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I 100 anni del Partito Comunista Cinese: Xi Jinping uguale a Mao, quasi un dio

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Renovatio 21 pubblica questo articolo di Willy Wo-Lap Lam su gentile concessione di Asianews

 

Intellettuali silenziati, imprenditori emarginati, militari eliminati in preparazione alle celebrazioni del centenario del Partito. Una nuova lettura della storia del Partito, in cui si tacciono gli errori e si elogia Xi Jinping e i «principini rossi», con il «DNA della vera interpretazione».

 

 

I 100 anni dalla fondazione del Partito comunista cinese sono l’occasione per sfornare libri e film sull’argomento con alcune particolarità: non si parla degli errori di Mao Zedong e della Rivoluzione culturale; Xi Jinping è esaltato come un dio. Chi non è d’accordo con questa interpretazione viene eliminato: intellettuali, imprenditori, militari, … L’analisi dell’esperto Willy Wo-Lap Lam. Per gentile concessione della Jamestown FoundationTraduzione dall’inglese a cura di AsiaNews.

 

 

Introduzione

Il Segretario generale del Partito comunista cinese (PCC) Xi Jinping ha preso varie misure per consolidare la sua posizione come «il nocciolo a vita» della leadership, mentre si avvicina il primo luglio, il centenario della fondazione del partito. Anzitutto, egli ha stabilizzato il suo status come l’interprete più autorevole della storia del PCC  e quindi come il nuovo timoniere per guidare il partito lungo il cammino iniziato dal presidente Mao Zedong (China Brief, 3 novembre 2020).

 

Xi ha raddoppiato gli sforzi per reprimere il dissenso fra intellettuali e perfino fra ex alti quadri, imbrigliando imprenditori privati più in vista, la cui ricchezza e influenza potrebbe sminuire i poteri onnicomprensivi del partito

Egli ha raddoppiato gli sforzi per reprimere il dissenso fra intellettuali e perfino fra ex alti quadri, imbrigliando imprenditori privati più in vista, la cui ricchezza e influenza potrebbe sminuire i poteri onnicomprensivi del partito.

 

Infine, Xi, che è anche presidente della Commissione militare centrale (CMC), che sovrintende all’esercito per la liberazione del popolo (PLA), ha escogitato una pulizia radicale fra i militari e la polizia nazionali.

 

 

Rafforzare una corretta lettura della storia del Partito

Una serie ufficiale di libri e articoli su riviste hanno sbiancato il regime tirannico del presidente Mao Zedong e celebrato i contributi di Xi, ora considerato alla pari di Mao nel pantheon del PCC.

 

A differenza delle passate cronache del partito, una recente pubblicazione, «Breve storia del Partito comunista cinese» (中国共产党简史, Zhongguo Gongchangdang jianshi) non contiene alcun riferimento alle iniquità commesse da Mao durante la Rivoluzione culturale (1966-1976).

 

Xi, che è anche presidente della Commissione militare centrale (CMC), che sovrintende all’esercito per la liberazione del popolo (PLA), ha escogitato una pulizia radicale fra i militari e la polizia nazionali

Al contrario, al leader della Prima generazione si dà credito per aver gettato le basi del «socialismo con caratteristiche cinesi», offrendo un arricchimento ideologico alla nazione con «esperienze di valore, preparazione teoretica e fondazione materiale» durante il periodo 1949-1976. Un resoconto di nove anni sotto Xi Jinping (2012-2021), in cui il supremo leader perfeziona “«l socialismo con caratteristiche cinesi per la nuova era», occupa circa un quarto del libro (Radio Free Asia, 30 aprile; CNA.com.tw, 12 aprile).

 

Quadri anziani vicini a Xi hanno sottolineato l’imperativo di seguire con tutto il cuore le parole del «nocciolo del partito», citando esempi sui leader deviati nel negli anni ’30 hanno cercato di dividere il partito sfidando le autorità centrali (党中央, dangzhongyang) guidate da Mao. agli inizi di maggio, è apparso un articolo sulla rivista teoretica «Cercare la verità», dal titolo «L’ascesa e la caduta del partito dipendono dal mantenere l’unità del partito e la leadership concentrata e unificata». L’autore è una personalità di primo piano, Zhang Qingli (张庆黎), il vice-presidente del Comitato nazionale della Conferenza politica consultiva del popolo cinese. Zhang Qingli ricorda che nella storia del partito, le fazioni e la divisione hanno inferto duri colpi al PCC.

