Gender
I tribunali della California possono portare via ai genitori i bambini «transgender»
Venerdì l’Assemblea dello Stato della California ha approvato un disegno di legge che ridefinisce la salute, la sicurezza e il benessere dei bambini includendo «l’identità di genere o l’espressione di genere». I critici sostengono che ciò consentirà allo Stato di portare via ai genitori i bambini che «hanno effettuato la transizione» senza l’approvazione della famiglia.
Il disegno di legge 957 dell’Assemblea è stato adottato con un voto di 57-16 e inviato al governatore Gavin Newsom per la firma. Modifica la sezione 3011 del Codice della famiglia per «includere l’affermazione da parte di un genitore dell’identità di genere o dell’espressione di genere del bambino come parte della salute, della sicurezza e del benessere del bambino».
I tribunali familiari utilizzano gli standard di salute e benessere per decidere quale genitore ottiene la custodia dei figli nelle controversie di divorzio o nei casi in cui i genitori si vedono portare via i figli dallo Stato a causa di abusi o negligenza.
«Questo è il nostro dovere come genitori, affermare i nostri figli», ha detto la rappresentante di Stato Lori Wilson, una democratica della zona della Baia di San Francisco, in un discorso all’Assemblea.
Il senatore delloStato Scott Wiener, un collega democratico di San Francisco, ha co-sponsorizzato il disegno di legge. Era dietro il «disegno di legge sui rifugiati trans» del 2022 che concedeva l’immunità dalle leggi di altri Stati ai minori che cercavano «cure di affermazione del genere» in California.
I repubblicani hanno criticato la proposta, sostenendo che i giudici del tribunale della famiglia hanno già la discrezionalità per prendere tale decisione. Con solo 18 seggi su una Camera composta da 80 membri, tuttavia, c’era poco che potessero fare per fermarlo.
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Come riportato da Renovatio 21, la California, ricordiamo, è lo Stato USA che tre anni fa ha approvato un disegno di legge che riduce le pene per il sesso orale e anale con «minori consenzienti».
Il mese scorso, un distretto scolastico nella Bay Area ha pagato 100.000 dollari per risolvere una causa intentata da un genitore il cui figlio è stato «trasferito segretamente» a sua insaputa o senza il suo consenso. Jessica Konen ha affermato che il distretto scolastico della Spreckels Union e tre dei suoi dipendenti hanno «convinto segretamente» sua figlia di essere bisessuale e transgender, si sono riferiti a lei come a un ragazzo, le hanno insegnato come fasciarle il seno e le hanno permesso di usare il bagno delle donne.
Gli insegnanti avrebbero incoraggiato la figlia di Konen a usare un nome maschile, indossare abiti maschili, leggere articoli sulla transizione di genere e a non dire a sua madre della sua nuova identità di genere o del nuovo nome, dicendo che sua madre potrebbe non sostenerla e che non poteva fidarsi di sua madre.
Quando alla fine la scuola informò Konen, la donna ha affermato di aver accettato la decisione per paura che lo stato potesse portarle via la bambina. La ragazza «ha cominciato a tornare in se stessa» dopo marzo 2020, quando la California è passata alle lezioni online a causa della pandemia di COVID-19.
Secondo accuse riportate dai giornali, casi in cui gli affidi si aggiunge la politica gender si sarebbero visti negli scorsi anni anche in Italia. «Mi hanno portato via due figli con l’accusa di essere omofobo dopo la separazione da mia moglie che ora ha una compagna» aveva dichiarato nel 2019 un padre, coinvolto e travolto dalla vicenda giudiziaria dei bambini tolti ai genitori a Reggio Emilia, secondo il quotidiano Il Piacenza.
Il gender – cioè la omotransessualizzazione della società – è oramai parte integrante del sistema operativo dello Stato moderno.
