Sport e Marzialistica
Hockey, dopo l’inno fischiato gli USA menano il Canada in tutti i sensi possibili

Botte da orbi e vittoria schiacciante della nazionale di hockey statunitense contro quella canadese al torneo 4 Nazioni di sabato scorso a Montreal.
Prima della partita, come abbiamo già visto succedere in questi giorni, il pubblico canadese aveva fischiato l’inno americano, scatenando la risposta immediata degli atleti USA: dopo i fischi irrispettosi, il giocatore di hockey americano Matthew Tkachuk si è tolto i guanti non appena il disco ha toccato il ghiaccio per l’inizio della partita e ha iniziato una rissa con il canadese Brandon Hagel.
Dopo che la coppia è stata mandata per punizione nella panca delle penalità, il fratello minore del Tkachuk, il Brady, ha preso a pugni il canadese Sam Bennet non appena il dischetto ha toccato di nuovo la pista.
Appena tre secondi dopo l’inizio della partita, il giocatore statunitense J.T. Miller si è scontrato con il canadese Colton Parayko. In pratica, tre risse nei primi 9 secondi di giuoco. Probabilmente un record.
🚨 HOCKEY BRAWL ALERT 🚨
USA vs. Canada game turned into a BATTLEGROUND in RECORD TIME! 🇺🇸🇨🇦
3 FIGHTS broke out in just 9 SECONDS after Canadian fans BOOED the US National Anthem!
This is more than hockey; it’s WAR on ICE! #4Nations #RespectTheFlag pic.twitter.com/a7u5D2nQAp
— Jesus G. Navarro 🇺🇸 (@realjgnavarro) February 16, 2025
La squadra statunitense ha battuto quella dei vicini del Nord con un punteggio di 3-1.
I giornali sportivi americani hanno notato che il picchiare gli hockeisti canadesi è tradizione costante della famiglia Tkachuk: il padre di Matthew e Brady si menò contro il giocatore di hockey canadese Claude Lemieux all’inizio di un incontro del 1996 tra le due nazionali.
In 1996, Keith Tkachuk dropped the gloves with Claude Lemieux 20 seconds into the game between USA-Canada.
29 years later, his two sons, Matthew and Brady, dropped the gloves in USA-Canada THREE seconds into the game 🔥
Like father, like sons 😅 pic.twitter.com/1Ls3zaTFDQ
— SportsCenter (@SportsCenter) February 16, 2025
«Ieri sera il Team Canada ha imparato il FAFO» ha scritto su X deputato il repubblicano della Florida Byron Donalds. «FAFO» (acronimo di «Fuck around and find out») pare una parola d’ordine della nuova era Trump. Traducibile come «rompi il cazzo e poi vedi», il FAFO è stato scomodato ironicamente nelle diverse occasioni in cui il presidente Trump ha risolto controversie internazionali (con la Colombia, per esempio) con estrema velocità e destrezza, facendo sentire tutto il peso della superpotenza.
Last night Team Canada learned FAFO:
1–They booed our anthem
2–So we get into 3 fights in the first 9sec
3–We then net 3 unanswered goals
4–We blast Free Bird after each goal
5–And we blow them out in their OWN STADIUM
6–AMERICA IS BACKCongratulations @usahockey on a huge win! pic.twitter.com/75qmJeE5WU
— Byron Donalds (@ByronDonalds) February 16, 2025
Canadians booed the American national anthem again. So in the first 9 seconds of the game Team USA immediately picked 3 fights and beat the shit out of Canada’s hockey players. Team USA then went on to win the game.
AMERICA IS BACKpic.twitter.com/ywKq7wmCAK
— Philip Anderson (@VoteHarrisOut) February 16, 2025
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Come riportato da Renovatio 21, i canadesi hanno iniziato a fischiare l’inno americano negli stadi di hockey (i due Paesi condividono un campionato, la NHL, massima lega dello sport) settimane fa, a seguito delle considerazioni ripetute di Trump sulla possibilità per Washington di annettere il Canada.
Il premier canadese Giustino Trudeau, che era stato a trovarlo subito a Mar-a-Lago, ha dichiarato che il presidente USA non starebbe scherzando.
Per una volta, Trudeau junior pare averla capita: il FAFO è realtà.
Team USA vs Canada hockey 🤣🤣 pic.twitter.com/IN6MhggN13
— Politi_Rican 🇵🇷 𝕏 🇺🇸 (@TheRicanMemes) February 16, 2025
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Sport e Marzialistica
Monaci shaolini, dall’incontro con papa Francesco e la caduta in disgrazia del bonzo manager

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
I social network cinesi discutono sull’inchiesta per corruzione e scandali sessuali aperta contro l’abate Shi, l’uomo che ha trasformato in un impero economico il tempio famoso per il Kung Fu. Queste accuse erano emerse già in passato senza però scalfirne il potere. Per questo alcuni commentatori hanno osservato che i suoi guai sono cominciati una volta tornato in Cina dopo la visita in Vaticano, di cui Pechino non ha mai dato notizia. L’ipotesi che si sia spinto troppo oltre, con un’iniziativa non concordata con il Partito.
