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«Ha stato Putin» anche con i camionisti canadesi: i media dell’establishment senza vergogna
Una conduttrice della CBC, il canale TV pubblico canadese, ha suggerito che la Russia potrebbe essere dietro ai camionisti del Convoy of Freedom, la massa di veicoli e persone giunte a Ottawa per la protesta di sabato. Truckers Freedom Convoy.
Nil Koksal, l’anchorwoman, aveva mosso questa accusa già venerdì parlando con il ministro della Pubblica Sicurezza Marco Mendicino.
«Lo chiedo perché, dato il sostegno del Canada all’Ucraina, in questa attuale crisi con la Russia, non so se è inverosimile chiederlo, ma c’è la preoccupazione che attori russi possano continuare ad alimentare le cose, poiché questa protesta cresce , ma forse anche istigandolo fin dall’inizio», ha detto il relatore della CBC Koksal.
Insomma, la giornalista ci ha provato, cercando un membro del governo a dire che sì, «ha stato Putin».
Il ministro Mendicino è sembrato smentire l’idea, tuttavia ha attaccato il convoglio dicendo che non riguardava propriamente il concetto di libertà, e stigmatizzando la centralità, a suoi dire, dei capi dei camionisti.
La lista degli eventi internazionali per cui «ha stato Putin» è piuttosto corposa.
In questi anni, abbiamo senato che per esempio:
Vince le elezioni Donald Trump, ha stato Putin.
Perde il primo turno delle primarie democratiche Joe Biden: ha stato Putin.
Lega Nord: ha stato Putin.
Virus informatico: ha stato Putin.
Picco di radioattività nell’aria: ha stato Putin.
Hacker contro Fifa, CIO e agenzie antidoping: ha stato Putin.
Traditori russi avvelenati in Inghilterra: ha stato Putin.
Troll grillini contro il PD: ha stato Putin.
Musica rap di stato: ha stato Putin.
Infiltrazioni nella rete elettrica degli USA: ha stato Putin.
Gilet Gialli: ha stato Putin.
La lista ovviamente è molto più lunga di così. Ma ci fermiamo qui.
Anche perché ci viene voglia di controbattere: dietro a Trudeau potrebbe esserci Fidel Castro.
Tanto che sono stati visibili cartelli, durante la protesta, che chiedevano di fermare «Castreau».
Immagine screenshot da Youtube
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Attacco hacker trasforma gli aspirapolvere in robot razzisti
I proprietari di robot aspirapolvere in diverse città degli Stati Uniti hanno denunciato che i loro dispositivi sono stati hackerati, tanto che gli elettrodomestici hanno iniziato a gridare oscenità. Lo riporta l’emittente statunitense ABC.
Un avvocato del Minnesota di nome Daniel Swenson ha detto all’emittente che stava guardando la TV quando il suo Ecovacs Deebot X2 di fabbricazione cinese ha iniziato a funzionare male. Ha detto che il rumore proveniente dal robot, noto anche come «roomba», inizialmente sembrava un segnale radio interrotto, con brevi frammenti di quello che sembrava una voce.
Dopo aver visto che uno sconosciuto si era connesso al robot e stava accedendo alla sua funzione di controllo remoto, Swenson ha detto di averlo liquidato come un problema tecnico e di aver riavviato l’aspirapolvere. Tuttavia, poco dopo, ha ricominciato a muoversi e questa volta ha urlato oscenità razziste attraverso l’altoparlante, dicendo «fucking nigger» (cioè «fottuti negri») più e più volte.
«Ho avuto l’impressione che fosse un bambino, forse un adolescente» a parlare, ha detto Swenson al giornale, suggerendo che «forse stavano semplicemente saltando da un dispositivo all’altro, prendendo in giro le famiglie».
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Secondo ABC, negli ultimi mesi sono stati segnalati diversi incidenti di hacking simili negli Stati Uniti. A maggio, un aspirapolvere Deebot X2 hackerato a Los Angeles è stato segnalato per aver inseguito il cane del suo proprietario per tutta la casa, apparentemente guidato a distanza, mentre imprecava attraverso gli altoparlanti.
Nello stesso mese, a El Paso, in Texas, è stato segnalato un robot Ecovacs che vomitava insulti razzisti finché il proprietario non lo ha staccato dalla presa.
Prima di questi incidenti, ABC ha affermato che i ricercatori di sicurezza avevano cercato di notificare a Ecovacs difetti significativi nei suoi aspirapolvere e nell’app utilizzata per controllarli. In particolare, hanno segnalato i controller Bluetooth dei robot e il sistema di codice PIN che protegge il feed video e la funzione di controllo remoto. Gli esperti di sicurezza informatica hanno affermato che il PIN a quattro cifre che protegge i dispositivi poteva essere facilmente aggirato, perché veniva controllato solo dall’app e non dal server o dal robot.
Ecovacs ha confermato il racconto di Daniel Swenson da quando ha presentato la denuncia. Tuttavia, l’azienda ha suggerito che l’incidente è stato dovuto a una persona non autorizzata che ha avuto accesso all’account e alla password di Swenson, e non perché i sistemi di Ecovacs fossero stati violati.
Ciononostante, il produttore ha affermato che rilascerà un aggiornamento di sicurezza per i possessori della serie X2 di robot aspirapolvere a novembre.
Non si tratta del primo specioso caso di robot aspirapolvere che divengono abusatori.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa amerse il caso di una roomba che scattò una foto ad una donna seduta sul water di casa, foto che poi finì in rete.
La più grande azienda del settore, Roomba, è stata acquistata due anni fa dal colosso Amazon, tra commenti di critici che sostenevano che l’operazione servissero a spirare ancor di più le abitazioni degli utenti.