 

Una serie ufficiale di libri e articoli su riviste hanno sbiancato il regime tirannico del presidente Mao Zedong e celebrato i contributi di Xi, ora considerato alla pari di Mao nel pantheon del PCC

Zhang è stato segretario del partito in Tibet ed è visto come vicino al presidente Xi. Egli spiega che nel 1935, un leader degli inizi, Zhang Guotao (张国焘), ha usato le potenti truppe sotto il suo comando per «ricattare le autorità centrali e percorrere la via della divisione del partito e dell’esercito».

 

Un altro traditore preso in giro da Zhang Qingli è Wang Ming (王明), protetto dall’Internazionale comunista, sostenuta dall’URSS (Comintern). Zhang Qingli scrive che Wang ha tentato di usare la sua posizione come «plenipotenziario» di Mosca per «rifiutarsi di seguire gli ordini della leadership centrale e ha spezzato in modo severo le corrette vedute del Compagno Mao Zedong e delle autorità centrali del partito» (Xuexi.cn, 8 maggio; Qstheory.cn, 1 maggio).

 

Le autorità del partito hanno anche dato il cacio di avvio a una campagna nazionale per studiare la storia del partito, il cui scopo, secondo le parole di Xi, è «stabilire la visione corretta sugli eventi passati del partito».

 

Le autorità del partito hanno anche dato il cacio di avvio a una campagna nazionale per studiare la storia del partito, il cui scopo, secondo le parole di Xi, è «stabilire la visione corretta sugli eventi passati del partito»

Il dipartimento di propaganda del partito ha diffuso l’ultimo libro di Xi, dal titolo «Sulla storia del Partito comunista cinese» (论中国共产党历史, lun zhongguo gongchangdang lishi).

 

Assemblando una selezione di articoli e discorsi di Xi negli ultimi 9 anni, il libro evidenzia il grande contributo storico di Xi, nel disegnare i principali piani in gioco per un socialismo con caratteristiche cinesi della nuova era.

 

Un articolo precedente, non pubblicato, mette in luce già nel 2012 i suggerimenti di Xi per «realizzare il sogno grandioso del grande rinascimento della nazione cinese». Ancora più importante per il gioco di potere di Xi è il suo insistere sul diritto dei principini [figli di leader del Partito] di essere imbevuti della corretta visione della storia, capace di «ereditare per bene il DNA rosso e passarlo al jiangshan (cielo e terra) rosso, di generazione in generazione» (People’s Daily, 21 aprile; Ming Pao, 22 febbraio).

 

 

Perfino un saggio causale dell’ex premier Wen Jiabao in memoria di sua mamma è stato rimosso e cancellato dalla pubblicazione ufficiale e dai social, dopo che era apparso verso la fine di aprile in uno sconosciuto giornale di Macao

Repressione degli intellettuali dissidenti

In preparazione al centenario del partito al primo luglio – e a un importante plenum del Comitato centrale nell’ottobre di quest’anno – i più vicini a Xi e i propagandisti non risparmiano sforzi nel sostenere nella società la maoista «camera a una sola voce». Professori liberali e gruppi di élite accademica, come la Scuola centrale del partito e l’università Qinghua hanno ricevuto l’ordine di stare zitti. Il mese scorso, il tribunale ha comminato una pena di 14 anni di prigione all’attivista di internet Niu Tengyu (牛腾宇) per aver diffuso una foto della figlia di Xi, Xi Mingze (习明泽) e del cognato di Xi, Deng Jiagui (邓家贵) (Apple Daily, 24 aprile; Radio French International, 23 aprile).

 

Avvocati per i diritti umani sono stati detenuti e cancellati dal registro ufficiale (Radio Free Asia, 11 febbraio; VOA Chinese, 8 febbraio).

 

Perfino un saggio causale dell’ex premier Wen Jiabao in memoria di sua mamma è stato rimosso e cancellato dalla pubblicazione ufficiale e dai social, dopo che era apparso verso la fine di aprile in uno sconosciuto giornale di Macao.

Mantenere un alto grado relativo di crescita è l’ansia della leadership di Xi, ma nonostante ciò, il supremo leader ha represso un certo numero di personalità al top del successo nel settore privato. Ai vertici delle imprese di fama mondiale, come Alibaba, Tencent e Meituan sono state installate ancora più cellule del partito

 

Wen aveva scritto che «la Cina del mio cuore dovrebbe essere una nazione piena di giustizia e rettitudine, dove vi è rispetto per il cuore della gente, umanitarismo e umanità (人的本质, ren de benzhi)».

