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Salute

I malori della 27ª settimana 2025

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Poirino, città metropolitana di Torino: «Malore fatale nella palestra senza aria condizionata, aneurisma cerebrale a 22 anni mentre si allena». Lo riporta il Corriere Torino.

 

Morsano al Tagliamento, provincia di Pordenone: «Fa caldo e si rinfresca con l’acqua gelata: anziano trovato morto dopo due giorni». Lo riporta il Messaggero Veneto.

 

Andezeno, città metropolitana di Torino: «Malore fatale all’Arcoplastica». Lo riporta il Corriere di Chieri.

 

Padova: «Il rugbista stroncato da un infarto a 52 anni». Lo riporta Il Mattino di Padova.

 

Bellaria, provincia di Rimini: «Muore sotto la morsa del caldo dopo un malore in spiaggia. Inutili i tentativi di salvare il turista». Lo riporta RiminiToday.

 

Riccione, provincia di Rimini: «Malore mentre nuota in mare, perde la vita turista milanese». Lo riporta Newsrimini.

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Vicenza: «Operaio muore due giorni dopo il ricovero: malore in cisterna». Lo riporta Sky TG24.

 

Canazei, provincia autonoma di Trento: «Tragedia in quota, escursionista ha un malore e crolla a terra fuori dal rifugio. Vani i tentativi di soccorso: un 70enne è morto». Lo riporta Il Dolomiti.

 

Marina di Manarola, provincia di La Spezia: «Colpito da malore dopo tuffo in mare. Grave un giovane». Lo riporta La Nazione.

 

San Teodoro, provincia di Sassari: «Malore per la calura mentre fa il bagno in Sardegna, l’imprenditore muore a 57 anni». Lo riporta il Corriere del Veneto.

 

Rende, provincia di Cosenza: «Tragedia a Rende, bimba di 8 anni annega nella piscina del Parco acquatico: stava giocando in acqua quando, forse, ha avuto un malore ed è annegata». Lo riporta la Gazzetta del Sud.

 

Noale, città metropolitana di Venezia: «Operaio accusa un malore al lavoro per il troppo caldo e torna a casa: la compagna lo trova morto nell’auto». Lo riporta Il Messaggero.

 

Palermo: «Malore mentre passeggia per strada: morta una donna di 53 anni a Bagheria». Lo riporta PalermoToday.

 

Vittorio Veneto, provincia di Treviso: «Don morto durante la preghiera, il sacerdote 49enne stroncato da un malore improvviso». Lo riporta Virgilio.

 

Versailles, Francia: «Bambina di 10 anni muore per infarto alla Reggia di Versailles. La bambina, arrivata con la famiglia dagli Stati Uniti, è crollata nel cortile della tenuta reale». Lo riporta Le Parisien.

 

San Lazzaro di Savena, città metropolitana di Bologna: «Morto nel cantiere: aperto un fascicolo sulla morte del 48enne marocchino per appurare le cause del malore fulminante». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Pianello di Ostra, provincia di Ancona: «Stroncata da un malore a 54 anni. Il gatto l’ha vegliata dopo la tragedia». Lo riporta Centro Pagina.

 

Poirino, città metropolitana di Torino: «Malore in palestra, morta a 22 anni». Lo riporta TorinoToday.

 

Peschiera del Garda, provincia di Verona: «Dramma in autostrada, malore fatale: camionista di 73 anni trovato morto sul mezzo pesante in una piazzola». Lo riporta Il Dolomiti.

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Giuliano di Roma, provincia di Frosinone: «Ucciso da un malore mentre sta per iniziare a lavorare: la tragica fine di un operaio davanti agli occhi dei colleghi». Lo riporta TuNews24.

 

Gonars, provincia di Udine: «Malore alla stazione di servizio, muore camionista di 44 anni». Lo riporta UdineToday.

 

San Teodoro, provincia di Sassari: «Malore fatale in Sardegna, muore imprenditore edile trevigiano. Il 57enne è svenuto mentre si trovava in acqua ed è morto sotto lo sguardo della moglie». Lo riporta TrevisoToday.

 

Budoni, provincia di Sassari: «Muore sulla spiaggia stroncato da un malore. La vittima è un uomo di 75 anni che si trovava a Budoni». Lo riporta TerniToday.

 

Bogliasco, città metropolitana di Genova: «Malore in acqua: muore infermiere del 118. Si trovava al mare con il figlio, quando si è improvvisamente sentito male». Lo riporta GenovaToday.

 

Civitanova Marche, provincia di Macerata: «Malore fatale sul lungomare: muore turista umbra». Lo riporta Picchio News.

 

Reggio Emilia: «Credem, morto il direttore generale: fatale un malore in ufficio». Lo riporta la Gazzetta di Modena.

