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Salute

I malori della 51ª settimana 2024

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Chiampo, provincia di Vicenza: «Colpito da un malore nei locali di servizio dello stadio. Morto un dirigente del Chiampo». Lo riporta L’Eco Vicentino.

 

Gandino, provincia di Bergamo: «Malore sul monte Farno, muore a 52 anni». Lo riporta L’Eco di Bergamo.

 

Casalpusterlengo, provincia di Lodi: «Stroncato da un malore improvviso: morto a 45 anni il campione di baseball di Codogno». Lo riporta Il Giorno.

 

Ventimiglia, provincia di Imperia: «Cacciatore stroncato da malore mentre pranza con il proprio gruppo». Lo riporta Prima La Riviera.

 

Nola, città metropolitana di Napoli: «Accusa un malore al Trofeo Città di Nola: muore presidente di Bikers on the road». Lo riporta Corriere del Mezzogiorno.

 

Cairate, provincia di Varese: «29enne allenatore di calcio morto dopo un malore in campo. Il tecnico si è spento all’ospedale di Legnano». Lo riporta MilanoToday.

 

Casapulla, provincia di Caserta: «Malore improvviso, muore dopo il ricovero in ospedale. Aveva 48 anni e lascia la moglie e una figlia». Lo riporta Paesenews.

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Marliana, provincia di Pistoia: «Malore mentre è a caccia. Muore davanti al padre. La vittima aveva 38 anni». Lo riporta La Nazione.

 

Imbersago, provincia di Lecco: «Malori improvvisi, diversi interventi dei soccorritori. È accaduto a Imbersago, Calusco d’Adda e Caprino Bergamasco». Lo riporta Prima Merate.

 

San Casciano Val di Pesa, città metropolitana di Firenze: «Malore al volante, prende una rotonda contromano, abbatte un palo e si scontra con un furgone». Lo riporta La Nazione.

 

Roma: «Volontaria uccisa da un malore a soli 51 anni: stava partecipando ad un’esercitazione antincendio». Lo riporta Tu News 24.

 

Pietramelara, provincia di Caserta: «Colto da malore in casa, soccorsi sul posto. Corso principale bloccato». Lo riporta Paese News.

 

Funo di Argelato, città metropolitana di Bologna: «Dramma in strada, uomo colto da malore mentre passeggia: muore a 38 anni». Lo riporta Il Meridiano News.

 

Andria, provincia di Barletta-Andria-Trani: «Puglia, esce dal pronto soccorso dove era andato per un malore, si accascia e muore». Lo riporta Baritalia News.

 

Sulmona, provincia di L’Aquila: «Va in aiuto di un cliente per un prelievo al bancomat e viene stroncato da un infarto». Lo riporta Rete Abruzzo.

 

Trieste: «Grave malore in strada, morto un giovane». Lo riporta TriestePrima.

 

Triggiano, città metropolitana di Bari: «Colto da malore durante una partita a calcetto: morto un 35enne». Lo riporta BariToday.

 

Corridonia, provincia di Macerata: «Malore in ufficio, muore dirigente comunale». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Corridonia, provincia di Macerata: «Malore fatale mentre passeggia. Muore il 41enne». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Riale di Zola Predosa, città metropolitana di Bologna: «Bologna, infarto mentre balla: salvato dal defibrillatore in balera». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Riva del Garda, provincia di Trento: «Ha un malore mentre è alla guida e poi si schianta. L’uomo è stato portato d’urgenza in pronto soccorso». Lo riporta TrentoToday.

 

Salsomaggiore Terme, provincia di Parma: «È morto il Dj: ucciso da un infarto a 51 anni». Lo riporta Gazzetta di Reggio.

 

Sismano di Avigliano Umbro, provincia di Terni: «Malore nei boschi di Sismano: muore 84enne». Lo riporta Umbria On.

 

Olbia, provincia di Sassari: «Malore fatale al parco: 75enne muore a Olbia davanti ai passanti». Lo riporta Casteddu Online.

 

Cosenza: «Tragedia a Cosenza, agente della Municipale colto da malore: muore durante il servizio». Lo riporta Qui Cosenza.

 

Vercelli: «I tre operatori dell’ospedale aggrediti mentre soccorrevano un uomo colto da un malore». Lo riporta La Stampa.

