Geopolitica
Il Cremlino: per l’Ucraina gli USA hanno fatto un’offerta «accettabile»

La Russia ha ricevuto un’offerta «accettabile» dagli Stati Uniti per risolvere il conflitto in Ucraina, ha affermato l’assistente del Cremlino Yury Ushakov, in seguito alla visita dell’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff a Mosca.
Parlando ai giornalisti giovedì, l’Ushakov ha commentato i colloqui tra Witkoff e il presidente russo Vladimir Putin, osservando che Mosca ha ricevuto una «proposta dagli americani» che è pronta a prendere in considerazione, senza fornire ulteriori dettagli.
Ushakov ha anche osservato che Russia e Stati Uniti hanno argomenti da discutere, pur concordando con il punto di vista del Segretario di Stato americano Marco Rubio, che in precedenza aveva descritto i colloqui come «una buona giornata». Rubio aveva aggiunto che «abbiamo ancora molta strada da fare, ma oggi siamo sicuramente più vicini di quanto non lo fossimo ieri, quando non eravamo affatto vicini».
In precedenza, il collaboratore del Cremlino aveva definito l’incontro Putin-Witkoff «professionale e costruttivo», aggiungendo che «i legami russo-americani potrebbero svilupparsi secondo uno scenario completamente diverso e reciprocamente vantaggioso», rispetto alle tensioni di lunga data sull’Ucraina.
Ushakov ha anche rivelato che Putin potrebbe incontrare Trump già la prossima settimana. Il presidente russo ha poi suggerito che gli Emirati Arabi Uniti potrebbero potenzialmente ospitare il vertice.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Geopolitica
Orban promette di combattere i «burocrati guerrafondai» di Bruxelles

Brussels has turned the EU into a war project. They speak of peace but prepare for war, trying to force all nations into their agenda. Hungarians and Slovaks know what war means, and we will not be pushed onto that path. We choose sovereignty, and the power of love and unity over… pic.twitter.com/LsGISQY3qM
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) September 29, 2025
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Geopolitica
Trump: «Hamas pagherà all’inferno»

Il gruppo militante islamista Hamas ha quattro giorni per accettare il piano di pace per Gaza in 20 punti proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Presentato durante l’incontro di Trump con il premier israeliano Benjamin Netanyahu lunedì, il piano prevede un cessate il fuoco immediato, uno scambio di ostaggi con prigionieri, un ritiro graduale di Israele e un’amministrazione internazionale di transizione. Inoltre, stabilisce che Gaza diventi una «zona deradicalizzata e libera dal terrorismo», escludendo Hamas dal governo.
Rispondendo a un giornalista sul tempo concesso a Hamas per rispondere, Trump ha dichiarato: «Ci vorranno circa tre o quattro giorni», sottolineando che il gruppo ha «poco» margine per negoziare. «Hamas o lo farà o non lo farà, e se non lo farà, sarà una triste fine», ha aggiunto.
In un discorso successivo al Dipartimento della Guerra, presso la base dei Marines di Quantico, ha ribadito: «Abbiamo una firma di cui abbiamo bisogno, e quella firma pagherà all’inferno se non la firmeranno».
Se Hamas rifiuterà il piano o lo violerà, Israele avrà il suo «pieno appoggio», ha affermato.
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Netanyahu, che ha sostenuto la proposta, ha avvertito che Israele «finirà il lavoro» di eliminare Hamas se il gruppo dovesse rifiutare.
Hamas non ha partecipato ai negoziati per la stesura del piano, che richiede il disarmo del gruppo, una condizione che Hamas ha sempre respinto, insieme a qualsiasi proposta che escluda l’autodeterminazione palestinese.
I mediatori di Qatar ed Egitto hanno trasmesso il piano di Trump al gruppo lunedì sera, e fonti vicine ai colloqui hanno riferito ai media che Hamas si è impegnato a valutarlo «in buona fede». Si attende ancora una risposta ufficiale.
Quasi una dozzina di nazioni arabe e a maggioranza musulmana, tra cui Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti ed Egitto, hanno appoggiato l’iniziativa di pace di Trump. L’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), che governa la Cisgiordania, ha accolto favorevolmente il piano, definendolo uno «sforzo sincero e determinato» per la pace a Gaza.
Secondo il piano, l’ANP assumerebbe il controllo di Gaza al termine del conflitto, dopo l’attuazione delle riforme previste dall’accordo.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi mesi Trump aveva dichiarato di voler andare in paradiso.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
«Momento Francesco Ferdinando»: alti funzionari di Brusselle temono lo scoppio della guerra in Europa

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