 

Atina, provincia di Frosinone: «Malore mentre monta la fibra ottica. Morto a 58 anni». Lo riporta Ciociaria Oggi.

 

Lentini, provincia di Siracusa: «Agricoltore muore in campagna per un malore: forse stroncato dal caldo. La vittima è un 58enne». Lo riporta CataniaToday.

 

Pordenone: «Muore mentre cerca riparo dal caldo, l’amico del 91enne non lo vede arrivare e lancia l’allarme: fatale il contatto con l’acqua gelida». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Rimini: «Addio al prof dell’Alberti, scomparso a 64 anni per un malore». Lo riporta RiminiToday.

 

Bologna: «Malore in autogrill dell’A14, camionista morto. L’uomo è stato trovato senza vita dalla compagna che ha dato l’allarme». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Pescara: «Finisce fuori strada per un malore: morta una donna in via della Bonifica». Lo riporta IlPescara.

 

Dragoni, provincia di Caserta: «Malore mentre gioca a padel: rinomato commerciante di stoffe muore a 57 anni». Lo riporta CasertaCE.

 

Mira, città metropolitana di Venezia: «Malore mentre va al lavoro: muore dopo tre giorni a 42 anni». Lo riporta La Nuova di Venezia e Mestre.

 

Sanremo, provincia di Imperia: «Sanremo, anziano trovato morto in spiaggia: ipotesi malore». Lo riporta Primocanale.

 

San Martino Siccomario, provincia di Pavia: «Con l’auto nel canale. Morta donna di 61 anni. Ipotesi di un malore: nessun segno di frenata». Lo riporta Il Giorno.

 

Pescara: «Ha un malore improvviso alla guida: muore a 46 anni». Lo riporta 41esimoparallelo.

Cesanella di Senigallia, provincia di Ancona: «Malore, addio al geometra gentile. Aveva 59 anni». Lo riporta Il Resto del Carlino.

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Arona, provincia di Novara: «Malore alla stazione di Arona, un uomo portato via con l’elisoccorso». Lo riporta La Stampa.

 

Ortona, provincia di Chieti: «Tragedia in mare a Ortona: donna muore dopo un malore nei pressi dello stabilimento Dea Venere». Lo riporta Videocittà.media.

 

Calco, provincia di Lecco: «Accusa un malore sul posto di lavoro, paura per un giovane»”. Lo riporta Prima Merate.

 

Pisogne, provincia di Brescia: «Perde l’equilibrio e cade sbattendo la testa: grave 68enne. L’ipotesi: malore causato dal caldo record». Lo riporta Il Giorno.

 

Firenze: «Detenuto morto in doccia a Sollicciano, ipotesi di malore». Lo riporta Firenze e dintorni.

 

Ventasso, provincia di Reggio Emilia: “Cerreto Laghi, malore al Lago Pranda: soccorso un 22enne”. Lo riporta Stampa Reggiana.

 

Ferrara: «Malore a colazione, spavento per una bimba». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Sondrio: «Malore in strada, 70enne soccorso dalla Guardia di finanza». Lo riporta La Provincia Unica Tv.

 

Poviglio, provincia di Reggio Emilia: «Malore in consiglio, ricoverata l’ex sindaca». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

San Benedetto del Tronto, provincia di Ascoli: «San Benedetto, malore in mare. Anziano soccorso da tre bagnini». Lo riporta La Nuova Riviera.

 

Manfredonia, provincia di Foggia: «Anziano colto da malore in strada a Manfredonia: provvidenziale l’intervento di una Guardia Ambientale». Lo riporta statoquotidiano.

 

Malborghetto Valbruna, ente per il decentramento regionale di Udine: «Soffre un malore a 1500 metri, soccorso con l’elicottero». Lo riporta UdineToday.

 

Cesano di Senigallia, provincia di Ancona: «Malore in acqua. Anziano salvato dal baywatch». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Roseto Capo Spulico, provincia di Cosenza: «Carabinieri soccorrono un camionista colpito da malore sulla SS106». Lo riporta L’Eco dello Ionio.

 

Battipaglia, provincia di Salerno: «Incidente sulla A2, all’uscita di Battipaglia: malore alla guida per una donna». Lo riporta SalernoToday.

 

Porto Torres, provincia di Sassari: «Porto Torres, malore per un marittimo sulla Gnv Azzurra: lunghe code prima dell’imbarco». Lo riporta L’Unione Sarda.

 

Claut, provincia di Pordenone: «Stroncato da un malore mentre lavora nel bosco con il padre: muore un uomo di 38 anni». Lo riporta Friuli Oggi.

