Politica
I repubblicani USA ad un passo dal controllo del Congresso

Secondo le proiezioni dei media, il partito repubblicano si sta avvicinando sempre di più al controllo di entrambe le camere del Congresso degli Stati Uniti.
Le elezioni del Senato e della Camera si stanno tenendo contemporaneamente alla corsa per la Casa Bianca. Sono in palio trentaquattro dei 100 seggi del Senato e tutti i 435 della Camera dei rappresentanti. I democratici attualmente controllano il Senato con una maggioranza risicata, mentre i repubblicani controllano la Camera.
Secondo l’agenzia Associated Press, il Partito Repubblicano è riuscito a ribaltare un seggio al Senato nella Virginia dell’Ovest, dove il repubblicano Jim Justice ha un comodo vantaggio su Glenn Elliott con il 69,1% dei voti dopo lo spoglio dell’80% delle schede.
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Nel complesso, si prevede che i repubblicani controlleranno almeno 48 seggi al Senato, mentre i democratici sono indietro con 36. Il GOP ha bisogno di una maggioranza di 51 seggi, o 50 seggi e un vicepresidente repubblicano.
Nella Camera dei rappresentanti, si prevede che i repubblicani vinceranno almeno 139 seggi, con 218 necessari per la maggioranza, mentre i democratici sono sulla buona strada per garantirsene almeno 92. Il GOP ha finora ribaltato due seggi, riferisce l’AP.
Una proiezione del Washington Post mostra che i democratici devono vincere almeno 43 dei distretti più competitivi per controllare la camera, mentre i repubblicani devono vincerne solo 27.
Per quanto riguarda la corsa alla presidenza, Trump ora è in vantaggio su Harris 306 a 232 per i voti elettorali necessari per vincere le elezioni, mentre Harris ne ha 113.
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Politica
Il Giappone elegge una donna conservatrice come primo ministro

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Politica
Elezioni in Bolivia, il Paese si sposta a destra

Domenica si è svolto in Bolivia il ballottaggio per le elezioni presidenziali, che ha visto contrapporsi due candidati di destra: il senatore centrista Rodrigo Paz Pereira e l’ex presidente conservatore Jorge Quiroga.
I risultati preliminari indicano che Paz ha ottenuto il 54,6% dei voti, mentre Quiroga si è fermato al 45,4%. Sebbene sia prevista un’analisi manuale delle schede, è improbabile che il risultato definitivo differisca significativamente dal conteggio iniziale, basato sul 97% delle schede scrutinate.
Le elezioni segnano la fine del ventennale dominio del partito di sinistra Movimiento al Socialismo (MAS), che ha subito una pesante sconfitta nelle elezioni di fine agosto. Il presidente uscente Luis Arce – che ha recentemente accusato gli USA di controllare l’America latina sotto la maschera della «guerra alla droga» – non si è ricandidato, e il candidato del MAS, il ministro degli Interni Eduardo del Castillo, ha raccolto solo il 3,16% dei voti, superando di poco la soglia necessaria per mantenere lo status legale del partito.
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Nel primo turno, la destra ha dominato: Paz ha ottenuto il 32,1% dei voti e Quiroga il 26,8%. Il magnate di centro-destra Samuel Doria Medina, a lungo favorito nei sondaggi, si è classificato terzo con il 19,9% e ha subito appoggiato Paz per il ballottaggio.
Entrambi i candidati hanno basato la loro campagna sullo smantellamento dell’eredità del MAS, differendo però nei metodi. Paz ha promesso riforme graduali, mentre Quiroga ha sostenuto cambiamenti rapidi, proponendo severe misure di austerità per affrontare la crisi.
Il MAS non si è mai ripreso dai disordini del 2019, quando l’ex presidente Evo Morales fu deposto da un colpo di Stato subito dopo aver ottenuto un controverso quarto mandato. In precedenza, Morales aveva perso di misura un referendum per modificare la norma costituzionale che limita a due i mandati presidenziali e vicepresidenziali. Più di recente, Morales ha accusato tentativi di assassinarlo ed è entrato in sciopero della fame, mentre i suoi sostenitori hanno dato vita ad una ribellione. Il Morales, recentemente accusato anche di stupro (accuse che lui definisce «politiche»), in una lunga intervista aveva detto che dietro il suo rovesciamento nel 2019 vi erano «la politica dell’impero, la cultura della morte» degli angloamericani.
Il colpo di Stato portò al potere la politica di destra Jeanine Áñez, seconda vicepresidente del Senato. Tuttavia, il MAS riconquistò terreno nelle elezioni anticipate dell’ottobre 2020, mentre Áñez fu incarcerata per i crimini commessi durante la repressione delle proteste seguite al golpe.
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Il passaggio storico è stato definito da alcuni come la prima «guerra del litio», essendo il Paese ricco, come gli altri Stati limitrofi, della sostanza che rende possibile la tecnologia di computer, telefonini ed auto elettriche.
Come riportato da Renovatio 21, un tentato colpo di Stato vi fu anche l’anno scorso quando la polizia militare e veicoli blindati hanno circondato il palazzo del governo nella capitale La Paz.
Sotto il presidente Arce la Bolivia si era avvicinata ai BRICS e aveva iniziato a commerciare in yuan allontanandosi dal dollaro.
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Politica
Sarkozy sarà messo in cella di isolamento

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