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Salute

I malori della 27ª settimana 2024

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Domus de Maria, provincia del Sud Sardegna: «Malore mentre fa il bagno in Sardegna, Francesco Fregni muore a 43 anni davanti a moglie e figli». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Caserta: «Reggia di Caserta, operaio muore a causa di un malore». Lo riporta Sky TG 24.

 

Caorle, città metropolitana di Venezia: «Malore fatale in spiaggia. Il 74enne muore sotto gli occhi della moglie». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Jesolo, città metropolitana di Venezia: «Malore in spiaggia, perde la vita una 70enne Svizzera». Lo riporta Veneto Orientale Informazione.

 

Casalabate, provincia di Lecce: «Malore in acqua, muore sub di 67 anni». Lo riporta RaiNews.

 

Terni: «Malore al lavoro, muore il cardiologo». Lo riporta La Nazione.

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Fermo: «Malore improvviso, è morto». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Fermo: «Malore durante la rassegna in piazza Azzolino a Fermo, muore». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Pecorile, provincia di Modena: «Malore lungo la strada. Ciclista muore a 76 anni». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Grosseto: «Malore durante immersione, morto sub 65enne a Grosseto». Lo riporta l’agenzia ANSA.

 

San Benedetto del Tronto, provincia di Ascoli Piceno: «Morto stroncato da un malore mentre passeggia sulla spiaggia di San Benedetto». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Legano, città metropolitana di Milano: «Malore in strada, 41enne morto a Sesto Calende». Lo riporta La Prealpina.

 

Ancona: «Il malore, l’arrivo dei soccorsi e quello (purtroppo inutile) dell’eliambulanza: anziano muore nella sua abitazione». Lo riporta AnconaToday.

 

Lucca: «Imprenditore colto da malore muore alla festa in paese». Lo riporta La Nazione.

 

Ciampino, città metropolitana di Roma: «Uomo accusa un malore e muore davanti alla moglie e al figlio». Lo riporta Castelli Notizie.

 

Porto San Giorgio, provincia di Fermo: «Fatale un malore mentre era nella sua abitazione». Lo riporta Il Corriere Adriatico.

 

Brugherio, provincia di Monza e della Brianza: «Donna muore in strada per malore». Lo riporta MonzaToday.

 

Caserta: «Colto da malore in piazza Vanvitelli, morto un 50enne: inutili i soccorsi del 118». Lo riporta Il Mattino.

 

Empoli, città metropolitana di Firenze: «Tragedia durante le vacanze: 52enne muore per un malore». Lo riporta La Nazione.

 

Novara: «Addio alla giovane colta da una malore mentre lavorava all’assessorato all’Istruzione». Lo riporta La Stampa.

 

Terricciola, provincia di Pisa: «Morto per un malore: era un ex carabiniere». Lo riporta Il Tirreno.

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Solesino, provincia di Padova: «Morta l’ex gelataia di Solesino colta da un malore fatale dopo l’incidente». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Sesto Calende, città metropolitana di Milano: «Malore in strada sotto il sole in una giornata di forte caldo: 41enne soccorso dai passanti, morto in ospedale». Lo riporta il Corriere Milano.

 

Fontanafredda, provincia di Pordenone: «Muore stroncato da un malore improvviso: l’imprenditore 48enne trovato agonizzante in giardino dal fratello». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Priverno, provincia di Latina: «Stroncato da un malore a 37 anni davanti ai clienti del locale: disposta l’autopsia». Lo riporta Il Messaggero.

 

Monte Cengio, provincia di Vicenza: «Malore fatale per un alpinista 51enne di Malo. A trovarlo esanime il compagno di cordata». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Monsano, provincia di Ancona: «Malore fatale, muore davanti ai familiari: atterra l’eliambulanza, soccorsi inutili». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Arpino, provincia di Frosinone: «Malore improvviso in casa. Muore a 57 anni». Lo riporta Ciociaria Oggi.