 

Reggio Calabria: «Paura sulla Jonio-Tirreno: donna colta da malore si accosta e viene soccorsa». Lo riporta Strettoweb.

 

Rieti: «Un malore alla base dello scontro auto-camion in via Ricci«. Lo riporta Il Messaggero.

 

Sanremo, provincia di Imperia: «Colpito da un malore in spiaggia a Sanremo, muore 90enne mantovano, quella mattina era uscito per una passeggiata». Lo riporta Prima Mantova.

 

Tarvisio, provincia di Udine: «Malore su un sentiero, soccorsa turista». Lo riporta UdineToday.

 

Sarzana, provincia di La Spezia: «Malore in casa, muore a 52 anni ex calciatore della Sarzanese». Lo riporta La Nazione.

 

Malborghetto Valbruna, provincia di Udine: «Escursionista soccorso dopo il malore sopra il rifugio Fratelli Greco: recuperato dal sentiero con il verricello e trasportato in ospedale». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Cervia, provincia di Ravenna: «Malore al mare per un bimbo di 6 mesi, salvato dal bagnino e da un medico». Lo riporta Ravenna e dintorni.

 

Follonica, provincia di Grosseto: «Malore per il caldo davanti al comune, donna sdraiata sull’asfalto bollente. La donna si è sentita male, forse per il gran caldo ed è caduta a terra dalla bici». Lo riporta Maremma Oggi.

 

Sondrio: «Malore in strada a Sondrio, 70enne soccorso dalla Guardia di finanza». Lo riporta La Provincia Unica.

 

Spresiano, provincia di Treviso: «35enne colto da malore in fabbrica. Soccorso anche un 67enne che lavorava in giardino. Boom di chiamate al Suem118 di Treviso. Interventi tra Spresiano, Monastier e Conegliano». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Genova: «Malore per il caldo estremo: donna salvata dagli agenti della polizia locale». Lo riporta GenovaToday.

 

Tezze sul Brenta, provincia di Vicenza: «Incidente sul lavoro. Troppo caldo, due operai in una buca hanno un malore: uno di loro è in coma». Lo riporta RaiNews.

 

Civitanova Marche, provincia di Macerata: «Malore in spiaggia, soccorso dai bagnini«. Lo riporta Cronache Maceratesi.

 

San Benedetto del Tronto, provincia di Ascoli Piceno: «Turista bresciana colta da malore in acqua: salvata in extremis dai bagnini». Lo riporta BresciaToday.

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Poviglio, provincia di Reggio Emilia: «Malore in consiglio, ricoverata l’ex sindaca«. Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Reggio Calabria: «Tragedia a Catona: uomo muore in mare colto da malore, inutili i soccorsi». Lo riporta ReggioTV.

 

Certaldo, città metropolitana di Firenze: «Ha un malore alla guida e travolge un operaio: grave incidente, arriva l’elisoccorso». Lo riporta La Nazione.

 

Castiglione della Pescaia, provincia di Grosseto: «Malore per un ottantenne, interviene l’elisoccorso Pegaso». Lo riporta Maremma Oggi.

 

Follonica, provincia di Grosseto: «Malore per il caldo davanti al Comune, donna sdraiata sull’asfalto bollente». Lo riporta Maremma Oggi.

 

Arona, provincia di Novara: «Malore alla stazione di Arona, un uomo portato via con l’elisoccorso». Lo riporta La Stampa.

 

Cervia, provincia di Ravenna: «Mirabilandia, a 14 anni ha un malore nel parco divertimenti dopo il giro sulle montagne russe: “Ricoverata in prognosi riservata”». Lo riporta il Corriere della Sera – Bologna.

 

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Droga

Nuovo studio capovolge tutto ciò che sappiamo sulla dipendenza

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A partire dagli anni Settanta, molti esperti con la compiacenza del governo degli Stati Uniti, hanno «millantato» una spiegazione della tossicodipendenza, oggi clinicamente definita disturbo da abuso di sostanze: il mito della «droga di passaggio».   La droga di passaggio (gateway drug effect)  – solitamente definita come erba, alcol, tabacco o inalanti – è la teoria secondo cui l’uso di alcune sostanze illecite e non, predisponga al futuro consumo di altre sostanze stupefacenti. Ciò si ritiene sia dovuto a fattori biologici (alterazioni causate dalle sostanze a livello del sistema nervoso), psicologici (vulnerabilità individuali) e sociali (contatto con ambienti illeciti).   Sebbene l’idea sia stata avanzata già negli anni Trenta, si ritiene che il termine sia stato coniato dallo psichiatra Robert DuPont, il primo direttore del National Institute on Drug Abuse (NIDA) degli Stati Uniti.   Seguendo questa teoria, le politiche del DuPont come direttore del NIDA furono rigide e autoritarie. Pur credendo che la dipendenza fosse una malattia cronica, paradossalmente sconsigliò a Richard Nixon, Gerald Ford e Jimmy Carter strategie di riduzione del danno come la depenalizzazione.   Le sue raccomandazioni politiche e le sue opinioni cliniche formarono il sottofondo ideologico della devastante guerra alla droga dell’amministrazione Nixon. Ora i ricercatori stanno smantellando questa teoria che ha resistito in maniera inscalfibile fino ad oggi, scrive Futurism.

