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I monaci ortodossi con le proteste antivaccino

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Renovatio 21 pubblica questo messaggio di sostegno dell’abate del Monastero di Esfigmenou, l’Archimandrita Metodio, alla manifestazione che è tenuta il 24 luglio 2021 nella piazza della Torre Bianca di Tessalonica, in Grecia. Il messaggio è stato letto da un monaco del medesimo monastero presente durante la manifestazione.

 

 

 

Cari fratelli,

 

Tutti noi che siamo qui radunati, come pure gli altri milioni di nostri simili che oggi manifestano in oltre cento nazioni in tutto il pianeta, rivendichiamo il nostro inalienabile diritto di prendere noi le nostre scelte riguardo alla nostra salute spirituale, psichica e fisica, senza accettare alcuna oppressione né qualsivoglia obbligo

con la presente lettera vorrei inviare i miei calorosi saluti a tutti voi che oggi vi trovate presenti a questa molto significativa testimonianza. La lotta è comune. Tutti noi che siamo qui radunati, come pure gli altri milioni di nostri simili che oggi manifestano in oltre cento nazioni in tutto il pianeta, rivendichiamo il nostro inalienabile diritto di prendere noi le nostre scelte riguardo alla nostra salute spirituale, psichica e fisica, senza accettare alcuna oppressione né qualsivoglia obbligo.

 

Non può lo Stato obbligarci con la scelta dittatoriale e coercitiva della vaccinazione obbligatoria, quando appare comprovato che il vaccino in questione è deleterio tanto per la nostra salute corporale quanto per quella spirituale; e nemmeno è possibile che corriamo il rischio di essere classificati come cittadini di seconda categoria, o di essere chiusi fuori dalle varie attività sociali e dalle relazioni interpersonali in caso di nostro disaccordo.

 

La minaccia dell’isolamento di coloro che rifiutano di vaccinarsi già si manifesta, mentre la pericolosità dei vaccini è rivelata da innumerevoli perizie mediche e dichiarazioni di scienziati degni di fiducia.

 

Così, per esempio, solo pochi mesi fa, Luc Montagnier, virologo francese di fama internazionale e vincitore del premio Nobel per la medicina nel 2008 per la scoperta del virus dell’AIDS, ha dichiarato che le vaccinazioni di massa sono «un errore scientifico così come un errore medico», e ha dichiarato che non si sarebbe vaccinato, dicendo: «la mia coscienza mi dice di non farlo», e si è rivolto ai suoi colleghi, esortandoli a resistere con i loro titoli medici e a non diventare pecore.

 

Contemporaneamente, l’ex vicepresidente di Pfizer il dott. Michael Yeadon, importante scienziato e ricercatore delle allergie del sistema respiratorio, ha parlato al canale internazionale d’informazione indipendente LifeSiteNews e ha fornito dichiarazioni scioccanti e rivelatorie, confermando che il vaccino costituisce una via per la riduzione della popolazione. Naturalmente le dichiarazioni dell’ex vicepresidente hanno scatenato una tempesta di reazioni negli USA e sono state screditate dai dirigenti di Pfizer come diffusione di menzogne, e bollate come diffamazione!

Non può lo Stato obbligarci con la scelta dittatoriale e coercitiva della vaccinazione obbligatoria, quando appare comprovato che il vaccino in questione è deleterio tanto per la nostra salute corporale quanto per quella spirituale; e nemmeno è possibile che corriamo il rischio di essere classificati come cittadini di seconda categoria, o di essere chiusi fuori dalle varie attività sociali e dalle relazioni interpersonali in caso di nostro disaccordo.

 

Ad ogni buon conto, vi accorgete di quanto la dichiarazione dell’ex vicepresidente non sia casuale!

 

In un articolo in prima pagina sull’importante giornale britannico Sovereign Indipendent nel giugno 2011 il noto miliardario Bill Gates ha rilasciato letteralmente la seguente dichiarazione: «La riduzione della popolazione per mezzo di una vaccinazione forzata: la soluzione più efficace». Lo scenario allora di una drastica riduzione della popolazione mondiale non è prodotto di complottismo, bensì una realtà tangibile che da anni viene incoraggiata e proposta dalle élites globaliste, che perseguono e ricercano metodicamente tutto ciò.