 

Cossato, provincia di Biella: «Pensionato muore per un malore, inutile l’intervento dell’elisoccorso in piazza del mercato». Lo riporta La Stampa.

 

Trieste: «Malore fatale in piazza Hortis, morto in strada». Lo riporta TriestePrima.

 

Piraino, città metropolitana di Messina: «Ragazzo di 17 anni ha un malore e muore annegato in una piscina di un camping». Lo riporta La Sicilia.

 

Casale Monferrato, provincia di Alessandria: «Fatale un malore nella notte muore un 29enne». Lo riporta Il Piccolo – Alessandria.

 

Frosinone: «12enne muore in pochi minuti stroncato da malore». Lo riporta Meteoweb.

 

San Salvo, provincia di Chieti: «Malore al lavoro, operaio muore sul lungomare di San Salvo». Lo riporta Chiaro Quotidiano.

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Grossetto: «Annunciatrice TV stroncata da un malore». Lo riporta La Nazione.

 

La Spezia: «Malore nella notte, muore padre di 38 anni». Lo riporta la Città della Spezia.

 

Torino: «Si ferma in autogrill e muore: camionista ha un malore durante una sosta». Lo riporta cronacaqui.it.

 

Como: «Stroncato da un malore a 50 anni Raccolta fondi degli amici per la famiglia». Lo riporta La Provincia di Como.

 

Parre, provincia di Bergamo: «Malore a Parre: soccorsi due operai». Lo riporta L’Eco di Bergamo.

 

Paderno, città metropolitana di Milano: «Stroncato da malore per strada a Palazzolo: morto un 68enne». Lo riporta Il Notiziario.

 

Brasile: «Il lifting ai glutei e il malore fatale: muore influencer di 33 anni». Lo riporta Il Giornale.

 

Torino: «Colto da malore nel cimitero di Torino dove rimane per tre giorni: 84enne salvato dai carabinieri». Lo riporta TorinoToday.

 

Belluno: «Morto per un malore don Fabio: trovato sotto un ponte sul Piave, era uscito sabato pomeriggio». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Alpago, provincia di Belluno: «Malore fatale mentre è nel bosco: muore un 63enne alpagoto». Lo riporta News in Quota.

 

Pontecorvo, provincia di Frosinone: «Malore lungo il torrente, muore davanti al figlio: tragedia a Sant’Oliva». Lo riporta Il Messaggero.

 

Caserta: «Malore durante il concerto: persona soccorsa dalla Protezione civile». Lo riporta CasertaToday.

 

Milazzo, città metropolitana di Messina: «Maestra muore durante le vacanze in Sicilia:ha un malore in mare e muore annegata». Lo riporta il Corriere Adriatico.

 

Pero, città metropolitana di Milano: «Cade dopo malore mentre si allena nella palestra di roccia: grave ragazza di 20 anni». Lo riporta Il Giorno.

 

Foggia: «Ha un malore mentre fa jogging al Parco San Felice: rianimato da un passante». Lo riporta FoggiaToday.

 

Venezia: «Si tuffa nudo in canale e gli viene un malore». Lo riporta VeneziaToday.

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Argenta, provincia di Ferrara: «Malore e paura al mercato. Ausl precisa: “Siamo intervenuti in 25 minuti”». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Grado, provincia di Gorizia: «Due barche spiaggiate dallo scirocco a Grado, malore per ragazza di 16 anni». Lo riporta Il Goriziano.

 

Lugano, Svizzera: «Carona, malore mentre cammina nei boschi: elisoccorso per un 49enne». Lo riporta L’Eco di Bergamo.

 

Fano, provincia di Pesaro e Urbino: «Malore in piscina, ore di apprensione a Fano per l’avvocato». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Lame Rosse di Fiastra, provincia di Macerata: «Malore di una escursionista». Lo riporta l’agenzia ANSA.

 

Capo Verde: «Malore in aereo. Medico bassanese salva il passeggero». Lo riporta Il Giornale di Vicenza.

