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Elon «super-spreader»: ha fatto un altro figlio, stavolta con una influencer MAGA. Non è dato sapere come

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In un post su X di venerdì, l’influencer social attiva nei circuiti MAGA Ashley St. Clair ha dicharato di aver avuto un figlio da Elon Musk, spiegando di aver tenuto la nascita privata per proteggere la sicurezza del loro bambino.

 

La St. Clair scrive di aver deciso di divulgare l’informazione a causa di imminenti resoconti dei tabloid, chiedendo ai media di rispettare la privacy del loro bambino e di astenersi da resoconti invasivi.

 

Non ci sono informazioni pubbliche disponibili che descrivano in dettaglio come Musk e St. Clair si siano incontrati – al punto che alcuni si chiedono se non si tratti, anche in questo caso, di un figlio avuto dall’ultramiliardario tramite riproduzione artificiale.

 

Musk e la giovane St. Clair avuto scambi pubblici su X. Nel novembre 2023, St. Clair ha condiviso su X di aver smesso di usare la pillola per migliorare la sua salute mentale, a cui Musk – che di recente aveva mostrato apertamente la sua contrarietà agli ormoni contraccettivi – ha risposto, «di sicuro».

 

Lo scorso luglio Elon le aveva fatto gli auguri di buon compleanno e lei ha risposto con emoji a forma di cuore. In cambio, ha condiviso una lunga lista di consigli sui libri e le ha detto: «questo è il momento migliore della storia per avere figli!»

 


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In una risposta a Musk su X di sabato scorso, ora cancellata, la St. Clair ha scritto usando il plurale che «hanno cercato di comunicare negli ultimi giorni e non hai risposto», lasciando speculare che, visto che il bambino neonato non può ancora prendere decisioni, forse si trattava di lei e degli avvocati. Un messaggio del tutto simile, poi cancellato, lo aveva scritto anni fa la cantante Grimes relativamente al figlio X, che non vedeva più, lamentando come né lei né gli avvocati avessero avuto risposta da parte di Musk.

 

La St. Clair, 26 anni, è nota per il suo libro per bambini Gli elefanti non sono uccelli, un volume ampiamento circolato in area conservatrice che dice di voler sfidare i concetti di identità di genere ed è un «rimprovero senza scuse all’accettazione dei transgender». La ragazza è stata collaboratrice con il sito satirico cristiano The Babylon Bee, tuttavia qualcuno ora ricorda un suo passato fatto di materiale piccante. Un’altra controversia riguardò una foto assieme a un gruppo di cosiddetti nazionalisti bianchi, che spinse l’organizzazione conservatrice Turning Point USA a licenziarla dal ruolo di brand ambassador.

 

La fanciulla ha postato su X anche una foto con Matteo Salvini, complimentandosi per la fine del caso giudiziario riguardo l’immigrazione che lo aveva coinvolto.

 


È apparsa numerose volte su Fox News, podcast e programmi web, discutendo di argomenti come il calo dei tassi di natalità nei Paesi ricchi, talvolta lamentando anche del problema delle mamme single. Ora, secondo i giornali vive in un appartamento a Nuova York da diecine di migliaia di dollari di affitto al mese, dove scorrazza con un Cybertruck Tesla fiammante. La giovane sembra anche aver posato nella detta magione, mostrando la vista mozzafiato che gode sullo skyline della metropoli neoeboracena.

 

La famiglia di Musk comprende sei figli avuti dalla sua prima moglie, la scrittrice canadese Justine Wilson: i gemelli Xavier e Griffin e i gemelli Kai, Saxon e Damian, tutti avuti con la fecondazione in vitro, dopo che il loro primogenito, Nevada, è tragicamente scomparso per SIDS (morte in culla) quando aveva 10 settimane.

 

Musk ha inoltre avuto tre figli dalla musicista Claire Boucher, alias Grimes: i figli X Æ A-Xii e Techno Mechanicus, e la figlia Exa Dark Sideræl. Tra questi, non sembra essere stato prodotto in laboratorio e/o con la maternità surrogata solo X (ma non vi è certezza), che è il bambino che Musk si porta ovunque, compreso lo studio ovale del presidente USA.