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In uno studio recente pubblicato sulla rivista JAMA Network Open e segnalato da Scientific American, un gruppo di psichiatri e farmacologi ha studiato la struttura cerebrale di circa 10.000 adolescenti per un periodo di tre anni.   Ciò che hanno scoperto è sorprendente: sebbene il cervello di coloro che avevano fatto uso di alcol, tabacco o erba mostrasse notevoli differenze rispetto a quelli che non lo avevano fatto, hanno trovato una questione cruciale di causalità.   Nello specifico, gli adolescenti di età inferiore ai 15 anni che hanno iniziato a fare uso di droghe in seguito avevano già un cervello più grande rispetto a quelli che non ne avevano fatto uso, anche se non avevano ancora abusato di tale sostanze all’inizio dello studio. I loro profili cerebrali erano simili a quelli di coloro che avevano già sperimentato sostanze prima dell’inizio dei test, con entrambi che tendevano ad avere una corteccia più grande e con più pieghe.   Tali caratteristiche cerebrali sono solitamente associate alla curiosità, all’intelligenza e all’«apertura all’esperienza», che ricerche precedenti hanno collegato alla sperimentazione di droghe.   «La spinta all’automedicazione è così forte; è davvero impressionante», ha detto alla testata scientifica americana Patricia Conrod, la professoressa di psichiatria all’Università di Montreal che ha condotto ricerche simili. «C’è davvero questo disagio nel loro mondo interiore».   È un duro colpo per la teoria della gateway drug, che non tiene conto degli anni di esperienza di vita o dei fattori socioeconomici che contribuiscono alla probabilità che un adolescente provi la droga o che poi diventi dipendente.   Sebbene sia vero che chi inizia a fare uso di droghe in giovane età ha maggiori probabilità di diventarne dipendente, ricerche più ampie hanno dimostrato che la teoria della porta d’accesso serve a semplificare le complesse cause del consumo di droghe, spesso per ragioni politiche.   «Mantenere vivo questo mito non solo spreca risorse, ma danneggia anche numerosi individui, soprattutto membri di gruppi minoritari, che vengono criminalizzati», ha affermato l’epidemiologa Eve Waltermaurer.   È fondamentale che lo studio prenda in considerazione solo l’uso precoce di droghe, e non la dipendenza a lungo termine. Resta da vedere se le stesse caratteristiche del cervello di grandi dimensioni si applichino a coloro che sviluppano una dipendenza a lungo termine. Tuttavia, studi come questo vengono già utilizzati per elaborare efficaci programmi di prevenzione della droga.

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Alimentazione

Dolcificanti artificiali collegati a una perdita di memoria più rapida e a una riduzione della fluidità verbale

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Joseph Mercola precedentemente apparso su Children’s Health Defense.

 

I dolcificanti artificiali accelerano l’invecchiamento cerebrale di 1,6 anni e compromettono significativamente la memoria e la fluidità verbale, in particolare negli adulti sotto i 60 anni. Uno studio durato otto anni su circa 13.000 adulti ha rivelato che le persone che consumano più sostituti dello zucchero subiscono il declino cognitivo più rapido, mentre i diabetici subiscono le perdite più consistenti.

 

I dolcificanti artificiali sono spesso pubblicizzati come alternative intelligenti allo zucchero, ma hanno conseguenze che vanno ben oltre il gusto o il conteggio delle calorie. Ciò che sembra una scelta innocua nel caffè del mattino o nella bibita del pomeriggio interferisce con gli stessi sistemi che mantengono il cervello attivo e resiliente.

 

Il declino cognitivo non riguarda solo dimenticare i nomi o perdere le chiavi. Inizia con lievi alterazioni della memoria, del linguaggio e della concentrazione che compromettono la capacità di rimanere indipendenti. Col tempo, questi problemi si trasformano in patologie gravi come la demenza, in cui prendere decisioni quotidiane e prendersi cura di sé diventa un’impresa ardua.

 

Dolcificanti artificiali come aspartame, saccarina ed eritritolo sono nascosti in bevande aromatizzate, frullati proteici, yogurt e dessert «dietetici». Una volta compresa la frequenza con cui li incontriamo, diventa chiaro perché così tante persone aggiungono inconsapevolmente stress al proprio cervello.

