Farmaci
Il TAR annulla la circolare tachipirina e vigile attesa. E ora cosa succederà?
Lo avrete letto. Tre giorni fa il Tribuna amministrativo regionale (TAR) del del Lazio ha annullato la circolare del ministero della Salute di speranza dovere erano espresse le linee guida per la cura del COVID a casa. Si tratta del famoso trattamento «tachipirina più vigile attesa».
Con la sentenza di ieri, il TAR ha dato ragione chi, il Comitato Terapie Domiciliari (una rete di medici animata dall’avvocato Erich Grimaldi), chiede la libertà di curare i positivi COVID con antibiotici, integratori e altri farmaci ritenuti utili per sconfiggere la malattia.
La circolare del 26 aprile 2021, che riportava le indicazione dell’AIFA. raccomandava ai medici di base di prescrivere antinfiammatori e talvolta cortisone, oltre che, nei casi idonei, gli anticorpi monoclonali ed eparina.AIFA sconsigliava «l’uso routinario di antibiotici» e di idrossiclorochina.
Secondo il TAR del Lazio, la circolare contrastava «con la professionalità del medico e con la sua deontologia professionale, imponendo, e anzi impedendo l’utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee», disincentivando il medico ad «agire in scienza e coscienza assumendosi la responsabilità circa l’esito della terapia prescritta».
La sentenza, nel momento in cui la caccia alle streghe si è spostata dall’idrossiclorochina (2020) e ivermetcina (2021) all’azitromicina (2022) – un banale antibiotico ora ritenuto irreperibile per colpa di no vax o vaccinati positivi ma disubbedienti rispetto alle linee guida – è di impatto notevole.
I soloni del regime sanitario si sono affrettati a dire che non cambia nulla, che in fondo è stata annullata non solo la parte della circolare
Ci stanno già ripetendo mantra terroristi: l’idrossiclorichina, il cui uso, cantilenano, è «privo di basi scientifiche» (pazienza, dottor Raoult: che sarà mai la sua carriera ai vertici della virologia?), e anche gli antibiotici. «A causa delle prescrizioni anti-COVID, l’azitromicina è introvabile in molte farmacie – scrive il manifesto, quello che sotto il titolo ha scritto quotidiano comunista – Oltre a danneggiare i pazienti che non ne traggono beneficio, il suo abuso contribuisce alla diffusione di batteri resistenti ai farmaci, secondo l’OMS causa di morte per circa 700 mila persone ogni anno».
700 mila persone l’anno? Cifre quasi da pandemia, un’emergenza sanitaria di cui ci hanno parlato pochissimo.
Massì, in fondo è vero che «l’esercizio della medicina è fondato sulla libertà e sull’indipendenza della professione che costituiscono diritto inalienabile del medico» eprevisto, come da giuramento di Ippocrate «di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento».
Ma in verità, non importa: perché il salvatore ha già salvato tutti, o almeno ha salvato gli eletti che gli si sono sottomessi – il vaccino rende superfluo tutto questo discorso. Lo lascia intendere in una intervista La Stampa l’assessore regionale alla sanità del Lazio Alessio D’Amato: «Con l’ampia diffusione del vaccino il pronunciamento del TAR ha un effetto nullo. Con la maggior parte della gente immunizzata il contagio provoca conseguenze assai meno gravi rispetto al passato. La maggior parte dei malati sono addirittura asintomatici e quindi non richiedono pesanti cure farmaceutiche».
Il Lazio, ricordiamo, è una regione che da ben prima della pandemia molto ha brigato per le vaccinazioni, con multiple plastiche fotografia del presidente Zingaretti a offrire all’ago il deltoide. Lo stesso Zingaretti che, quando entrante il nuovo governo detto «gialloverde» («dal governo posizione antiscientifiche» sui vaccini, virgolettò a inizio 2019 Il Fatto Quotidiano)e con qualche concomitante grana scatenatagli contro dal programma TV Le Iene, prese con sé immediatamente in regione come consulente il dimissionario presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Gualtiero Ricciardi detto Walter. Che, lo sapete bene, è ancora qui. Anzi, si allarga. Grazie al Vaticano vaccinale bergogliano, ora è divenuto membro della Pontificia Accademia per la Vita.
Ma torniamo alla sentenza.
Quindi, il regime sanitario dice: non cambia nulla.
È davvero così?