 

Manchester, Inghilterra: «Tragedia nel derby di Manchester, morto un tifoso del City: «”Emergenza medica durante la partita”». Lo riporta Fanpage.

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Rozzano, città metropolitana di Milano: «Rozzano piange il piccolo, baby calciatore morto a 8 anni per un malore improvviso». Lo riporta La Repubblica.

 

Lecce: «Malore durante la cena al ristorante: muore a 29 anni imprenditore». Lo riporta LeccePrima.

 

Peccioli, provincia di Pisa: «Malore fatale in piscina, muore a 51 anni mentre sta nuotando. Chi era la vittima». Lo riporta La Nazione.

 

Francavilla al Mare, provincia di Chieti: «Accusa un malore nel suo ufficio: morto l’imprenditore». Lo riporta ChietiToday.

 

Varena di Ville di Fiemme, provincia autonoma di Trento: «Salso piange la maestra, morta all’improvviso. Aveva 57 anni». Lo riporta Gazzetta di Parma.

 

Sassuolo, provincia di Modena: «Malore e incidente sulla Modena-Sassuolo, non ce l’ha fatta la 43enne sassolese». Lo riporta ModenaToday.

 

San Zenone degli Ezzelini, provincia di Treviso: «Tragedia in azienda, operaio di 49 anni muore stroncato da un malore». Lo riporta TrevisoToday.

 

Pravisdomini, provincia di Pordenone: «trovato morto in casa a 32 anni: Meduna di Livenza sotto choc». Lo riporta TrevisoToday.

 

Mantello, provincia di Sondrio: «malore fatale in strada per un anziano». Lo riporta RadioTSN.

 

Comacchio, provincia di Ferrara: «Malore fatale al ristorante. Vani i soccorsi. Lascia il marito e due figli». Lo riporta La Nuova Ferrara.

 

Santo Stefano d’Aveto, città metropolitana di Genova: «Malore in casa, trovata morta la mamma del 38enne deceduto del lago di Giacopiane». Lo riporta Radio Aldebaran.

 

Mergo, provincia di Ancona: «Ha un malore e provoca un violento frontale, muore sul colpo». Lo riporta Zoom24.

 

Certaldo, città metropolitana di Firenze: «Trovato morto in auto, aveva ferite alla testa. L’uomo potrebbe essere stato colpito da malore, ma non si escludono altre ipotesi». Lo riporta La Nazione.

 

Sant’Antonio di Monte Argentario, provincia di Grosseto: «Monte Argentario, morto per un malore l’architetto». Lo riporta Il Giornale d’Italia.

 

Battipaglia, provincia di Salerno: «L’investigatore muore per un malore dopo una discussione con un dipendente: dolore a Battipaglia». Lo riporta L’Occhio.

 

Desenzano del Garda, provincia di Brescia: «Incidente a Desenzano del Garda, settantenne si schianta fuori strada: ipotesi malore». Lo riporta Il Giorno.

 

Lograto, provincia di Brescia: «Il dramma dell’ex barista stroncato da un malore: era il papà di un bambino. Aveva 51 anni». Lo riporta BresciaToday.

 

Tarvisio, provincia di Udine: «Colto da un malore alla guida del mezzo pesante: muore camionista in A23». Lo riporta Prima Udine.

 

Costalta di Pecorara di Alta Val Tidone, provincia di Piacenza: «Malore alla guida per un 89enne, muore dopo l’uscita di strada». Lo riporta PiacenzaSera.

 

Cabras, provincia di Oristano: «74enne trovato morto in casa: probabile malore nel sonno». Lo riporta Aristanis TV.

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Vetralla, provincia di Viterbo: «Malore in pizzeria per una 33enne: “Io soccorsa da due infermiere dolcissime e preziose”». Lo riporta ViterboToday.

 

Ancona: «Malore per un consigliere. Numero legale a rischio”» Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Trieste: «Malore per il sindaco di Udine, portato in ospedale«. Lo riporta Ansa.

 

Trieste: «Autobus esce fuori strada in via dell’Istria per un malore dell’autista». Lo riporta TriestePrima.

 

Liverpool, Inghilterra: «Festa di Natale dei dipendenti del Liverpool interrotta per malore. La polizia trova una sorpresa». Lo riporta Voce Giallo Rossa.