Shi Yongxin, l’abate del Tempio Shaolin famoso per il Kung Fu, è sotto indagine da parte delle autorità cinesi. Secondo un comunicato del tempio, è accusato di appropriazione indebita, relazioni improprie con donne e di aver avuto figli illegittimi. L’Associazione Buddista Cinese ufficiale ha dichiarato che l’ordinazione monastica di Shi Yongxin è stata revocata.
Secondo il sito cinese Caixin, Shi è stato prelevato a mezzanotte il 25 luglio. Lo stesso giornale ha riferito che, dopo una visita all’estero durante la Festa di Primavera (il capodanno lunare cinese, caduto quest’anno in febbraio, ndr), gli è stato proibito di lasciare la Cina. Dopo tale visita, è stato convocato dalle autorità, ma poteva ancora viaggiare all’interno del Paese.
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Il rapporto di Caixin non specifica né la destinazione né il contenuto della visita all’estero. Ma è noto che a febbraio, Shi ha guidato una delegazione del Tempio Shaolin in Vaticano che incontrò il 1 febbraio papa Francesco. Quella visita non venne menzionata dalle autorità cinesi e i media statali non ne diedero alcuna notizia.
La stessa Santa Sede mantenne un profilo basso sulla visita, data la natura non ufficiale dell’incontro. Ma sui social network cinesi alcuni analisti ipotizzano che questa sia la vera causa dei problemi per Shi.
Commenti online ricordano che non esistono relazioni diplomatiche formali tra la Cina e il Vaticano; per questo suggeriscono che Shi potrebbe aver aggirato l’autorizzazione delle autorità, giocando d’azzardo per accrescere il proprio prestigio come leader religioso, cosa non tollerata da Pechino. Altri commentatori ritengono che la visita sia stata un errore politico, dovuto a un errato calcolo del clima: in un contesto in cui le autorità cinesi spingono per la sinicizzazione e il controllo ideologico, ogni passo oltre i limiti è visto come una sfida al Partito Comunista, anche se non verrà mai menzionato ufficialmente.
Non stupisce comunque che la motivazione ufficiale di cui si parla sia l’appropriazione dei profitti generati dal Tempio Shaolin. Shi è diventato monaco qui nel 1981, all’età di 16 anni, ed è abate dal 1999. Sotto la sua guida, il tempio con 1500 anni di storia si è trasformato in un marchio globale che ogni anno attira migliaia di seguaci buddhisti e appassionati di Kung Fu da tutto il mondo. Shi ha costruito un impero economico, guadagnandosi il soprannome di «monaco CEO».
Ma oltre al successo commerciale, Shi ha alle spalle anche una carriera politica. È stato vicepresidente dell’Associazione Buddhista Cinese e membro della Conferenza Politica Consultiva del Popolo Cinese. Per oltre un decennio, è stato anche rappresentante al Congresso Nazionale del Popolo. Ha sostenuto le direttive delle autorità sulla sinicizzazione del buddhismo.
Nel 2018, il Tempio Shaolin è stato il primo ad issare la bandiera nazionale cinese, gesto che ha generato ampi dibattiti sul web cinese.
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In Cina, le organizzazioni religiose ufficiali sono sotto la guida del Dipartimento del Fronte Unito del Partito Comunista Cinese. Gli analisti affermano che Shi non è solo un leader religioso, ma anche un funzionario statale per via del suo coinvolgimento politico. Non è ancora chiaro, dunque, se la visita in Vaticano sia stata approvata dalle autorità: le foto mostrano un colloquio privato tra Shi e papa Francesco, senza la presenza di funzionari cinesi.
Il Tempio Shaolin ha guadagnato popolarità nella cultura pop grazie a un film interpretato da Jet Li. Tuttavia, la sua commercializzazione è stata fortemente criticata. I media cinesi hanno stimato che, in passato, le entrate turistiche del tempio rappresentassero quasi un terzo del bilancio annuale della città di Dengfeng, dove si trova il tempio. Il tempio è stato criticato per l’alto prezzo dei biglietti, la vendita di incenso e prodotti buddhisti. Si vociferava persino un piano per quotarlo in borsa. Nel 2015, i progetti di costruzione di un hotel, una scuola di Kung Fu e un campo da golf suscitarono forti polemiche.
L’impero del Tempio Shaolin si è espanso anche all’estero. Attualmente, truppe di monaci viaggiano per il mondo per esibirsi in spettacoli di arti marziali. Il tempio ha anche fondato filiali in vari Paesi. Con questa espansione le voci su Shi circolavano da tempo. Già nel 2015, un suo discepolo lo aveva accusato di corruzione e di avere due figli illegittimi. Ma allora – a differenza di oggi – un’indagine delle autorità concluse che mancavano prove.
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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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