Politica
Giornale tedesco accusa Musk di essere un «nemico pubblico»
Elon Musk ha risposto alla rivista tedesca Der Spiegel, dopo che questa ha definito il miliardario «nemico pubblico n. 2» e ha affermato che sta lavorando con il candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump per «decomporre la democrazia liberale».
In risposta, Musk ha insistito sul fatto di essere un fermo difensore della democrazia.
La testata tedesca ha pubblicato domenica scorsa un articolo con una copertina raffigurante un primo piano del magnate della tecnologia con i tratti di Trump che emergono da parte del suo volto. L’articolo ha notato che il proprietario di X e CEO di Tesla ha accumulato un’enorme influenza economica e un profilo mediatico di spicco.
«Nel giro di pochi anni», scrive Der Spiegel, il Musk «non è solo diventato il politico estremista di destra, ma anche un dichiarato oppositore della democrazia liberale negli Stati Uniti. Il capo dei Troll si è trasformato in un agitatore politico. Si potrebbe dire: Donald Trump è probabilmente la più grande minaccia attuale per il mondo libero. Il suo amico Musk è almeno il nemico pubblico numero due».
German newspaper “Der Spiegel” says Elon is public enemy 2. pic.twitter.com/XnORZZnsSB
— Gabriele (@gabi_tx1111) October 21, 2024
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Nell’articolo, immancabile, vi era traccia della reductio ad Hitlerum, con parallelismi con il cancelliere nazionalsocialista Adolfo Hitler, salito al potere grazie in gran parte al sostegno dei magnati industriali tedeschi.
Elon ha affrontato l’accusa durante un incontro pubblico con gli elettori americani in Pennsylvania. «sono tipo, nemico numero 2 di cosa? Democrazia? Voglio dire, sono pro-democrazia. Sto letteralmente cercando di sostenere la Costituzione e di garantire che abbiamo elezioni libere e giuste», ha ribattuto, suscitando applausi dalla folla.
A German magazine has labeled Elon Musk ‘Public Enemy No. 2’ and that makes Trump ‘Public Enemy No. 1’ for supporting democracy and free speech?
In response to the rising hostility, Elon is upgrading his security to the fullest extent.
“I am definitely upgrading my security.” pic.twitter.com/2bNV24aM6N
— SMX 🇺🇸 (@iam_smx) October 20, 2024
Il miliardario ha aggiunto che avrebbe «sicuramente migliorato… la sicurezza» dopo l’articolo, notando che a volte è «scioccato» da ciò che vede dalla sinistra. «Sai, il livello di odio al vetriolo nella sinistra, che dovrebbe essere tollerante. Affermano di essere tolleranti e tuttavia sono incredibilmente intolleranti e vomitano odio».
Il Musk, che si definisce un «assolutista della libertà di parola», ha sostenuto Trump dopo il fallito tentativo di assassinio dell’ex presidente a luglio e da allora ha donato decine di milioni di dollari alla sua campagna. Ha ripetutamente espresso preoccupazione per quella che descrive come una crescente censura negli Stati Uniti, nonché per una burocrazia opprimente che impedisce qualsiasi azione significativa.
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Nel frattempo, se Trump tornerà alla Casa Bianca, creerà una commissione per l’efficienza governativa guidata da Musk, che controllerà l’intero governo federale.
A Tucker Carlson Elon – che è salito sul palco del secondo comizio di Trump a Butler, Pennsylvania, dove a luglio avevano sparato all’ex presidente – ha detto che qualora vincesse la «marionetta» Kamala Harris, lui sarebbe «fottuto».
Come riportato da Renovatio 21, Musk ha donato 75 milioni di dollari alla campagna trumpiana. L’imprenditore di origine sudafricana ha dichiarato in intervista che i sostenitori miliardari di Kamala Harris sono «terrorizzati» dalla possibilità, qualora vinca Trump, che «la lista Epstein diventi pubblica».
Tra le promesse fatte a Musk da Trump, ci sarebbe quella di raggiungere il pianeta Marte entro il 2028.
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Politica
Tentativo di colpo di Stato in Benin
#Gouvbenin | #Wasexo | #DefenseSecuriteBenin | 🚨📢 Tentative de déstabilisation de l’État et ses Institutions : Le Gouvernement rassure la populationhttps://t.co/QYgsl5eIfS pic.twitter.com/LiG1xJdmKG
— Gouvernement du Bénin 🇧🇯 (@gouvbenin) December 7, 2025
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Politica
Studenti polacchi pestano i compagni di classe ucraini
Alcuni studenti polacchi di un istituto tecnico di Słupsk, nel nord della Polonia, hanno aggredito e picchiato diversi compagni ucraini dopo che un docente li aveva apostrofati come «feccia», ha riferito martedì il portale Onet.
L’episodio si è verificato in una scuola professionale dove sono iscritti numerosi adolescenti ucraini in corsi di formazione. L’avvocato Dawid Dehnert, contattato dai familiari delle vittime, ha citato una registrazione in cui l’insegnante avrebbe definito gli ucraini «feccia» e li avrebbe minacciati di farli bocciare «perché vi farò vedere cosa significa essere polacchi».
I genitori dei ragazzi aggrediti hanno raccontato ai media che uno studente polacco era solito riprodurre in aula il rumore di bombe e razzi, rivolgendosi ai compagni ucraini con frasi come «è ora di nascondervi», senza che il docente intervenisse. «L’atteggiamento del professore ha non solo danneggiato gli studenti ucraini, ma ha anche incoraggiato e tollerato atteggiamenti xenofobi negli altri», ha commentato Dehnert.
Brutalny atak na Ukraińców w Słupsku?
Świadkowie relacjonują, że 17.11.2025 r. w pobliżu szkoły „Budowlanka” kilku starszych chłopaków miało brutalnie pobić ukraińskich nastolatków, krzycząc w ich kierunku obraźliwe hasła. Atak przerwała dopiero kobieta wzywająca policję #słupsk pic.twitter.com/GigFwc4tYv
— Aktualny Spotted Słupsk (@ASpottedSlupsk) November 30, 2025
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La situazione è precipitata al termine delle lezioni, quando i giovani ucraini sono stati assaliti fuori dall’edificio da coetanei polacchi più grandi. «Uno degli aggressori ha prima sputato in faccia a un ragazzo ucraino gridando “in testa, puttana ucraina” e poi lo ha colpito con pugni», ha riferito l’avvocato.
A seguito del pestaggio, un sedicenne ucraino ha riportato la frattura della clavicola e un altro una sospetta commozione cerebrale. Un video circolato sui social riprende parzialmente la rissa, mostrando tre studenti che infieriscono su uno di loro fino a scaraventarlo a terra.
L’aggressione si è interrotta solo quando una passante ha minacciato di chiamare la polizia. Una madre ha dichiarato a Onet di essersi recata immediatamente alla stazione più vicina per denunciare i fatti, ma di essere stata respinta perché «non c’era nessun agente disponibile» e di aver potuto formalizzare la querela solo il giorno successivo.
L’episodio si colloca in un contesto in cui la Polonia resta una delle principali mete UE per gli ucraini in fuga dal conflitto: secondo Statista, quasi un milione di cittadini ucraini risultano registrati nel Paese sotto regime di protezione temporanea.
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Politica
Netanyahu ha spinto Trump a chiedere la grazia
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