 

Scegliendo questi prodotti si espone il sistema nervoso a sostanze chimiche che alterano la comunicazione tra le cellule cerebrali e mettono a dura prova la connessione intestino-cervello.

 

Le scelte quotidiane su cosa mangiare e bere non sono di poco conto: influenzano direttamente la capacità di memoria, concentrazione e capacità linguistiche di resistere con l’avanzare dell’età. Ecco perché vale la pena esaminare le ultime ricerche sui dolcificanti artificiali e il modo sorprendente in cui accelerano l’invecchiamento cerebrale.

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I dolcificanti artificiali accelerano il declino cognitivo

I ricercatori hanno seguito 12.772 adulti in Brasile per una media di otto anni per determinare in che modo i dolcificanti artificiali influenzano le capacità di pensiero e di memoria.

 

I partecipanti erano dipendenti pubblici, tutti di età pari o superiore a 35 anni al basale, e hanno compilato questionari alimentari dettagliati e ripetuti test cognitivi. Lo studio ha misurato il consumo di sette comuni dolcificanti artificiali, ipocalorici o senza calorie.

 

  • Gli adulti di mezza età sono stati i più colpiti: l’età media dei partecipanti era di 52 anni e più della metà erano donne. Quando i ricercatori hanno diviso le persone in gruppi in base alla quantità di dolcificanti alternativi consumati, hanno scoperto che coloro che appartenevano al gruppo con il consumo più elevato hanno sperimentato un declino cognitivo generale molto più rapido rispetto al gruppo con il consumo più basso. È importante notare che questo declino accelerato è stato più marcato nelle persone di età inferiore ai 60 anni, il che suggerisce che il rischio è amplificato durante la mezza età.

 

 

  • Un invecchiamento cerebrale più rapido si è manifestato in specifiche capacità di pensiero: le persone nel gruppo con il consumo più elevato hanno mostrato un netto calo della fluidità verbale (la capacità di pensare e pronunciare parole rapidamente) e della memoria. I ricercatori hanno calcolato che questo declino equivaleva a 1,6 anni di invecchiamento extra delle funzioni cerebrali. Anche coloro che facevano parte del gruppo con un consumo medio hanno sperimentato l’equivalente di 1,3 anni di invecchiamento nel periodo di studio, il che significa che i rischi non erano limitati solo ai consumatori abituali.

 

  • Il diabete ha aumentato ulteriormente i rischi: i partecipanti affetti da diabete erano particolarmente vulnerabili ai danni dei dolcificanti artificiali. Per loro, la memoria e le capacità cognitive globali diminuivano più rapidamente quando il consumo era maggiore. Questo è importante perché le persone con diabete sono già incoraggiate a usare dolcificanti artificiali come sostituti dello zucchero, il che potrebbe peggiorare la salute cerebrale a lungo termine. I risultati suggeriscono che i dolcificanti artificiali sono tutt’altro che un’alternativa sicura per questo gruppo.

 

  • Diversi dolcificanti hanno mostrato diversi livelli di danno: quando i ricercatori hanno analizzato i singoli dolcificanti, hanno scoperto che aspartame, saccarina, acesulfame-K, eritritolo, sorbitolo e xilitolo erano tutti associati a un declino cognitivo più rapido. Il tagatosio, tuttavia, non ha mostrato un chiaro legame con il declino cognitivo. Ciò suggerisce che non tutti i sostituti dello zucchero comportano lo stesso livello di rischio, ma i dolcificanti artificiali più comunemente utilizzati sì.

 

  • Un maggiore consumo di dolcificanti è stato associato a un declino più rapido nel tempo: i partecipanti sono stati testati all’inizio dello studio, di nuovo diversi anni dopo e alla fine del periodo di otto anni. Quelli nel gruppo con il consumo più basso consumavano circa 20 milligrammi (mg) al giorno, mentre il gruppo con il consumo più alto ne assumeva in media 191 mg al giorno, l’equivalente di una sola lattina di soda dietetica per l’aspartame. Le persone nei gruppi con il consumo più elevato hanno mostrato un calo più rapido della memoria, della fluidità verbale e della velocità di elaborazione rispetto ai consumatori più leggeri. È importante notare che questo collegamento è stato osservato nei partecipanti di età inferiore ai 60 anni, ma non negli adulti più anziani.

 

I dolcificanti artificiali interferiscono con la segnalazione cerebrale e la salute intestinale

Altri studi hanno dimostrato che diversi composti studiati, tra cui l’aspartame e la saccarina, influenzano l’attività dei neurotrasmettitori.

