Genetica
Il governo italiano finanzia per legge l’ingegneria genetica
Apprendiamo dalla Gazzetta Ufficiale di mercoledì 15 giugno, anno 163°, numero 138, che è stato ratificato ed è stata data esecuzione all’«Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l’ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attività del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021».
«Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Centro internazionale per l’ingegneria genetica e la biotecnologia (ICGEB) relativo alle attivita’ del Centro e alla sua sede situata in Italia, con Allegato, fatto a Roma il 21 giugno 2021» si legge all’art. 1 della legge promulagata dal Presidente della Repubblica.
«Gli immobili di cui all’articolo 2, paragrafo 1, dell’Accordo di cui all’articolo 1 sono messi gratuitamente a disposizione del Centro internazionale per l’ingegneria genetica e la biotecnologia, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato» scrive l’art.3.
Nel documento è specificato che «la promozione e la creazione di un Centro Internazionale
di Ingegneria Genetica e Biotecnologie di elevata eccellenza» era stato «raccomandato [sic] in particolare durante l’Incontro di Alto Livello tenutosi a Belgrado il 13-17 dicembre 1982».
Il riferimento alla capitale serba suona di primo acchito un po’ oscuro. Nel 1982 a Belgrado c’era ancora la Jugoslavia e le bombe NATO del 1999 erano di là da venire. Cercando sugli archivi della rivista Nature, scopriamo che la United Nations Industrial Development Organization (UNIDO), citata dalla Gazzetta Ufficiale, aveva lì proposto l’idea di un «International Centre for Genetic Engineering and Bio-Technology». L’articolo del 1983 su Nature descrive con le stesse parole la conferenza, un «high-level meeting» (una riunione di «alto livello») tra i rappresentati ufficiali di 35 Paesi. I motivi dell’incontro internazionale erano riassunti all’inizio dell’articolo: «la biotecnologia, forse più di ogni altra area delle scienze applicate, offre nuove soluzioni a vecchi problemi che continuano a tenere molti Paesi nell’era oscura: malattia, fame, sovrappopolazione e la carenza di energia a basso costo».
Sulla Gazzetta Ufficiale è di seguito specificato che lo statuto dell’ICGEB è stato fatto «a Madrid il 13 maggio 1983,», che i protocolli sull’ICGEB sono stati «fatti a Vienna il 4 aprile 1984 e a Trieste il 24 ottobre 2007» (i protocolli inoltre «che stabiliscono la Sede del Centro a Trieste, Italia, Nuova Delhi, India e Città del Capo, Sudafrica), che «la Legge Italiana n. 103 del 15 marzo 1986 (…) autorizza la ratifica lo Statuto dell’ICGEB del 1983 ed il Protocollo del 1984».
L’ICGEB nel 1994 sotto la direzione del genetista italiano Arturo Falaschi divenne organizzazione internazionale autonoma e ora conta oltre 65 Stati membri in tutte le regioni del mondo. L’ICGEB dispone di tre laboratori con oltre 45 progetti di ricerca in corso in Malattie infettive e non trasmissibili, Biotecnologie mediche, industriali e di biologia vegetale, scrive l’enciclopedia online.
Ora, secondo la legge promulgata, «il Governo della Repubblica Italiana (…) intende fornire all’ICGEB i fondi per le sue attività di ricerca e una sede adeguata sul territorio italiano; (…) il Governo si impegna a concedere al Centro tutti i privilegi, le immunità, le esenzioni e le agevolazioni necessari per consentire lo svolgimento delle sue funzioni».
Leggiamo inoltre che «il Governo mette i locali a disposizione dell’ICGEB a titolo gratuito» (art. 2, paragrafo 2).
«Il Governo si impegna a sostenere le attività del Centro con un contributo annuo di Euro 10.000.000»(art. 3).
L’articolo 7 ha per titolo «Inviolabilità del Centro»: Il Centro è inviolabile e le sue proprietà e i suoi beni, ovunque situati e da chiunque detenuti, godono della immunità di giurisdizione» (art.7, paragrafo 1).
Al paragrafo seguente viene descritta una sorta di extraterritorialità del centro per l’ingegneria genetica, che gode di una sovranità specifica: «Nessun funzionario del Governo o chiunque eserciti una pubblica funzione sul territorio della Repubblica Italiana può entrare nella sede del Centro per esercitarvi le proprie funzioni senza il consenso del Direttore e alle condizioni approvate dal Direttore»
Non solo gli spazi del Centro mondiale per la bioingegneria saranno inviolabili: lo saranno, per legge, anche i suoi contenuti.