 

(…)

 

Quindi nessuno ceda ai piani del Nuovo Ordine Mondiale. Qualunque sia il prezzo, dobbiamo tutti gridare a gran voce un sonoro «NO» a tutti coloro che sognano lo sterminio e la nostra sottomissione all’élite, la quale ricerca la scomparsa delle nazioni, la riduzione dell’umanità e l’intronizzazione dell’Anticristo sulla terra.

 

Vi auguro buone battaglie, di essere forti e soprattutto che Iddio ci conceda la vittoria e la retta confessione!

Lo scenario allora di una drastica riduzione della popolazione mondiale non è prodotto di complottismo, bensì una realtà tangibile che da anni viene incoraggiata e proposta dalle élites globaliste, che perseguono e ricercano metodicamente tutto ciò

 

 

Vostro intercessore presso Dio,

 

L’ABATE DEL SACRO MONASTERO DI ESFIGMENOU

Archimandrita Metodio, e i fratelli in Cristo che sono con me.

 

 

 

Traduzione dal greco di Nicolò Ghigi

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I funerali di mons. Huonder

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Secondo il suo desiderio, espresso più volte, mons. Vitus Huonder è stato sepolto nel seminario di Ecône, «vicino al vescovo che ha tanto sofferto per la Chiesa», ha detto. La messa funebre pontificia è stata celebrata nella chiesa del seminario da mons. Bernard Fellay. Successivamente nella cripta del seminario furono deposte le spoglie del vescovo emerito di Coira.

 

Un lungo corteo ha accompagnato il feretro del vescovo Huonder dalla cripta alla chiesa dove è stato celebrato il pontificale, dove è stata vegliata tutta la notte dopo il canto dell’Ufficio dei Morti. Il corteo lo accompagnerà poi alla tomba dove furono resi gli ultimi onori al vescovo Huonder e dove troverà la sua ultima dimora.

 

Erano presenti, infatti, 150 sacerdoti e seminaristi, una trentina di suore e circa 900 fedeli tra cui i 150 studenti della scuola Wangs, dove mons. Huonder ha concluso santamente e felicemente i suoi giorni.

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

Immagini da FSSPX.news

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Malesia, condanna a punizioni corporali per una donna applicando la sharia

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Una mamma single è stata ritenuta recidiva nel peccato di «khalwat» (vicinanza) in uno Stato governato dal partito islamista. La sentenza – che rappresenta una prima volta – dovrebbe essere eseguita nella prigione di Marang il 6 maggio. Una vicenda destinata a offrire un termometro dei rapporti di forza con i fondamentalisti nella Malaysia di Anwar Ibrahim

 

In Malaysia nello Stato nord-orientale di Terengganu, governato dagli islamisti del Partito Islamico della Malesia (PAS), una donna è stata condannata alle percosse per rapporti inappropriati con un uomo, applicando la sharia, la legge islamica. Se eseguita si tratterebbe del primo caso di questo tipo nello Stato.

 

N. A. N., che ha 37 anni ed è madre di un figlio, è stata accusata ai sensi della sezione 31 (b) del Syariah Criminal Offences (Takbir) (Terengganu) (Amendment) Enactment 2022, per essere stata da sola con un uomo di 40 anni che non era suo marito in una casa nel distretto di Kemaman, il 31 gennaio scorso.

 

N. A. si è dichiarata colpevole del reato. Il giudice Rosli Harun l’ha quindi condannata a sei colpi di bastone e a una multa di 4.000 ringgit (785 euro), oltre a otto mesi di carcere.

 

L’imputata era già stata condannata per un reato simile nel 2018 ed era stata multata. Il giudice ha anche consigliato a N. A. di sposarsi immediatamente per evitare di commettere nuovamente un reato simile. «In precedenza hai detto che ti saresti sposata, ma non è successo. Non c’è rimorso in te», ha detto il giudice alla donna raccomandandole anche di non sposarsi nella città di confine di Golok, in Thailandia, dove le coppie musulmane contraggono matrimoni clandestini.

