Scuola
Ex premier ceceno chiede di limitare l’insegnamento della teoria dell’evoluzione
La teoria dell’evoluzione di Carlo Darwin dovrebbe essere esclusa dal curriculum scolastico standard in Russia perché è in conflitto con l’educazione religiosa, ha affermato l’ex primo ministro della Repubblica cecena a maggioranza musulmana, Muslim Khuchiev.
Khuchiev, che ora è assistente del primo ministro russo Mikhail Mishustin, si è scagliato contro uno dei concetti scientifici più influenti nella storia dell’umanità durante un discorso pronunciato giovedì durante una riunione del Comitato panrusso dei genitori.
«Tutti sanno che questa è una teoria falsa, che va contro la religione», ha sostenuto il Khuchiev, descrivendola come «il primo passo nel decadimento spirituale dei bambini».
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Khuchiev ha suggerito di «semplicemente rimuoverla» dal curriculum scolastico. La teoria di Darwin «non è vera, va contro l’educazione religiosa, tutte le religioni lo hanno riconosciuto», ha affermato, sostenendo che questo sostanzialmente risolve il dibattito se debba o meno essere rimossa dai libri di testo.
Lo studio facoltativo di varie teorie, tra cui l’evoluzione, potrebbe continuare, ha detto, ma ha sottolineato che era contrario al fatto che tali idee fossero insegnate ai bambini come «la verità ultima». Khuchiev ha osservato che questa era la sua opinione personale e non la posizione ufficiale del governo russo.
Mentre i funzionari del governo russo devono ancora rispondere alla proposta, l’iniziativa ha incontrato una reazione negativa da parte del parlamentare russo Anatoly Wasserman, membro del comitato parlamentare per l’istruzione. Wasserman è considerato una sorta di intellettuale eccentrico dopo aver vinto numerosi quiz televisivi.
Il Wasserman ha sostenuto che gli sforzi per comprendere la religione sono ostacolati dal fatto che le interpretazioni nelle sacre scritture non sempre riflettono la realtà e non sono in linea con la scienza. «Una persona che chiede che alcune idee contemporanee vengano abolite semplicemente perché non sono conformi alla religione, dimostra che la sua comprensione della religione è piuttosto limitata», ha affermato il parlamentare, il quale ha anche osservato che, sebbene la teoria di Darwin nella sua forma originale sia generalmente considerata obsoleta, i suoi errori derivano dal fatto che il Darwin sarebbe stato un pioniere nel suo campo.
Come riportato da Renovatio 21, quest’anno un libro uscito per i tipi delle Edizioni Piane, L’evoluzione in 100 domande e risposte di Dominique Tassot, che è oramai uscita dal consenso scientifico totale di cui godeva fino a qualche anno fa. Ad opporsi vi sono anche e soprattutto menti scientista, come nel caso di matematici ed informatici che non ritengono possibile la selezione della specie nei tempi calcolati.
Rimane, ad ogni modo, il problema mai risolto, in secoli di mendacio darwinista, degli «anelli mancanti»: se esiste l’evoluzione, perché non troviamo resti delle creature che costituiscono il graduale passaggio da una specie all’altra?
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La teoria di Darwin, caposaldo dell’educazione massonica che vuole allontanare l’uomo dallo spirituale ancora quando è bambino, fu creata nella Gran Bretagna che, tra colonialismo spietato e schiavitù industriale, necessitava di definire l’essere umano non più come figlio di Dio, ma come bestia – scimmia, di fatto – da sfruttare a volontà.
La teoria dell’evoluzione, se ci pensiamo, è il grimaldello con cui si può scardinare la dignità umana, rendendo la vita qualcosa di non divino, ma bestiale, brutale, accidentale, e quindi spendibile, impiegabile, sfruttabile, eliminabile a piacimento.
Il darwinismo, quindi, altro non è che uno dei volti scientifico-scolastici della Necrocultura.
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Se la realtà esiste, fino ad un certo punto
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Scuola
Mostri nei loro barattoli e nella loro formaldeide
Lo splendore della fede professata nel pellegrinaggio giubilare nella Città Eterna, la bellezza luminosa dei dipinti di Georges de La Tour, i sontuosi ricami delle Orsoline di Amiens, l’importanza di una cultura che non trasgredisce la natura ma la trascende, sono questi i temi di Nouvelles de Chrétienté per il nuovo anno scolastico.
Sotto un’apparente diversità, questi temi sono profondamente uniti in un’intenzione comune espressa con «vigore e chiarezza» da Padre Calmel, quando chiede agli insegnanti cristiani di aprire «i loro studenti ai valori dell’arte nelle sue diverse forme», rendendoli al contempo «capaci di una fiera indipendenza e di un bel disprezzo per tutte le anomalie, infezioni, purulenze e mostruosità, che hanno l’audacia di esigere da loro un’ammirazione complice adornandosi della realtà dell’arte e più spesso della sua apparenza».
Il frate domenicano esprime un desiderio preciso: «I mostri torneranno ai loro barattoli e alla loro formaldeide, gli scorpioni artistici reintegrano i loro buchi artistici, il giorno in cui un certo numero di esseri giovani e determinati, non certo per barbarie ma per sovrano rispetto della cultura, tratteranno con disprezzo i prodotti immondi della cultura. La cultura non ha alcun diritto contro i diritti della decenza e dell’onore».
Aggiunge: «non deve essere lontano il tempo in cui l’insidioso sofisma “onestà significa stupidità” sarà privo di ogni credibilità, perché sarà diventata chiara la prova che ciò che è normale è bello e che, in una civiltà degna di questo nome, l’intelligenza, la sottigliezza, la leggerezza, la finezza e l’arte marciano di concerto con l’onestà, la santità, il rifiuto inflessibile dei veleni e delle ignominie. La scuola cristiana deve affrettare l’arrivo di questi tempi di libertà». (Ecole chrétienne renouvelée, cap. XXIX, tre sensible en chrétien aux valeurs d’art, pp. 188-189, ed. Téqui)
Padre Calmel scrisse queste potenti righe alla fine degli anni ’50, lontano dal wokismo, dalla cultura della cancellazione, dello sradicamento e dell’incoscienza… E si aspettava che le suore, autentiche insegnanti, avessero «idee non solo corrette, ma idee che cantano dentro [di loro] e che incantano [i loro] piccoli alunni», per «comunicare loro una verità canterina e germinante». (Ibid., pp. 129 e 131).
È una bella frase da scrivere in cima a un quaderno, in questi giorni di ritorno a scuola!
Abate Alain Lorans
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine da FSSPX.News
Scuola
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