«Gli archivi del Centro, e in generale tutti i documenti e i materiali messi a disposizione, appartenenti al Centro o utilizzati dal Centro, ovunque situati in Italia e da chiunque detenuti, sono inviolabili».
Il Centro gode pure di sovranità monetaria: «L’ICGEB ha il diritto di detenere valuta nazionale o estera ed altre risorse finanziarie, e di gestire conti correnti bancari in qualsiasi valuta, senza essere soggetto alle leggi e ai regolamenti che disciplinano il controllo dei cambi e le questioni correlate» (art. 10, paragrafo 1).
«L’ICGEB ha il diritto di trasferire liberamente fondi in valuta nazionale o estera verso, da e all’interno dell’Italia, e di convertire tali risorse liberamente in altre valute al tasso di cambio più favorevole nel momento della conversione» (art. 10, paragrafo 2).
L’articolo 11 prevede l’«esenzione da imposte, dazi, restrizioni all’importazione o all’esportazione».
L’articolo 12 riguarda l’immunità di giurisdizione dei funzionari del Centro «per gli atti da essi compiuti in veste ufficiale (parole e scritti comprese)[sic]» nonché l’«esenzione da qualsiasi imposta sugli stipendi e
sugli emolumenti versati dall’ICGEB»; inoltre, i funzionari godranno di «esenzione per se stessi, per i propri familiari e per il proprio personale domestico dalle disposizioni che limitano l’immigrazione e dalle formalità di registrazione degli stranieri» (art. 12, paragrafo 1.e)
Non ci è chiaro se l’«esenzione per se stessi nei casi di lavoro ufficiale da qualsiasi restrizione alla circolazione e ai viaggi all’interno dell’Italia» (art. 12, paragrafo 1.f) di cui godrà il personale ICGEB sia un annuncio di lasciapassare speciale in caso di lockdown.
L’articolo 15 definisce ancora meglio il tema dell’immunità. «rappresentanti degli Stati Membri, insieme ai loro supplenti, consiglieri, esperti tecnici e segretari delle delegazioni, che partecipano alle riunioni del Comitato dei Governatori e del Consiglio dei Consiglieri scientifici dell’ICGEB godono, senza alcun pregiudizio rispetto ad ogni altro privilegio o immunità di cui possano beneficiare» di «(a) immunità da arresto o detenzione; (b) immunità di giurisdizione per le parole dette o scritte e per tutti gli atti compiuti nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali; tale immunità di giurisdizione continuerà ad essere accordata anche se le persone interessate non dovessero più essere impegnate nell’esercizio di tali funzioni; (c) inviolabilità di tutte le carte, documenti e materiale ufficiale; (d) il diritto di fare uso di codici e di ricevere documenti o corrispondenza per corriere o plichi sigillati» (art. 15, paragrafo 1).
I rappresentanti degli Stati Membri hanno inoltre «le stesse immunità e agevolazioni per i loro bagagli personali concesse ai funzionari di rango comparabile in servizio presso missioni diplomatiche» (art. 15, paragrafo 1.g)
Leggiamo infine che «presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale».
In pratica, l’Italia è divenuta la base di un centro di bioingegneria pensato da consessi mondialisti almeno 40 anni fa, un centro dotato di un’extraterritorialità piuttosto spinta epperò finanziato da milionate e milionate del contribuente italiano, un centro che si vuole «inviolabile» nel suo spazio e nei suoi documenti, che può per legge custodire segreti pure cifrati.
Come sia saltato in mente di farlo ora, quando nell’aria ci sono ancora gli esperimenti Gain of Function del laboratorio di Wuhan, non è chiaro.
Tuttavia, è in Gazzetta Ufficiale.
Anno pandemico 2022: la bioingegneria mondialista è ospitata e pagata dall’Italia, per legge.
Alimentazione
Il magnate della tecnologia Larry Ellison investe 60 milioni di dollari in un’azienda agro-biotecnologica che utilizza l’intelligenza artificiale per modificare geneticamente il grano
Renovatio 21 traduce questo articolo di GM Watch.
Larry Ellison ha guidato un investimento di 60 milioni di dollari in Wild Bioscience, un’azienda britannica di biotecnologie agricole che modifica geneticamente le colture, incluso il grano, utilizzando l’intelligenza artificiale. La presenza crescente del miliardario della tecnologia in Gran Bretagna include oltre 250 milioni di sterline in donazioni al Tony Blair Institute, che ora promuove attivamente l’intelligenza artificiale, l’editing genetico e altre politiche basate sulla tecnologia.