 

Egli aveva aggiunto che la Cina dovrebbe «sempre essere ripiena dello spirito di giovinezza, libertà e sforzo [per migliorare]» (HK01.com, 24 aprile; BBC Chinese, 19 aprile). Wen, un sostenitore delle “norme universali”, anche se in modo selettivo, è noto per essere un oppositore dei valori maoisti che Xi ha abbracciato.

 

 

Colpire il settore privato e il potere militare

Mantenere un alto grado relativo di crescita è l’ansia della leadership di Xi, ma nonostante ciò, il supremo leader ha represso un certo numero di personalità al top del successo nel settore privato. Ai vertici delle imprese di fama mondiale, come Alibaba, Tencent e Meituan sono state installate ancora più cellule del partito. Tali gigantesche compagnie sono ritenute delle minacce potenziali al monopolio del potere del PCC, specie se esse sono sostenute da fazioni nel partito, non favorite da Xi (VOA Chinese, 15 dicembre 2020; Wall Street Journal Chinese, 14 dicembre 2020).

Tali gigantesche compagnie sono ritenute delle minacce potenziali al monopolio del potere del PCC, specie se esse sono sostenute da fazioni nel partito, non favorite da Xi

 

Il mese scorso, Alibaba è stata multata per 18,2 miliardi di Rmb (2,75 miliardi di dollari Usa) per aver infranto le leggi anti-monopolio della nazione. L’ex presidente del gruppo, il leggendario Jack Ma è scomparso dalla pubblica vista per diverse settimane (New York Times Chinese, 12 aprile; BBC Chinese, 10 aprile). La teoria prevalente per quanto successo all’azienda vede la causa in un discorso di Ma lo scorso ottobre in cui ha criticato il regime di regolamentazione finanziaria della Cina, ma un’altra ragione potrebbe essere il legame di Ma con la cosiddetta Fazione di Shanghai, un tempo guidata dall’ex presidente Jiang Zemin. Ad esempio, il nipote di Jiang, Jiang Zhicheng, si dice che sia uno dei maggiori azionisti del gruppo Ant, una sussidiaria di Alibaba, la cui entrata in borsa verso la fine dell’anno scorso è stata fermata – a quanto pare – per ordine di Xi (Radio French International, 18 febbraio; Ming Pao, 17 febbraio).

 

Anche Wang Xing (王兴), il miliardario presidente di Meituan, una piattaforma internet per la vendita, ha avuto guai dopo che il 6 maggio, sul sito della compagnia, Wang ha postato un poema del tempo della dinastia Tang, dal titolo «Bruciare i libri e bruciare gli scribi». Il poema descrive il crudele governo del primo imperatore della Cina, Qin Shi Huang (259-210 a.C.). Sebbene i censori non siano entrati subito in azione, esso è stato percepito perfino da investitori cinesi fra i più ordinari come qualcosa che potrebbe far infuriare Xi, che come Mao, è considerato un fan dell’imperatore Qin. Alcuni giorni dopo il post del poema, le azioni della Meituan sono scese del 10% alla borsa di Hong Kong (Deutche Welle Chinese, 12 maggio; Radio Free Asia, 10 maggio).

 

Seguendo il famoso detto di Mao, secondo cui «il potere cresce sulla canna del fucile», Xi ha anche eliminato quadri corrotti o sleali nel PLA. Un documento pubblicato in marzo della Commissione di ispezione disciplinare del PLA, dava indicazioni che tutti gli ufficiali dell’esercito devono senza domande seguire le istruzioni della leadership del partito. Per il presidente del CMC, Xi, i soldati devono essere «leali in modo assoluto, puri in modo assoluto e assolutamente fidati» (China News Service, 14 marzo).

 

Seguendo il famoso detto di Mao, secondo cui «il potere cresce sulla canna del fucile», Xi ha anche eliminato quadri corrotti o sleali nel PLA

Nel solo aprile, almeno due ufficiali di lunga data legati all’esercito sono stati incarcerati per attività «anti-disciplina e illegali». Fra questi il gen. Song Xue (宋学), vice-capo dello staff generale della marina militare, e Yin Jiaxu (尹家绪), già presidente della Norinco, enorme ditta di produzione e vendita di armi (Guancha.cn, 30 aprile; People’s Daily, 4 aprile).

