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Il premier canadese Trudeau insulta i camionisti in protesta

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Dopo essersi dichiarato in quarantena per poi fuggire in una località segreta, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha rotto il silenzio sul convoglio di camionisti con una conferenza stampa, sostenendo che il movimento per la libertà sarebbe macchiato di simpatie naziste e razziste.

 

Nei primi due minuti della conferenza stampa, tenuta all’aperto, Trudeau ha affermato che «la libertà di espressione, riunione e associazione sono pietre miliari della democrazia, ma il simbolismo nazista, le immagini razziste… non lo sono».

 

Quando un giornalista gli ha chiesto se si sarebbe incontrato con i camionisti o avrebbe partecipato alla protesta, poiché ha partecipato, ad esempio, alle manifestazioni Black Lives Matter (BLM) durante l’apice del blocco nel 2020, Trudeau ha risposto che non lo avrebbe fatto.

Nei primi due minuti della conferenza stampa Trudeau ha affermato che «la libertà di espressione, riunione e associazione sono pietre miliari della democrazia, ma il simbolismo nazista, le immagini razziste… non lo sono»

 

«Ho partecipato a proteste in passato quando ero d’accordo con gli obiettivi», riferendosi a BLM, ma ha scelto di stare lontano dalla protesta dei camionisti a causa della «retorica odiosa» e della «violenza verso i cittadini».

 

 

Di violenza, alla manifestazione di Ottawa, non si è vista neanche l’ombra, come testimoniano numerosi video finiti in rete, con la polizia stessa a dichiarare quanto pacifica sia stata la protesta.

 

Trudeau ha criticato le proteste nella capitale contro gli obblighi vaccinali come «un insulto alla memoria e alla verità»

Trudeau ha criticato le proteste nella capitale contro gli obblighi vaccinali come «un insulto alla memoria e alla verità». Quindi, con il noto tono artefatto, ha accusato i camionisti di essere una minoranza all’interno di una categoria vaccinata a maggioranza, dicendo che i manifestanti non rappresentato quei camionisti «gran lavoratori» che hanno sfamato il popolo canadese durante la pandemia.

 

«Noi vi ringraziamo… il comportamento mostrato questo fine settimana non vi rappresenta». Trudeau, autentico e naturale come una moneta da tre euro, sta insomma cercando di dividere la categoria degli autotrasportari, già abbandonata dai suoi sindacati.

 

Il ricorso all’accusa di nazismo denota la disperazione retorica di Trudeau, arrivato pienamente alla Reductio ad Hitlerum, tattica discorsiva per squalificare l’avversario comparandolo a Hitler e al nazismo. Il concetto fu introdotto dal filosofo americano Leo Strauss negli anni cinquanta.

 

Tanto per capire, facciamo l’esempio di due degli organizzatore del Convoy of Freedom: Tamara Lich è métis, cioè «meticcia», discendente da matrimoni tra nativi Cree, Ojibway, Saulteaux, e Menominee con europei; Benjamin Dichter è invece ebreo. Non esattamente due ritratti di suprematisti bianchi nazisti.

 

Poche ore fa, nonostante sia triplamente vaccinato, Trudeau ha annunciato di essere positivo al COVID.

 


 

 

Riguardo al razzismo, è noto che Trudeau è stato fotografato varie volte in costume blackface, ossia con un trucco che faccia assomigliare realisticamente le persone ad individui di pelle nera. Il blackface è considerato oggigiorno molto offensivo.

 

Sui social media corre voce che i camionisti negli Stati Uniti potrebbero pianificare una manifestazione simile che li vedrebbe guidare dalla California in Occidente alla capitale del Paese Washington.

 

 

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Protesta

La polizia usa lacrimogeni e idranti contro i manifestanti a Brusselle

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Episodi di protesta con violenza sono emersi durante le manifestazioni delle ultime ore a Brusselle.

 

Le immagini della protesta mostrano i manifestanti che si scontrano con le forze dell’ordine, lanciano fuochi d’artificio e sventolano bandiere e cartelli.

 

Poliziotti in tenuta antisommossa sono stati visti utilizzare gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere la folla.

 

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Secondo HLN, Gert Truyens, presidente del sindacato CGSLB, ha dichiarato che la manifestazione è stata interrotta a causa degli scontri provocati da una minoranza violenta tra i dimostranti.

 

«Questi non sono manifestanti, ma individui che causano disordini», ha riportato il giornale.

 

Durante la giornata, lo sciopero generale ha fortemente compromesso i servizi di trasporto pubblico e ha bloccato le partenze nell’aeroporto principale di Bruxelles.

 

De Wever, eletto a febbraio, ha proposto misure di austerità per affrontare il crescente deficit di bilancio del Belgio.