Wild Bioscience, azienda britannica specializzata in biotecnologie agricole, è specializzata nella «selezione di colture di precisione basata sull’Intelligenza Artificiale», più precisamente nell’ingegneria genetica delle piante supportata dalla tecnologia dell’Intelligenza Artificiale (IA).
Ora l’azienda si è assicurata un massiccio investimento di 60 milioni di dollari da un gruppo guidato dall’Ellison Institute of Technology (EIT), un think tank fondato dal miliardario statunitense della Big Tech Larry Ellison.
Larry Ellison è il co-fondatore della società di software Oracle. È anche un magnate dei media, uno dei principali donatori delle Forze di Difesa Israeliane e membro della cerchia ristretta del presidente Donald Trump . E sta investendo nel settore dei semi geneticamente modificati (OGM).
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Wild Bioscience sta conducendo in Inghilterra sperimentazioni in campo aperto sul grano geneticamente modificato, progettato per una fotosintesi più efficiente.
Secondo il co-fondatore di Wild Bioscience, il dott. Ross Hendron , l’azienda sta cercando di «ripercorrere il nastro della vita» per vedere come colture come il grano avrebbero potuto evolversi con caratteristiche migliori.
AgTechNavigator parafrasa Hendron dicendo: «l’azienda non può condurre esperimenti di rapida evoluzione sulle piante… quindi li simula utilizzando set di dati ampi e diversificati, la maggior parte dei quali generati da essa stessa».
Ed è qui che entra in gioco l’Intelligenza Artificiale.
Tony Blair Institute: promuovere l’ossessione di Ellison per l’Intelligenza Artificiale e gli OGM
Ellison finanzia anche un’altra organizzazione britannica. Dal 2021, ha donato un quarto di miliardo di sterline al Tony Blair Institute (TBI), il think tank fondato dall’ex primo ministro britannico. Questo rende Ellison di gran lunga il maggiore donatore del TBI.
Si dice che il suo patrocinio abbia trasformato il TBI e i suoi obiettivi, rendendolo ancora più ossessionato dalla tecnologia di quanto non fosse già, in particolare per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale.
Il TBI ha pubblicato rapporti di incoraggiamento che promuovono l’Intelligenza Artificiale, l’editing genetico e l’ingegneria genetica in generale.
L’entusiasmo di Ellison sia per l’intelligenza artificiale che per l’ingegneria genetica si riflette in un rapporto del TBI Institute del gennaio 2024, «A New National Purpose: Leading the Biotech Revolution» («Un nuovo scopo nazionale: guidare la rivoluzione biotecnologica»), che promuove un connubio tra le due tecnologie.
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Starmer ripete a pappagallo il linguaggio di Blair
Nel luglio 2024, appena cinque giorni dopo l’elezione di Keir Starmer a primo ministro del Regno Unito, Blair dichiarò alla conferenza Future of Britain del TBI che l’intelligenza artificiale era la «svolta» che stavano cercando.
Secondo Lighthouse Reports, «nel giro di pochi mesi, Starmer ripeteva a pappagallo il linguaggio di Blair e TBI era al centro della nascente politica governativa sull’intelligenza artificiale, promuovendo gli interessi di Oracle e la visione del mondo del suo fondatore».
Secondo un articolo pubblicato su Publica, una conseguenza inevitabile dei legami finanziari tra Ellison e il TBI è che l’influenza di Blair sui leader mondiali e la sua passione per la tecnologia e l’Intelligenza Artificiale sono «ora orientate alla commercializzazione dei servizi di Ellison».
«Le conversazioni con più di una dozzina di ex dipendenti di TBI che hanno fornito consulenza o elaborato raccomandazioni politiche per i governi di nove Paesi del Sud del mondo rivelano come il loro lavoro spaziasse dalla promozione esplicita dei servizi di Oracle e dal ruolo di “motore di vendita” alla raccomandazione di soluzioni tecnologiche potenzialmente dannose o stranamente lontane dalle realtà locali» ha riferito Publica.
Wild Bioscience è una spin-off britannica dell’Università di Oxford. Prima dell’investimento di 60 milioni di dollari di Ellison, era descritta come una «piccola» azienda, con un bilancio di soli 7,5 milioni di euro.
La recente iniezione di fondi da parte di Ellison cambia ovviamente tutto: l’azienda non è più piccola e, in linea di principio, può attingere a più fondi per generare più colture geneticamente modificate.