 

Canegrate, città metropolitana di Milano: «Canegrate, malore alla guida del furgone: investita una passante sul marciapiede». Lo riporta Il Giorno.

 

Bari: «Scontro di gioco e malore in campo, il mister salva la vita al giocatore 17enne». Lo riporta il Quotidiano di Puglia.

 

Crosia, provincia di Cosenza: «Va in arresto cardiaco mentre si trova in Comune: uomo trasferito in elisoccorso». Lo riporta L’Eco dello Ionio.

 

Grado, provincia di Gorizia: «Malore in mare a Grado, Guardia Costiera soccorre diportista». Lo riporta Il Goriziano.

 

Garlate, provincia di Lecco: «Grave malore in azienda, paura per un 36enne». Lo riporta LeccoToday.

 

Alagna Valsesia, provincia di Vercelli: «Salvato ad Alagna dopo un malore al ristorante». Lo riporta Notizia Oggi.

 

Missaglia, provincia di Lecco: «Malore in azienda, giovane finisce in ospedale». Lo riporta Prima Merate.

 

Bologna: «Malore in via San Mamolo, auto entra in un negozio». Lo riporta Bologna in diretta.

 

Milano: «Malore a San Siro durante Inter-Udinese, cosa è successo al tifoso nel primo anello blu». Lo riporta Il Giorno.

 

Roma: «Roma-Sampdoria, malore in curva per un tifoso: paura all’Olimpico. Cosa è successo». Lo riporta Leggo.

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La Spezia: «Accusa un malore e batte la testa durante il rifornimento di un rimorchiatore in porto: 50enne portato d’urgenza in ospedale». Lo riporta Liguria24.

 

Livinallongo del Col di Lana, provincia di Belluno: «Malore al rifugio Plan Boè, 45enne di Bari raggiunto in quad e trasportato a valle». Lo riporta Prima Belluno.

 

Forio di Ischia, città metropolitana di Napoli: «Incidente mortale a Ischia, donna ha malore al volante e si schianta contro muro». Lo riporta Il Mattino.

 

Scandiano, provincia di Reggio Emilia: «Infermiera rianima neonato in strada. Bimbo in arresto cardiaco». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Livorno: «Calafuria, malore durante un’immersione subacquea: grave un 55enne». Lo riporta LivornoToday.

 

Adrano, città metropolitana di Catania: «Colto da malore in strada, salvato in extremis dai sanitari del 118». Lo riporta LiveSicilia.

 

Bulciago, provincia di Lecco: «Malore in piazza, soccorso un uomo». Lo riporta Prima Merate.

 

Isola del Liri, provincia di Frosinone: «Malore al volante, auto contro palo». Lo riporta Iowebbo.it.

 

Copertino, provincia di Lecce: «Malore in campo durante la gara di promozione, calciatore 18enne in ospedale». Lo riporta LeccePrima.

 

Nuova York, Stati Uniti d’America: «Il consigliere di Trump crolla sul palco durante il discorso al gala del New York Young Republican Club». Lo riporta Fox News.

 

Palermo: «Infarti e morti improvvise, installati altri 35 defibrillatori nelle strutture dell’università». Lo riporta PalermoToday.

 

Milano: «Fabrizio Pregliasco: il virologo ricoverato al San Raffaele per un malore». Lo riporta La Repubblica.

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Salute

L’UE potrebbe vietare le sigarette con filtro

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L’Unione Europea sta considerando di vietare le sigarette con filtro e le sigarette elettroniche come parte del suo impegno per ridurre il consumo di tabacco nei Paesi membri. Lo riporta il tabloide tedesco Bild.   All’inizio di ottobre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito che l’Europa ha superato il Sud-est asiatico, diventando la regione con il maggior numero di fumatori al mondo, con circa 173 milioni di persone che hanno fatto uso di tabacco nel 2024, secondo i dati delle Nazioni Unite.   L’UE intende seguire le linee guida dell’OMS per «vietare i filtri al fine di ridurre l’attrattiva e il gusto delle sigarette», come riportato in un articolo pubblicato mercoledì.   Un progetto di legge del Consiglio Europeo, esaminato dal giornale, indicava che il divieto di produzione, importazione e distribuzione delle sigarette con filtro «porterebbe un contributo significativo alla riduzione del consumo di tabacco».   Questa misura, inoltre, limiterebbe l’esposizione dei non fumatori al fumo passivo e favorirebbe la protezione ambientale, si legge nel documento.   La bozza di legge considera anche il divieto delle sigarette elettroniche, o vape, come «opzione normativa aggiuntiva» in discussione a Bruxelles. Il progetto prevede inoltre che la vendita di sigarette, con o senza filtro, possa essere vietata in negozi, stazioni di servizio e chioschi in tutta l’UE. Il documento sottolinea l’importanza di proteggere le misure restrittive previste dall’UE dall’influenza dell’industria del tabacco.   Secondo la Bild, il progetto di legge sarà discusso durante la conferenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in programma a Ginevra dal 17 al 22 novembre.