Ulteriormente Elon ha avuto i gemelli Strider e Azure con Shivon Zilis, dirigente della società di chip cerebrali Neuralink, vista assieme a lui durante la sera della vittoria elettorale a Mar-a-Lago. I gemelli sono nati solo poche settimane prima che il secondo figlio di Musk con la cantante Grimes venisse partorito tramite madre surrogata. Lo scorso giugno, Bloomberg ha riferito che la Zilis aveva partorito il loro terzo bambino.

 

Un altro figlio ipotetico, di cui si parla pochissimo, è quello che Musk potrebbe aver avuto, sempre tramite utero in affitto, con la controversa attrice hollywoodiana Amber Heard.

 

Elon da anni esprime preoccupazione per il calo dei tassi di natalità, definendolo un fattore di rischio per l’intera civiltà. Dopo aver attaccato frontalmente i contraccettivi e la cultura che fa sembrare la maternità come un peso da evitare (ma senza mai mettere in questione davvero l’aborto), negli ultimi mesi ha dichiarato apertis verbis che la popolazione va aumentata in ogni modo possibile, facendo figli sia naturalmente che con la provetta o l’utero affittato.

 

Musk aveva commentato con ironia la notizia di mesi fa per cui il fondatore di Telegram Pavel Durov avrebbe un centinaia di figli grazie alle donazioni di sperma offerte anche gratuitamente. Di fatto, siamo dinanzi al fenomeno socio-psicologico del «super-spreader», come si definiscono gli uomini che, al pari di Gengis Khan, decidono di avere numero abnormi di figli con numeri di donne significativi.

 

Molti scandali recenti, con uomini che hanno centinaia se non migliaia di figli – rendendo il rischio di incesto genetico della prole più che ipotetica – discendono dall’impulso di super-spreading di tali «donatori», che come noto investe anche tanti medici della fertilità che per decenni hanno generato prole utilizzando fraudolentemente il proprio seme con le pazienti.

 

Significativo vedere come tutta la destra web statunitense, quella che in rete si sgola per la difesa della famiglia, si sia affrettata a fare le congratulazioni alla St. Clair senza considerare che si tratta di un ulteriore picconata alla distruzione scientifica della famiglia.

 

L’unico ad aver avuto il coraggio di opporsi al coro di applausi alla nuova madre single di bambino con padre assente pare essere il comico Louie CK, che familista, e di destra, non sembra essere mai stato.

 

 

«Mi dispiace che questo debba essere detto… Non mi interessa se salvi il mondo, guadagni miliardi e sei la persona più intelligente del pianeta. Se hai figli con più persone, non hai il tempo di crescerli e di essere una parte integrante della loro vita, sei un pezzo di merda. Punto. Non servono altre spiegazioni».

 

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Trump promette indagini su Soros

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Il presidente USA Donald Trump ha annunciato un’indagine su George Soros, accusandolo di finanziare «rivolte» di massa negli Stati Uniti tramite le ONG sostenute dalla sua Open Society Foundations (OSF).   «Hanno degli agitatori professionisti… Vengono pagati per la loro professione da Soros e da altre persone», ha detto Trump in un’intervista rilasciata a Fox & Friends venerdì. «Indagheremo su Soros perché penso che si tratti di un caso RICO contro di lui e altre persone», ha aggiunto. «Questa è più di una semplice protesta: è vera agitazione. Sono rivolte di strada, e indagheremo su questo», ha detto Trump.    