Forse no. Forse ora tanti medici, che ritenevano giusto prescrivere alcuni farmaci per non correre il rischio di essere additati come «no vax» e quindi vedere davanti a sé la possibilità di essere richiamati, sospesi, radiati, lasciati senza stipendio, ora potrebbero trovare il coraggio di prescrivere i medicinali. In fondo, è andata bene: nel 2020, in Australia, ai dottori che prescrivevano l’idrossiclorochina veniva data una multa di 13 mila dollari australiani.
Ma c’è qualcosa d’altro che potrebbe succedere, ora che, nonostante i messaggi tranquilizzanti di quelli che «non cambia niente», un tappo pare essere saltato.
Ci chiediamo: se qualcuno cominciasse a contestare, davanti al popolo e davanti ai giudici, la validità delle linee guida ministeriali?
Ci chiediamo: e se qualcuno ora prendesse il coraggio di avventurarsi nella tesi – tutta da dimostrare, chiaro – che non dare i farmaci, preferendo solo un antipiretico e la «vigile attesa» (attesa di cosa, poi?) è equivalso a mettere a rischio la salute delle persone?
In quel caso, cosa farebbe la Giustizia italiana? Che ne sarebbe del ministro, dei suoi consiglieri, del CTS, del circo di virologi catodici, e delle decine di migliaia di medici che hanno seguito pedissequamente il protocollo governativo?
E se il vento stesse cambiando direzione?
Bioetica
«Ritirato» studio che si opponeva alla pillola abortiva
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Il mondo accademico non è solo tè e focaccine nella sala comune degli anziani. A volte è uno sport cruento, con vincitori e vittime, vincitori e perdenti. Alzare la testa al di sopra dei parapetti attaccando l’aborto in una rivista scientifica è un modo sicuro per attirare un maggiore controllo – e possibilmente una ritrattazione.
Sage Publications ha appena ritirato tre articoli di ricercatori pro-vita pubblicati sulla rivista Health Services Research and Managerial Epidemiology. Sebbene vi siano state alcune preoccupazioni circa la modalità di presentazione dei dati, la questione principale sembra essere stata un potenziale conflitto di interessi.
L’avviso di ritiro diceva:
«Un lettore ha contattato la rivista con dubbi sull’articolo del 2021 sul fatto che la presentazione dei dati nelle Figure 2 e 3 sia fuorviante, se vi siano difetti nella selezione dei dati di coorte e se le affiliazioni degli autori con organizzazioni di difesa della vita, compreso il Charlotte Lozier Institute, presentano conflitti di interessi che gli autori avrebbero dovuto dichiarare come tali nell’articolo».
Ciò che ha reso questi articoli un bersaglio per le critiche è stato il fatto che erano stati citati dal giudice distrettuale statunitense Matthew Kacsmaryk in una sentenza sul farmaco abortivo mifepristone. Gli articoli pretendevano di dimostrare che il farmaco sarebbe probabilmente pericoloso. Kacsmaryk ha accettato questo, insieme ad altre prove, e la ha usato per sospendere l’approvazione del mifepristone da parte della FDA (che fu successivamente annullata).
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Gli autori erano indignati. Secondo il Daily Wire:
«Il dottor James Studnicki, autore elencato di tutti e tre gli studi in questione, ha dichiarato al Daily Wire che le ritrattazioni erano “completamente ingiustificate” e che le ritrattazioni avevano lo scopo di screditare la ricerca scientifica che sfidava il pregiudizio pro-aborto radicato nel mondo accademico».
«Penso che Dobbs abbia davvero accelerato questo processo, penso che ci sia un senso di disperazione tra coloro che operano nel settore dell’aborto», ha detto al Daily Wire prima della ritrattazione, che era prevista. «Hanno sempre avuto la letteratura per sé. Tutte le principali associazioni sanitarie sono a favore dell’aborto, la maggior parte dei giornali sono a favore dell’aborto, tutti i dipartimenti accademici delle università sono a favore dell’aborto».
Questa non è certo la prima volta che articoli sottoposti a revisione paritaria che mettono in discussione aspetti dell’aborto legalizzato vengono «cancellati» attraverso la pratica formale della ritrattazione.
L’articolo di Priscilla Coleman, «The Turnaway Study: A Case of Self-Correction in Science Upended by Political Motivation and Unvetted Findings», è stato pubblicato su Frontiers in Psychology nel 2022. Citando «interessi concorrenti non divulgati», il giornale ha pubblicato una ritrattazione più tardi nel anno. La Coleman protestò vigorosamente, inutilmente.