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Se la normativa fosse adottata, equivarrebbe a un divieto effettivo delle sigarette nell’UE, dato che oltre il 90% di esse è prodotto con filtri, come evidenziato nel documento.   Una portavoce del Ministero della Salute tedesco ha dichiarato al giornale che la posizione comune degli Stati membri dell’UE sulla questione è ancora in fase di «coordinamento».   Come riportato da Renovatio 21, le sigarette sono al centro delle scelte politiche di tanti Paesi negli ultimi tempi.   La Russia si muove verso un bando totale delle sigarette elettroniche.   In campagna elettorale Joe Biden abbandonò l’idea di bandire le sigarette al mentolo per non irritare l’elettorato afroamericano.   La Cina sta valutando come contrastare il forte aumento di fumatori e vendita di sigarette.   La Nuova Zelanda ha stabilito che proibirà il tabacco a tutti i nati dopo il 2008.

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Cina

Pechino dichiara guerra al fumo

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

La Cina è il primo produttore e consumatore di tabacco, con 300 milioni di fumatori e oltre un milione di morti l’anno. Decine di divisioni provinciali hanno già stretto le norme e il piano «Healthy China 2030» punta a ridurre al 20% i fumatori adulti. Shanghai da mesi sta sperimentano i divieti anche all’aperto in aree sensibili. Intanto cresce l’attivismo civico e anche gli studenti spingono per campus liberi da fumatori.

 

In Cina è guerra aperta contro il vizio del fumo. Si tratta di un problema molto serio per un Paese considerato il maggiore produttore e consumatore di tabacco al mondo, con oltre 300 milioni di fumatori e più di un milione di persone che muoiono ogni anno per malattie legate ad esso.

 

Già nella prima metà dello scorso anno, 24 divisioni provinciali avevano introdotto normative locali per contrastare il consumo di tabacco. Mentre da tempo è in vigore l’iniziativa nazionale «Healthy China 2030», che mira a ridurre al 20% la percentuale dei fumatori dai 15 anni in su entro il 2030.

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Pioniera nel controllo del tabacco in Cina è stata la città di Shanghai, avendo istituito per prima il divieto di fumo nei locali pubblici al chiuso nel 2010. Da allora chiunque venga sorpreso accendersi una sigaretta all’interno di ambienti come scuole, ospedali, mezzi pubblici e ristoranti, riceverà prima un avvertimento e poi una multa da 50 a 200 yuan (da 6 a 24 euro circa), in caso di resistenza.

 

Nel tentativo di compiere un ulteriore sforzo per ridurre la dipendenza da tabacco, a marzo di quest’anno la città ha lanciato un programma pilota per combattere il fumo anche negli spazi pubblici all’aperto. Secondo le linee guida pubblicate dalle autorità locali, siti turistici, scuole, ristoranti e bar in tutta la città sono tenuti ad apporre cartelli antifumo nelle aree di attesa e a formare il personale per scoraggiare il vizio. I cittadini possono segnalare le violazioni chiamando un numero verde governativo. I trasgressori individuali rischiano multe fino a 200 yuan (circa 24 euro), mentre i locali possono essere multati fino a 30.000 yuan (circa 3.600 euro).

 

L’iniziativa sembra essere stata molto apprezzata dai residenti. Rispondendo a un sondaggio condotto dagli enti di regolamentazione sanitaria della città, oltre il 90% degli intervistati ha ammesso di non tollerare di essere costantemente esposto al fumo passivo mentre cammina per strada.