 

Pisa: «Si sente male sulla Torre di Pisa: recuperata dai Vigili del fuoco». Lo riporta PisaToday.

 

Vazzola, provincia di Treviso: «Malore alla guida, finisce fuori strada con lo scooter: grave al Ca’ Foncello». Lo riporta TrevisoToday.

 

Perugia: «Accusa un malore in stazione, 66enne salvato dalla Polfer». Lo riporta PerugiaToday.

 

Cortina, provincia di Belluno: «Malore improvviso, l’intervento degli eroi per caso guidati al telefono dal Suem 118 (e con il defibrillatore)». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Bolzano: «Tentato furto al supermercato: aggredito il vigilante e malore per un ragazzo diversamente abile». Lo riporta TrentoToday.

 

Ancona: «Malore sulla spiaggia, arriva il quad del personale sanitario: donna trasportata all’ospedale». Lo riporta AnconaToday.

 

Ozzano dell’Emilia, città metropolitana di Bologna: «Sessantenne colto da malore mentre cerca di rubare gasolio». Lo riporta èTV Rete7.

 

Lucca: «”Mi vuoi sposare?”, il “sì” al Summer Festival dopo un malore». Lo riporta La Nazione.

 

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Salute

L’UE potrebbe vietare le sigarette con filtro

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L’Unione Europea sta considerando di vietare le sigarette con filtro e le sigarette elettroniche come parte del suo impegno per ridurre il consumo di tabacco nei Paesi membri. Lo riporta il tabloide tedesco Bild.   All’inizio di ottobre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito che l’Europa ha superato il Sud-est asiatico, diventando la regione con il maggior numero di fumatori al mondo, con circa 173 milioni di persone che hanno fatto uso di tabacco nel 2024, secondo i dati delle Nazioni Unite.   L’UE intende seguire le linee guida dell’OMS per «vietare i filtri al fine di ridurre l’attrattiva e il gusto delle sigarette», come riportato in un articolo pubblicato mercoledì.   Un progetto di legge del Consiglio Europeo, esaminato dal giornale, indicava che il divieto di produzione, importazione e distribuzione delle sigarette con filtro «porterebbe un contributo significativo alla riduzione del consumo di tabacco».   Questa misura, inoltre, limiterebbe l’esposizione dei non fumatori al fumo passivo e favorirebbe la protezione ambientale, si legge nel documento.   La bozza di legge considera anche il divieto delle sigarette elettroniche, o vape, come «opzione normativa aggiuntiva» in discussione a Bruxelles. Il progetto prevede inoltre che la vendita di sigarette, con o senza filtro, possa essere vietata in negozi, stazioni di servizio e chioschi in tutta l’UE. Il documento sottolinea l’importanza di proteggere le misure restrittive previste dall’UE dall’influenza dell’industria del tabacco.   Secondo la Bild, il progetto di legge sarà discusso durante la conferenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in programma a Ginevra dal 17 al 22 novembre.

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Se la normativa fosse adottata, equivarrebbe a un divieto effettivo delle sigarette nell’UE, dato che oltre il 90% di esse è prodotto con filtri, come evidenziato nel documento.   Una portavoce del Ministero della Salute tedesco ha dichiarato al giornale che la posizione comune degli Stati membri dell’UE sulla questione è ancora in fase di «coordinamento».   Come riportato da Renovatio 21, le sigarette sono al centro delle scelte politiche di tanti Paesi negli ultimi tempi.   La Russia si muove verso un bando totale delle sigarette elettroniche.   In campagna elettorale Joe Biden abbandonò l’idea di bandire le sigarette al mentolo per non irritare l’elettorato afroamericano.   La Cina sta valutando  come contrastare il forte aumento di fumatori e vendita di sigarette.   La Nuova Zelanda ha stabilito che proibirà il tabacco a tutti i nati dopo il 2008.