Non è tutto traffico a senso unico, però. Nel 2015, Elard Koch, dell’Istituto MELISA, a Concepción, in Cile, e colleghi hanno pubblicato uno studio su BMJ Open da cui è emerso che il tasso di mortalità materna a Città del Messico era aumentato quando è stato legalizzato l’aborto. Nel 2016, sulla rivista Contraception è stato pubblicato un articolo che criticava la ricerca di Koch con quello che ha definito «un tono accusatorio o ad hominem». Koch studiò l’articolo e scoprì che aveva completamente interpretato male i dati. Ha chiesto che l’articolo fosse ritirato e alla fine così è stato.
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine di Robin Marty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Alimentazione
Pfizer sospende la nuova pillola dimagrante dopo che i pazienti hanno riscontrato gravi effetti collaterali
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Farmaci
Salvini invoca la castrazione chimica. Il farmaco è lo stesso già dato ai bambini per transessualizzarli
Il ministro dei Trasporti, vicepremier nonché leader del partito Lega Nord Matteo Salvini ha chiesto la castrazione chimica per la masnada di giovani egiziani dello stupro della ragazzina 13enne in Sicilia.
«Ragazzina stuprata da una banda di sette egiziani davanti al fidanzato, minacciato, bloccato e tenuto lontano. Non venitemi a parlare di “tolleranza” o “errore”. Davanti ad orrori del genere non può esistere clemenza ma soltanto una cura: Castrazione chimica. Conto che la proposta presentata dalla Lega venga votata al più presto».
Ragazzina STUPRATA da una banda di SETTE egiziani davanti al fidanzato, minacciato, bloccato e tenuto lontano.
Non venitemi a parlare di “tolleranza” o “errore”.
Davanti ad orrori del genere non può esistere clemenza ma soltanto una cura: CASTRAZIONE chimica.
Conto che la… pic.twitter.com/Chf9oMwte0— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) February 3, 2024
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Salvini si ripete: aveva chiesto la castrazione chimica anche per lo stupro del Branco di Palermo la scorsa estate. A settembre la Lega aveva depositato al Senato un disegno di legge per un trattamento a base di farmaci di blocco androgenico totale su base volontaria o coattiva. Secondo il DDL, è il giudice a decidere se infliggere il farmaco o meno, tuttavia, in caso di recidiva o di abuso sessuale di minori, il trattamento sarebbe passato automaticamente.
Quella sulla castrazione chimica è una posizione che la Lega ha molto a cuore. L’onorevole Annalisa Tardino, commissaria regionale ed europarlamentare della Lega Salvini Premier, commentando la violenza di Catania dice: «chiediamo da subito condanne esemplari e rimaniamo fermi nell’idea che serve la castrazione chimica per stupratori e pedofili, carcere a vita per episodi simili».
Si può aver poco da eccepire, anche se l’ormone sintetico non ci sembra l’arma definitiva contro l’anarco-tirannia sempre più in fase di caricamento in Italia pure sotto il governo della sedicente «destra»: anche perché i casi da trattare, per avere la sicurezza, potrebbero essere decine, centinaia di migliaia.
Episodi come quello della presa di Peschiera due anni fa, quando bande di giovani immigrati di fatto si impadronirono dell’intera cittadina lacustre con la polizia in assetto antisommossa resa impotente dalla massa, ci fanno pensare che la soluzione dovrebbe essere più radicale di quello che si pensa – ad esempio, un programma di deportazione totale, come quello prospettato da Trump e dai deputati AfD in Germania.
La castrazione chimica è una procedura eseguita attraverso la somministrazione di farmaci speciali che avrebbero l’effetto di ridurre il desiderio sessuale per un periodo di tempo prolungato o in modo permanente. Leggi che permettono la castrazione chimica in alcuni Stati americani, in Canada, in Danimarca, in Germania, in Norvegia, in Svezia e in altri Paesi.
In Russia, la castrazione chimica è stata introdotta nel 2012 come procedura volontaria, che richiede il consenso della persona condannata per abusi sessuali su minori. Anche in Polonia la castrazione chimica è volontaria. La Bielorussia sta pianificando la sua introduzione dal 2023.
Negli USA alla castrazione chimica si associa un’abbondante prescrizione di psicofarmaci che vanno dagli antipsicotici agli antidepressivi SSRI (che sono forse pure peggiori).