 

Tra di loro vi è anche Zhang Yu, impiegato finanziario di professione e fervente influencer antifumo. Alcuni video apparsi sui social media cinesi mostrano Zhang mentre affronta con modi gentili ma decisi coloro che violano il divieto di fumo nei centri commerciali, nei condomini, negli ospedali e in altri spazi pubblici di Shanghai, esortandoli a «spegnere la sigaretta o andarsene».

 

«Fumare è una questione molto personale, ma quando danneggia gli altri, diventa una cosa davvero brutta», ha dichiarato a Sixth Tone. Ha aggiunto, inoltre, che la maggior parte dei suoi interventi si risolve senza grossi intoppi e che solo in rari casi, trovandosi di fronte a dei fumatori ostinati, è stato costretto a chiamare la polizia. Sui social il sostegno a Zhang è pressoché unanime: in molti dichiarano di aver iniziato a seguire il suo esempio e lo incoraggiano a «continuare così».

 

Tra le fila dei paladini antifumo vi è anche Xu Lihong, operatrice sanitaria 26enne di Chengdu con oltre 5.600 follower su Xiaohongshu. «Non chiediamo ai fumatori di smettere definitivamente, ma crediamo che la libertà di fumare non debba andare a discapito del diritto altrui a evitare il fumo passivo», ha affermato Xu, autoproclamandosi «ambasciatrice del controllo del tabacco».

 

Per rendere più efficaci le misure antifumo nella sua città, l’attivista suggerisce di distinguere in modo inequivocabile le aree dove è consentito fumare da quelle dove invece non lo è. Ha notato infatti che quando i cartelli che indicano il divieto sono chiaramente visibili, le persone sono molto più propense ad accondiscendere ai suoi richiami.

 

Secondo Xu, inoltre, le sanzioni previste per chi viola la normativa sono troppo blande e per questo inefficaci. Nonostante le difficoltà, la giovane è ferma nel suo impegno e ha costruito una rete con altri attivisti antifumo per condividere esperienze e offrire supporto. «Spero in un futuro in cui tutti gli spazi pubblici siano liberi dal fumo passivo», ha affermato.

 

Zhang Ruicong, studentessa universitaria della provincia dello Zhejiang, ha raccontato di essere stata aggredita verbalmente dopo aver chiesto a una persona di smettere di fumare su una scala mobile della stazione ferroviaria. Le è capitato anche di vedere diversi uomini in un ristorante che continuavano a fumare accanto a dei bambini, nonostante i ripetuti solleciti a smettere.«Molte persone considerano il fumo una cosa normale o temono di causare problemi parlandone», ha affermato, sottolineando i radicati atteggiamenti sociali in Cina nei confronti di questa abitudine. Ha aggiunto che persino sua madre considera la sua posizione «estrema».

 

Nonostante tutto la giovane resta ottimista. Crede che a guidare il cambiamento su questo tema siano soprattutto le giovani generazioni e, citando la campagna «campus senza fumo» della sua università, ha ribadito come secondo lei «gli studenti siano catalizzatori del progresso sociale».

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Il cambiamento di atteggiamento nei confronti del fumo si riflette anche nella cultura popolare. Recentemente, diversi comici hanno incorporato una sorta di «propaganda antifumo» nei loro spettacoli, incontrando il favore del pubblico a livello nazionale.

 

Particolarmente indicativa è una vicenda accaduta lo scorso agosto a Shaoxing, città natale di Lu Xun (1881-1936), uno dei principali intellettuali della Cina moderna. Un murale raffigurante il famoso scrittore che fuma, situato presso il memoriale a lui dedicato, è stato al centro di un acceso dibattito dopo la denuncia di un visitatore, preoccupato per l’influenza negativa che l’immagine avrebbe potuto avere sui giovani. L’uomo, un certo Sun, non ha esitato a presentare un reclamo tramite la piattaforma governativa della provincia di Zhejiang, ritenendo che l’opera rischiava di rendere il fumo un’abitudine affascinante per gli adolescenti.