Ed è altamente probabile che gli organismi geneticamente modificati che produrrà non rispecchieranno le esigenze e gli interessi degli agricoltori e dei cittadini britannici, bensì quelli di un miliardario statunitense del settore tecnologico, concentrato su interessi specifici, che desidera un ritorno sui suoi investimenti.
Infine, vale la pena notare che, come nel caso di Bill Gates, l’ingresso di Ellison nel settore dei semi geneticamente modificati dimostra la crescente influenza dei titani della tecnologia, estremamente ricchi, sui futuri sviluppi biotecnologici.
Ciò è evidente anche nel campo della genetica umana.
Claire Robinson
Jonathan Matthews
Pubblicato originariamente da GMWatch. Jonathan Matthews è il direttore di GMWatch. Claire Robinson è una redattrice di GMWatch.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Immagine di Oracle PR via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Genetica
Scienziati cinesi creano topi fertili con due «padri»
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Animali
Minatori trovano uno scarafaggio di 40 milioni di anni. Quanto siamo vicini al Jurassic parco?
Uno scarafaggio fossilizzato, risalente a un’età stimata tra i 35 e i 40 milioni di anni fa, è stato scoperto in un pezzo d’ambra nella regione russa di Kaliningrad. Lo riporta la stampa russa.
L’esemplare è stato rinvenuto durante la selezione manuale presso il Kaliningrad Amber Combine, un impianto gestito dal gigante tecnologico Rostech, ha annunciato giovedì l’azienda.
L’insetto è racchiuso in un pezzo di ambra di 41 millimetri per 21 del peso di 7 grammi. Rostech ha notato che lo scarafaggio è conservato vicino alla superficie dell’ambra, consentendo un’osservazione dettagliata di ali, zampette e testa.
Russian miners find 40-million-year-old cockroach
The fossilized insect was discovered in a piece of amber in Kaliningrad Region pic.twitter.com/4YfK7FV3Hf— Acidicus (@Acidicus) June 26, 2025
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Anna Dugina, gemmologa del Kaliningrad Amber Combine (unica miniera d’ambra ufficiale in Russia), ha affermato che si tratta del più grande esemplare simile a uno scarafaggio scoperto dalla struttura negli ultimi cinque anni. Ha stimato la sua età a non meno di 35-40 milioni di anni.
«Lo scarafaggio era ricoperto di resina in un modo eccezionalmente fortunato», ha aggiunto. «Si trova molto vicino alla superficie dell’ambra, ma comunque abbastanza lontano dal bordo. Questo ha permesso di individuare l’inclusione durante la selezione e successivamente di levigare e lucidare la superficie senza danneggiarla».
Lo scienziato ha spiegato che, nonostante l’insetto sia diverso dagli scarafaggi che si trovano oggi, nelle zone tropicali vivono ancora specie simili.
La Kaliningrad Amber Combine è l’unica azienda al mondo che estrae l’ambra su scala industriale. L’impianto ha sviluppato metodi di estrazione unici per preservare l’integrità dei pezzi d’ambra, in particolare quelli contenenti inclusioni di flora e fauna.
La scoperta arricchisce la collezione del Museo regionale dell’ambra di Kaliningrad, che ospita oltre 14.000 pezzi singoli, tra cui più di 3.000 inclusioni di ambra.
L’ambra baltica, come quella rinvenuta a Kaliningrad, è nota per aver preservato forme di vita antiche con straordinaria precisione. La regione ospita oltre il 90% delle riserve mondiali di ambra, la maggior parte delle quali si trova nei pressi del villaggio di Yantarny.
La notizia solletica ovviamente la fantasia di quanti hanno veduto le pellicola della serie Jurassic Park, o libri del grande scrittore di narrativa di anticipazione Michael Crichton, dove gli insetti ematofagi conservati nell’ambra consentivano la clonazione dei dinosauri a scopo di intrattenimento, appunto nel Jurassic parco che dà titolo al franchising.
Jurassic parchi a parte, in Russia progetti di de-estinzione esistono anche in Russia: parliamo del programma di clonazione del mammuth, che tanto fa parlare di sé. Va notato che dietro al progetto c’è tuttavia una società statunitense, la Colossal Bioscience, e la volontà del più estremo scienziato di bioingegneria del pianeta, il George Church di cui tanto ha scritto Renovatio 21.
Come riportato da Renovatio 21, soggetti internazionali già pensano alla de-estinzione anche in termini culinari: ecco il progetto di un’azienda che intende vendere polpette di mammutto.
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Immagine da Twitter
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