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Cina

Pechino dichiara guerra al fumo

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

La Cina è il primo produttore e consumatore di tabacco, con 300 milioni di fumatori e oltre un milione di morti l’anno. Decine di divisioni provinciali hanno già stretto le norme e il piano «Healthy China 2030» punta a ridurre al 20% i fumatori adulti. Shanghai da mesi sta sperimentano i divieti anche all’aperto in aree sensibili. Intanto cresce l’attivismo civico e anche gli studenti spingono per campus liberi da fumatori.

 

In Cina è guerra aperta contro il vizio del fumo. Si tratta di un problema molto serio per un Paese considerato il maggiore produttore e consumatore di tabacco al mondo, con oltre 300 milioni di fumatori e più di un milione di persone che muoiono ogni anno per malattie legate ad esso.

 

Già nella prima metà dello scorso anno, 24 divisioni provinciali avevano introdotto normative locali per contrastare il consumo di tabacco. Mentre da tempo è in vigore l’iniziativa nazionale «Healthy China 2030», che mira a ridurre al 20% la percentuale dei fumatori dai 15 anni in su entro il 2030.

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Pioniera nel controllo del tabacco in Cina è stata la città di Shanghai, avendo istituito per prima il divieto di fumo nei locali pubblici al chiuso nel 2010. Da allora chiunque venga sorpreso accendersi una sigaretta all’interno di ambienti come scuole, ospedali, mezzi pubblici e ristoranti, riceverà prima un avvertimento e poi una multa da 50 a 200 yuan (da 6 a 24 euro circa), in caso di resistenza.

 

Nel tentativo di compiere un ulteriore sforzo per ridurre la dipendenza da tabacco, a marzo di quest’anno la città ha lanciato un programma pilota per combattere il fumo anche negli spazi pubblici all’aperto. Secondo le linee guida pubblicate dalle autorità locali, siti turistici, scuole, ristoranti e bar in tutta la città sono tenuti ad apporre cartelli antifumo nelle aree di attesa e a formare il personale per scoraggiare il vizio. I cittadini possono segnalare le violazioni chiamando un numero verde governativo. I trasgressori individuali rischiano multe fino a 200 yuan (circa 24 euro), mentre i locali possono essere multati fino a 30.000 yuan (circa 3.600 euro).

 

L’iniziativa sembra essere stata molto apprezzata dai residenti. Rispondendo a un sondaggio condotto dagli enti di regolamentazione sanitaria della città, oltre il 90% degli intervistati ha ammesso di non tollerare di essere costantemente esposto al fumo passivo mentre cammina per strada.

 

Tra di loro vi è anche Zhang Yu, impiegato finanziario di professione e fervente influencer antifumo. Alcuni video apparsi sui social media cinesi mostrano Zhang mentre affronta con modi gentili ma decisi coloro che violano il divieto di fumo nei centri commerciali, nei condomini, negli ospedali e in altri spazi pubblici di Shanghai, esortandoli a «spegnere la sigaretta o andarsene».

 

«Fumare è una questione molto personale, ma quando danneggia gli altri, diventa una cosa davvero brutta», ha dichiarato a Sixth Tone. Ha aggiunto, inoltre, che la maggior parte dei suoi interventi si risolve senza grossi intoppi e che solo in rari casi, trovandosi di fronte a dei fumatori ostinati, è stato costretto a chiamare la polizia. Sui social il sostegno a Zhang è pressoché unanime: in molti dichiarano di aver iniziato a seguire il suo esempio e lo incoraggiano a «continuare così».

 

Tra le fila dei paladini antifumo vi è anche Xu Lihong, operatrice sanitaria 26enne di Chengdu con oltre 5.600 follower su Xiaohongshu. «Non chiediamo ai fumatori di smettere definitivamente, ma crediamo che la libertà di fumare non debba andare a discapito del diritto altrui a evitare il fumo passivo», ha affermato Xu, autoproclamandosi «ambasciatrice del controllo del tabacco».