 

L’opinione pubblica si è quindi divisa tra i sostenitori di Sun, convinti che gli spazi pubblici dovrebbero evitare immagini che tendono a normalizzare il fumo, e i suoi oppositori, secondo cui rimuovere o apportare modifiche all’iconico ritratto avrebbe causato solo uno spreco di risorse pubbliche. Per questi ultimi, inoltre, agire in tal senso avrebbe significato compiere una distorsione storica, dal momento che all’epoca di Lu Xun il fumo non era considerato un vizio, né era condannato come un pericolo per la salute pubblica. Alla fine ha prevalso il secondo fronte: le autorità culturali locali hanno deciso di preservare il murale, in quanto ritenuto parte dell’immagine storica di Lu Xun.

 

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Autismo

Tutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?

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Il Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha difeso le sue affermazioni espresse venerdì durante una riunione di gabinetto, dopo che alcuni critici lo avevano accusato di suggerire un legame tra circoncisione e autismo. Successivamente ha precisato che si riferiva al paracetamolo (Tylenol) somministrato ai neonati dopo la circoncisione, non alla procedura stessa.   In precedenza, il presidente Donald Trump aveva sostenuto parti di questa teoria, invitando le donne in gravidanza a evitare il Tylenol e sottolineando la necessità di valutarne la sicurezza.   «Due studi indicano che i bambini circoncisi precocemente presentano un tasso di autismo doppio», ha dichiarato Kennedy durante la riunione. «Non è una prova definitiva. Stiamo conducendo studi per verificarla», ha aggiunto Kennedy.

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Le sue parole hanno scatenato reazioni immediate. Il deputato Jerrold Nadler ha scritto su X che «l’ossessione di Kennedy per le teorie del complotto ha nuovamente superato il limite, sconfinando in un territorio pericoloso e antisemita». Il dottor Peter Hotez, dottore ultravaccinista che rifiuta i confronti e chiede l’esercito contro gli antivaccinisti definiti come «grande forza omicida», ha definito la teoria «assurda». La ricercatrice sull’autismo Helen Tager-Flusberg ha dichiarato: «Niente di tutto ciò ha senso». A settembre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ribadito che non esistono prove scientifiche conclusive che colleghino il paracetamolo in gravidanza all’autismo.   Kennedy ha poi risposto su X, citando uno studio danese del 2015 che mostrava tassi di autismo più alti nei ragazzi circoncisi. Ha sostenuto che lo studio indica il paracetamolo come probabile causa, sottolineando che può provocare danni neurologici se combinato con lo stress ossidativo, definendo le prove «schiaccianti».   Kennedy ha accusato i media di distorsione: «USA Today ha riportato in modo parziale le mie parole, usando un’inquadratura fuorviante. Il New York Post ha completamente travisato il mio discorso con il suo titolo, insinuando che avessi detto che la circoncisione causa l’autismo».  

