Geopolitica
Il Cremlino considera come illegittimi i governi ucraini dal 2014
L’Ucraina non ha avuto un governo o un presidente legittimo dal colpo di Stato di Maidan del 2014, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Ha anche ribadito le precedenti dichiarazioni secondo cui Mosca non considera Volodymyr Zelensky, l’attuale leader dell’Ucraina, un capo di stato legittimo.
Sebbene il mandato quinquennale di Zelens’kyj come presidente dell’Ucraina si sia concluso il 20 maggio, il presidente ha deciso di non indire elezioni presidenziali, adducendo la legge marziale imposta a causa del conflitto con la Russia.
In un’intervista rilasciata a Izvestia a margine del Forum economico orientale tenutosi giovedì a Vladivostok, Peskov ha affermato che «de jure il presidente Zelensky ora non è il legittimo presidente» dell’Ucraina.
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«Non dimentichiamo che è un Paese in cui la legittimità del potere è stata interrotta nel 2014, quando vi è stato organizzato un colpo di Stato», ha sostenuto il portavoce del Cremlino.
Peskov ha aggiunto che gli ucraini avrebbero probabilmente difficoltà a gestire quella che ha descritto come la «palla di neve dell’illegittimità» in futuro.
Allo stesso tempo, il Peskov ha sottolineato che la Russia è sempre stata aperta a risolvere il conflitto ucraino attraverso la via politico-diplomatica. Ha detto che la leadership ucraina e i suoi sostenitori occidentali, tuttavia, non sembrano intenzionati a impegnarsi in tale dialogo al momento.
Durante una sessione di domande e risposte con i media a margine del St. Petersburg International Economic Forum (SPIEF) all’inizio di giugno, il presidente russo Vladimir Putin aveva affermato che coloro che credono che «la Russia abbia iniziato la guerra in Ucraina» si sbagliano, sostenendo che «è iniziata con un colpo di stato in Ucraina, un colpo di stato incostituzionale».
Parlando della questione della legittimità di Zelens’kyj come leader dell’Ucraina, Putin suggerì all’epoca che i suoi poteri avrebbero dovuto essere trasferiti al Parlamento del Paese dopo la scadenza del suo mandato.
Il fatto che Zelens’kyj non abbia lasciato l’incarico sembra violare «l’articolo 109 del Codice penale ucraino, che stabilisce che questo dovrebbe essere considerato come una presa di potere», aveva sostenuto all’epoca il presidente russo.
Putin ha continuato affermando che i sostenitori occidentali dell’Ucraina stanno mantenendo Zelens’kyj al potere per ora solo per incolparlo delle imminenti «decisioni impopolari», come l’abbassamento «dell’età di mobilitazione a 18 anni».
«Penso che l’amministrazione statunitense costringerà la leadership dell’Ucraina a prendere queste decisioni… e poi si sbarazzerà di Zelens’kyj», ha affermato il presidente russo.
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Peskov aveva messo in dubbio la legittimità del governo di Kiev ancora un mese fa. «Il nostro presidente ha ripetutamente affermato che il presidente Zelens’kyj ha sicuramente perso la sua legittimità», ha detto Peskov in un incontro con i giornalisti.
Come riportato da Renovatio 21, a fronte della fine del mandato del presidente di Kiev, l’ex presidente russo Demetrio Medvedev aveva quindi definito Zelens’kyj come «obiettivo legittimo», l’Ucraina è «un classico Stato fallito».
In un’intervista al Corriere della Sera, l’attuale sindaco di Kiev, l’ex pugile campione dei pesi massimi Vitaly Klitschko, ha dichiarato che Zelens’kyj rischia il «suicidio politico».
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Immagine di Naotokurihara via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
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Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Il primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato che la Slovacchia si opporrà a qualsiasi misura che permetta di impiegare i beni russi congelati per fornire armi all’Ucraina, mettendo in guardia sul fatto che ulteriori sostegni militari non farebbero che protrarre l’«insensata uccisione quotidiana di centinaia di migliaia di russi e ucraini».
In seguito all’escalation del conflitto nel 2022, gli alleati occidentali di Kiev hanno bloccato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, in gran parte depositati nell’UE. Da quel momento è divampata una disputa tra i Paesi intenzionati a usare tali fondi come collaterale per un «prestito di riparazione» a favore di Kiev e quelli che si oppongono fermamente. La decisione finale spetterà ai membri dell’UE nel voto previsto per la prossima settimana.
Fico, da sempre critico del piano, ha illustrato la propria posizione in dettaglio in una lettera inviata all’inizio della settimana al Presidente del Consiglio europeo António Costa. In un post su X pubblicato venerdì, ha riferito di aver poi avuto un colloquio telefonico con Costa, durante il quale ha ribadito il suo rifiuto all’invio di armi a Kiev. Fico ha dichiarato di aver avvertito che proseguire con i finanziamenti prolungherebbe le ostilità e accrescerebbe le vittime, mentre Costa «ha parlato solo di soldi per la guerra».
«Se per l’Europa occidentale la vita di un russo o di un ucraino non vale un cazzo, non voglio far parte di un’Europa occidentale del genere», ha affermato Fico. «Non appoggerò nulla, anche se dovessimo restare a Bruxelles fino al nuovo anno, che comporti il sostegno alle spese militari dell’Ucraina».
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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Vari Stati membri dell’UE hanno manifestato riserve sul programma di prestiti, evidenziando rischi di natura legale e finanziaria. Secondo Politico, venerdì Italia, Belgio, Bulgaria e Malta hanno sollecitato la Commissione europea a considerare opzioni alternative al sequestro degli asset, quali un meccanismo di prestito comunitario o soluzioni temporanee. Obiezioni sono arrivate anche da Ungheria, Germania e Francia.
Venerdì la Commissione Europea ha dato il via libera a una norma controversa che potrebbe prorogare indefinitamente il congelamento dei beni russi, qualificando la materia come emergenza economica e non come misura sanzionatoria. Questo passaggio è interpretato come propedeutico all’attuazione del «prestito di riparazione», in quanto permette decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, eludendo così i veti dei Paesi dissidenti.
Mosca ha stigmatizzato come illegittimo ogni tentativo di appropriarsi dei suoi asset. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato questa settimana che, con il programma di «prestiti di riparazione», l’Europa sta adottando un comportamento «suicida». Riferendosi al voto di venerdì, ha etichettato l’UE come «truffatori».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Geopolitica
Orban come John Snow
Hungary PM Orbán as Jon Snow from Game of Thrones in defending the EU’s legal&financial system from crazy EU bureaucratic warmongers—fighting them to reduce migration, increase competitiveness, and restore sanity, values and peace. 🕊️
Help is coming as Russian CB sues Euroclear pic.twitter.com/jHyav6mk0f — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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Unmasked NATO’s Mark Rutte.
He does not have family or children. He wants war. But peace will prevail. 🕊️ https://t.co/lDPBucIAkA pic.twitter.com/JjqVogOSWM — Kirill Dmitriev (@kadmitriev) December 12, 2025
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