 

Per rendere più efficaci le misure antifumo nella sua città, l’attivista suggerisce di distinguere in modo inequivocabile le aree dove è consentito fumare da quelle dove invece non lo è. Ha notato infatti che quando i cartelli che indicano il divieto sono chiaramente visibili, le persone sono molto più propense ad accondiscendere ai suoi richiami.

 

Secondo Xu, inoltre, le sanzioni previste per chi viola la normativa sono troppo blande e per questo inefficaci. Nonostante le difficoltà, la giovane è ferma nel suo impegno e ha costruito una rete con altri attivisti antifumo per condividere esperienze e offrire supporto. «Spero in un futuro in cui tutti gli spazi pubblici siano liberi dal fumo passivo», ha affermato.

 

Zhang Ruicong, studentessa universitaria della provincia dello Zhejiang, ha raccontato di essere stata aggredita verbalmente dopo aver chiesto a una persona di smettere di fumare su una scala mobile della stazione ferroviaria. Le è capitato anche di vedere diversi uomini in un ristorante che continuavano a fumare accanto a dei bambini, nonostante i ripetuti solleciti a smettere.«Molte persone considerano il fumo una cosa normale o temono di causare problemi parlandone», ha affermato, sottolineando i radicati atteggiamenti sociali in Cina nei confronti di questa abitudine. Ha aggiunto che persino sua madre considera la sua posizione «estrema».

 

Nonostante tutto la giovane resta ottimista. Crede che a guidare il cambiamento su questo tema siano soprattutto le giovani generazioni e, citando la campagna «campus senza fumo» della sua università, ha ribadito come secondo lei «gli studenti siano catalizzatori del progresso sociale».

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Il cambiamento di atteggiamento nei confronti del fumo si riflette anche nella cultura popolare. Recentemente, diversi comici hanno incorporato una sorta di «propaganda antifumo» nei loro spettacoli, incontrando il favore del pubblico a livello nazionale.

 

Particolarmente indicativa è una vicenda accaduta lo scorso agosto a Shaoxing, città natale di Lu Xun (1881-1936), uno dei principali intellettuali della Cina moderna. Un murale raffigurante il famoso scrittore che fuma, situato presso il memoriale a lui dedicato, è stato al centro di un acceso dibattito dopo la denuncia di un visitatore, preoccupato per l’influenza negativa che l’immagine avrebbe potuto avere sui giovani. L’uomo, un certo Sun, non ha esitato a presentare un reclamo tramite la piattaforma governativa della provincia di Zhejiang, ritenendo che l’opera rischiava di rendere il fumo un’abitudine affascinante per gli adolescenti.

 

L’opinione pubblica si è quindi divisa tra i sostenitori di Sun, convinti che gli spazi pubblici dovrebbero evitare immagini che tendono a normalizzare il fumo, e i suoi oppositori, secondo cui rimuovere o apportare modifiche all’iconico ritratto avrebbe causato solo uno spreco di risorse pubbliche. Per questi ultimi, inoltre, agire in tal senso avrebbe significato compiere una distorsione storica, dal momento che all’epoca di Lu Xun il fumo non era considerato un vizio, né era condannato come un pericolo per la salute pubblica. Alla fine ha prevalso il secondo fronte: le autorità culturali locali hanno deciso di preservare il murale, in quanto ritenuto parte dell’immagine storica di Lu Xun.

 

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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Autismo

Tutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?

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Il Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha difeso le sue affermazioni espresse venerdì durante una riunione di gabinetto, dopo che alcuni critici lo avevano accusato di suggerire un legame tra circoncisione e autismo. Successivamente ha precisato che si riferiva al paracetamolo (Tylenol) somministrato ai neonati dopo la circoncisione, non alla procedura stessa.   In precedenza, il presidente Donald Trump aveva sostenuto parti di questa teoria, invitando le donne in gravidanza a evitare il Tylenol e sottolineando la necessità di valutarne la sicurezza.   «Due studi indicano che i bambini circoncisi precocemente presentano un tasso di autismo doppio», ha dichiarato Kennedy durante la riunione. «Non è una prova definitiva. Stiamo conducendo studi per verificarla», ha aggiunto Kennedy.