La Chiesa cattolica ammetterebbe la castrazione chimica nei casi di reato, purché sia reversibile. Contro di essa, tuttavia, si è espressa nel 2013 l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (risoluzione 1945/2013): «nessuna pratica coercitiva di sterilizzazione o castrazione può essere considerata legittima nel XXI secolo».
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In realtà, ci vogliamo soffermare sulla questione della castrazione chimica per un altro motivo: per lo Stato italiano essa esiste già, ma non è assegnata agli stupratori e ai pedofili, ma… ai bambini.
Avete letto bene. La farmacologia di «blocco androgenico totale» è esattamente quella utilizzata per transessualizzare i bambini. Quando il bimbo dice di sentirsi una femmina (che sia o meno il genitore a suggerirglielo) gli si danno i famosi «bloccanti della pubertà», che possono essere farmaci anti-gonadotropinici, anti-androgeni e agonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine. Cioè sostanze che hanno l’effetto di inibire della produzione di testosterone da parte dei testicoli – cioè distruggere la base biochimica della maschilità.
In particolare, la Leurprorelina – commercializzata con il nome di Lupron – può essere utilizzata nel processo di cambio di sesso dei maschi, o come farmaco che blocca la pubertà nei bimbi: secondo la cosiddetta «medicina transgender», insieme alla triptorelina e goserelina, il Lupron può essere utilizzato per ritardare la pubertà nei bambini che vogliono cambiare sesso, ritardandone lo sviluppo fino a quando non possono decidere, e magari prendere altri ormoni sintetici.
Il Lupron, che sta nella lista delle medicine essenziali dell’OMS, è la sostanza oggi più comunemente utilizzato nella castrazione chimica. Parimenti, può essere utilizzato per i bambini transgender al fine di rimandare la pubertà e poi metterli, per tutta la vita, sotto «terapia ormonale sostitutiva, che li riempirà di ormoni sintetici e li renderà un recurrent business dell’industria farmaceutica finché non moriranno – con il conto, magari, pagato dal contribuente.
L’immagine dovrebbe spaccare la testa di chiunque: lo stesso farmaco, dato ai pedofili ed ai bambini… anzi, la sostanza che non ancora si può dare agli stupratori, si può iniettare in bimbi piccoli… Sì, è allucinante. Tutte le polemiche di questi giorni su cliniche ed ospedali che transessualizzano i ragazzini non si rendono conto di quanto oramai questo modello è molto più radicato di quanto si creda, esso è una parte integrante di quello che Renovatio 21 ha definito «Stato etico ormonale».
Lo Stato moderno, lungi dall’essere lontano da posizioni etico-religiose, sa cos’è meglio per voi, e non gli basta – lo vuole imporre per via biologica. La siringa, contenga essa vaccini od ormoni, a questo serve: entrare nel cittadino, spogliato di ogni dignità, diritto sovranità, sin sotto la sua pelle, sin dentro le sue cellule. La sottomissione per lo Stato moderno è biologica, o non è – è biologica almeno in partenza, poi sappiamo che mirano ancora più in profondità…
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Salvini non è solo un sanguigno tribuno del popolo, è un’alta figura istituzionale, un vertice dello Stato. Anche lui, come tanti altri, deve far pace con la dissonanza cognitiva suprema del nostro tempo: lo Stato moderno sta già molto più avanti – materialmente, biologicamente, endocrinologicamente – rispetto a qualsiasi proposta populista. La sua dissoluta pervicacia è invincibile. Il suo programma di inversione totale è portato innanzi in maniera spudorata.
Volete castrare i violentatori? Lo Stato moderno già castra i vostri figli. Il farmaco è lo stesso.
Bisogna che lo comprendano tutti: la matrice dello Stato moderno è la Necrocultura: perverte, umilia, spegne la vita, e fa trionfare la morte e il suo grottesco circo parafiliaco.
Ciò che serve a punire il mostro, viene invece dato ai bambini. Sì, proprio così: fate pace con questa apparente contraddizione, perché i padroni del mondo vogliono che essa sia uno dei fondamenti del XXI secolo.
Realizziamo la grande inversione del Regno Sociale di Satana: l’innocente viene castrato, il carnefice viene premiato, mantenuto, innalzato.
Sacrifici di bambini, mutilazioni, sterilizzazioni – mentre l’orrore viene lasciato dilagare, mentre il sistema viene programmato per moltiplicare il male. Questa è la realtà del mondo dominato dalla Necrocultura.
Abbiamo sempre paura di essere rimasti i soli a dirlo.
Roberto Dal Bosco
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