Economia
Coalizione per protestare contro il programma satellitare SpaceX, citando la minaccia di radiazioni
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense.
Children’s Health Defense è uno dei numerosi gruppi che hanno pianificato una protesta il 19 marzo presso la sede di SpaceX per chiedere alla società di terminare il dispiegamento di 42.000 satelliti a bassa orbita.
I satelliti SpaceX a bassa orbita, utilizzando la tecnologia 5G, immergerebbero il mondo in radiazioni a microonde, comprese le riserve oceaniche, antartiche e della fauna selvatica e le aree naturali protette
I sostenitori della tecnologia sicura, gli ambientalisti e gli astronomi della California e altri stati si sono riuniti il 19 marzo, dalle 10:00 alle 14:00 PST presso la sede di SpaceX a Hawthorne, in California, per chiedere alla società di porre fine al dispiegamento programmato di 42.000 satelliti a bassa orbita.
Le organizzazioni partecipanti includono Children’s Health Defense, Americans for Responsible Technology, Moms Across America e 5G Free California.
I gruppi stanno raccogliendo firme in tutto il mondo su una lettera aperta a Elon Musk e SpaceX, esortando Musk a sedersi con scienziati, astronomi e tutte le parti interessate per discutere i pericoli dei programmi satellitari. Un gruppo di bambini consegnerà a mano la lettera durante la manifestazione del 19 marzo.
I satelliti SpaceX a bassa orbita, utilizzando la tecnologia 5G, immergerebbero il mondo in radiazioni a microonde, comprese le riserve oceaniche, antartiche e della fauna selvatica e le aree naturali protette. Altre società come One Web e Amazon hanno in programma di lanciare fino a 40.000 satelliti aggiuntivi.
Gli oppositori ritengono che gli impatti ambientali e sulla salute dei satelliti supereranno di gran lunga i potenziali benefici, e gli impatti ambientali da soli saranno devastanti.
Il programma SpaceX Starlink richiede 8.400 satelliti, ciascuno con una durata di soli 5 anni, da costruire, lanciare, disorbitare e bruciare ogni anno
Il programma SpaceX Starlink richiede 8.400 satelliti, ciascuno con una durata di soli 5 anni, da costruire, lanciare, disorbitare e bruciare ogni anno. Ciò si andrà ad aggiungere all’esaurimento dell’ozono, ai detriti spaziali e alle collisioni, alla conversione dei satelliti disorbitati in polvere tossica e fumo mentre bruciano nell’atmosfera e alla proliferazione di spaziporto su terreni incontaminati e inquinamento del suolo e dell’acqua nelle zone circostanti.
Di particolare interesse è l’aumento globale delle radiazioni a microonde prodotte dai satelliti, dalle stazioni di terra e da milioni di “terminali utente” che sono, di fatto, antenne cellulari in tutto il pianeta, una per ogni abbonato.
Il 26 febbraio Children’s Health Defense ha intentato una causa contro la Commissione Federale per le Comunicazioni contestando un emendamento alla regola «Dispositivi di ricezione via etere» (OTARD). Tra le altre cose, la regola modificata consente il dispiegamento di almeno 1.000.000 di antenne che forniranno l’infrastruttura di terra per i satelliti SpaceX. La regola modificata entrerà in vigore il 29 marzo.
«Siamo letteralmente cavie per questo esperimento tecnologico per cui non siamo stati consultati e per il quale non abbiamo dato il nostro consenso»
«Siamo letteralmente cavie per questo esperimento tecnologico per cui non siamo stati consultati e per il quale non abbiamo dato il nostro consenso», ha dichiarato David Goldberg, uno degli organizzatori dell’evento.
«Questa è la stessa tecnologia utilizzata negli attacchi a microonde contro i diplomatici, attualmente sotto indagine federale. Sono disponibili e dovrebbero essere implementate tecnologie cablate più sicure ed efficienti dal punto di vista energetico, anziché migliaia di satelliti e milioni di antenne cellulari che aumenteranno le radiazioni wireless e danneggeranno l’ambiente».