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Travisato o no, lo studio danese, intitolato «Ritual circumcision and risk of autism spectrum disorder in 0- to 9-year-old boys: national cohort study in Denmark» («Circoncisione rituale e rischio di disturbo dello spettro autistico nei bambini da 0 a 9 anni: studio di coorte nazionale in Danimarca») esiste.   «Abbiamo confermato la nostra ipotesi secondo cui i ragazzi sottoposti a circoncisione rituale potrebbero correre un rischio maggiore di sviluppare ASD», cioè il disturbo dello spettro autistico, scrive lo studio dei ricercatori Morten Frisch e Jacob Simonsen. «Questa scoperta, e l’inaspettata osservazione di un aumento del rischio di disturbo da iperattività tra i ragazzi circoncisi in famiglie non musulmane, meritano attenzione, soprattutto perché i limiti dei dati hanno molto probabilmente reso le nostre stime di rischio per attività fisica conservative. Considerata la diffusa pratica della circoncisione non terapeutica nell’infanzia e nella prima infanzia in tutto il mondo, gli studi di conferma dovrebbero essere considerati prioritari».   Un altro studio del 2013, «Prenatal and perinatal analgesic exposure and autism: an ecological link» («Esposizione prenatale e perinatale ad analgesici e autismo: un legame ecologico») esplorava «larelazione tra l’esposizione precoce neonatale al paracetamolo e l’autismo/ASD, i tassi di prevalenza media ponderata della popolazione maschile per tutti i paesi disponibili e gli stati degli Stati Uniti sono stati confrontati con i tassi di circoncisione maschile, una procedura per la quale il paracetamolo è stato ampiamente prescritto dalla metà degli anni Novanta», concludendo che «l’analisi ha identificato correlazioni a livello nazionale tra indicatori di esposizione prenatale e perinatale al paracetamolo e autismo/ASD. È stata inoltre identificata una correlazione a livello statale per l’indicatore di esposizione perinatale al paracetamolo e autismo/ASD.   La questione va molto al di là del problema dell’autismo, e riguarda la civiltà occidentale stessa, che ha rifiutato la circoncisione sin dai primissimi anni della cristianità. Scrive la lettera di San Paolo ai Romani: «La circoncisione è utile se tu segui la Legge, ma se tu sei trasgressore della Legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione. Se dunque l’incirconciso osserva i comandamenti della Legge, la sua incirconcisione non sarà valutata come circoncisione? e chi di nascita è incirconciso, osservando la Legge, giudicherà te che, con la tua lettera della Legge e la tua circoncisione, ne sei trasgressore. Non è adunque quello che apparisce il vero Giudeo, nè è vera circoncisione quella che è palese nella carne; ma il Giudeo è quello che è tale entro di sè, ed è la circoncisione del cuore, nello spirito non nella lettera, quella la cui lode non è dagli uomini ma da Dio» (Rm, 2, 25-29).   Strano che il mondo «laico», che ritiene il battesimo dei bambini come una forzatura religiosa su di una persona che non può decidere in autonomia, non abbia niente da dire contro questa oscena mutilazione genitale infantile – e dobbiamo ancora trovare qualcuno che ci convinca del fatto che la circoncisione sia diversa dall’infibulazione, quella sì, per qualche motivo, invisa alla società.   «Il taglio genitale non terapeutico priva il bambino, quando diventerà l’adulto, dell’opportunità di rimanere geneticamente immodificato (o intatto)» hanno scritto due bioeticisti oxoniani i due bioeticisti Lauren Notini e Brian D. Earp «Plausibilmente, la persona le cui “parti private” saranno permanentemente influenzate dal taglio dovrebbe avere la possibilità di valutare se è ciò che desidera, alla luce delle loro preferenze e valori a lungo termine»   Di fatto, l’individuo circonciso perde per sempre la sua integrità, vedendosi amputata una parte del corpo straordinariamente ricca di terminazione nervose, che sono quelle che danno il piacere durante l’atto sessuale.