 

I neurotrasmettitori sono i messaggeri chimici del cervello, che controllano tutto, dalla formazione della memoria all’elaborazione verbale. Le alterazioni in questi percorsi potrebbero spiegare perché la fluidità verbale e la memoria siano state maggiormente colpite nella popolazione studiata.

 

  • Un altro meccanismo probabile è lo stress metabolico: i dolcificanti artificiali sono spesso utilizzati da persone con diabete o da chi cerca di gestire la glicemia. Tuttavia, interrompono la normale risposta insulinica dell’organismo e alterano il modo in cui le cellule utilizzano l’energia, aumentando lo stress ossidativo e danneggiando i neuroni. Questo è particolarmente preoccupante perché i neuroni dipendono da un apporto energetico stabile per mantenere le reti di comunicazione necessarie per la memoria e le capacità di pensiero.

 

  • I ricercatori hanno riscontrato effetti sul cervello anche dopo aver tenuto conto di altri rischi. Il team ha corretto i dati per età, sesso, ipertensione, malattie cardiovascolari e altre abitudini di vita. Anche dopo queste correzioni, l’associazione tra assunzione di dolcificanti e declino cognitivo è rimasta forte, dimostrando che i risultati non sono facilmente spiegabili da altri fattori. Ciò evidenzia che i dolcificanti stessi sono un fattore indipendente per la salute del cervello.

 

  • L’aspartame danneggia i batteri buoni nell’intestino: l’aspartame altera il microbioma intestinale riducendo i batteri benefici, indebolendo le difese naturali e creando condizioni che favoriscono la crescita tumorale. Questi batteri normalmente producono composti protettivi che aiutano a mantenere forti il ​​cervello e il sistema immunitario. Quando il loro numero diminuisce, i microbi nocivi prendono il sopravvento, rendendo l’organismo più vulnerabile alle malattie.

 

  • I dolcificanti artificiali espongono il cervello a composti che accelerano il declino cognitivo. Lo studio in questione dimostra che l’impatto è misurabile, a lungo termine e più marcato nelle persone già vulnerabili, come quelle affette da diabete. Scegliere dolcificanti naturali consente di godere della dolcezza evitando gli effetti di invecchiamento cerebrale documentati in questa ricerca.

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Semplici passaggi per proteggere il cervello dai dolcificanti artificiali

Se hai sempre preferito bibite dietetiche, acqua aromatizzata o dessert senza zucchero, pensando che fossero un’opzione migliore dello zucchero, ora sai che accelerano l’invecchiamento cerebrale invece di proteggere la tua salute. Ci sono chiari accorgimenti che puoi adottare fin da subito per ridurre il rischio e supportare i sistemi energetici e mnemonici del tuo cervello. Questi cambiamenti sono semplici ma efficaci.

 

1. Elimina completamente i dolcificanti artificiali: il primo passo è smettere di usare prodotti che contengono dolcificanti artificiali come aspartame, sucralosio, saccarina, acesulfame-K e neotame. Controlla l’acqua aromatizzata, le gomme da masticare, lo yogurt, i frullati proteici o gli snack «dietetici». Se l’etichetta riporta uno di questi nomi, sostituiscilo con qualcos’altro. L’eliminazione di queste sostanze chimiche interrompe il costante attacco alla memoria e alla fluidità verbale del cervello.

 

2. Sostituisci i dolci con alternative alimentari integrali: invece di bevande e dolcetti «a zero calorie», usa vere fonti alimentari di dolcezza. Frutta intera, miele grezzo o piccole quantità di sciroppo d’acero forniscono zuccheri naturali che il tuo corpo riconosce e utilizza come carburante.

 

La frutta fresca è un dessert o uno spuntino facile da preparare, il miele è perfetto per dolcificare leggermente il tè o per guarnire lo yogurt crudo di mucche nutrite con erba, e lo sciroppo d’acero può essere aggiunto all’avena biologica. Queste opzioni naturali non solo soddisfano la voglia di qualcosa, ma forniscono anche vitamine, minerali e composti vegetali che supportano un’energia costante per il cervello e il corpo.

 

3. Sostieni il tuo intestino per proteggere il cervello: intestino e cervello comunicano costantemente. I dolcificanti artificiali interrompono questa connessione alterando la flora batterica intestinale. Concentrati sul consumo di carboidrati semplici e digeribili come frutta matura, riso bianco e ortaggi a radice, una volta che il tuo intestino è sufficientemente guarito da poterli gestire. Se il tuo intestino è ancora fragile, concentrati prima su frutta e riso bianco per alimentare il cervello senza alimentare batteri nocivi. Proteggere l’ambiente intestinale migliora direttamente il funzionamento del cervello.