Ai partecipanti viene chiesto di rispettare tutte le leggi e le norme anti-COVID della California .Per ulteriori informazioni sulla protesta in programma, clicca qui.
«Questa è la stessa tecnologia utilizzata negli attacchi a microonde contro i diplomatici, attualmente sotto indagine federale»
Coalition to Protest SpaceX Satellite Program
Traduzione di Alessandra Boni
© 8 marzo 2021, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Economia
La Spagna è uno dei principali importatori di gas russo
La Spagna ha intensificato gli acquisti di gas naturale russo nel 2023, con le importazioni che dovrebbero raggiungere il massimo storico entro la fine dell’anno, ha riferito venerdì il quotidiano El Mundo, citando i dati dell’operatore della rete di gas del Paese Enagas.
Secondo il rapporto, quest’anno la Spagna ha finora acquistato l’equivalente di 60.770 gigawatt di gas naturale liquefatto (GNL) dalla Russia, con un aumento del 43% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Da gennaio a ottobre, la Russia è stata il terzo maggiore esportatore di GNL verso la Spagna, fornendo il 18,1% delle importazioni complessive di gas del paese, superata solo dall’Algeria (28,8%) e dagli Stati Uniti (20,1%). Dal 2018, quando il gas russo rappresentava solo il 2,4% delle importazioni di gas della Spagna, la dipendenza del Paese dall’energia russa è aumentata di sei volte.
Il GNL russo non è soggetto alle sanzioni imposte dall’UE a Mosca dallo scorso anno in risposta al conflitto in Ucraina, nonostante i ripetuti appelli di alcuni funzionari dell’UE a vietarne l’importazione. La Spagna ha sei impianti di rigassificazione ed è uno dei principali porti di ingresso per le navi metaniere nel blocco.
Oltre alla Spagna, Francia e Belgio sono stati tra i paesi che quest’anno hanno incrementato i loro acquisti di GNL russo, come mostrano i dati di localizzazione delle navi.
Secondo un precedente rapporto del Financial Times, l’UE ha rivenduto più di un quinto delle sue importazioni di GNL russo, tramite trasbordo nei suoi porti, a paesi come Cina, Giappone e Bangladesh.
Nel frattempo, le sanzioni hanno visto la maggior parte delle importazioni di gasdotto dalla Russia nell’UE bloccate dallo scorso anno. Hanno cominciato a diminuire a causa della distruzione dei gasdotti Nord Stream e del rifiuto di alcuni Stati membri dell’UE di pagare il carburante in rubli.
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Immagine di Andrew Rees via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NoDerivs 2.0 Generic
Economia
Le Filippine approvano una nuova criptovaluta per agevolare le rimesse dall’estero
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Alimentazione
La sinistra tedesca vuole un tetto massimo per il prezzo del kebab
Die Linke, il partito della sinistra tedesca ha proposto allo Stato di sovvenzionare i kebab con quasi 4 miliardi di euro all’anno. Negli ultimi anni l’inflazione e l’aumento dei costi energetici hanno quasi raddoppiato il prezzo dello popolare panino turco. Sono i grandi temi della sinistra moderna.
In un documento politico visionato dal tabloid tedesco Bild e riportato domenica, Die Linke ha proposto di limitare il prezzo di un doner kebab a 4,90 euro o 2,50 euro per studenti, giovani e persone a basso reddito. Con un costo medio di un kebabbo pari a 7,90 euro, il resto del conto sarà a carico del governo, si legge nel documento.
«Un limite di prezzo per il kebab aiuta i consumatori e i proprietari dei negozi di kebab. Se lo Stato aggiungesse tre euro per ogni kebab, il prezzo massimo del kebab costerebbe quasi quattro miliardi», scrive il partito sul giornale, spiegando che ogni anno in Germania si consumano circa 1,3 miliardi di kebabbi.