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Come riportato da Renovatio 21 il presidente aveva chiesto di processare Soros e suo figlio per il sostegno a «proteste violente» in tutti gli USA, affermando: «non lasceremo che questi lunatici distruggano l’America».   Recentemente, proteste anti-immigrazione, in particolare a Los Angeles, sono degenerate in scontri con la polizia, saccheggi e incendi dolosi.   Secondo documenti declassificati della Commissione Giustizia del Senato, pubblicati a luglio, la rete OSF di Soros sarebbe legata alla bufala del Russiagate del 2016, con accuse, poi smentite, di collusione tra Trump e la Russia, promosse dalla campagna di Hillary Clinton per indebolire la sua vittoria elettorale, accuse che Mosca ha sempre respinto.   Soros e Trump si erano conosciuti negli anni Ottanta a Nuova York o a Nuova York, finendo anche per cenarci insieme più di una volta, in quanto, è stato raccontato, avevano casi di rispettivi dipendenti che si frequentavano. Soros ricorda l’insistenza di Trump nel tentare di vendergli un costosissimo condo, un appartamento nelle sue proprietà immobiliari.   Come riportato da Renovatio 21, al World Economic Forum di Davos di cinque anni fa Soros aveva promesso che Trump sarebbe sparito «nel 2020 o anche prima». Non è andata così, ed è la mente dello stesso speculatore internazionale che sembra sparire, con voci che dicono che l’abdicazione al figlio sia dovuta al fatto che il Soros senior non sia più compos mentis.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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L’ambasciatore britannico negli USA ha scritto una lettera d’amore a Jeffrey Epstein. Londra lo licenzia

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L’ambasciatore britannico negli Stati Uniti, Peter Mandelson, ha definito Jeffrey Epstein il suo «miglior amico» in una lettera manoscritta di dieci pagine, resa pubblica lunedì dalla Commissione di vigilanza della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti.

 

Il messaggio, redatto in occasione del cinquantesimo compleanno di Epstein nel 2003, è stato inserito in un «album di compleanno» rilegato, assemblato dalla stretta collaboratrice di Epstein, Ghislaine Maxwell. La lettera, accompagnata da fotografie di Lord Mandelson, di Epstein e di svariati luoghi legati al finanziere, dipinge Epstein come un individuo «intelligente, acuto» e «misterioso» che «una volta… si è paracadutato» nella vita di Mandelson.

 

«Passavi molte ore ad aspettare che si facesse vivo… E spesso, non appena ti eri abituata ad averlo intorno, all’improvviso ti ritrovavi di nuovo sola… Lasciandoti invece con degli amici ‘interessanti’ da intrattenere», si legge in un estratto.

 

«Ma ovunque sia nel mondo, lui rimane il mio migliore amico! Buon compleanno, Jeffrey. Ti vogliamo bene!!», conclude il testo.

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L’articolo includeva immagini che andavano da un paracadute giallo che solcava il cielo a scatti di Mandelson in relax all’interno di alcune proprietà di Epstein.

 

Interpellato sulla disclosure, un portavoce di Downing Street ha precisato che il primo ministro britannico Keir Starmer mantiene piena fiducia in Mandelson, nominato ambasciatore a febbraio e che ha «svolto un ruolo chiave» nel potenziamento dei rapporti commerciali e di investimento con Washington.

 

Mandelson, ex ministro laburista e uno dei principali architetti del progetto «New Labour» nel Regno Unito, è stato a lungo interrogato sul suo legame con Epstein.

 

Un suo portavoce ha riferito alla BBC che l’ambasciatore «ha da tempo chiarito di essersi pentito profondamente di essere stato presentato a Epstein». In passato, aveva confidato al Financial Times di «aver desiderato non averlo mai incontrato», ritraendo Epstein come un «prolifico networker».

 

Londra poche ore fa ha ritirato a Lord Peter Mandelson l’incarico di ambasciatore negli Stati Uniti dopo aver esaminato le email appena emerse sulla sua relazione con il defunto finanziere e molestatore sessuale Jeffrey Epstein, ha dichiarato giovedì il Ministero degli Esteri.

 

«Le e-mail dimostrano che la profondità e l’entità del rapporto tra Peter Mandelson e Jeffrey Epstein sono sostanzialmente diverse da quelle note al momento della sua nomina», ha affermato il ministero degli Esteri, aggiungendo che «l’idea di Mandelson secondo cui la prima condanna di Jeffrey Epstein era ingiusta e doveva essere contestata è una nuova informazione».