Noterete che, in un periodo di tempo brevissimo, si è passati dal parlare dei diritti degli omosessuali (il «matrimonio», le adozioni di bambini, etc.) a quelli dei transessuali, che però riguardano in special modo i bambini e che comportano procedure mediche irreversibili come l’amputazione di seni e la castrazione, oltre ovviamente alla somministrazione sperimentale di farmaci come il Lupron, che è lo stesso utilizzato per la castrazione chimica di stupratori e pedofili.
A chi si chiede perché l’ossessione di politica e giornali sia passata dall’omosessualismo al transessualismo, è possibile dare una risposta: l’omosessuale può anche riprodursi, il transessuale, se passato attraverso il procedimento chirurgico, non può più farlo, è stato sterilizzato. Nel mondo della Necrocultura dove l’imperativo è la decrescita, economia e di popolazione, si tratta di un grande vantaggio.
Ciò, assieme al fatto di essere concentrato solo sulla sua sessualità per mantenere l’equilibrio psichico, lo rende un cittadino perfetto del Nuovo Ordine.
Immagine screenshot su licenza
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La donna più forte del mondo in realtà era un uomo
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La Corte UE ordina alla Polonia di riconoscere il matrimonio gay
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha stabilito martedì che la Polonia è obbligata a riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati in altri Paesi membri, pur se tali unioni sono vietate dalla legge nazionale.
In una sentenza emessa martedì, la CGUE ha condannato Varsavia per aver violato il diritto comunitario nel rifiutare di trascrivere nel registro civile polacco il matrimonio contratto nel 2018 in Germania da due cittadini polacchi. Al rientro in Polonia, le autorità avevano respinto la loro istanza, motivandola con il divieto nazionale sulle unioni omosessuali.
La Polonia, a forte maggioranza cattolica, equipara i matrimoni civili e religiosi, ma esclude le coppie dello stesso sesso nonostante le reiterate sollecitazioni di Bruxelles. La Costituzione polacca, non diversamente da quella italiana, definisce il matrimonio come «unione tra uomo e donna».
La Corte ha ritenuto che tale rifiuto infranga le norme UE sulla libera circolazione e sul rispetto della vita privata e familiare. Concedere la trascrizione alle coppie eterosessuali ma negarla a quelle omosessuali configura discriminazione, si legge nel comunicato. I giudici hanno però precisato che gli Stati membri conservano la competenza esclusiva su autorizzazioni o divieti di nozze same-sex nel proprio ordinamento interno.
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La decisione vincolante è arrivata all’indomani delle critiche del presidente polacco Karol Nawrocki all’UE, accusata di «follia ideologica» e di spingere verso una centralizzazione eccessiva. Nawrocki ha ricordato che l’adesione all’Unione prometteva opportunità economiche e mobilità, non ingerenze nella politica interna o nelle norme familiari.
Eletto a giugno su una piattaforma di valori cattolici e sovranità nazionale rafforzata, Nawrocki ha annunciato il mese scorso che non apporrà la firma a leggi che minino lo status costituzionale del matrimonio.
Il governo di coalizione europeista del premier Donald Tusk ha depositato nell’ottobre 2024 un disegno di legge per introdurre unioni civili anche per coppie omosessuali, ma i lavori procedono a rilento per le resistenze del partner conservatore, il Partito Popolare Polacco (PSL), che ha espresso dubbi e ostacolato un’intesa definitiva.
Come riportato da Renovatio 21, la strada verso il matrimonio omofilo in Polonia è stata battuta persistentemente negli ultimi anni.
La Polonia è tra i cinque Stati UE che non riconoscono legalmente le relazioni omosessuate, unitamente a Bulgaria, Lituania, Romania e Slovacchia. Nel frattempo, un altro Paese che era dietro la Cortina di ferro sovietica, il Kazakistan, due settimane fa ha votato per vietare la «propaganda LGBT».
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato la CGUE aveva stabilito che la Romania doveva accettare la nuova identità di genere di una donna che ha fatto la «transizione» e ora si considera un uomo.
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Immagine di Lan Pham via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
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Studio della Sanità USA conferma i pericoli dei farmaci transgender e degli interventi chirurgici sui minori
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