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I cinema lituani boicottano il nuovo film di Hayao Miyazaki a causa di «collegamenti con la Russia»
I cinema della Lituania boicotteranno l’ultimo film anime del leggendario regista giapponese Hayao Miyazaki a causa dei falsi legami della sua società di distribuzione con la Russia, ha riferito giovedì il notiziario lituano LRT.
L’ultimo film dei sessant’anni di carriera di Miyazaki, Il ragazzo e l’airone, sarebbe dovuto uscire nei cinema lituani entro la fine dell’anno, finché gli operatori cinematografici e i distributori teatrali dello Stato baltico non hanno rilasciato giovedì una dichiarazione in cui ne annunciavano la cancellazione.
Secondo la dichiarazione, i cinema e i distributori hanno scoperto che la società che possiede i diritti di distribuzione del film nella regione baltica – una società estone – è «legata alla Russia». Il comunicato non ha approfondito questo presunto collegamento, ma ha comunque annunciato che il film non sarà proiettato in nessun cinema lituano.
«La comunità cinematografica lituana invita gli altri paesi baltici a reagire a queste informazioni e alle azioni potenzialmente dannose della Russia per l’economia baltica e l’industria cinematografica, e anche a impedire allo stato aggressore di fare affari», aggiunge la nota.
La decisione non è insolita per la Lituania, il cui governo è stato uno dei più convinti sostenitori dell’Ucraina sulla scena mondiale.
Mentre il ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis spingeva i suoi alleati occidentali a chiedere ulteriori sanzioni e aiuti militari a Kiev all’inizio di quest’anno, il ministro della Cultura Simonas Kairys ha annunciato una «quarantena mentale» sulla cultura, l’arte e i media russi.
Come riportato da Renovatio 21, questa settimana la Lituania ha accusato l’Ungheria di essere «contro l’Europa», mentre quattro mesi fa Vilnius aveva convocato il nunzio apostolico a dopo che Bergoglio aveva proferito parole di encomio per la storia russa.
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La nona di Beethoven trasformata nel canto banderista «Slava Ukraini»
La direttrice Keri-Lynn Wilson, moglie del direttore generale del Metropolitan Opera di Nuova York Peter Gelb, ha annunciato che la sua «Ukrainian Freedom Orchestra» eseguirà la famosa nona sinfonia di Beethoven, quella ispirata all’ode Inno alla gioia (An die Freude) del drammaturgo tedesco Friedrich Schiller. Lo riporta EIRN.
Tuttavia, secondo quanto si apprende, la Wilson starebbe sostituendo la parola «Freude» nel testo con «Slava». «Slava ukraini» o «Gloria all’Ucraina» era il famigerato canto delle coorti ucraine di Hitler guidate dal collaborazionista Stepan Bandera durante la Seconda Guerra Mondiale. Da allora è stato conservato come canto di segnalazione dalle successive generazioni di seguaci di Bandera, i cosiddetti «nazionalisti integrali», chiamati più semplicemente da alcuni neonazisti ucraini o ucronazisti.
A causa di quanto accaduto nella prima metà del secolo, in Germania non si può cantare «Heil!» in tedesco senza invocare «Heil Hitler!», né si può dichiarare ad alta voce «Slava!» in Ucraina senza invocare lo «Slava Ukraini» canto dei sanguinari collaboratori locali del Terzo Reich, in particolare il Bandera.
La Wilson, che si vanta delle sue origini ucraine via nonna materna e della sua comunità ucraina di Winnipeg, Canada (Paese, come è emerso scandalosamente con il caso Trudeau-Zelens’kyj, pieno di rifugiati ucronazisti), ha rilasciato ieri il suo comunicato stampa.
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«La decisione di cantare il grande testo di Schiller per la Nona Sinfonia di Beethoven in ucraino è stata per noi un’importante dichiarazione artistica e culturale più ampia» ha dichiarato il direttore. «Putin sta letteralmente cercando di mettere a tacere una nazione. Non saremo messi a tacere. Il nostro unico emendamento a Schiller è che invece di cantare “Freude” (Gioia) canteremo “Slava” (Gloria), dal grido della resistenza ucraina di fronte alla spietata aggressione russa, Slava Ukraini! (Gloria all’Ucraina!)».
Notiamo l’interessante inversione in corso presso la sinistra e l’establishment: la «resistenza», oggi, la fanno i nazisti…
«Mentre l’Ucraina continua la sua lotta a nome del mondo libero, ha bisogno più che mai del nostro sostegno e porteremo con orgoglio il nostro messaggio in tutta Europa e negli Stati Uniti» ha continuato la Wilsona, che ha eseguito per la prima volta la sua versione banderizzata di Beethoven il 9 nel dicembre 2022 a Leopoli con la sua Ukraine Freedom Orchestra.
Nel 2023, l’importante casa discografica della classica Deutsche Grammophon ha registrato l’esecuzione del suo primo tour europeo a Varsavia, e quest’anno vi sarà la pubblicazione, proprio nel bicentenario dell’opera di Beethoven. Vi sarà quindi una tournée quest’estate che toccherà Parigi, Varsavia, Londra, Nuova York e Washington.
Secondo quanto riporta EIRN, «si dice inoltre che il prossimo progetto della Wilson coinvolga la sostituzione della parola “agape”» (cioè, in greco, amore disinteressato, infinito, universale), termine contenuto nella lettera di San Paolo ai Corinzi (capitolo 13), «con «agon» o «eris» (cioè, contesa, lotta, conflitto)».
Se fosse vero, sarebbe un altro tassello del quadro che si sta dipanando dinanzi ai nostri occhi. Dalla gioia alla guerra. Da Cristo a Nietzsche.
Va così, perfino nella musica classica.
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Immagine screenshot da YouTube
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La Russia di Alessandro I e la disfatta di Napoleone, una lezione attuale
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