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Le sue parole hanno scatenato reazioni immediate. Il deputato Jerrold Nadler ha scritto su X che «l’ossessione di Kennedy per le teorie del complotto ha nuovamente superato il limite, sconfinando in un territorio pericoloso e antisemita». Il dottor Peter Hotez, dottore ultravaccinista che rifiuta i confronti e chiede l’esercito contro gli antivaccinisti definiti come «grande forza omicida», ha definito la teoria «assurda». La ricercatrice sull’autismo Helen Tager-Flusberg ha dichiarato: «Niente di tutto ciò ha senso». A settembre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ribadito che non esistono prove scientifiche conclusive che colleghino il paracetamolo in gravidanza all’autismo.   Kennedy ha poi risposto su X, citando uno studio danese del 2015 che mostrava tassi di autismo più alti nei ragazzi circoncisi. Ha sostenuto che lo studio indica il paracetamolo come probabile causa, sottolineando che può provocare danni neurologici se combinato con lo stress ossidativo, definendo le prove «schiaccianti».   Kennedy ha accusato i media di distorsione: «USA Today ha riportato in modo parziale le mie parole, usando un’inquadratura fuorviante. Il New York Post ha completamente travisato il mio discorso con il suo titolo, insinuando che avessi detto che la circoncisione causa l’autismo».  

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Travisato o no, lo studio danese, intitolato «Ritual circumcision and risk of autism spectrum disorder in 0- to 9-year-old boys: national cohort study in Denmark» («Circoncisione rituale e rischio di disturbo dello spettro autistico nei bambini da 0 a 9 anni: studio di coorte nazionale in Danimarca») esiste.   «Abbiamo confermato la nostra ipotesi secondo cui i ragazzi sottoposti a circoncisione rituale potrebbero correre un rischio maggiore di sviluppare ASD», cioè il disturbo dello spettro autistico, scrive lo studio dei ricercatori Morten Frisch e Jacob Simonsen. «Questa scoperta, e l’inaspettata osservazione di un aumento del rischio di disturbo da iperattività tra i ragazzi circoncisi in famiglie non musulmane, meritano attenzione, soprattutto perché i limiti dei dati hanno molto probabilmente reso le nostre stime di rischio per attività fisica conservative. Considerata la diffusa pratica della circoncisione non terapeutica nell’infanzia e nella prima infanzia in tutto il mondo, gli studi di conferma dovrebbero essere considerati prioritari».   Un altro studio del 2013, «Prenatal and perinatal analgesic exposure and autism: an ecological link» («Esposizione prenatale e perinatale ad analgesici e autismo: un legame ecologico») esplorava «larelazione tra l’esposizione precoce neonatale al paracetamolo e l’autismo/ASD, i tassi di prevalenza media ponderata della popolazione maschile per tutti i paesi disponibili e gli stati degli Stati Uniti sono stati confrontati con i tassi di circoncisione maschile, una procedura per la quale il paracetamolo è stato ampiamente prescritto dalla metà degli anni Novanta», concludendo che «l’analisi ha identificato correlazioni a livello nazionale tra indicatori di esposizione prenatale e perinatale al paracetamolo e autismo/ASD. È stata inoltre identificata una correlazione a livello statale per l’indicatore di esposizione perinatale al paracetamolo e autismo/ASD.   La questione va molto al di là del problema dell’autismo, e riguarda la civiltà occidentale stessa, che ha rifiutato la circoncisione sin dai primissimi anni della cristianità. Scrive la lettera di San Paolo ai Romani: «La circoncisione è utile se tu segui la Legge, ma se tu sei trasgressore della Legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione. Se dunque l’incirconciso osserva i comandamenti della Legge, la sua incirconcisione non sarà valutata come circoncisione? e chi di nascita è incirconciso, osservando la Legge, giudicherà te che, con la tua lettera della Legge e la tua circoncisione, ne sei trasgressore. Non è adunque quello che apparisce il vero Giudeo, nè è vera circoncisione quella che è palese nella carne; ma il Giudeo è quello che è tale entro di sè, ed è la circoncisione del cuore, nello spirito non nella lettera, quella la cui lode non è dagli uomini ma da Dio» (Rm, 2, 25-29).   Strano che il mondo «laico», che ritiene il battesimo dei bambini come una forzatura religiosa su di una persona che non può decidere in autonomia, non abbia niente da dire contro questa oscena mutilazione genitale infantile – e dobbiamo ancora trovare qualcuno che ci convinca del fatto che la circoncisione sia diversa dall’infibulazione, quella sì, per qualche motivo, invisa alla società.   «Il taglio genitale non terapeutico priva il bambino, quando diventerà l’adulto, dell’opportunità di rimanere geneticamente immodificato (o intatto)» hanno scritto due bioeticisti oxoniani i due bioeticisti Lauren Notini e Brian D. Earp «Plausibilmente, la persona le cui “parti private” saranno permanentemente influenzate dal taglio dovrebbe avere la possibilità di valutare se è ciò che desidera, alla luce delle loro preferenze e valori a lungo termine»   Di fatto, l’individuo circonciso perde per sempre la sua integrità, vedendosi amputata una parte del corpo straordinariamente ricca di terminazione nervose, che sono quelle che danno il piacere durante l’atto sessuale.