 

Come riportato da Renovatio 21 al momento della sua nomina ad inviato britannico in USA, Il Mandelson è un «peer» (cioè, membro dell’aristocrazia britannica) del partito laburista e un intimo di lunga data di Tony Blair – oltre che di Epstein – ed è chiamato dai detrattori a Londra il «Principe delle Tenebre» o talvolta il «Signore Oscuro», dal nome del cattivo di Harry Potter, Voldemort.

 

Va ricordato che Mandelsone, prima di divenire ambasciatore a Washingtone, si era espresso ad abundantiam contro Donald Trump.

 

Un articolo del 6 febbraio sul Financial Times scrive che «Mandelson, un ex commissario UE liberale e libero professionista con forti legami con la Cina, la scorsa settimana ha ritirato la sua affermazione “mal giudicata e sbagliata” del 2019 secondo cui Trump era un “pericolo per il mondo” e “poco meno di un nazionalista bianco e razzista».

 

Chris LaCivita, un consigliere della campagna di Trump, aveva descritto il nuovo ambasciatore come «un idiota assoluto» che «dovrebbe restare a casa».

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Immagine di UKinUSA via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

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«Surreale» cena alla Casa Bianca con Trump, Zuckerberg, Bill Gates

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Il presidente Donald Trump ha organizzato una cena di alto profilo alla Casa Bianca, invitando i leader più influenti della Silicon Valley a discutere di intelligenza artificiale e investimenti negli Stati Uniti.   Tra i presenti figuravano Mark Zuckerberg, CEO di Meta Facebook, Tim Cook, CEO di Apple, Sam Altman, CEO di OpenAI, e Bill Gates, il fondatore di Microsoft con ampie attività filantrocapitaliste in corso. Molti di costoro in passato avevano pubblicamente criticato Trump. Elon Musk, tecnicamente il più ricco e di successo tra gli imprenditori tecnologici, un tempo stretto alleato di Trump, era assente, ufficialmente a causa di conflitti di agenda ma più probabilmente della rottura pubblica tra i due, non ancora sanata nonostante il ramoscello d’olivo mostrato da Trump negli scorsi giorni.   Il cosiddetto zar dell’Intelligenza Artificiale e delle criptovalute della Casa Bianca David Sacks (già tra i fondatori di PayPal, poi divenuto investitore di Venture Capital e sostenitore MAGA) era presente alla cena con l’amico e compagno di podcast Chamath Palihapitiya, già dirigente di Facebook a cui è seguito un grande successo come investitore. I due hanno offerto un resoconto privilegiato dell’evento sul loro podcast «All-In».  

