Geopolitica
Fico: «l’adesione dell’Ucraina alla NATO significa una terza guerra mondiale garantita»
Il premier slovacco Robert Fico, parlando in un discorso alla nazione tenuto lo scorso 11 luglio ha ribadito che «la Slovacchia non accetterà l’adesione dell’Ucraina alla NATO».
«Capisco i desideri dell’Ucraina. È un Paese sovrano, ma l’adesione dell’Ucraina alla NATO significa una terza guerra mondiale garantita» ha dichiarato il primo ministro di Bratislava.
Come noto, Fico è stato quasi ucciso in un tentativo di omicidio a Handlova il 15 maggio.
Apparendo in un video pubblicato anche dal giornale slovacco in lingua inglese Slovak Spectator, il primo ministro Fico ha osservato che «l’Occidente predica ‘l’unica opinione giusta’ sulla guerra in Ucraina. Sostengono la guerra fino all’ultimo soldato ucraino».
Per quanto riguarda la partecipazione della Slovacchia all’incontro della NATO appena concluso, ha detto che nello spirito della nostra posizione sovrana, ci siamo preparati per il vertice della NATO a Washington, D.C., al quale hanno partecipato il Ministro della Difesa [Robert Kaliňák, ndr] e il Ministro degli Affari Esteri [Peter Szijjarto, ndr] della Slovacchia». Tuttavia, prosegue Fico «quando ho concordato il testo della dichiarazione finale, ho insistito sul fatto che l’adesione dell’Ucraina alla NATO dovrebbe essere resa possibile solo se tutti i membri della NATO fossero d’accordo», e parlando a nome della Slovacchia si è opposto.
«Non potevo credere a quello che hanno fatto al primo ministro ungherese Viktor Orban. È stato disprezzato perché, come politico sovrano, ha deciso di visitare Ucraina, Russia e Cina e intraprendere iniziative di pace» ha scritto il leader slovacco, che, non senza una punta di umorismo, ha aggiunto: «se cercasse di convincere gli slavi a uccidersi a vicenda in modo ancora più vigoroso, forse qualcuno lo nominerebbe per il Premio Nobel per la pace».
Come riportato da Renovatio 21, Fico, che aveva già ribadito su Facebook la sua volontà di porre il veto sull’Ucraina nella NATO per non far scoppiare la Terza Guerra Mondiale, aveva partecipato la settimana scorsa alla sua prima riunione di governo dopo l’attentato subito.
Nonostante abbia ricevuto cinque colpi di arma da fuoco, Fico si è fatto riprendere mentre votava alle recenti ultime europee, lanciando al contempo un monito sulla volontà dell’Occidente di procedere con un escalation contro Mosca. Poco prima dell’attentato, dopo aver letto un «documento riservato», aveva denunciato in una dichiarazione TV l’impiego di truppe NATO in Ucraina. Bratislava il mese scorso ha posto il suo rifiuto all’ingresso di Kiev nella NATO e riaperto alla cooperazione culturale con la Russia. Due mesi prima il premier di Bratislava aveva dichiarato che l’Italia avrebbe ritirato il suo sistema di difesa aerea SAMP-T dalla Slovacchia.
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Putin: l’Oriente è meglio dell’Occidente
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Geopolitica
L’Iran dice di essere pronto a inviare truppe in Siria
Teheran prenderebbe in considerazione un dispiegamento militare completo per aiutare la Siria se il governo di Damasco lo richiedesse, ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi.
Il ministro Araghchi ha fatto queste dichiarazioni durante un’intervista rilasciata al quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed, mentre tornava dalla Turchia lunedì sera.
«Se il governo siriano chiederà all’Iran di inviare truppe in Siria, prenderemo in considerazione la richiesta», ha affermato l’Araghchi.
Teheran sta preparando «una serie di misure per calmare la situazione in Siria e trovare l’opportunità di presentare un’iniziativa per una soluzione permanente», ha aggiunto.
I militanti dell’affiliata di al-Qaeda Hayat Tahrir-al-Sham (HTS) e altri gruppi islamisti hanno lanciato un’offensiva su larga scala dalla provincia di Idlib verso Aleppo, Hama e Homs la scorsa settimana. Idlib è sotto la protezione turca da quando è stato negoziato un cessate il fuoco con la Russia nel 2020.
L’espansione di questi gruppi terroristici «potrebbe danneggiare i paesi confinanti con la Siria, come Iraq, Giordania e Turchia, più dell’Iran», ha detto Araghchi al quotidiano di Doha.
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Teheran è disposta a «consultare e dialogare» con Ankara per superare le loro divergenze, ha osservato Araghchi, ma ha detto che l’Iran chiede il ritiro delle truppe turche dalla Siria prima che possa aver luogo qualsiasi incontro tra i loro presidenti. Secondo il ministro degli Esteri iraniano, questa è una richiesta «ragionevole».
L’Iran è «preoccupato per il crollo del processo di Astana in Siria, perché non c’è un’alternativa facile», secondo Araghchi. Questo era un riferimento all’accordo firmato nel 2017 nella capitale del Kazakistan, in cui i governi di Damasco, Ankara, Teheran e Mosca si sono impegnati a lavorare per risolvere pacificamente il conflitto siriano.
Araghchi ha anche affermato che intende recarsi a Mosca per discutere della situazione in Siria.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che Ankara sostiene «l’integrità territoriale e l’unità nazionale della Siria», ma che per porre fine al conflitto è necessario un «consenso in linea con le legittime richieste del popolo siriano». Il suo ministro degli Esteri, Hakan Fidan, ha affermato lunedì che le ostilità sono riprese perché Damasco ha ignorato le «legittime richieste dell’opposizione».
Nel frattempo, la Russia ha ribadito il suo sostegno al presidente siriano Bashar Assad e al governo di Damasco.
La forza di spedizione russa, dispiegata in Siria nel 2015 per aiutare Damasco nella lotta contro i terroristi dell’ISIS), ha effettuato una serie di attacchi aerei contro i jihadisti a sostegno dell’esercito siriano.
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