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C’è poi la questione della sicurezza dell’operazione mutilativa: i casi di bambini morti per circoncisione abbondano, anche in Italia, Nel 2023 bambino nigeriano è morto pochi giorni fa in zona Castelli Romani dopo una circoncisione fatta in casa. A Tivoli, nel 2018, morì un altro bambino nigeriano di appena due anni: aveva subito la circoncisione da parte di un sedicente medico; in quel caso, almeno, si salvò il gemello, portato d’urgenza in ospedale. Reggio Emilia, marzo 2019: neonato di famiglia ghanese, cinque mesi, morto dopo «diverse ore di agonia». Monterotondo, provincia di Roma, tre mesi prima: bimbo nigeriano di due anni morto per lo stesso motivo. Genova, aprile 2019, neonato morto nel quartiere Quezzi, e condannato a otto anni di carcere il nigeriano 34enne che aveva eseguito il taglio del prepuzio. Torino, giugno 2016: bebè di genitori ghanesi, circonciso in casa, morto in ospedale. Treviso, ottobre 2008: bimbo di due mesi morto per emorragia. Bari, luglio 2008: bambino deceduto per grave emorragia, «causata probabilmente da circoncisione fatta a domicilio».   Secondo dati ripetuti in questi giorni da tutti i giornali, le circoncisioni clandestine in Italia costituirebbero il 40% del totale. Su più di 15.000 circoncisioni richieste all’anno solo 8.500 vengono eseguite su territorio nazionale, mentre 6.500 operazioni di taglio del prepuzio sono effettuate nei Paesi d’origine dove gli immigrati tornano per «turismo etnico» (talvolta, come si è appreso, anche quando si dichiarano «rifugiati» e stanno facendo il percorso burocratico per essere riconosciuti tali totalmente a spese del contribuente italiano).   Secondo una sigla di medici stranieri operanti in Italia, il 99% delle famiglie musulmane circoncide il bambino quando ha ancora pochi mesi. La realtà è che tuttavia la circoncisione è di fatto istituzionalizzata grazie agli accordi tra lo Stato italiano e la minoranza ebraica.   Come riportato in passato da Renovatio 21, grazie alla legge 101 del 1989 che ratifica l’intesa tra l’Italia e le comunità ebraiche italiane, i maschi di religione ebraica e musulmana possono usufruire di alcuni progetti «clinico-culturali» ed essere circoncisi per 400 euro da un medico in regime di attività libero professionale. La prestazione è da considerarsi al di fuori dei LEA (Livelli essenziali assistenziali). Tra i sottoscrittori il Policlinico Umberto I di Roma, l’Associazione internazionale Karol Wojtyla, la Comunità ebraica di Roma e il Centro islamico culturale d’Italia.   La pressione ebraica si dice abbia fatto cambiare rotta anche all’Islanda, che aveva tentato di liberarsi della pratica barbara. Si tratta della stessa procedura per cui ora, per aver parlato della circoncisione, Kennedy è definito «antisemita».   «Ogni individuo, non importa di che sesso o di quanti anni dovrebbe essere in grado di dare il consenso informato per una procedura che è inutile, irreversibile e può essere dannosa», aveva dichiarato nel 2018 la deputata Silja Dögg Gunnarsdóttir, 44 anni, del Partito progressista dell’Althing, il Parlamento islandese. «Il suo corpo, la sua scelta». «Autonomia» corporale: è lo slogan delle femministe e dell’aborto. È un dogma inscalfibile del mondo moderno.   Il disegno di legge non passò, perché le microcomunità ebraiche e musulmane alzarono un polverone: «l’impatto di questa legge sarebbe sentito molto al di là dei confini dell’Islanda», scriveva una lettera dello spaventatissimo Comitato degli affari esteri della Camera dei Rappresentanti, spiegando che la «mossa renderebbe l’Islanda la prima e unica nazione europea a mettere fuori legge la circoncisione. Mentre le popolazioni ebraiche e musulmane in Islanda possono essere poco numerose, il divieto di questo paese sarebbe sfruttato da coloro che alimentano la xenofobia e l’antisemitismo in Paesi con popolazioni più diversificate».   La circoncisione nel mondo è tollerata, forse, anche per la sua straordinaria diffusione presso la popolazione americana. Contrariamente a ciò che possono pensare beceramente alcuni, la questione in nessun modo è legata ai rapporti tra l’ebraismo e gli USA. La fonte della pratica è la stessa dei cereali che con probabilità il lettore consuma il mattino: John Harvey Kellogg (1852-1943).