 

4. Scegli dolcificanti naturali più sicuri a casa: se hai voglia di qualcosa di dolce, preparalo tu stesso con ingredienti che favoriscono la salute invece di danneggiarla. La stevia naturale ricavata dalla pianta intera, il Luo Han Guo (chiamato anche frutto del monaco) e il destrosio puro ricavato dallo zucchero di canna sono opzioni affidabili. L’utilizzo di queste alternative ti permette di goderti la dolcezza senza esporre il tuo cervello al declino legato ai dolcificanti artificiali.

 

5. Concentrati sull’energia, non sulle restrizioni: invece di pensare a ciò a cui stai rinunciando, presta attenzione a ciò che stai guadagnando: una migliore concentrazione, una memoria più forte e un pensiero più acuto. Se hai fatto affidamento su prodotti ipocalorici, è ora di alimentare il tuo corpo e il tuo cervello con il giusto tipo di carboidrati e proteine.

 

Circa 250 grammi di carboidrati al giorno, combinati con proteine ​​e grassi di qualità come burro o ghee di animali nutriti ad erba, forniscono la base per un’energia cerebrale costante. Non consideratela una dieta, ma un miglioramento delle prestazioni del vostro cervello.

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Domande frequenti sui dolcificanti artificiali e il tuo cervello

D: In che modo i dolcificanti artificiali influiscono sulla salute del cervello?

R: I dolcificanti artificiali accelerano il declino cognitivo. Un ampio studio ha scoperto che le persone che ne consumavano le quantità più elevate sperimentavano l’equivalente di 1,6 anni in più di invecchiamento cerebrale in termini di memoria, fluidità verbale e capacità di pensiero complessive.

 

D: Chi è maggiormente a rischio a causa dei dolcificanti artificiali?

R: Gli adulti di mezza età sotto i 60 anni hanno mostrato il legame più forte tra un consumo elevato e un declino cognitivo più rapido. Anche le persone con diabete erano più vulnerabili, con cali più netti della memoria e delle capacità cognitive globali rispetto a quelle senza diabete.

 

D: Cosa si può usare al posto dei dolcificanti artificiali?

R: Alternative più sicure includono frutta intera, miele grezzo, sciroppo d’acero, stevia naturale nella sua forma vegetale, Luo Han Guo (frutto del monaco) e destrosio puro da zucchero di canna puro. Queste opzioni forniscono dolcezza senza gli effetti di invecchiamento cerebrale associati ai dolcificanti artificiali.

 

D: Quali misure proteggono il cervello se si utilizzano dolcificanti artificiali?

R: Elimina i prodotti con dolcificanti artificiali, passa ai dolcificanti integrali, supporta la salute intestinale, prova sostituti naturali a casa e concentrati sul nutrire il tuo corpo con il giusto equilibrio di carboidrati, proteine ​​e grassi sani. Questi passaggi ripristinano la produzione di energia e proteggono le funzioni cerebrali a lungo termine.

 

Joseph Mercola

 

Pubblicato originariamente da Mercola. I punti di vista e le opinioni espressi in questo articolo sono quelli degli autori e non riflettono necessariamente le opinioni di Children’s Health Defense.

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Alimentazione

Primo decesso registrato dovuto ad allergia alla carne trasmessa dalle zecche: programma eugenetico avviato?

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È stato documentato il primo caso mortale di allergia alla carne indotta da zecche. Un quarantasettenne, in precedenza in ottima forma fisica, è deceduto entro quattro ore dal consumo di un hamburger di manzo quest’estate. La causa del decesso è rimasta enigmatica finché gli studiosi della Facoltà di Medicina dell’Università della Virginia non hanno riesaminato il fascicolo, individuando l’allergia.   Le allergie alla carne rossa possono scaturire dai morsi della zecca Lone Star, riconoscibile per la macchia a forma di stella sul dorso. Tale morso rende il sistema immunitario ipersensibile a uno zucchero presente nella carne rossa, denominato alfa-gal.   Nei soggetti affetti dalla sindrome alfa-gal, l’ingestione di manzo, maiale o agnello può scatenare reazioni allergiche, tra cui rash cutanei, nausea e vomito. Gli scienziati paventavano il rischio di anafilassi letale, una risposta allergica estrema, ma fino ad ora non erano stati registrati episodi fatali.