«Quando i giovani chiedono: Olaf, riduci il kebab, non è uno scherzo su Internet, ma un serio grido d’aiuto», ha detto alla Bild la dirigente del partito di sinistra Kathi Gebel, riferendosi al cancelliere tedesco Olaf Scholz. «Lo Stato deve intervenire affinché il cibo non diventi un bene di lusso».
Introdotto in Germania dagli immigrati turchi negli anni ’70, il doner kebab è diventato in pratica la forma di fast food preferito dalla nazione già teutonica, tracimando anche nel resto d’Europa, come in Italia, dove più che turchi i kebabbari sono nordafricani o talvolta pakistani.
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Tuttavia, mentre Die Linke descrive il panino con l’agnello carico di salsa come un alimento base quotidiano per alcune famiglie, la maggior parte dei medici e dei nutrizionisti ne consiglierebbe il consumo solo come spuntino occasionale.
Uno studio scozzese del 2009 ha rilevato che il doner kebab medio conteneva il 98% dell’assunzione giornaliera raccomandata di sale di un adulto e il 150% dell’assunzione raccomandata di grassi saturi, scrive RT.
Per anni in Germania il prezzo di un doner kebab si è aggirato intorno ai 4 euro. Tuttavia, l’aumento dei costi energetici e l’inflazione che hanno seguito la decisione di Scholz di mettere l’embargo sui combustibili fossili russi hanno costretto i venditori ad aumentare i prezzi.
«Siamo stati costretti ad aumentare i prezzi a causa dell’esplosione dei prezzi degli affitti, dell’energia e dei prodotti alimentari», ha detto al giornale britannico Guardian un gestore di uno stand di kebabbi a Berlino. «La gente ci parla continuamente di “Donerflazione”, come se li stessimo prendendo in giro, ma è completamente fuori dal nostro controllo».
Molti tedeschi accusano lo Scholz di averli privati della kebbaberia a buon mercato, una catastrofe che li spinge verso prospettive di pacifismo sul fronte russo. «Pago otto euro per un doner», ha urlato un manifestante a Scholz nel 2022, prima di implorare il cancelliere di «parlare con Putin, vorrei pagare quattro euro per un doner, per favore».
«È sorprendente che ovunque vada, soprattutto tra i giovani, mi venga chiesto se non dovrebbe esserci un limite di prezzo per il doner», ha osservato lo Scholzo in un recente video su Instagram. Tuttavia, il cancelliere ha escluso una simile mossa, elogiando invece il «buon lavoro della Banca Centrale Europea» nel presumibilmente tenere l’inflazione sotto controllo.
Kebabbari, kebabbani e kebabbati non sono gli unici tedeschi a soffrire sotto Scholz. Il mese scorso, il più grande produttore di acciaio tedesco, Thyssenkrupp, ha annunciato «una sostanziale riduzione della produzione» nel suo stabilimento di Duisburg, licenziando 13.000 dipendenti. L’azienda ha attribuito il calo di produttività agli «alti costi energetici e alle rigide norme sulla riduzione delle emissioni».
Meno di una settimana dopo l’annuncio dei tagli da parte della Thyssenkrupp, il Fondo monetario internazionale ha rivisto le prospettive di crescita economica della Germania dallo 0,5% allo 0,2% quest’anno. Secondo i dati, nel 2024 la Germania dovrebbe registrare la crescita più debole tra tutti gli stati appartenenti al gruppo G7 dei paesi industrializzati.
Riguardo al kebab, da decenni circola tra i giovani tedeschi la leggenda metropolitana secondo la quale in un singolo panino kebap sarebbe stata rivenuta una quantità di sperma da uomini differenti, a indicazione, secondo il significato certamente xenofobo della storia, del disprezzo degli immigrati per i cittadini tedeschi.
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