 

Negli ultimi due anni, numerosi alti membri dell’esercito sono stati arrestati per infrazioni disciplinari. Fra essi vi sono il vice-comandante della forza di supporto strategico Rao Kaixun (饶开勋); il commissario politico del distretto militare di Hainan, gen. Ye Qing (叶青); il commissario politico del distretto militare del Jiangsu, gen. Meng Zhongkang (孟中康); il vice-comandante delle forze di terra del comando del teatro occidentale, gen. Xu Xianghua (徐向华); il presidente e il general manager della China Shipbuilding Industry Corp., rispettivamente Hu Wenming (胡问鸣) e Sun Bo (孙波) (Finance.sina.cn, 6 maggio; Caixin.com, 19 maggio 2020; HK01.com, 1 gennaio 2020).

 

Le pulizie di casa nel PLA sono andate di pari passo con un approfondito rimpasto del personale di alto livello nel ministero della Pubblica sicurezza e in quello della Sicurezza dello Stato, avvenuto lo scorso anno.

 

 

«Deificare Xi» e trasformare il suo insegnamento in una religione

Conclusione

Oltre ad essere osannato come un maestro di finanza, economia, politica estera e costruzione del partito, ora Xi è anche riconosciuto come il custode della «corretta visione della storia del partito».

 

Di recente, in una conferenza nazionale su «Studiare e insegnare la storia», il leader onnicomprensivo ha sottolineato che ogni membro del partito deve avere “la corretta visione della storia del partito”.

 

«Dobbiamo stabilire una grande visione storica (大历史观, da lishi guan) –ha aggiunto Xi – Dobbiamo sempre più controllare le leggi e le tendenze dello sviluppo storico e cogliere l’iniziativa storica (历史主动, lishi zhudong) nello sviluppo del partito e delle imprese nazionali» (People’s Daily, 27 aprile).

 

Agli inizi dell’anno, Wu Qiang (吴强), scienziato politico con base a Pechino, ha dichiarato ai media di Hong Kong che il PCC pubblicherà il primo luglio un importante documento storico.

Rifiutando di ammettere i molti gravi errori commessi dalla leadership del partito dal 1921 – ed elogiando i dubbi dogmi  del maoismo – Xi corre il rischio di ignorare le lezioni del passato e di impegnare il partito e lo Stato dalla parte sbagliata della storia

 

Esso «glorificherà la posizione di Xi come la più alta e determinata personalità (decision-maker)», fino a «deificare Xi» e trasformare il suo insegnamento in una religione (Hong Kong Citizen News, 21 febbraio).

 

Ma rifiutando di ammettere i molti gravi errori commessi dalla leadership del partito dal 1921 – ed elogiando i dubbi dogmi  del maoismo – Xi corre il rischio di ignorare le lezioni del passato e di impegnare il partito e lo Stato dalla parte sbagliata della storia.

 

 

 

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Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 

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Zelens’kyj ha licenziato il suo alleato più stretto che nel 2021 aveva subito un attentato

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Sabato il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha licenziato il suo socio e aiutante di lunga data Sergej Sherif. Ha licenziato diversi consiglieri senior la scorsa settimana nel contesto di un rimpasto in corso della sua amministrazione. Lo riporta il sito russo RT.

 

Lo Sherif è stato uno dei pochi funzionari rimasti ad aver prestato servizio al fianco di Zelens’kyj sin dal primo giorno della sua presidenza, assumendo il suo incarico nel maggio 2019.

 

Nel settembre 2021, lo Sherif è sopravvissuto a un tentativo di omicidio quando la sua auto è stata attaccata da aggressori sconosciuti. Il veicolo è stato crivellato di proiettili, lasciando il suo autista ferito, mentre lo stesso sceriffo è scappato illeso. All’epoca, la leadership ucraina affermò che il colpo era una ritorsione da parte del «sistema» del Paese, che Zelens’kyj aveva presumibilmente cercato di «rompere».

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Va ricordato come lo Zelens’kyj sia stato eletto con la promessa di riconciliazione con i ribelli del Donbass, ma ha infine ceduto alle pressioni dei nazionalisti filo-Maidan, che lo hanno minacciato di proteste di massa – e non solo quello: un esponente dell’estrema destra ucraina, subito dopo le elezioni del 2019, disse in un’intervista che il neoeletto presidente attore, in caso avesse messo in dubbio l’integrità territoriale ucraina, sarebbe stato impiccato ad un albero del Kreshatyk, che è l’elegante vialone di Kiev che porta a piazza Maidan.