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Il Kellogg era un dottore nutrizionista, oltre che un imprenditore di successo e un gran cultore dell’eugenetica. Tuttavia, un pensiero lo ossessionava: quello della riduzione della masturbazione presso la popolazione maschile.   Ecco quindi che raccomandò la circoncisione come rimedio: si taglia subito il prepuzio al bambino e lui non si toccherà crescendo. La cosa ancora più allucinante è che anche i cereali da lui commerciati (da qualche mese di proprietà della Ferrero) avevano in teoria lo stesso scopo: erano sostanze che riteneva «anafrodisiache» e che quindi andavano impiegate in massa per scoraggiare l’onanismo.   Kellogg, che come si è visto godeva di una certa influenza, era convinto sostenitore anche del vestirsi di bianco e dei clisteri, da praticare soprattutto se si erano assorbiti veleni come tè, caffè, cioccolato. Il Kelloggo, inoltre, scoraggiava il mescolarsi tra le razze: a fine carriera si dedicò alla creazione di una «Race Betterment Foundation, («Fondazione per il miglioramento della razza»), che propalava pure eugenetica razzista americana (registri genetici, sterilizzazioni delle «persone mentalmente difettose»), di quella che poi piacque assai allo Hitler, che – cosa poco nota – prese alcune leggi degli Stati americani come suo modello per la Germania nazionalsocialista.   L’America odierna, e il mondo tutto, si trova quindi ancora alle prese con l’eredità di questo tizio: circoncisione e colazione con cereali tostati. L’eugenetica, nel frattempo, la si fa con le provette.   Menzogne, follie, droghe, violenze, aberrazioni: ci spaventiamo se un mondo del genere affoga ogni giorno di più nello tsunami dell’autismo?   Roberto Dal Bosco  

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  Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
   
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