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DNA sintetico progettato dall’Intelligenza Artificiale controlla la produzione di proteine cellulari

Nuova spaventosa mossa della riprogenetica: la vita programmata dalla macchina.
Utilizzando l’Intelligenza Artificiale (AI), gli scienziati hanno progettato il DNA sintetico per controllare l’espressione genica e quindi controllare la produzione di proteine da parte delle cellule. Lo riporta BioNews.
La maggior parte dei farmaci e dei vaccini sviluppati oggi sono a base di proteine. Tuttavia, le tecniche per produrli sono lente e costose, perché è difficile controllare come si esprime il DNA. L’Intelligenza Artificiale a cui è stata insegnata la struttura e il codice normativo del DNA può essere programmata per progettare una specifica sequenza di DNA, che offre agli scienziati la capacità di controllare l’espressione genica e quindi controllare la produzione di particolari proteine, accelerando lo sviluppo di farmaci a base di proteine.
«Prima si trattava di essere in grado di “leggere” completamente le istruzioni della molecola di DNA. Ora siamo riusciti a progettare il nostro DNA che contiene le istruzioni esatte per controllare la quantità di una proteina specifica», ha affermato il dott. Aleksej Zelezniak, professore associato presso la Chalmers University of Technology, Svezia, e docente senior presso il King’s College di Londra.
Nelle cellule di tutti gli organismi viventi ha luogo un processo chiamato trascrizione: il processo di creazione di una copia di RNA (mRNA) della sequenza di DNA di un gene, che trasporta informazioni su quali proteine produrre e in quali quantità.
Gli scienziati della Chalmers University of Technology hanno utilizzato un approccio di apprendimento automatico all’avanguardia per aiutarli a comprendere e controllare la quantità di una proteina prodotta da una determinata sequenza di DNA. Pubblicando le loro scoperte su Nature Communications, i ricercatori hanno sviluppato l’Intelligenza Artificiale per progettare DNA sintetico con le informazioni esatte per l’espressione genica per produrre la quantità desiderata di proteine necessarie per lo sviluppo di farmaci.
«Il DNA è una molecola incredibilmente lunga e complessa. È quindi sperimentalmente estremamente impegnativo apportare modifiche ad esso leggendolo e modificandolo in modo iterativo, quindi leggendolo e modificandolo di nuovo. In questo modo ci vogliono anni di ricerca per trovare qualcosa che funzioni», ha affermato il primo autore, il dott. Jan Zrimec, ricercatore associato presso l’Istituto Nazionale di Biologia della Slovenia. «Invece, è molto più efficace lasciare che un’intelligenza artificiale impari i principi della navigazione nel DNA. Ciò che altrimenti richiederebbe anni è ora ridotto a settimane o giorni».
«I ricercatori sperano che questo metodo migliorerà lo sviluppo di farmaci e vaccini, rendendolo più veloce ed economico» scrive BioNews. «Comprendendo il codice genetico alla base della produzione di proteine specifiche è possibile insegnare al sistema immunitario del corpo a formare anticorpi contro virus e altre malattie complesse, come il cancro».
Il metodo è stato sviluppato nel lievito Saccharomyces cerevisiae, poiché le cellule di lievito assomigliano a cellule di mammifero. Il prossimo passo dello scienziato è usare cellule umane.
Si tratta di uno dei primi esempi dell’intromissione dell’Intelligenza Artificiale fin nel fondamento della vita umana.
Non c’è aspetto dell’essere che sarà risparmiato dal processo di controllo dei computer.
La domanda, metafisica e abissale, a questo punto è: chi davvero controlla i cervelli elettronici? Non è possibile, in ultima analisi, sostenere che sia un uomo, perché questi sistemi sono creati per imparare autonomamente (machine learning) e quindi programmarsi da soli. Inoltre, è noto che l’Intelligenza Artificiale, al momento, non è in grado di spiegare le sue decisioni: è stato detto che vedere il codice del suo «ragionamento» per comprenderne una decisione è come fare una radiografia ad un cervello umano e pretendere di capire le sue motivazioni.
Quindi, ripetiamo la domanda: chi davvero è in controllo delle macchine, che stanno per sorvegliare e programmare perfino il fondamento biologico della vita?
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Trump conferma l’autorizzazione delle operazioni della CIA in Venezuela