 

Negli ultimi giorni lo Zelens’kyj aveva licenziato tre consiglieri presidenziali freelance e due rappresentanti plenipotenziari, Natalja Pushkareva e Alyona Verbitskaja, incaricati rispettivamente di questioni relative al movimento dei volontari e ai diritti dei militari.

 

I licenziamenti fanno parte di un rimpasto della leadership ucraina lanciato da Zelens’kyj all’inizio di quest’anno. L’ex generale Valery Zaluzhny è stata la vittima più importante del rimpasto in corso, sostituito il mese scorso da Aleksandr Syrsky, che sarebbe tuttavia impopolare presso le truppe a terra.

 

Si diceva che Zaluzhny fosse stato in disaccordo con Zelenskyj per mesi prima di sollevare pubblicamente preoccupazioni sulla situazione del fronte alla fine dell’anno scorso.

 

Come riportato da Renovatio 21, è emerso che l’ex vicesegretario di Stato con delega per gli affari eurasiatici Victoria Nuland, pupara neocon del conflitto in corso, avesse detto allo Zelens’kyj di non licenziare lo Zaluzhny nella sua ultima visita a Kiev. La Nuland è stata licenziata poco dopo.

 

Prima di entrare in politica, era uno stretto socio in affari di Zelens’kyj da molto tempo, con il quale aveva co- ha fondato lo studio comico Kvartal 95 (Distretto 95), che trovò grande successo nel Paese grazie alla TV ucraina, dove funse da propellente per la carriera comica di Zelens’kyj culminata con la serie «Servo del popolo», dove interpretava il ruolo di un uomo qualunque che diviene presidente del Paese.

 

La finzione divenne realtà al punto che il partito di Zelens’kyj si chiama esattamente come la serie, Sluha narodu. La presenza televisiva di Zelens’kyj fu assicurata dal canale 1+1 dell’oligarca israelo-ucraino Igor Kolomojskij, che Zelens’kyj andava spesso a trovare in Svizzera ed in Israele, ma che ora oggetto di indagini e raid da parte dei servizi ucraini con accuse di riciclaggio.

 

La serie fu grottescamente tradotta e distribuita anche in Italia su La7 durante l’apice dell’ucrainofilia istituzionale all’altezza dei primi mesi del 2022. A doppiare il personaggio Zelens’kyj fu l’attore Luca Bizzarri, e perfino questo scatenò polemiche.

 

Kolomojskij è stato accusato anche di finanziere gruppi neonazisti. Lui si è fatto beffe indossando in pubblico una t-shirta ironica assai popolare in Ucraina con la scritta «zhidobandera» (ossia «giudeo-banderista», ebreo e seguace del collaboratore di Hitler Stepan Bandera, riferimento principale dei neonazisti ucraini), dove un candelabro ebraico è disegnato con le fattezze del tridente simbolo nazionale ucraino.

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Il massacro di Mosca raggiunge i 133 morti. 11 sospetti terroristi arrestati dai servizi russi

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Secondo le ultime stime, almeno 133 persone sono state uccise e decine di feriti nella sparatoria mortale e nel successivo incendio scoppiato da un gruppo di uomini armati che hanno preso d’assalto il Crocus City Hall, un grande locale musicale appena fuori dalla capitale russa.   I dettagli stanno ancora emergendo, ma secondo il Servizio di sicurezza federale russo (FSB), l’attacco è stato attentamente pianificato e progettato per massimizzare le vittime.   Undici persone sono state arrestate per l’attacco terroristico, ha detto in una nota l’FSB.   Tra i sospettati arrestati figurano «quattro terroristi direttamente coinvolti», si legge nella dichiarazione. Sono in corso le indagini per rintracciare altri complici.

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Dopo il massacro avvenuto nella famosa sala concerti, «gli autori hanno tentato di scappare in macchina, fuggendo verso il confine russo-ucraino», ha detto sabato l’FSB. «I criminali intendevano attraversare il confine tra Russia e Ucraina e avevano contatti rilevanti sul lato ucraino».   Secondo l’agenzia, “tutti e quattro i terroristi” sono stati arrestati nella regione russa di Bryansk nel giro di poche ore grazie ad azioni ben coordinate dei servizi di sicurezza e della polizia. I detenuti vengono ora trasferiti a Mosca, ha aggiunto.   L’attacco al Crocus City Hall è stato «accuratamente pianificato», coinvolgendo armi che erano state messe in un nascondiglio in anticipo, ha detto l’FSB.   Il comitato investigativo russo ha anche confermato che quattro sospettati, che hanno «commesso l’attacco terroristico» al Crocus, sono stati detenuti nella regione di Bryansk, «non lontano dal confine con l’Ucraina».     Sabato, la caporedattrice di RT Margarita Simonyan ha pubblicato il filmato dell’interrogatorio di uno dei sospettati.    

