.

 

 

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 

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Ex comandante NATO afferma che l’Irlanda unita potrebbe aiutare Russia e Cina

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Un ex comandante della NATO ha messo in guardia sul fatto che l’eventuale unificazione dell’Irlanda potrebbe rappresentare un grave colpo alla sicurezza occidentale, aprendo la strada a un’espansione dell’influenza di Russia e Cina nell’Atlantico settentrionale.   Parlando mercoledì durante un briefing per membri del Parlamento e della Camera dei Lord, il contrammiraglio britannico in pensione Chris Parry ha sostenuto che la perdita della posizione del Regno Unito nell’Irlanda del Nord offrirebbe un’importante opportunità strategica a Mosca e Pechino.   Il Parry ha evidenziato l’importanza delle acque tra l’Irlanda del Nord e la Scozia per i sottomarini nucleari britannici, definendole «essenziali per il nostro deterrente strategico».   «Con un’Irlanda unita, non vi è alcuna garanzia che potremmo schierare i nostri missili balistici», ha dichiarato il contrammiraglio, suggerendo che l’unificazione irlandese potrebbe consentire agli avversari della NATO di minacciare i cavi sottomarini cruciali.   «Il Regno Unito deve valutare la minaccia che una Repubblica d’Irlanda neutrale rappresenta per sé stesso. Credo che il modo migliore per sostenere l’Irlanda ora sia incrementare l’attività della NATO e degli Alleati nelle acque della sua zona economica esclusiva», ha affermato l’ex militare.

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Il Parry ha persino proposto che la NATO conduca esercitazioni nelle acque sotto il controllo irlandese «indipendentemente dall’approvazione di Dublino», sottolineando che il blocco deve essere pronto a «contrastare i nostri potenziali avversari nelle acque irlandesi». Ha aggiunto che la Repubblica dovrebbe avvicinarsi a una cooperazione militare più stretta con la NATO e abbandonare la sua neutralità.   «Se qualcuno attacca la Gran Bretagna, attaccherà anche l’Irlanda… La neutralità non può più essere vista come un’obiezione di coscienza. Se fai parte del mondo libero, devi essere pronto a difenderlo. La Repubblica deve ridurre le sue vulnerabilità», ha dichiarato.   L’Irlanda mantiene una neutralità militare dall’indipendenza nel 1921 e non è membro della NATO, pur collaborando con l’alleanza.   L’idea della riunificazione irlandese – l’unione della Repubblica d’Irlanda con l’Irlanda del Nord, parte del Regno Unito – è contemplata dall’Accordo del Venerdì Santo del 1998. Questo accordo ha posto fine a tre decenni di conflitto tra nazionalisti irlandesi e unionisti filo-britannici, istituendo un governo di condivisione del potere a Belfast e stabilendo che lo status dell’Irlanda del Nord può essere modificato solo con il consenso della maggioranza tramite un voto.  

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Immagine di Mike Weston ABIPP/MOD via Wikimedia pubblicata su licenza Open Government Licence version 1.0
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Zelens’kyj elogia il successo del test del «Flamingo», missile da crociera che può colpire Mosca

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha proclamato il successo del test del Flamingo, un missile-drone con una portata di circa 3.000 km.

 

Secondo la stampa ucraina il missile da crociera Flamingo FP-5 sarebbe in grado di trasportare una testata nucleare e una carica esplosiva quasi tre volte superiore a quella del Tomahawk statunitense, sebbene con una precisione inferiore.

 

Le prime versioni di prova del missile sono già state impiegate in combattimento. Secondo fonti ufficiali di Kiev, la produzione di massa inizierà presto, ed entro la metà del 2026 l’Ucraina dovrebbe disporre di un arsenale capace di colpire qualsiasi obiettivo entro 3.000 km in Russia con una testata convenzionale da mezza tonnellata.

 

Immagini del razzo erano apparse sui social ancora un mese fa.


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Il Flamingo rappresenta il sostituto dei missili da crociera Kh-55, abbandonati dall’Ucraina negli anni ’90 (alcuni dei quali usati dalla Russia contro l’Ucraina nel 2022). Durante lo sviluppo, una copia di prova del missile è stata accidentalmente dipinta di rosa, un problema risolto, ma il soprannome è rimasto, come riferito da Zelens’kyj e dal suo staff.

 

Con una portata che include facilmente Mosca, un eventuale attacco alla capitale russa con questi missili potrebbe spingere Putin a ordinare rappresaglie più dure su Kiev. Nonostante oltre tre anni di guerra, l’esercito russo non ha ancora colpito direttamente gli edifici governativi di alto livello o i quartieri generali militari e di intelligence a Kiev, ma la situazione potrebbe presto cambiare.

 

La Casa Bianca auspica un accordo di pace per evitare un’escalation, ma il processo è in stallo, soprattutto dopo le nuove sanzioni di Trump contro il petrolio russo questa settimana. Nessuna delle due parti sembra disposta a compromessi, e con la Russia in vantaggio sul campo di battaglia, Mosca ha pochi incentivi a rinunciare alle condizioni massimaliste di Putin e agli obiettivi della sua «operazione militare speciale».

 

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Immagine screenshot da Twitter

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