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C’è poi la questione della sicurezza dell’operazione mutilativa: i casi di bambini morti per circoncisione abbondano, anche in Italia, Nel 2023 bambino nigeriano è morto pochi giorni fa in zona Castelli Romani dopo una circoncisione fatta in casa. A Tivoli, nel 2018, morì un altro bambino nigeriano di appena due anni: aveva subito la circoncisione da parte di un sedicente medico; in quel caso, almeno, si salvò il gemello, portato d’urgenza in ospedale. Reggio Emilia, marzo 2019: neonato di famiglia ghanese, cinque mesi, morto dopo «diverse ore di agonia». Monterotondo, provincia di Roma, tre mesi prima: bimbo nigeriano di due anni morto per lo stesso motivo. Genova, aprile 2019, neonato morto nel quartiere Quezzi, e condannato a otto anni di carcere il nigeriano 34enne che aveva eseguito il taglio del prepuzio. Torino, giugno 2016: bebè di genitori ghanesi, circonciso in casa, morto in ospedale. Treviso, ottobre 2008: bimbo di due mesi morto per emorragia. Bari, luglio 2008: bambino deceduto per grave emorragia, «causata probabilmente da circoncisione fatta a domicilio».   Secondo dati ripetuti in questi giorni da tutti i giornali, le circoncisioni clandestine in Italia costituirebbero il 40% del totale. Su più di 15.000 circoncisioni richieste all’anno solo 8.500 vengono eseguite su territorio nazionale, mentre 6.500 operazioni di taglio del prepuzio sono effettuate nei Paesi d’origine dove gli immigrati tornano per «turismo etnico» (talvolta, come si è appreso, anche quando si dichiarano «rifugiati» e stanno facendo il percorso burocratico per essere riconosciuti tali totalmente a spese del contribuente italiano).   Secondo una sigla di medici stranieri operanti in Italia, il 99% delle famiglie musulmane circoncide il bambino quando ha ancora pochi mesi. La realtà è che tuttavia la circoncisione è di fatto istituzionalizzata grazie agli accordi tra lo Stato italiano e la minoranza ebraica.   Come riportato in passato da Renovatio 21, grazie alla legge 101 del 1989 che ratifica l’intesa tra l’Italia e le comunità ebraiche italiane, i maschi di religione ebraica e musulmana possono usufruire di alcuni progetti «clinico-culturali» ed essere circoncisi per 400 euro da un medico in regime di attività libero professionale. La prestazione è da considerarsi al di fuori dei LEA (Livelli essenziali assistenziali). Tra i sottoscrittori il Policlinico Umberto I di Roma, l’Associazione internazionale Karol Wojtyla, la Comunità ebraica di Roma e il Centro islamico culturale d’Italia.   La pressione ebraica si dice abbia fatto cambiare rotta anche all’Islanda, che aveva tentato di liberarsi della pratica barbara. Si tratta della stessa procedura per cui ora, per aver parlato della circoncisione, Kennedy è definito «antisemita».   «Ogni individuo, non importa di che sesso o di quanti anni dovrebbe essere in grado di dare il consenso informato per una procedura che è inutile, irreversibile e può essere dannosa», aveva dichiarato nel 2018 la deputata Silja Dögg Gunnarsdóttir, 44 anni, del Partito progressista dell’Althing, il Parlamento islandese. «Il suo corpo, la sua scelta». «Autonomia» corporale: è lo slogan delle femministe e dell’aborto. È un dogma inscalfibile del mondo moderno.   Il disegno di legge non passò, perché le microcomunità ebraiche e musulmane alzarono un polverone: «l’impatto di questa legge sarebbe sentito molto al di là dei confini dell’Islanda», scriveva una lettera dello spaventatissimo Comitato degli affari esteri della Camera dei Rappresentanti, spiegando che la «mossa renderebbe l’Islanda la prima e unica nazione europea a mettere fuori legge la circoncisione. Mentre le popolazioni ebraiche e musulmane in Islanda possono essere poco numerose, il divieto di questo paese sarebbe sfruttato da coloro che alimentano la xenofobia e l’antisemitismo in Paesi con popolazioni più diversificate».   La circoncisione nel mondo è tollerata, forse, anche per la sua straordinaria diffusione presso la popolazione americana. Contrariamente a ciò che possono pensare beceramente alcuni, la questione in nessun modo è legata ai rapporti tra l’ebraismo e gli USA. La fonte della pratica è la stessa dei cereali che con probabilità il lettore consuma il mattino: John Harvey Kellogg (1852-1943).

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Il Kellogg era un dottore nutrizionista, oltre che un imprenditore di successo e un gran cultore dell’eugenetica. Tuttavia, un pensiero lo ossessionava: quello della riduzione della masturbazione presso la popolazione maschile.   Ecco quindi che raccomandò la circoncisione come rimedio: si taglia subito il prepuzio al bambino e lui non si toccherà crescendo. La cosa ancora più allucinante è che anche i cereali da lui commerciati (da qualche mese di proprietà della Ferrero) avevano in teoria lo stesso scopo: erano sostanze che riteneva «anafrodisiache» e che quindi andavano impiegate in massa per scoraggiare l’onanismo.   Kellogg, che come si è visto godeva di una certa influenza, era convinto sostenitore anche del vestirsi di bianco e dei clisteri, da praticare soprattutto se si erano assorbiti veleni come tè, caffè, cioccolato. Il Kelloggo, inoltre, scoraggiava il mescolarsi tra le razze: a fine carriera si dedicò alla creazione di una «Race Betterment Foundation, («Fondazione per il miglioramento della razza»), che propalava pure eugenetica razzista americana (registri genetici, sterilizzazioni delle «persone mentalmente difettose»), di quella che poi piacque assai allo Hitler, che – cosa poco nota – prese alcune leggi degli Stati americani come suo modello per la Germania nazionalsocialista.   L’America odierna, e il mondo tutto, si trova quindi ancora alle prese con l’eredità di questo tizio: circoncisione e colazione con cereali tostati. L’eugenetica, nel frattempo, la si fa con le provette.   Menzogne, follie, droghe, violenze, aberrazioni: ci spaventiamo se un mondo del genere affoga ogni giorno di più nello tsunami dell’autismo?   Roberto Dal Bosco  

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  Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
   
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