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L’uomo nel video afferma di aver commesso una serie di omicidi dopo che gli erano stati promessi 500.000 rubli (4.900 euro). Il sospettato ha inoltre affermato che i suoi assistenti gli avevano dato istruzioni su dove avrebbe dovuto avvenire l’attacco. Ha detto che gli era stato ordinato di «uccidere le persone lì… non importa chi». Il sospettato ha affermato che l’atto terroristico è stato organizzato su Telegram con uno sconosciuto che ha fornito armi.   Circolano su Telegram altri video che testimonierebbero la cattura dei presunti terroristi al confine con l’Ucraina.     Secondo testimoni oculari, gli uomini armati hanno aperto il fuoco a bruciapelo su chiunque si avvicinasse. Gli aggressori hanno poi dato fuoco all’edificio.   Le fiamme si sono estese rapidamente a gran parte dell’edificio, compreso il tetto. Per spegnere l’incendio sono intervenuti numerosi vigili del fuoco e aerei.   Il ministero delle Emergenze ha affermato che circa 13.000 metri quadrati dell’edificio di sette piani sono stati avvolti dalle fiamme.

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Deputato tedesco chiede l’attacco degli edifici governativi di Mosca

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L’edificio del Ministero della Difesa russo o la sede dei servizi segreti nazionali nel centro di Mosca sono obiettivi legittimi da attaccare, ha affermato il vicepresidente della commissione di sorveglianza del Parlamento tedesco, Roderich Kiesewetter. Lo riporta RT.

 

Il deputato, ex ufficiale di stato maggiore dell’esercito tedesco (Bundeswehr), ha insistito affinché l’Ucraina portasse la guerra alla Russia.

 

«L’Ucraina dovrebbe avere l’opportunità di portare la guerra sul territorio russo», ha detto Kiesewetter in un talk show sull’emittente statale ZDF, sottolineando che il ministro della Difesa Boris Pistorius aveva già chiesto lo stesso nell’aprile 2023.

 

«L’unica cosa che aggiungo da parte mia è che è necessario attaccare anche il ministero della Difesa russo o i servizi segreti», ha detto il deputato. «È assolutamente chiaro che non si tratta di obiettivi civili e nemmeno di persone, ma di spiegare alla popolazione russa che sono loro gli aggressori», ha aggiunto.

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Alla domanda del conduttore se Kiesewetter ritenesse razionale l’attacco a Mosca, il politico ha risposto che queste erano le parole di Pistorius.

 

«Attaccare Mosca con i missili Taurus?” ha chiesto l’ospite. «No… adesso mi stai mettendo le parole in bocca. No, se, nell’ambito dell’accordo, obblighiamo l’Ucraina a utilizzare i missili solo nei territori occupati, allora agirà secondo questo principio», ha affermato Kiesewetter.

 

Le richieste di attacco agli edifici governativi russi arrivano nel mezzo dell’ultimo litigio diplomatico tra Mosca e Berlino, in seguito alla pubblicazione di una intercettazione audio in cui ufficiali militari tedeschi discutevano di un potenziale attacco al ponte di Crimea.

 

Il tutto si inserisce nello psicodramma riguardo alla fornitura a Kiev di missili Taurus da parte della Germania – armi, ha ricordato ancora mesi fa una deputata di Die Linke, in grado di essere armati con testate termonucleari.

 

Come riportato da Renovatio 21il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock in visita a Kiev è stata di fatto insultata dall’omologo ucraino Dmytro Kuleba che in conferenza stampa congiunta ha accusato la Germania di perdere tempo con le decisioni sulle forniture militari, quando il risultato, disse con boria piuttosto rara in diplomazia, è noto a tutti: la Germania alla fine darà i missili all’Ucraina, ha assicurato Kuleba guardando la Baerbock, pure nota per il suo filoucrainismo totale (ha dichiarato che sosterrà Kiev anche contro il volere degli elettori, e che l’Europa è in guerra con la Russia).

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Immagine di A.Savin via Wikipedia pubblicata su licenza FAL 

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