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«Tutto è iniziato con un gruppo organizzato da Chamath nella Silicon Valley. Erano il nucleo centrale, e poi sempre più persone hanno voluto unirsi», ha detto Sacks. «Ben presto, il presidente ha invitato i massimi leader del settore tecnologico, e la sala si è trasformata nella sala che vedete. È davvero sorprendente la capacità del presidente Trump di convocare tutte queste persone. Direi che forse metà dell’industria tecnologica era presente in termini di capitalizzazione di mercato».   Il Palihapitiya, sposato con la stupenda ereditiera farmaceutica italiana Nathalie Dompè, nel video concorda col Sacks, spiegando che trovarsi in quella stanza «sembrava surreale».   «Vedi i leader delle aziende più importanti del mondo, tutti seduti insieme, con questo senso di allineamento e cooperazione. È stato davvero fantastico», ha detto il Palihapitiya. «Queste persone non devono presentarsi da nessuna parte, ma il fatto che il presidente abbia potuto convocarle la dice lunga su di lui e sul suo programma».   Palihapitiya ha affermato che i partecipanti hanno sostenuto «incredibilmente» le politiche di Trump, che ha contrapposto alle «difficoltà sotto Biden», osservando che «anche i liberali più convinti come Tim Cook e Bill Gates hanno ormai pienamente abbracciato il presidente Trump».   «Questo è una testimonianza del suo programma», ha affermato. Il Palihapitiya ha poi offerto un resoconto dettagliato di Trump che ospita i leader della tecnologia nella Roosevelt Room. «Vedevamo le persone più potenti che hanno costruito queste incredibili aziende: circa 30 persone, ma il tavolo ne può ospitare solo 15. Quindi c’erano Tim Cook, Sam Altman e Satya Nadella seduti su un divano, con Dylan Field e Alan Wag lì vicino, che si rilassavano», ha raccontato Palihapitiya. «Nel loro mondo, sono dei re, ma alla Casa Bianca sono cittadini americani lì per incontrare il presidente. L’ego di tutti è stato messo a dura prova».   «Poi ci hanno fatto mettere in fila indiana – Sundar [Pichai, CEO di Google, ndr], Satya [Nadella, CEO di Microsoft, ndr], Bill Gates – come se fossimo nel backstage di un concerto degli Zeppelin», ha aggiunto il finanziere cingalo-canadese, raccontando che il momento si è arricchito di un visita allo Studio Ovale, con partecipanti come Safra Catz di Oracle e suo marito che si sono intrattenuti per le foto al Resolute Desk.   Si è trattato momento improvvisato si è verificato quando il marito di Catz ha chiesto una penna, spingendo Trump a distribuire monete e penne. Sergey Brin di Google ha innescato una discussione politica che si è protratta fino alla cena, mentre la richiesta di un partecipante di avere la playlist di Trump ha portato alla musica dei Fleetwood Mac nel giardino delle rose della Casa Bianca, immortalata da Lisa Su del produttore di microchippi AMD.   «Il cameratismo, tuttavia, non è riuscito a mascherare la tensione di fondo: questi leader, un tempo critici accesi, ora sembravano dare priorità all’accesso e all’influenza rispetto ai loro principi passati, mettendo in dubbio se la loro precedente opposizione fosse autentica o semplicemente una posa per ottenere il favore del pubblico», scrive Zerohedge.   L’evento ha sollevato interrogativi sulle motivazioni dei leader del settore tecnologico che un tempo si opponevano a Trump. Zuckerberg, che aveva bandito Trump dalle piattaforme di Meta nel 2021 dopo la rivolta al Campidoglio del 6 gennaio, aveva giustificato la mossa come una presa di posizione contro l’incitamento, attirandosi accuse di censura da parte dei sostenitori di Trump.   Nel 2016, Zuckerberg aveva criticato la retorica di Trump sull’immigrazione definendola divisiva durante la conferenza F8 di Meta. Cook, un acceso sostenitore della giustizia sociale, si era opposto al divieto di viaggio imposto da Trump nel 2017, definendolo «un approccio non corretto», mentre Altman aveva paragonato Trump a demagoghi «odiosi».

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Lo Zuckerbergo è stato filmato durante la serata mentre, interrogato dal presidente Trump sulla quantità di investimenti negli USA dei prossimi anni fa parte di Facebook, dice di volere impegnare circa 600 miliardi al 2028. Alcuni in rete accusano lo Zuck di essersi inventato al momento una cifra a caso che potesse compiacere il Trump, che, come noto, l’anno scorso in un libro fotografico aveva minacciato di dare l’ergastolo allo Zuckerbergo qualora fosse intervenuto come nel 2020 nelle elezioni 2024.     Molti hanno reagito malamente alle immagini di Bill Gates che pontifica a fianco di un’occhiuta Melania, paventando un cedimento del presidente.   Il Gates ha ostentato con vanto la sua carriera di filantrocapitalista riguardo alla sanità globale, che significa, ovviamente, vaccini.   Tuttavia, a poche ore dalla cena, Trump ha pubblicato su Truth Social un segmento di un vecchio documentario sui vaccini che mostra la loro assoluta pericolosità.

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