 

Il PAS governa gli Stati nord-orientali di Terengganu e Kelantan dal 2018. Ideologicamente incentrato sul fondamentalismo islamico, la sua base elettorale è in gran parte concentrata sulle quattro coste rurali e orientali della Malesia peninsulare, compreso il nord conservatore, in particolare nel Kelantan, Terengganu, Perlis e Kedah.

 

Con queste vittorie, il PAS ha spinto per inasprire le punizioni ai sensi della legge islamica attraverso il codice penale della Sharia di ogni Stato. Il partito deve però fare i conti con nuovi attori ora dopo il governo di Najib Razak, che sosteneva l’agenda del PAS, ha perso il suo mandato elettorale.

 

In passato, l’ex primo ministro Mahathir Mohamed aveva bloccato i tentativi del PAS di approvare le leggi islamiche nel Kelantan e nel Terengganu.

 

Il National Trust Party (Amanah), un partito scissionista del PAS che ora fa parte della coalizione di governo sotto il «governo di unità» del primo ministro Anwar Ibrahim, dovrebbe bloccare i tentativi del PAS di spingere per l’attuazione della sharia. Tuttavia, il PAS e la coalizione di cui fa parte oggi – Perikatan Nasional – hanno ottenuto buoni risultati nelle ultime elezioni.

 

Il partito islamista ha ottenuto il maggior numero di seggi e il patto Perikatan Nasional ha riaffermato il suo controllo su quattro governi statali dall’agosto 2023. Questo ha portato molti osservatori a suggerire che un’ondata «verde» o «islamista» sta trasformando il panorama politico della Malaysia.

 

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Il cardinale Fernandez vittima di se stesso

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La dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede, Fiducia supplicans (18 dicembre 2023) che autorizza la benedizione delle coppie irregolari o omosessuali, è molto più di una semplice dichiarazione. Col tempo, ci rendiamo conto che la sua ambizione è quella di introdurre un nuovo modo di pensare e agire in tutti gli ambiti, ben oltre le coppie irregolari o dello stesso sesso.   Inventando una benedizione non liturgica, ma «pastorale, spontanea e breve», il cardinale Victor Manuel Fernández ha stabilito una prassi che intende applicare a molte situazioni. Potremo così presto vedere un’ordinazione delle donne che non sia liturgica, ma «pastorale, spontanea e breve». Un riconoscimento dei liberi muratori che non è dottrinale, ma «pastorale, spontaneo e breve». E così via.   Comprendiamo facilmente come questa spontaneità e brevità pastorale siano mezzi appositamente inventati per liberarsi dalla dottrina e dalla morale cattolica, pur affermando – puramente per forma – che non sono in alcun modo messe in discussione.

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Di fronte a simili inganni è inutile discutere all’infinito. In modo più semplice ed efficace, dobbiamo applicare al cardinale Fernández il suo stesso metodo. Chiaramente il prefetto deve essere fiducializzato. Ciò significa concretamente che ogni documento emanato dal suo dicastero, che non sia conforme alla tradizione, deve essere considerato come:   – una dichiarazione «pastorale», quindi non dottrinale e perfino antidottrinale;   – una decisione «spontanea», quindi sconsiderata e perfino irrazionale;   – un’indicazione «breve», quindi non durevole, caduca, biodegradabile.   Questo è il valore dell’insegnamento dell’attuale prefetto del Dicastero per la dottrina della fede. Né più né meno.   In sostanza, applicare il metodo Fiducia supplicans al cardinale Fernández equivale a sfruttare quello che gli anglofoni chiamano self-refuting system, un metodo che confuta se stesso.   Parafrasando il filosofo britannico Roger Scruton, potremmo dire: «un prelato che afferma che non esistono verità, o che ogni verità è “semplicemente relativa” perché conta solo la pastorale, ti chiede di non crederci. Quindi non farlo».   Don Alain Lorans

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