 

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Protesta

I giovani della generazione Z protestano anche in Marocco: le immagini

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Proteste guidate da giovani per chiedere migliori ospedali e scuole si sono diffuse in diverse città del Marocco nella tarda serata di lunedì. Secondo testimoni e organizzazioni per i diritti umani, decine di persone sono state arrestate a Rabat, Casablanca, Agadir, Tangeri e Oujda.   Le manifestazioni, coordinate online dal gruppo informale «GenZ 212» tramite TikTok, Instagram e Discord, hanno visto anche il coinvolgimento di Morocco Youth Voices, che ha invitato i partecipanti a radunarsi pacificamente per stimolare il dibattito sulle politiche sociali.   I disordini sono iniziati ad Agadir, dove la frustrazione per le condizioni degli ospedali si è rapidamente propagata tramite i social media ad altre città. L’Associazione Marocchina per i Diritti Umani, citata dall’*AP*, ha riportato oltre 120 arresti nel fine settimana.            

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Le autorità hanno smentito le accuse secondo cui i preparativi per la Coppa del Mondo 2030, co-ospitata da Marocco, Spagna e Portogallo, avrebbero sottratto risorse ai servizi essenziali.   Il premier marocchino Aziz Akhannouch, anche sindaco di Agadir, ha difeso l’operato del governo: «Abbiamo portato avanti riforme, aumentato la spesa e stiamo costruendo ospedali in tutte le regioni del Paese», ha dichiarato, come riportato dall’agenzia AP. Ha ammesso, tuttavia, che l’ospedale principale di Agadir soffre di carenze croniche e infrastrutture obsolete.   La popolazione marocchina è prevalentemente giovane, con metà degli abitanti sotto i 25 anni.   Come riportato da Renovatio 21, proteste simili guidate da giovani hanno recentemente scosso altri paesi. In Madagascar, le dimostrazioni per la carenza di energia e acqua hanno portato lunedì allo scioglimento del governo. In Nepal, a inizio settembre, proteste contro il divieto di piattaforme social e la corruzione hanno costretto alle dimissioni il Primo Ministro KP Sharma Oli.

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Protesta

Il Madagascar scioglie il governo dopo le proteste della «Generazione Z»

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Il presidente del Madagascar, Andry Rajoelina, ha sciolto il suo governo in seguito a proteste mortali guidate dai giovani, innescate da prolungate interruzioni di corrente e dalla scarsità d’acqua nel Paese insulare dell’Oceano Indiano.

 

In un discorso televisivo trasmesso lunedì sera tardi, Rajoelina ha riconosciuto la frustrazione pubblica per anni di servizi inadeguati, annunciando le dimissioni del Primo Ministro Christian Ntsay e del suo gabinetto. Ha precisato, tuttavia, che i ministri rimarranno in carica fino alla formazione di un nuovo governo entro tre giorni.

 

«Riconosciamo e ci scusiamo se i membri del governo non hanno adempiuto ai loro doveri», ha dichiarato Rajoelina, aggiungendo di comprendere la rabbia per le interruzioni di corrente e la carenza d’acqua, avendo «ascoltato la chiamata» e «percepito la sofferenza».

 

 

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Secondo i dati delle Nazioni Unite, almeno 22 persone sono morte e oltre 100 sono rimaste ferite nelle proteste iniziate giovedì nella capitale Antananarivo, guidate dal movimento giovanile denominato «Gen Z». Il responsabile ONU per i diritti umani, Volker Türk, ha espresso lunedì il suo «shock e dolore» per le uccisioni e i feriti nella nazione dell’Africa meridionale. Il suo ufficio ha notato che le proteste sono iniziate «pacificamente», ma sono state represse con «forza non necessaria», con alcuni agenti di sicurezza che hanno usato munizioni vere contro i manifestanti.

 

Le immagini hanno mostrato stazioni della funivia incendiate e un grande centro commerciale saccheggiato dai manifestanti. Anche le case di due parlamentari sarebbero state prese di mira. I disordini hanno spinto le autorità a imporre un coprifuoco notturno «per proteggere la popolazione e i suoi beni fino al ripristino dell’ordine pubblico».

 

L’Unione Africana e la Comunità per lo Sviluppo dell’Africa Australe (SADC) hanno espresso «profonda preoccupazione» per la violenza, invitando tutte le parti alla moderazione e a una risoluzione pacifica.

 

Per placare le tensioni, Rajoelina ha rimosso il ministro dell’energia venerdì e domenica ha promesso profonde riforme, dichiarando che «il modo in cui il Paese viene governato sarà completamente rivisto».

 

Un’analoga instabilità politica si era verificata in Kenya l’anno scorso, quando il presidente William Ruto ha sciolto quasi tutto il suo governo dopo settimane di proteste violente guidate da giovani contro proposte di aumento delle tasse e l’incremento del costo della vita.

 

Come riportato da Renovatio 21, giovani delle nuove generazioni sono alla base del rovesciamento del governo in Nepal negli scorsi giorni.

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