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Boris Johnson dice di aver trovato una microspia nel water dopo che lo aveva usato Netanyahu
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Il presidente di Haiti chiede all’ex colonizzatore francese di pagare «giuste e appropriate riparazioni», ma si sbrodola davanti all’ONU
Il presidente ad interim haitiano Edgard Leblanc Fils ha chiesto alla Francia di pagare «giuste e appropriate riparazioni» per compensare il debito dell’era coloniale imposto alla sua nazione.
Tuttavia, l’appello dell’haitiano al «rispetto» è diventato virale per altri motivi: il presidente si è bagnato con una brocca d’acqua durante il discorso, in uno sbrodolamento in mondovisione destinato a passare alla storia.
Parlando all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York giovedì, Leblanc, capo del Consiglio presidenziale di transizione haitiano, ha descritto il suo Paese come «la grande vittima di un’ingiustizia storica che ha ritardato il suo sviluppo e gravato sul suo popolo».
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«Questo debito è stata una punizione ingiusta che ha soffocato il potenziale del popolo haitiano per generazioni», ha detto Leblanc all’assemblea delle Nazioni Unite. Haiti, ha detto, «non è alla ricerca di carità, ma di giustizia, rispetto per la sua dignità e il suo diritto a un’esistenza dignitosa e prospera».
Mentre il Leblanc pronunciava la parola «dignità», ha sollevato una grande brocca d’acqua e ha tentato di berne, rovesciando l’acqua sul suo vestito nel processo.
Il filmato dell’incidente è diventato rapidamente virale: il Leblanco è apparentemente l’unico oratore all’assemblea a bere direttamente dalla brocca, invece di riempire prima un bicchiere.
Haitian leader Edgard Leblanc Fils at UN blames white people for Haiti’s troubles, demands “reparations” and “respect,” then fails at drinking water out of a pitcher by spilling it all over himself. pic.twitter.com/JBjIo9skJv
— Chris Menahan 🇺🇸 (@infolibnews) September 27, 2024
Tuttavia, il presidente si subito riavuto per continuare a chiedere denaro alla Francia. Haiti, ha detto, cerca «l’attuazione di riparazioni giuste e appropriate, che consentiranno al nostro popolo di liberarsi dalle catene invisibili di questo passato ingiusto».
Leblanc si riferiva a un debito imposto ad Haiti dalla Francia nel 1825, due decenni dopo che una rivolta degli schiavi aveva posto fine al dominio di Parigi sulla nazione caraibica. In base all’accordo, ad Haiti fu ordinato di pagare alla Francia 150 milioni di franchi in cinque rate annuali in cambio del riconoscimento diplomatico e di risarcire Parigi per la perdita della sua colonia più produttiva.
Haiti dovette prendere in prestito denaro dalla Francia e dagli Stati Uniti per pagare anche una sola installazione, creando di fatto un doppio debito. Quando Haiti effettuò il suo pagamento finale nel 1947, si stimò che la nazione impoverita avesse consegnato un totale di 12 milioni di franchi, ovvero più di 560 milioni di dollari odierni.
Il Leblanc non ha detto quanti soldi sta cercando, ma gli attivisti hanno già chiesto fino a 200 miliardi di dollari, usando metodi poco chiari per calcolare gli interessi sui 560 milioni di dollari pagati da Haiti, più la potenziale crescita economica ostacolata da un secolo di rimborsi.
Parigi ha già escluso qualsiasi pagamento di riparazioni.
Haiti è passata da una crisi all’altra nei decenni successivi all’ultimo pagamento del debito. I dittatori padre e figlio Francois «Papa Doc» Duvalier e Jean-Claude «Baby Doc» Duvalier hanno governato il paese dal 1957 al 1986, periodo durante il quale il debito nazionale è salito alle stelle e la popolazione haitiana è rimasta la più povera dell’emisfero occidentale.
Più di recente, Haiti è stata devastata da un terremoto nel 2010 che ha ucciso più di 220.000 persone e il Paese è sprofondato nell’anarchia con linciaggi, roghi, decapitazioni in strada dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moise nel 2021. L’Alto Commissario per le Nazioni Unite Michelle Bachelet definì i livelli di violenza sull’isola «inimmaginabili ed intollerabili».
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Una confederazione di bande criminali ha governato di fatto Haiti fino all’istituzione, all’inizio di quest’anno, del Consiglio presidenziale di transizione, incaricato di governare il paese fino all’elezione di un presidente.
Gli Haitiani sono oggi al centro delle polemiche negli USA dopo che a Springfield, in Ohio, si è diffusa la notizia secondo cui alcuni immigrati haitiani (che sono presenti in massa nella cittadina) starebbero mangiando cani e gatti.
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I media mainstream e il Partito Democratico USA hanno cercato di smentire la storia come fake news, ma il giornalista investigativo Chris Rufo, dopo aver messo una taglia, ha trovato un video che ha verificato e che comproverebbe la consuzione di animali domestici da parte di immigrati recenti.
Il candidato presidente Donaldo J. Trump aveva subito abbracciato il tema, ripetendolo durante il confronto elettorale con la Harris.
Come riportato da Renovatio 21, le parole dell’ex presidente sono diventate immediatamente un meme, con canzoni irresistibili prodotte a riguardo.
This is gold 😂
🎶They’re eating the dogs, they’re eating the cats. Eat the cat. Eat, eat the cat🎶
🎥The Marine Rapper pic.twitter.com/omjyz2bA0O
— Wojciech Pawelczyk (@WojPawelczyk) September 19, 2024
Come riportato da Renovatio 21, di particolare rilevanza anche le immagini generate dall’Intelligenza Artificiale che gli utenti hanno messo in rete, dove il Trump salva gattini, cani e talvolta ocherelle da orde di haitiani inferociti.
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