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha confermato di aver autorizzato operazioni della CIA in territorio venezuelano. Lo riporta il New York Times.
Secondo il quotidiano neoeboraceno, la decisione consentirebbe agli agenti dell’intelligence di condurre operazioni letali contro il presidente venezuelano Nicolas Maduro, accusato dall’amministrazione Trump di gestire cartelli «narco-terroristici» e di inondare gli Stati Uniti con cocaina e fentanyl.
Durante un incontro nello Studio Ovale, un giornalista ha chiesto a Trump: «Perché hai autorizzato la CIA a operare in Venezuela?»
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«Ho dato il via libera per due ragioni, in realtà», ha risposto Trump. «Primo, loro [il Venezuela] hanno svuotato le loro carceri mandando i detenuti negli Stati Uniti».
«L’altro problema sono le droghe. Dal Venezuela arriva una grande quantità di droga, molta della quale via mare, ma la fermeremo anche via terra», ha aggiunto.
Trump ha evitato di specificare se la CIA abbia l’autorizzazione a «eliminare Maduro».
«Non voglio rispondere a una domanda simile. Non sarebbe assurdo per me farlo?», ha dichiarato. Durante il suo primo mandato, Trump ha imposto dure sanzioni al Venezuela e di recente ha aumentato a 50 milioni di dollari la ricompensa per informazioni che portino all’arresto di Maduro.
Come riportato da Renovatio 21, Stati Uniti hanno schierato una flotta navale nei Caraibi orientali e, da settembre, hanno distrutto almeno cinque imbarcazioni sospettate di contrabbandare droga dal Venezuela.
Maduro ha smentito le accuse di collaborare con i cartelli e ha accusato gli Stati Uniti di volerlo destituire, sottolineando che l’esercito venezuelano è pronto a contrastare un’eventuale invasione.
Come riportato da Renovatio 21, l’amministrazione washingtoniana ha rotto le relazioni diplomatiche con Caracas, che a sua volta ha avvertito della possibilità di attacchi da parte di estremisti contro l’ambasciata.
Secondo il NYT negli scorsi mesi Maduro avrebbe fatto ampie concessioni economiche agli USA, che epperò sarebbero fermi sull’idea che il presidente venezuelano lasci l’incarico.
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Il Venezuela ha denunziato voli «illegali» di caccia F-35 americani nei suoi spazi aerei negli ultimi giorni. Si moltiplicano intanto le notizie di preparativi di ulteriore attacchi al narcotraffico venezuelano, con minaccia diretta di Trump agli aerei di Caracas che avevano sorvolato una nave da guerra USA mandata nell’area.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi giorni Trump ha dichiarato che «gli attacchi degli Stati Uniti alle imbarcazioni venezuelane sono un atto di gentilezza» e che il Paese è in «conflitto armato» con i cartelli della droga.
Secondo alcuni analisti, la nuova «guerra alla droga» altro non è che una copertura della riattivata Dottrina Monroe, che prevede l’egemonia assoluta degli USA sul suo emisfero – qualcosa del resto di detto apertamente quando si parla della cosiddetta «difesa emisferica» dell’amministrazione Trump, con varie opzioni di annessioni di Panama, Groenlandia, Canada, e perfino il Messico.
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Immagine screenshot da Twitter
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Il vertice del KGB bielorusso parla dei colloqui con gli USA

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La Danimarca vuole vietare i social agli adolescenti

Il governo danese ha annunciato l’intenzione di vietare l’uso di diverse piattaforme di social media ai minori di 15 anni, come dichiarato dal primo ministro Mette Frederiksen.
Nel suo discorso al parlamento di martedì, Frederiksen ha espresso preoccupazione per l’impatto dei social media sui giovani. «I telefoni cellulari… stanno rubando l’infanzia dei nostri figli», ha affermato, aggiungendo che «abbiamo scatenato un mostro», notando che quasi tutti gli studenti danesi di seconda media, generalmente tra i 13 e i 14 anni, possiedono già un cellulare.
Tuttavia, il primo ministro non ha fornito dettagli specifici sul divieto proposto, né su come sarà implementato o quali piattaforme saranno coinvolte.
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La decisione arriva in concomitanza con un rapporto sul benessere commissionato dal governo, che ha rivelato che il 94% dei giovani danesi aveva un profilo sui social media prima dei 13 anni, nonostante le restrizioni sull’età minima di molte piattaforme. Il rapporto ha anche evidenziato che i bambini tra i 9 e i 14 anni trascorrono in media circa tre ore al giorno su TikTok e YouTube.
Un rapporto del 2025 dell’Autorità danese per la concorrenza e i consumatori ha mostrato che il 10% dei giovani utenti spesso si pente del tempo trascorso online, il 21% ha difficoltà a disconnettersi e il 29% supera il tempo che intendeva dedicare alle piattaforme preferite.
Secondo Statista, nel 2024 Facebook è rimasto il social network più utilizzato in Danimarca, con l’83% della popolazione, seguito da Instagram al 65%, Snapchat al 51% e TikTok al 34%.
Nel 2024, un’iniziativa popolare, sostenuta da 50.000 firme, ha proposto di vietare TikTok, Snapchat e Instagram ai minori. A febbraio, seguendo le raccomandazioni della Commissione per il benessere, la Danimarca ha introdotto misure per vietare i telefoni cellulari nelle scuole.
Come riportato da Renovatio 21, uno studio emerso pochi mesi fa prova che i social danneggiano soprattutto il sonno e la salute mentale delle bambine.
Uno studio sui comportamenti salutari nei bambini in età scolare, supportato dall’OMS, ha rilevato che nel 2022 l’11% degli adolescenti in Europa, Asia centrale e Canada ha riportato un uso problematico dei social media, in netto aumento rispetto al 7% del 2018. Questo comportamento simile alla dipendenza, caratterizzato da perdita di controllo, sintomi di astinenza e conseguenze negative sulla vita, era più comune tra le ragazze (13%) rispetto ai ragazzi (9%).
Come riportato da Renovatio 21, vari studi hanno mostrato che gli smartfoni sono collegati ad ansia e depressione negli adolescenti.
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Come riportato da Renovatio 21, in questi ultimi mesi sono stati condotti anche studi sulla confisca degli smartphoni a giovani con personalità narcissitica.
Come riportato da Renovatio 21, un altro studio sul tema di pochi anni fa spiegava che il tempo che trascorriamo sul telefono potrebbe minacciare la nostra salute a lungo termine. Un numero crescente di prove suggerisce che il tempo che passiamo sui nostri smartphone interferisce con il sonno, autostima, relazioni, memoria, capacità di attenzione, creatività, produttività e capacità di risoluzione dei problemi e decisionali.
Uno studio condotto dall’autorità governativa di regolamentazione delle comunicazioni nel Regno Unito ha rilevato che un quarto dei bambini di soli 3-4 anni possiede uno smartphone.
Vi è da considerare anche il problema del tracciamento delle attività dei ragazzi, perché lo spionaggio permesso alle app è, secondo CHD, di «scala scioccante».
Curiosamente, anche il governo italiano ha definito lo smartphone per gli studenti come una droga «non diversa dalla cocaina».
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