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La vittima, di cui non è stato ancora divulgato il nome, aveva trascorso l’estate in campeggio con la consorte e i figli. Una sera, durante il soggiorno, la famiglia consumò una bistecca e l’uomo accusò presto intensi dolori addominali, diarrea e conati. Sebbene si fosse ripreso, confidò ai familiari di aver temuto la morte.   A distanza di due settimane, dopo aver mangiato un hamburger a una grigliata, è spirato in meno di quattro ore.   L’autopsia non ha fornito indicazioni decisive, così la moglie si è rivolta alla Facoltà di Medicina dell’Università della Virginia per assistenza. L’analisi dei campioni ematici della vittima rivelato la sensibilizzazione all’alfa-gal e confermò una violenta reazione allergica.   Interrogata dai ricercatori sulla cronologia di punture di zecche del marito, la donna ha riferito che questi aveva subito 12 o 13 morsi intorno alle caviglie durante l’estate. Molti dei presunti morsi di acari sono in realtà punture di zecche Lone Star (Amblyomma americanum) in fase larvale.   Negli ultimi decenni, l’habitat della zecca Lone Star si è espanso sensibilmente per effetto di climi più miti, mutamenti nell’uso del suolo e crescita delle popolazioni di ospiti, come tacchini selvatici e cervi dalla coda bianca.   Sono state accertate colonie riproduttive stabili in alcune zone del Nord-Est, inclusi New York e New Jersey, e nel Midwest.   Il portale del CDC evidenzia che «la distribuzione dell’Amblyomma americanum nel 1750 interessava gli Stati Uniti orientali. Successivamente, l’areale delle zecche si contrasse con la deforestazione e il calo delle popolazioni di cervi dalla coda bianca. Questi ultimi rappresentano un ospite primario per la zecca».   «A partire dagli anni Quaranta, politiche di conservazione e reintroduzione dei cervi hanno favorito l’incremento numerico e territoriale delle popolazioni di cervi dalla coda bianca negli Stati Uniti orientali. Parallelamente all’espansione di tali popolazioni, la zecca Lone Star ha ricolonizzato il proprio areale storico».   Un portavoce della Facoltà di Medicina dell’Università della Virginia ha fornito i seguenti suggerimenti in merito a morsi di zecca Lone Star e allergie alla carne.   «Le informazioni cruciali per la popolazione sono: in primo luogo, un dolore addominale intenso che insorge 3-5 ore dopo l’assunzione di manzo, maiale o agnello deve essere indagato come possibile anafilassi; in secondo luogo, punture di zecca che provocano prurito per oltre una settimana o larve di zecca spesso confuse con “chigger” possono indurre o accentuare la sensibilizzazione alla carne di mammifero».   «D’altro canto, la maggior parte dei pazienti con episodi di orticaria da lievi a moderati può gestire i sintomi mediante una dieta mirata».   Come riportato da Renovatio 21, anni fa aveva destato scalpore la proposta di un bioeticista legato al WEF di bioingegnerizzare esseri umani con intolleranza alla carne in nome della lotta al cambiamento climatico.   Nella sua proposta il dottor Matthew Liao, direttore del Centro per la bioetica del College of Global Public Health presso la New York University, nominava specificatamente la zecca Lone Star.  

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«La gente mangia troppa carne. E se dovessero ridurre il loro consumo di carne, allora aiuterebbe davvero il pianeta», aveva dichiarato il professor Liao.   «Quindi ecco un pensiero. Quindi si scopre che ne sappiamo molto: abbiamo queste intolleranze», ha continuato il Liao. «Per esempio ho un’intolleranza al latte. E alcune persone sono intolleranti ai gamberi. Quindi forse possiamo usare l’ingegneria umana per dimostrare che siamo intolleranti a certi tipi di carne, a certi tipi di proteine ​​bovine».   «C’è questa cosa chiamata zecca Lone Star che se ti morde diventerai allergico alla carne. Quindi è qualcosa che possiamo fare attraverso l’ingegneria umana. Possiamo forse affrontare problemi mondiali davvero grandi attraverso l’ingegneria umana».   Le zecche insomma, come le zanzare, potrebbero rientrare in un vasto programma eugenetico mondiale.   Le inquietanti dichiarazioni del bioeticista legato al WEF sono da collegarsi con recenti rivelazioni, sempre più credibili, di programmi di guerra biologica tramite le zecche: secondo alcuni, la malattia di Lyme potrebbe quindi essere uscita da un laboratorio americano che utilizzava le zecche come vettore epidemico-militare.   Va notato come le zecche, e la malattia di Lyme, si stiano diffondendo ora in tutta Europa, Italia compresa, così come ossessivi programmi vaccinali portati innanzi dalla regioni – si tratta, tuttavia, dell’encefalopatia, non del Lyme, per cui la protezione offerta è quantomeno limitata.   Nelle scorse settimane, un po’ a scoppio ritardato, il governatore della Florida Ron DeSantis ha pubblicamente respinto l’idea che gli esseri umani possano essere modificati geneticamente per sviluppare un’allergia alla carne rossa come un modo per limitare il consumo di carne e proteggere l’ambiente.  

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