Geopolitica
Erdogan: l’ONU dovrebbe consentire l’uso della forza contro Israele

Le Nazioni Unite dovrebbero usare la loro autorità per invocare l’uso della forza armata per fermare la guerra di Israele a Gaza, ha affermato lunedì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Ha criticato duramente l’operazione israeliana nell’enclave palestinese e gli attacchi aerei in Libano.
Quasi un milione di civili libanesi sono stati sfollati a causa degli attacchi israeliani, ha affermato Erdogan dopo una riunione del governo ad Ankara.
Secondo le autorità libanesi, in poco più di una settimana sono state uccise almeno 1.300 persone.
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«Difendere la Palestina e il Libano significa difendere l’umanità, la pace, la cultura della convivenza tra fedi diverse», ha affermato il presidente turco. «Nel caso di Gaza, è necessario invocare rapidamente l’autorità dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite di raccomandare l’uso della forza, come previsto dalla risoluzione “Uniting for Peace” del 1950».
La risoluzione del 1950 stabilisce che, se il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non riesce a mantenere la pace internazionale, l’organizzazione può raccomandare misure collettive, fino all’uso della forza armata.
Erdogan ha accusato «una manciata di estremisti sionisti radicali» di aver incendiato «la regione e il mondo intero». La comunità internazionale e il mondo islamico dovrebbero «agire per la pace di tutti nella nostra regione, musulmani, ebrei e cristiani», ha esortato.
La Turchia ha interrotto il commercio con Israele all’inizio di quest’anno, promettendo di continuare il boicottaggio finché il flusso di aiuti umanitari nella Gaza assediata non sarà completamente ripristinato. Inoltre, Ankara si è unita alla causa in corso del Sudafrica contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia, che ha affermato che lo stato ebraico stava commettendo un genocidio contro i palestinesi a Gaza.
L’esercito israeliano ha recentemente intensificato gli attacchi aerei contro Hezobollah in Libano in risposta ai continui attacchi transfrontalieri con razzi e mortai del gruppo filo-palestinese. Martedì, Israele ha annunciato di aver iniziato «incursioni terrestri limitate, localizzate e mirate» contro Hezbollah nel Libano meridionale.
Lo Stato Ebraico ha affermato che l’operazione era necessaria per rendere sicuro il ritorno dei residenti sfollati nel nord di Israele che hanno dovuto fuggire dagli attacchi di Hezbollah.
Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso Erdogan aveva chiesto un’«alleanza islamica» contro Israele.
Lo scorso luglio, il presidente turco aveva addirittura minacciato di invadere Israele a causa del conflitto di Gaza, mentre Israele aveva avvertito che il leader turco potrebbe fare la fine di Saddam Hussein, se avesse continuato con tale retorica.
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Come riportato da Renovatio 21 il leader turco ha effettuato in questi mesi molteplici attacchi con «reductio ad Hitlerum» dei vertici israeliani, paragonando più volte il primo ministro Beniamino Netanyahu ad Adolfo Hitler e ha condannato l’operazione militare a Gaza, arrivando a dichiarare che Israele è uno «Stato terrorista» che sta commettendo un «genocidio» a Gaza, apostrofando il Netanyahu come «il macellaio di Gaza».
Il presidente lo scorso novembre aveva accusato lo Stato Ebraico di «crimini di guerra» per poi attaccare l’intero mondo Occidentale (di cui Erdogan sarebbe di fatto parte, essendo la Turchia aderente alla NATO e aspirante alla UE) a Gaza «ha fallito ancora una volta la prova dell’umanità».
Un ulteriore nodo arrivato al pettine di Erdogan è quello relativo alle bombe atomiche dello Stato Ebraico. Parlando ai giornalisti durante il suo volo di ritorno dalla Germania, il vertice dello Stato turco ha osservato che Israele è tra i pochi Paesi che non hanno aderito al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari del 1968.
Anche con questa chiamata panislamista, Erdogan dimostra di non aver mai rinunziato all’aspirazione di diventare «sultano» protettore dell’Islam.
Va considerato, infine, che la Turchia è un Paese NATO: se Israele quindi attaccasse Ankara, l’articolo 5 scatterebbe e tutti gli eserciti occidentali dovrebbero andare in guerra contro lo Stato degli ebrei.
A guardarla, una prospettiva incredibile, ma che di fatto, a questo punto, dovrebbe essere sulla carta.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.
Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.
Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.
Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».
.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.
«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».
La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.
Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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